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Sotto il naso del Papa – l’architetto, l’astronomo e il Vaticano

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In questo articolo Robert Bauval ipotizza che il progetto di Gian Lorenzo Bernini di Piazza San Pietro, commissionatogli da Papa Alessandro VII, sia stato influenzato dall'allora fuorilegge teoria eliocentrica. Moltissime prove suggeriscono fortemente che Bernini sia stato influenzato in particolare da un astronomo che deve aver condonato la Prima legge di Keplero sul moto dei pianeti, e cioè che il percorso dei pianeti attorno al sole è un'ellisse (e non un cerchio). Se questo è corretto, le implicazioni sono enormi, dato che la teoria eliocentrica fu decretata eretica dal Vaticano e qualsiasi aperto sostegno era punibile con la morte. Intenzionalmente o meno, Piazza San Pietro diventa così una bomba a tempo intellettuale che potrebbe esplodere se e quando venisse dimostrato che la rappresentazione eliocentrica del moto dei pianeti era inclusa nel suo design. 

[NOTA: Robert Bauval sarà fra i relatori del convegno "Segreti nel Cielo, Eresie sulla Terra" in programma il 23 novembre a Montegrotto Terme, dove inseme a Sandro Zicari esporrà i contenuti alla base del seguente articolo.]

 

RIVOLUZIONE

Gian Lorenzo Bernini nasce a Napoli nel 1598. Cinquanta anni dopo la pubblicazione del De revolutionibus orbiumcoelestium (La rivoluzione delle sfere celesti), il lavoro embrionale sulla teoria eliocentrica di Copernico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gian Lorenzo Bernini                              Nicola Copernico

 

La teoria eliocentrica per cui era la Terra a ruotare attorno al Sole aveva generato una grande polemica intellettuale nella comunità scientifica e grande sconvolgimento all'interno della Chiesa cattolica, che lo considerava blasfemo ed eretico. Infatti, appena due anni dopo la nascita di Bernini, Papa Clemente VIII ordinò l'esecuzione di Giordano Bruno che aveva apertamente predicato la veridicità della teoria eliocentrica e, peggio ancora, predicato la rinascita dell'antica religione egizia da sostituire al cristianesimo, un'ambizione strana stimolata dalla recente scoperta e traduzione dei "Testi eretici" a Firenze. Bruno fu arso vivo il 17 febbraio 1600 a Campo de 'Fiori a Roma, un atto che aveva inviato un monito raccapricciante dal Vaticano a chiunque volesse sostenere la teoria eliocentrica.

Statua di Giordano Bruno, Campo Fiori, Roma

 

Ma nel 1609, quasi nove anni dopo la martirizzazione di Bruno, Johann Kepler pubblicò la Prima legge del moto planetario che ha pienamente sostenuto la teoria eliocentrica di Copernico, migliorandola ulteriormente dimostrando che "l'orbita di ogni pianeta è un ellisse in cui il Sole occupa uno dei due fuochi".

Johann Kepler 

Rappresentazione schematica della prima legge di Keplero sul moto dei pianeti

 

Pochi anni dopo, nel 1615, il portavoce del Vaticano Cardinal Bellarmino dichiarò che il sistema eliocentrico non poteva essere accettato senza "una vera e propria dimostrazione fisica che il sole non orbita attorno alla terra, ma che essa orbita intorno al sole". Nel 1616 Bellarmino ordinò all'astronomo Galileo Galilei di non sostenere la teoria eliocentrica. Ma nel 1623, dopo che il cardinale Maffeo Barberini, che era un amico e sostenitore di Galileo, fu eletto Papa come Urbano VIII, Galileo si sentì incoraggiato ad essere più aperto sulle sue opinioni e sul sostegno a questa teoria. Nel 1632, tuttavia, Galileo commise l'errore fatale di pubblicare il Dialogo dei Massimi Sistemi, che è stato interpretato dal Vaticano come un attacco ad hominem al papa. Infuriato, Urbano VIII ordinò l'arresto di Galileo. Galileo fu processato dall'Inquisizione romana per essere "fortemente sospettato di eresia", e fu costretto a ritrattare dopo che gli furono mostrati gli strumenti di tortura. Galileo rimase agli arresti domiciliari per il resto della sua vita. Morì nel 1642.

