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Rischio glifosato per gli alimenti OGM

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Un agente infettivo di recente scoperta, minuscolo come un virus, è correlato alla diffusione di patologie fra le piante trattate con il glifosato, nonché a gravi problemi di salute fra gli animali nutriti con i prodotti OGM contaminati. Uno scienziato preoccupato – il Dott. Don Huber, fitopatologo delle piante con un'esperienza cinquantennale e docente emerito alla Purdue University – cerca di intervenire prima che sia troppo tardi. Di seguito la sua lettera al Segretario USA per l'agricoltura, Tom Silvack, estratta dall'intervista fatta a Huber da Chris Walters e pubblicata su Nexus New Times  nr. 107 (da oggi finalmente in edicola!).

LA LETTERA DEL DOTT. DON HUBER AL SEGRETARIO USA PER L’AGRICOLTURA TOM VILSACK.

16 gennaio 2011
Egregio Segretario Vilsack,
un’équipe di autorevoli scienziati esperti in piante e animali ha recentemente portato alla mia attenzione la scoperta di un agente patogeno, visibile solo al microscopio elettronico, che appare altamente nocivo per la salute delle piante, degli animali e probabilmente degli esseri umani. In base all’analisi dei dati disponibili, il patogeno è diffuso, molto pericoloso e si trova in concentrazioni elevate soprattutto nella soia e nel mais Roundup Ready (RR), il che suggerisce un legame con il gene RR o più plausibilmente con la presenza di Roundup. Questo organismo appare NUOVO per la scienza!
Queste sono informazioni altamente riservate che potrebbero causare un crollo nei mercati di esportazione della soia e del mais statunitensi, nonché problemi alla fornitura nazionale di alimenti e mangimi. D’altra parte, questo nuovo organismo potrebbe avere già compiuto danni significativi (che descrivo più avanti). Io e miei colleghi, quindi, stiamo proseguendo le nostre indagini con rapidità e discrezione, e chiediamo l’assistenza dell’USDA [Ministero dell’Agricoltura USA] e di altri enti per identificare l’origine e la prevalenza del patogeno, le sue implicazioni e i possibili rimedi.
Nello specifico, se informiamo l’USDA delle nostre scoperte in questa fase precoce è per via della decisione attualmente in corso per l’approvazione dell’alfa-alfa RR. Naturalmente, se il gene RR, o lo stesso Roundup, è un promotore o co-fattore per questo patogeno, tale approvazione potrebbe rivelarsi una calamità. In base alle prove attuali, l’unica azione ragionevole in questo momento sarebbe ritardare la deregolamentazione almeno fino a quando, eventualmente, ci saranno sufficienti dati tali da escludere un’implicazione del sistema RR.
Negli ultimi 40 anni, ho lavorato come scienziato presso agenzie professionali e militari che valutano e contrastano minacce biologiche naturali e artificiali, fra cui armi biologiche ed epidemie. In base alla mia esperienza, ritengo che la minaccia posta da questo patogeno sia unica nel suo genere e presenti uno status di rischio elevato. In parole povere, sarebbe opportuno trattarla come un’emergenza.
Svariati ricercatori che hanno indagato sul problema hanno fornito diversi pezzi del puzzle, presentando complessivamente il seguente scenario inquietante:

l’organismo, precedentemente sconosciuto, è visibile solo al microscopio elettronico (36.000x) e il suo ordine di grandezza è approssimativamente quello di un virus di medie dimensioni. È in grado di riprodursi e appare simile a un microfungo. Se lo fosse, sarebbe il primo microfungo di questo tipo mai identificato. Ci sono prove convincenti che indicano che questo agente infettivo promuova le malattie sia nelle piante che nei mammiferi, il che è molto raro.

È stato trovato in concentrazioni elevate nei mangimi di soia e mais Roundup Ready, nelle borlande, nei mangimi fermentati, all’interno dello stomaco dei suini e nella placenta di suini e bovini.
L’organismo prolifera nelle piante infettate da due malattie che stanno decimando i raccolti e gli introiti degli agricoltori: la sindrome della morte improvvisa (SDS) e l’avvizzimento batterico di Goss. Il patogeno è stato trovato anche nell’agente causativo fungino della SDS (Fusarium solani f. sp. glycines).
I test di laboratorio hanno confermato la presenza di questo organismo in capi di bestiame di svariati tipi colpiti da aborti spontanei e infertilità. Con i risultati preliminari delle ricerche in corso è stato inoltre possibile riprodurre gli aborti in ambiente clinico. Il patogeno potrebbe spiegare la frequenza sempre maggiore, negli ultimi anni, dell’infertilità e degli aborti spontanei negli allevamenti statunitensi di bovini, mucche da latte, suini ed equini. In questo quadro si collocano i recenti rapporti sui tassi di infertilità delle giovenche da latte (20%), e degli aborti spontanei fra i bovini, la cui percentuale sale fino al 45%.
Per esempio, 450 su 1.000 giovenche da latte alimentate con insilato di frumento hanno avuto aborti spontanei. Nello stesso periodo, fra altre 1.000 giovenche della stessa mandria, nutrite con fieno, non ci sono stati aborti. Sono state confermate elevate concentrazioni del patogeno nell’insilato di frumento, su cui presumibilmente sono stati usati diserbanti al glifosato.
Raccomandazioni
Riepilogando, dato il titolo elevato di questo nuovo patogeno animale nelle colture Roundup Ready e la sua associazione con malattie delle piante e degli animali che stanno raggiungendo proporzioni epidemiche, richiediamo la partecipazione dell’USDA in un’indagine multi-agenzia, nonché un’immediata moratoria sulla deregolamentazione delle colture RR finché non sarà possibile escludere la relazione causale/di predisposizione con il glifosato e/o le piante RR come minaccia per le produzioni agricole e animali e per la salute umana. È urgente esaminare se gli effetti collaterali dell’uso del glifosato possano aver facilitato la crescita di questo patogeno o aver aggravato i danni alle piante o animali ospiti indeboliti. È ben documentato che il glifosato promuova i patogeni del suolo, ed è già stato implicato nella diffusione di oltre 40 tipologie di malattie delle piante, di cui smantella le difese attraverso la chelazione dei nutrienti vitali, e riduce la biodisponibilità dei nutrienti nei mangimi, il che a sua volta può causare disturbi negli animali. Per valutare correttamente questi fattori, richiediamo l’accesso ai dati pertinenti in possesso dell’USDA.
Personalmente studio i patogeni delle piante da oltre 50 anni. Stiamo assistendo a una tendenza senza precedenti nell’aumento di malattie e disturbi fra piante e animali. Questo patogeno potrebbe essere la chiave per comprendere e risolvere il problema. Merita attenzione immediata e risorse adeguate per scongiurare un crollo generalizzato della nostra infrastruttura agricola critica.
Cordialmente,

Col. (Rit.) Don M. Huber
Professore emerito, Purdue University
Coordinatore della Società Fitopatologica Americana (APS), Sistema nazionale di recupero per le malattie delle piante dell’USDA (NPDRS)


Puoi approfondire l'argomento sul numero 107 di Nexus New Times.


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