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Cipro: salvare le banche coi soldi dei correntisti, l’idea si propaga

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Quando Amato nel fatidico ’92 prelevò nottetempo dai conti degli italiani un -oggi misero- 6 per mille per rimpinguare le casse dello Stato, lo fece per farci “entrare in Europa“. Fu forse la prima volta che udimmo questo slogan, ripetuto poi alla nausea nei successivi vent’anni per giustificare ogni nefandezza, dalle tasse alla TAV. Una pessima presentazione dell’Europa, per giunta, con un furto notturno: avremmo dovuto capire dai tali prodromi dove si sarebbe andati a parare.

Ma a confronto di quel che accade a Cipro, Amato era uno statalista. La grande rapina ai ciprioti poveri e ai russi ricchiavviene stavolta per salvare banche tedesche, punto e basta. 5,8 miliardi di rapina,esattamente pari all’esposizione delle banche tedesche a Cipro. L’idea meravigliosa è questa: se le banche sono in sofferenza, sull’orlo del crac, perché devono intervenire gli Stati? Che le salvino i correntisti!

Non fa una piega. Gli hai dato i tuoi soldi, li hanno gestiti male, e ora ce li rimetti. Si chiama “incauto affidamento“, qualsiasi tribunale ti darebbe torto. E talmente è geniale questa idea che, udite udite, si sta propagando come fuoco tra le stoppie: ora pare che anche la Nuova Zelanda voglia applicare lo stesso sistemino per salvare le proprie banche. E’ una soffiata del partito dei Verdi neozelandesi. Se una banca finisce a rischio default, i soldi dei correntisti verranno decurtati per il bailout, così propone il Ministro delle Finanze.

Mi chiedo cosa staranno pensando tutti i fervidi sostenitori della “moneta elettronica”, nel vedere intere famiglie cipriote alla disperazione con tutti i loro risparmi ostaggio delle banche. Banche che prima li gestiscono male, e poi li rubano per pararsi il didietro. Meglio pensarci un po’ prima di dire addio alle vecchie concrete banconote, e correre dietro alle sirene di chi, con la scusa dell’evasione, vi convince a seppellire tutti i vostri soldi nell’orto dei miracoli. Da dove il gatto e la volpe li faranno poi sparire.

Foto – Photopin

Articolo di Debora Billi

Fonte: http://crisis.blogosfere.it

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