Galileo Galilei 

 

 

 

BERNINI

Nel 1642, l'anno in cui Galileo morì, Bernini aveva 44 anni. Aveva già lavorato per il Papa per molti anni ed era stato il Capo Architetto per il Vaticano e la Soprintendenza dei Lavori per la città di Roma. Sebbene Bernini fosse un fervente cattolico e devoto dei Gesuiti, potrebbe aver nascosto il sostegno per la teoria eliocentrica come, in effetti, molti degli studiosi gesuiti hanno fatto in quei tempi difficili. In considerazione di ciò, alcuni importanti eventi del Bernini richiedono un esame più attento. 
1. Lo stretto rapporto di Bernini con gli studiosi gesuiti, soprattutto Athanasius Kircher, che hanno collaborato con Bernini nel collocamento di vari obelischi egizi a Roma, e anche con l'astronomo gesuita Nicola Zucchi che aveva effettivamente incontrato Johann Kepler presso la corte del Sacro Romano Imperatore Ferdinando II, e il matematico gesuita Paul Guldin, entrambi i quali sembravano sostenere la teoria eliocentrica.
2. Il controverso viaggio di Bernini a Parigi nel 1665 sotto il patrocinio del Re Sole Luigi XIV, e l'influenza precedente dell'astrologo italiano Tommaso Campanella, autore della Civita Solis (La Città del Sole), alla corte francese. 
3. Il disegno ellittico di Bernini di Piazza San Pietro tra il 1659 e il 1667 intorno all'obelisco egizio di Heliopolis, la quintessenza de "La Città del Sole". 

 

KIRCHER 

Nel 1621, quando Bernini aveva 23 anni e viveva a Roma, un giovane novizio gesuita, Athanasius Kircher (1602-1680), fuggì dalla Germania allo scoppio della Guerra dei Trent'anni e si stabilì a Roma. Nel 1635 Kircher fu reclutato presso il Collegio dei Gesuiti. Nel 1638, l'anno della nascita del futuro "Re Sole" Luigi XIV di Francia, Kircher divenne professore di matematica presso il Collegio dei Gesuiti, ma il suo vero interesse erano gli antichi geroglifici incisi sugli obelischi egiziani portati a Roma dagli imperatori romani. Ben presto la fama di Kircher divenne tale che studiosi di tutto il mondo corrispondevano con lui e vennero a conoscerlo a Roma. Tra gli ospiti vi fu il pittore francese Nicolas Poussin a cui Kircher insegnò le prospettive. Kircher era anche un appassionato collezionista di antichità, e fondò il Museo Kircheriano. 

Athanasius Kircher 

 

Come Giordano Bruno prima di lui, e nonostante la sua appartenenza gesuita, Kircher considerava l'antica religione egizia come fonte non solo della religione greca e romana, ma anche di quella degli Ebrei, e anche che l'Egitto fosse la fonte di tutte le civiltà, e che tutte le filosofie antiche tra cui la Cabala ebraica, derivassero dagli insegnamenti della saggezza egiziana come si trova negli scritti ermetici. Secondo lo studioso britannico Dame Frances Yates, Kircher era il "più notevole discendente della tradizione ermetica-cabalista" e "convinto che Iside e Osiride fossero le principali divinità d'Egitto". Inoltre da notare è che nel 1633 Kircher una volta fu invitato da Ferdinando II per sostituire Johann Kepler come matematico alla corte Hapsboug a Praga, anche se l'invito fu poi annullato. Uno degli amici molto stretti di Kircher a Roma era Bernini, infatti collaborarono in diversi progetti urbani per il Vaticano, notevole la collocazione di un antico obelisco egiziano in Piazza della Minerva dove un tempo c'era un tempio di Iside. Era noto anche a quel tempo che gli obelischi egiziani fossero simboli del sole, e che una volta servivano una religione che aveva il dio-sole al suo culmine e che Kircher vedeva come prova di fede eliocentrica.

