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Milioni di lingotti di tungsteno dorati al posto dei lingotti d’oro vero

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La storia la scrivono i vincitori, quindi è sempre diversa dalla realtà? Ne parliamo con Teodoro Brescia Dottore di ricerca, docente e scrittore e autore del libro...

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Alcuni dati per capire meglio l’oro: TUTTO il metallo prezioso estratto dagli albori della civiltà fino ad oggi può essere contenuto in un cubo di 19m di lato che cresce di soli 12cm l’anno (2%). Da sempre l’oro è considerato bene di rifugio: quando manca la fiducia negli altri investimenti, investire in oro è (ERA!) sempre una sicurezza. Con il dollaro in caduta libera anche le banche centrali diventano grandi divoratrici di oro. La Cina ha incrementato la riserva aurea, l’India ha acquistato 200 tonnellate di oro e la Russia ha pianificato di portare le proprie riserve auree dal 2% al 10%. Nel mercato privato la Cina sta superando l’India. Le autorità di Pechino consigliano i cittadini di investire in oro. Forse è per questo che puntualmente quando sono aperte le borse orientali l’oro aumenta per calare quando quelle borse chiudono. Questo significa che l’oro se ne sta andando in Asia.

Londra ha da sempre rappresentato una piazza privilegiata di contrattazione del metallo giallo. Peccato che da qualche mese a questa parte ci siano sempre maggiori richieste di movimentazione dei lingotti in custodia. Nell’ottobre 2009 successe un fatto spiacevole: J.P. Morgan e Deutsche Bank (strettamente sorvegliati dalla Bank of England) che avevano precedentemente venduto Gold Futures (lingotti virtuali) al prezzo di circa 1000$/oncia chiesero ai legittimi proprietari se quell’oro poteva essere da loro ricomprato a 1250$/oncia per evitare di dovere consegnare quei lingotti. Lingotti che evidentemente non possedevano. Quello che sta accadendo è che per ogni lingotto conforme alla London Good Delivery (società che certifica la qualità dei lingotti usati nelle transazioni del mercato londinese) ci sono diverse richieste di proprietà. Basta che un numero sufficiente di investitori perda la fiducia nei depositi e si rechi a ritirare i lingotti di loro proprietà per far crollare il mercato dell’oro. Ed il mercato in toto.[1] Insomma c’è una richiesta esagerata di oro. Lo vogliono tutti: investitori, banche e privati. Come fare a soddisfare tale richiesta? Si va a lezione dagli antichi alchimisti, e si trasforma un metallo meno nobile in oro.

La storia inizia circa 15 anni or sono. All’epoca della presidenza Clinton (coadiuvato da Robert Rubin, Alan Greenspan e Lawrence Summers) circa 1,5 milioni di lingotti di tungsteno da 400 once furono sfornati da una sofisticata industria metallurgica americana. Successivamente 640.000 lingotti furono dorati e spediti a Fort Knox dove tuttora sono. Esistono copie dei documenti di spedizione che attestano date, quantità e peso dei lingotti consegnati a Fort Knox. [2] Perché tungsteno? Perché ha peso specifico molto simile all’oro ma costa relativamente poco (circa 20$ al chilo). Dal rapporto peso/volume un lingotto di tungsteno non si distingue da un lingotto d’oro. Il resto dei 1,5 milioni di lingotti di tungsteno furono comunque dorati e immessi nel mercato. Quindi il mercato non è stato solo avvelenato dalla recente bolla dei mutui subprime (in realtà dai Collateralized Debt Obligation-CDO, titoli garantiti dagli Asset Backed Security-ABS che sono le cartolarizzazioni dei subprime…è una storia di finanza così complicata che per brevità i CDO sono stati chiamati “titoli-salsiccia”), ma presenta seri sintomi di avvelenamento da oro falso. Recentemente sono stati rinvenuti lingotti di oro riempito di tungsteno nelle banche di Hong Kong.[3] Provenivano tutti dagli Stati Uniti. L’ipotesi che si affaccia è che siano il frutto delle richieste di pagamento dei Buoni del Tesoro USA da parte della Cina che teme sempre più di avere carta straccia nei suoi depositi valutari. Oro falso al posto di carta straccia: una fine operazione di alta finanza. Pianificata addirittura 15 anni fa, quando si accusava la Cina di falsificare tutto.

Se per caso avete la passione per il falso oro (no, non è l’oro del Giappone che da noi si chiama ottone…) rivolgetevi con fiducia alla Chinatungsten. [4] La ditta cinese vi spiegherà che il tungsteno è environmental-friendly, e che mentre la lega oro-tungsteno non funziona per svariati motivi, una moneta con l’anima di tungsteno e la copertura di oro non potrà mai essere identificata come contraffazione da misure di densità. Chinatungsten spiega molto bene come funziona: “in dettaglio il tungsteno puro sotto forma di dischi, piatti, fogli, anelli etc.. se rivestito con uno strato di oro acquisterà la sua tipica brillantezza e potrà così rimpiazzarlo”. Troneggia nel sito un’allettante fotografia di lingotti d’oro marcati. Beh, oro…… Ed un’avvertenza: per cortesia non usate i nostri prodotti di tungsteno placcato oro per scopi illegali.

Potenza del dualismo Yin e Yang o del pragmatismo confuciano?

La questione svela un fenomeno a dir poco preoccupante: l’iperrealtà ha preso il sopravvento sulla realtà. Ci ritroviamo a rincorrere valori non tanto determinati dalla rarità dell’oggetto (l’oro), ma dal culto che questo suscita. Ed i culti come i miti, sebbene abbiano un punto di partenza fisico seguono linee evolutive molto diverse, arrancando ben presto negli alti pascoli della metafisica (o della fisica da contrabbando). È la vecchia questione della domanda-offerta, vincolo mitico imposto dal dio Mercato e scritto nel decalogo del capitalismo. Il falso, checché ne dicano i legislatori bigotti, è un elemento trainante dell’economia perché legalizza e giustifica un altro falso: credere che in democrazia vi sia un paritario diritto all’accesso. A ben vedere la democrazia, figlia degli interessi della classe borghese, si fonda sul falso. Una falsa offerta di informazioni, una falsa offerta di libertà, una falsa offerta di partecipazione e così via. Chi è quindi più titolato dei cinesi (falsi comunisti) ad offrire falsi che promettano di mettere il falso capitale al sicuro?

[1]http://www.marketskeptics.com/2009/10/gold-market-reaching-breaking-point.html

[2]http://www.marketoracle.co.uk/Article14996.html

[3]http://www.financialsense.com/fsu/editorials/willie/2009/1118.html

[4]http://www.tungsten-alloy.com/en/alloy11.htm


Fonte: http://www.ecplanet.com/node/1112

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