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NASA, scie chimiche e disinformazione

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e divulgo come posso l’argomento delle "scie
chimiche", è un comunicato della NASA, rilanciato un po’
ovunque, come il
Corriere della Sera che il 5 maggio titolava "Nasa: le scie degli aerei
riscaldano l’ambiente." Vi si legge che secondo un rapporto dell’Ente
spaziale americano, una quota del riscaldamento climatico è
dovuta
all’incremento dei cirri generati dalle scie degli aerei delle rotte a
medio e
lungo raggio che volano nella parte alta della troposfera. Per gli
Stati Uniti
l’incremento di temperatura medio dovuto alle scie degli aerei è
stato di
0,2-0,3 gradi centigradi per decennio negli ultimi vent’anni.

Ora,
trovo che questo comunicato sia uno sfacciato esempio
di disinformazione, o manipolazione dell’informazione. Evidentemente,
fasce
sempre più ampie delle popolazioni interessate dal fenomeno
delle
"chemtrails" iniziavano a rendersi conto che non c’è nulla di
normale
nelle numerose, lunghissime scie tracciate nei cieli da decine di
aerei, il più
delle volte bianchi e senza contrassegni visibili, spesso a quote assai
più
basse di quelle dove potrebbero presentarsi fenomeni di condensazione,
ovvero
le normali "contrails". In Internet se ne parlava sempre di più,
in
Italia sono state presentate due interrogazioni parlamentari (sinora
senza
risposta), è comparso un articolo sul settimanale Avvenimenti, e
come
documentato nell’articolo di Enrico
Corbi
pubblicato in questo stesso sito,
cominciavano persino a comparire strani manifestini artigianali alle
fermate
degli autobus, con scritto "Guarda il cielo: cosa stanno facendo?" e
disegnato un aereo con una lunga scia composta da punti interrogativi.

Osservate
questa foto: vi sembra normale che un aereo
produca una scia di questo genere?

{mosimage}

E
visto che la NASA (non si capisce poi cosa c’entri la NASA
in uno studio di questo tipo…) parla di rotte a medio e lungo raggio,
che
quindi dovrebbero seguire le normali aerovie, osservate quest’altra
foto e
ditemi voi se le scie che vedete seguono uno schema di rotte
preordinate, o
invece non ricoprano a tappeto determinate aree, in questo caso del
Nord
America. Se fossero normali voli di linea, dovrei pensare che lo stato
del
Maryland è quello a più alta densità di aeroporti
di tutti gli Stati Uniti!

{mosimage}

Anche
per questa immagine si possono fare le stesse
considerazioni, eppure malgrado ormai esistano migliaia di
testimonianze
fotografiche e ricerche sul campo, non solo giornali e televisioni non
si sono
mai degnati di occuparsi anche marginalmente della questione, ma ora si
tenta
di far passare queste scie come la cosa più normale di questo
mondo, e
addirittura legate al fenomeno dell’effetto serra.

Passando
ad altro, c’è la questione delle torture ai
prigionieri iracheni. Le immagini che sono state dispensate a piene
mani da
giornali e televisioni, ve lo garantisco, sono fra le meno cruente.
Sono
rimasto scioccato da quello che questi autentici criminali sono stati
capaci di
fare nei confronti di alcune donne irachene, e preferisco risparmiarvi
i
dettagli fotografici di quanto vado dicendo (ma se proprio ci tenete,
potete
dare un’occhiata al sito di Joe Vialls, http://www.joevialls.co.uk/myahudi/rape.html).
Mi limiterò a un solo esempio che, seppure meno cruento,
colpisce direttamente
allo stomaco, soprattutto di coloro che hanno dei figli.

Però
a questo punto mi sorge una domanda: come mai, dato lo
stretto controllo sui mezzi di informazione che c’è stato
sinora, una storia
del genere è saltata fuori con tanta dovizia di particolari?
Come mai notizie
così devastanti per l’immagine pubblica e la credibilità
degli Stati Uniti, già
ai minimi termini, hanno trovato tale risonanza? Siamo proprio sicuri
che
l’esplosione di questo caso sia semplicemente il frutto della
diffusione
capillare di tecnologie fotografiche digitali e dell’utilizzo di
Internet?

In
attesa di avere maggiori elementi per tentare di dare una
risposta a questi interrogativi, e delineare quali potrebbero essere
gli scopi
di questa operazione mediatica, se mai ve ne sono, vi passo una notizia
che ci
proietta direttamente in un futuro a metà tra Star Trek e 1984:
la
californiana HSV Technologies, Inc., sta sviluppando un’arma non letale
che
ricorda tanto le pistole phaser del mitico capitano
Kirk
. Si tratta di un
raggio laser ultravioletto che, ionizzando tutta l’aria che incontra
lungo il
suo percorso, crea una sorta di canale attraverso cui si possono
trasmettere
sino al bersaglio delle specifiche correnti elettriche, modulate con
impulsi
simili a quelli neuroelettrici che normalmente controllano i muscoli,
provocando una diffusa tetanizzazione (ovvero una singola contrazione
sostenuta). In altre parole, una scarica di questo gingillo
immobilizzerebbe
istantaneamente il malcapitato, e questo a distanze sinora
inimmaginabili per
questa tipologia di armi. In fase di sviluppo vi è anche una
variante per
bloccare i veicoli, che va ad incidere sul sistema di iniezione
elettronica dei
motori (ah, cari vecchi carburatori, dove siete?) e andrà quindi
in dotazione
alle pattuglie della polizia stradale, persino sugli elicotteri.

E
per concludere, in attesa di proporvi un nuovo intervento
dedicato specificamente ai misteri del pianeta rosso, pieno di
materiale
fotografico interessantissimo, vi anticipo un paio delle ultime
stranezze
scoperte dal mitico "Roby"…

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