 

LA CITTÁ DEL SOLE E CAMPANELLA 
Nel 1634 l'astrologo e filosofo ermetico italiano Campanella fuggì dall'Inquisizione e andò a Parigi, dove fu ben accolto alla corte di Luigi XIII. Nel 1637 questo strano, enigmatico e ribelle monaco domenicano profetizzò la nascita di un erede della coppia reale, Luigi XIII e Anna d'Austria (una profezia molto audace perché la coppia era senza figli dal 1614). Può ben essere stata l'ossessione di Campanella con il 'Sole' e le ideologie eliocentriche (aveva conosciuto personalmente Galileo a Padova nel 1592 ed aveva poi pubblicato un 'Apologia pro Galileo' nel 1622), a piantare il seme che germoglierà in un francese 'Re-Sole' nella persona di Luigi XIV, alimentata dalla sua fervente speranza di avere un monarca europeo che avrebbe portato alla luce l'utopica città solare predetta nel suo famoso libro La Citta del Sole, pubblicato nel 1623. 

La statua equestre di Luigi XIV come 'Alessandro Magno' dal Bernini
(oggi nel cortile del Museo del Louvre)
 

 

Sorprendentemente, l'improbabile previsione di Campanella della nascita del 'Re Sole' avvenne effettivamente il 5 Settembre 1638, quando Anna d'Austria diede alla luce un bambino e che, per strana sincronicità, era anche il giorno del compleanno di Campanella (5 Settembre 1568) . Campanella morì un anno dopo a Parigi nel 1639. Nel 1664 Luigi XIV, il 'Re Sole', ora ventiseienne, commissionò una serie di enormi progetti architettonici per Parigi e Versailles. Invitò Bernini a fare da consigliere e testimone di questi eventi storici e, più specificamente, a sovrintendere la progettazione della nuova facciata per il Palazzo del Louvre, la seconda residenza dei re di Francia (e oggi il museo più famoso d'Europa). A quel tempo la reputazione di Bernini era universale, e aveva appena iniziato il lavoro che lo avrebbe immortalato come architetto: il disegno della grande piazza di fronte alla Basilica di San Pietro a Roma. La visita di Bernini a Parigi fu unica in quanto solo in questa occasione viaggiò fuori dall'Italia. Come si è scoperto, il viaggio di Bernini a Parigi fu praticamente un fiasco. Litigò con gli architetti francesi e alla fine offese Luigi XIV, che fu costretto a negargli la progettazione del nuovo Louvre. Tuttavia il Re-Sole pagò Bernini generosamente per la sua visita, e Bernini tornò a Roma come un uomo molto ricco. Egli, tuttavia, ha lasciato due eredità artistiche sotto forma di sculture (un busto del Re-Sole del Bernini, oggi esposto al Museo del Louvre, e una statua equestre di Luigi XIV, una cui copia è stata portata da Versailles al Museo del Louvre nel 1998, dove è stata collocata in perfetto allineamento con il cosiddetto asse storico degli Champs Elysees che passa attraverso l'antico obelisco egizio a Place de la Concorde e si estende ad ovest verso il tramonto in due speciali date dell'anno: 6 agosto il giorno della 'Trasfigurazione di Cristo' e l'8 maggio la festa di 'St. Michel du Printemps').

È stato negli anni dopo la sua visita a Parigi (da giugno a ottobre 1665), che Bernini ha completato la progettazione di Piazza San Pietro nel 1667 dove, ora ipotizziamo, sia stato utilizzato un intenso simbolismo solare che evoca la prima legge di Keplero in combinazione con l'antico obelisco egizio di Eliopoli, la Città del Sole, che si trovava nell'epicentro della grande piazza.

 

ELLISSE 

 

Il simbolico progetto "anatomico" per Piazza San Pietro

 

Il design del Bernini della piazza di fronte alla Basilica di San Pietro a Roma è enigmatico. È vero, c'era bisogno di un grande spazio organizzato per contenere le grandi folle che si radunavano per la benedizione del Papa in occasioni speciali, e Bernini fu chiamato a progettarlo. Bernini presentò un progetto efficace quanto insolito: propose una grande ellisse che secondo lui rappresentava le braccia della "Madre Chiesa" che "abbracciavano tutti i cattolici per confermare la loro fede, e per dare agli altri il benvenuto alla Chiesa e mostrare loro la Via."

