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RASSEGNATI O PLAGIATI di Paolo Cortesi

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Manipolazione della storia e delle menti

La storia la scrivono i vincitori, quindi è sempre diversa dalla realtà? Ne parliamo con Teodoro Brescia Dottore di ricerca, docente e scrittore e autore del libro...

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Oggi assistiamo alla
sistematica
manipolazione della realtà, che viene presentata al pubblico
secondo le
versioni utili ai fini di chi detiene il potere.

Abbiamo visto, ad
esempio, che la
guerra d’invasione dell’Iraq è stata motivata da un pretesto
(armi di
distruzione di massa) che si è rivelato inconsistente.

Chi ha una pur modesta
pratica del
mondo dell’informazione, nota con sgomento che le notizie vengono
regolarmente
filtrate; alcune sono semplicemente ignorate.

Quando la notizia non la
si può
proprio tacere, la si “distilla” in modo che ne esca un prodotto
innocuo al
potere, anzi addirittura ad esso benefico: la formazione artificiale
(non
storica) di un mastodontico impero come l’Europa Unita viene dipinto
come la
più sublime realizzazione della fratellanza dei popoli, e la
colonizzazione
dell’Iraq è una missione
di
pace
.

I mass media inventano e
alimentano una mitologia fantastica, ma che viene ripetuta così
spesso,
secondo
una ritualità decennale, tale da creare la
versione ufficiale della realtà
.

Non importa se poi, ad un
esame
più profondo, questa realtà si rivela falsa.

Il potere sta assumendo
caratteristiche metafisiche, ultraumane: è così
onnipresente e
onnipotente che
si può pensare –senza ironia o provocazione- che abbia preso il
posto
di Dio il
quale, se non è morto come taluni vogliono, oggi di certo non
vive
momenti di
gloria.

La quantità di
leggi e
regolamenti
cui siamo sottoposti è forse la più alta nella storia
dell’umanità.

Mai, neppure sotto Attila
o Nerone, la
vita pubblica e privata era così minuziosamente, così
nevroticamente
codificata.

Sotto Napoleone (che
pure
fu un
dittatore sanguinario) i francesi godevano di alcune libertà che
oggi
ci
sembrano addirittura impensabili: si potevano vendere alimenti e
bevande purché
se ne avessero; si apriva un negozio, un caffè, un ristorante,
un
albergo
purché si disponesse delle stanze in cui farlo e del personale
da
impiegare.

Provate a farlo adesso!…

Laurence Sterne
compì
il
suo
celebre viaggio senza avere passaporto e attraversando senza problemi
nazioni in
guerra fra di loro: provate a farlo adesso!

Oggi, periodo in cui a
scuola
insegnano che lo stato siamo noi e
godiamo della più ampia libertà possibile, le leggi e i
regolamenti ci
sovrastano e ci guidano, come fili invisibili delle marionette che
siamo diventati.

Tutto ciò che
riguarda
l’esistenza
umana, dalla culla alla tomba, è stabilito da leggi, le quali
sono
ovviamente
ben corredate da minacce, sanzioni, punizioni, ammende eccetera.

(Tutto ciò,
beninteso,
vale solo
per coloro che non hanno santi in paradiso, che non godono di efficaci
coperture, che non esercitano professioni particolari, che insomma non
riescono
a mettere neppure un dito nella torta del potere).

Restano davvero poche
attività in
cui possiamo esercitare liberamente e completamente la nostra
volontà.

Non solo, ma l’estensione
del
potere coercitivo è continua, inarrestabile. Appena si trova una
residua
attività non regolamentata, il potere provvede a ricoprirla, a
cristallizzarla
con la sua legge astratta, generica, ferrea. La vita, insomma, l’intera
vita
umana viene fagocitata dal Leviatano, e ci viene sputata fuori come un
astruso,
gelido elenco di “si può”, “non si può”.

Arriveremo a leggi che
determineranno le forme delle crostate e vieteranno, con la medesima
intransigenza, di sbucciare le mele in senso antiorario.

Ecco: la
parossistica mania legiferante del potere
stupirà lo storico
del
2200, il quale si chiederà come abbiamo fatto a vivere come le
disciplinate,
sottomesse formiche operaie.

Egli si chiederà,
ancora
più
angosciato, come abbiamo fatto a tollerare che, mentre noi eravamo
addestrati a
bastone e carota, una oligarchia di onnipotenti faceva quello che
voleva,
vivendo sopra le leggi che, troppo
spesso, imponeva alla gente e violava impunemente.

Egli si
sbalordirà, non
meno, per
la docilità con cui la gente subisce tutto ciò: tasse,
miseria,
sperequazioni,
ingiustizie, corruzione, militarizzazione della società, mass
media
inquinati,
condizionamento occulto…

Forse troverà
inquietante
la
mansuetudine con cui milioni di uomini e donne hanno permesso che poche
centinaia di infami figuri disponessero delle loro vite, dei loro
destini e del
futuro del pianeta.

Se mi soffermo sulla
storia dei
secoli scorsi, noto con stupore che le rivoluzioni – in quei tempi –
scoppiavano per molto meno!

La gloriose Giornate di
Luglio
1830, che detronizzarono Carlo X di Francia,
furono scatenate dal
tentativo del
re di imbrigliare la stampa.

Enrico conte di Chambord
perse il
trono per aver preteso di sostituire il tricolore con il vessillo
bianco col
giglio dei Borbone!

La Rivoluzione Americana
fu, in
buona sostanza, una sommossa organizzata dai borghesi e dai mercanti
delle
colonie americane contro il Regno Unito al quale non intendevano
più
versare le
tasse previste dalla legge britannica.

Quando penso alla
mansuetudine
bovina con cui le folle subiscono leggi, decreti, ordini, imposizioni
non posso
fare a mano di chiedermi se certe ipotizzate forme di controllo
psichico di
massa siano già attive…

Mi domando: l’inerzia con
cui
accogliamo tutto ciò che dispone delle nostre vite è
rassegnazione o
siamo
tutti vittime del più colossale plagio della storia umana?

Non è inquietante
la
rigorosa
repressione del dissenso organizzato che è invece molto
misurato,
pacato, quasi
folcloristico più che sovvertitore?

Esiste qualche segreta
forma di
dominio a distanza? (Oltre, beninteso, alla televisione, che sta
svolgendo
egregiamente la sua missione di ottundimento e disumanizzazione).

Abbiamo perso il nobile
senso
dello sdegno morale, della grandezza della dignità umana?

Siamo esseri umani
diversi da
coloro che proclamarono i diritti fondamentali dell’uomo?

Siamo tutti plagiati o
rassegnati?

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