Vista di Piazza San Pietro guardando ad est dalla cima della Basilica 

 

Ciò che è più interessante in questo progetto, però, è che l'enorme ellisse del Bernini aveva al centro un antico obelisco egizio che originariamente era a Heliopolis in Egitto, la quintessenza della "Città del Sole" del mondo antico. L'intera piazza è larga circa 340 metri e l'ellisse ha un arco ampio 240 metri. L'ellisse è parzialmente chiusa su entrambi i lati da colonnati formati da 284 colonne e 88 pilastri, sulle balaustre in cima ad ogni colonnato poggiano un totale di 140 statue raffiguranti santi cattolici. Infine, alla base della grande scalinata che conduce alla Basilica ci sono due grandi statue di San Pietro e San Paolo "che salutano i fedeli".

Vista aerea ambientale di Piazza San Pietro. Si noti l'allineamento dei solstizi estivi e invernali ed i due fuochi/fontane a destra e a sinistra dell'obelisco centrale. 

Il Solstizio d'Estate all'alba dalla latitudine di Roma 

 

OBELISCO VATICANO 

L'obelisco egizio che si trova al centro del progetto di Bernini ha una storia controversa. Conosciuto oggi come "Obelisco Vaticano", alto più di 25 metri e del peso di 320 tonnellate. Fu scolpito da un unico blocco di granito solido. È uno dei dodici obelischi egizi originali che possono essere ancora visti a Roma. L'Obelisco Vaticano è un po' insolito, in quanto nessuna delle sue facce riporta iscrizioni geroglifiche. Sappiamo, però, che è stato portato a Roma dall'Egitto per ordine dell'imperatore Caligola (12-41 d.C.). È stato trasportato attraverso il Mediterraneo su una nave speciale e sistemato nel 37 d.C. nel Circo Vaticano, che Caligola aveva fatto costruire per le corse dei carri. Per quanto riguarda l'antica provenienza egiziana dell'obelisco, apprendiamo dallo storico romano Plinio, un contemporaneo di Caligola, che era stato fatto per "Nuncoreus, figlio di Sesostris". Il riferimento, ovviamente, è quello al faraone Sesostris I (1971-1926 aC) successore della XII dinastia, noto per avere restaurato il grande Tempio del Sole di Heliopolis. 

L'Obelisco Vaticano 

 

Heliopolis, naturalmente, era il cuore dell'antico culto egizio del sole e aveva per gli antichi Egizi lo stesso potente significato che ha il Vaticano per i cristiani cattolici di oggi. L'obelisco è rimasto nel circo Vaticano per 1600 anni, lo stesso luogo dove si crede sia stato martirizzato San Pietro nel 64 d.C. Il sito è stato finalmente riqualificato ed è divenuto l'epicentro del mondo cattolico romano: il Vaticano. La costruzione della basilica di San Pietro fu iniziata nel 334 d.C. da Costantino il Grande, ma non completata fino al XVI secolo dall'architetto e scultore Bramante, seguito da Raffaello e infine da Michelangelo. Si sovrappone per metà alla parte superiore dell'antico Circo Vaticano di Caligola. Nel frattempo l'obelisco di Caligola era finito vicino alla parete sud della Basilica, quasi dimenticato in un piccolo vicolo parzialmente coperto da rifiuti e detriti fino al XV secolo. L'idea di spostarlo nella posizione d'onore di fronte alla Basilica di San Pietro è venuta da papa Niccolò V (1447-1455). Questo Papa avrebbe voluto che la base dell'obelisco poggiasse su quattro statue in bronzo a grandezza naturale degli Evangelisti e che la sua punta fosse sormontata da una enorme statua in bronzo di Gesù con una croce d'oro in mano. Ma Papa Niccolò morì prima di poter commissionare il lavoro, e il progetto fu accantonato. Il compito di spostare l'obelisco alla fine cadde su Papa Sisto V (1585-1590) l'ultimo dei "papi rinascimentali". Sisto fece a meno delle quattro figure degli Evangelisti proposti da Niccolò V e li sostituì con quattro leoni intorno a un piedistallo di pietra, accantonando anche l'idea di una statua di Gesù in equilibrio sulla punta dell'obelisco. Mantennne la sfera di bronzo (che popolarmente si crede contenesse le ceneri di Giulio Cesare, il primo imperatore "divino" di Roma e anche "faraone" d'Egitto), e fece mettere al suo interno frammenti della "Vera Croce di Cristo", presumibilmente in possesso del Vaticano. Ordinò poi che il simbolo araldico della sua famiglia, una stella su tre piccole montagne, venisse posto al di sopra della sfera di bronzo, e poi, al di sopra della stella, fece collocare una croce d'oro. Fu in questa forma che l'antico obelisco di Eliopoli fu finalmente sollevato nel cuore del Vaticano il 27 settembre 1588. L'obelisco venne poi solennemente esorcizzato da un vescovo con queste parole:

"Io ti esorcizzo, creatura di pietra, in nome di Dio onnipotente, che possa diventare una pietra esorcizzata degna di sostenere la Santa Croce, e sarai liberato da ogni traccia di impurità o brandello di paganesimo e da qualsiasi attacco di impurità spirituale."

Queste parole possono essere viste oggi scolpite in latino nei lati occidentale e orientale della base dell'obelisco. (Nota: stranamente, un obelisco sormontato da una croce in realtà enuncia in antichi segni geroglifici egizi la parola "An", l'antico nome egizio di Heliopolis, "Città del Sole", nota anche la "croce all'interno del cerchio" e come si confronta con la "croce all'interno dell'ellisse" del Bernini che segna le albe e i tramonti dei solstizi). 

Il nome geroglifico (An) per Heliopolis (dal portfolio di Wallis Budge, un dizionario geroglifico egiziano vol. II)

 

Bernini doveva aver saputo da Kircher che il suo piano era una combinazione di antiche ideologie egiziane e contemporanee, che evocavano la " verità" eliocentrica. Inoltre sembrerebbe strano, considerando la sua stretta amicizia con l'astronomo Nicola Zucchi, che Bernini non fosse a conoscenza che mettendo un'ellisse attorno a un simbolo del sole (l'obelisco) si stava palesemente evocando la prima legge di Keplero sul moto dei pianeti. 

 

 

NICOLA ZUCCHI 

Nicola Zucchi 

 

Nicola Zucchi (1586-1670) è stato un astronomo gesuita e un fisico, con un particolare interesse per la scienza dell'ottica. Come professore al Collegio Romano, ha insegnato matematica, retorica e teologia. Zucchi fu poi nominato rettore del nuovo collegio dei Gesuiti a Ravenna dal cardinale Alessandro Orsini. Zucchi pubblicò diversi libri scientifici in materia di scienza, così come la sua famosa Optica philosophica nel 1652. Nel 1632, Zucchi prestò servizio come legato pontificio alla corte del Sacro Romano Imperatore Ferdinando II a Praga. Lì conobbe Johann Kepler il quale, a quanto pare, voleva convertire all'ordine dei Gesuiti. Zucchi mantenne regolare corrispondenza con Keplero dopo il suo ritorno a Roma.

Più tardi, quando Keplero dovette fronteggiare alcune difficoltà finanziarie, Zucchi gentilmente gli diede un cannocchiale di sua invenzione. Bernini aveva una strettissima collaborazione con Zucchi, e gli portava grande rispetto e ammirazione. Nelle parole di Bernini: "Ammiro e rispetto il grande dono che (Zucchi) possiede nell'illuminare gli intelletti". Fu Bernini che nel 1656 disegnò il frontespizio del libro di Zucchi Optica philosophica – lo stesso anno in cui iniziò a lavorare sulla progettazione di Piazza San Pietro. 

 

IPOTESI

È mia opinione che Zucchi, che era chiaramente convinto della "ellittica" Prima legge sul moto dei pianeti di Keplero, potrebbe a sua volta aver convinto Bernini. Ciò avrebbe prodotto un enorme conflitto spirituale sia in Zucchi che in Bernini, perché da un lato non hanno potuto negare la verità del sistema eliocentrico, ma d'altra parte erano devoti cattolici e accettavano ciecamente l'infallibilità del Papa che aveva respinto la teoria eliocentrica, additata come eretica. Di fronte a tale dilemma, e ovviamente ben consapevoli che qualsiasi aperto sostegno alla teoria eliocentrica avrebbe messo la loro vita o libertà (almeno) a rischio, Zucchi e Bernini possono aver progettato in segreto di incorporare un dispositivo ermetico nella progettazione di Piazza San Pietro – l'idea è che Bernini avrebbe sempre potuto insistere sul fatto che il disegno era semplicemente simbolico della "Chiesa Madre che abbraccia i fedeli" che, in ogni caso, il Papa aveva pienamente approvato.

Bernini e Zucchi in realtà stavano cercando di salvare la Chiesa dal fare il grave errore di negare la verità della Creazione?

Erano questi uomini di scienza e di arte, che erano anche cattolici convinti, a fornire al Vaticano la possibilità in un momento futuro, di essere in grado di affermare che questa "verità" era stata riconosciuta e integrata nell'aspetto della Piazza, a dispetto dell'opposizione ufficiale della Santa Inquisizione?

 

LE PROVE ASTRONOMICHE DEL SIMBOLISMO SOLARE BASATO SULLA TEORIA DI KEPLERO NELLA PROGETTAZIONE DI PIAZZA SAN PIETRO 

La facciata della Basilica di San Pietro. Gli allineamenti della Basilica
sono sfalsati di 2 gradi a causa dell’allineamento est della Piazza. 

Quando Bernini iniziò a lavorare sul progetto di Piazza San Pietro e del suo colonnato, la Basilica era già da tempo stata completata dal Bramante e da Michelangelo. Sembra evidente che l'asse est-ovest della Basilica era destinato a guardare il sole che sorge agli equinozi cioè verso est. Ma se è così, l'allineamento non è esatto, devia di circa 2 gradi verso nord (azimut 358 gradi). Tuttavia, quando più tardi Bernini costruì la piazza, corresse questo errore e fece in modo che l'asse est-ovest della piazza avesse il giusto allineamento a est (azimut 360 gradi). Questa differenza di allineamenti tra la Basilica e la Piazza può essere vista chiaramente oggi quando si guarda l'ingresso della Basilica. Mettendosi in piedi di fronte all'obelisco guardando a est, i limiti dei colonnati a sinistra e a destra dell'osservatore segnano la posizione del sorgere del sole nel solstizio d'estate (a sinistra) e nel solstizio d'inverno (a destra), a un azimut di 57,5 gradi e 122,5 gradi rispettivamente (32,5 gradi a nord est e 32,5 gradi a sud est).

Il contorno della piazza è chiaramente ellittico con i due fuochi simboleggiati dalla posizione delle due fontane a destra e sinistra dell'obelisco. [Nota: C'è una storia curiosa di come Bernini mise le fontane nella posizione in cui sono ora. Le due fontane possono sembrare identiche, ma furono in realtà costruite a cinquanta anni di distanza. La prima, a destra del colonnato, è opera di Carlo Maderno nel 1613. La seconda è stata fatta da Bernini e inaugurata nel 1677. La prima fontana in Piazza San Pietro esisteva già nel 1490, ma fu posta sul lato destro della piazza, costruita con lastre decorate con figure e due vasche rotonde. Nel 1612 papa Paolo V (Borghese) commissionò a Carlo Maderno di collegare la fontana con il nuovo acquedotto proveniente dal lago di Bracciano. Quando poi papa Alessandro III commissionò a Gian Lorenzo Bernini il colonnato, Bernini costruì una seconda fontana identica a quella di Maderno e spostò la vecchia fontana in linea con la linea est-ovest passando per l'obelisco e la nuova fontana].

[Nota: L'obelisco venne in seguito utilizzato anche come gnomone. L'allungamento dell'ombra a mezzogiorno in diversi momenti dell'anno è stato segnato a terra con lastre bianche di marmo con incisi i mesi dell'anno. L'ombra più corta, che segna il solstizio d'estate, è indicata come "Cancer" il 22 giugno ovvero quando il sole raggiunge il 'Tropico del Cancro' (nel reale cielo astronomico questo avveniva in un'epoca tra il 1500 a.C.e l'1 d.C. All'epoca in cui Bernini progettò la Piazza, 1656-1667, il vero solstizio d'estate era in Gemelli. Ora è nel Toro dal 2000, e si sposterà in Ariete nel 4650 circa, basandosi sui confini stabiliti dalla International Astronomical Union .]

Fonte: tycho blogspot 

Traduzione di Tycho; revisione a cura della redazione.

 

 

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