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Testa e croce

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tutto il mondo,
si è
rivelato una bufala architettata dallo stesso “decapitato”, in
realtà
un
giovane statunitense che ha voluto dimostrare quanto sia facile
costruire false
decapitazioni (e chissà cos’altro, aggiungo io…) da immettere in
rete,
e in tal
modo diffondere false informazioni attraverso l’attuale, perverso
meccanismo
dell’informazione globale. Pensavo che, almeno per pudore, per qualche
tempo i
media ci avrebbero risparmiato ulteriori annunci di orribili
decapitazioni, ma
non è stato così: come se nulla fosse successo, non passa
giorno senza
che i
telegiornali ne presentino di nuove, dimostrando in tal modo quale sia
la
considerazione che hanno nei confronti dell’intelligenza del pubblico.

Per non parlare poi dei
continui allarmi relativi ad
imminenti attacchi terroristici, alcuni dei quali legati alla cattura o
all’identificazione di presunti appartenenti o collaboratori di
al-Qaeda, la
fantomatica organizzazione dell’inafferrabile (almeno fino a novembre…)
bin
Laden
. Peccato che uno di questi “terroristi”, tale Mohammad
Naeem Noor Khan, fosse in realtà un infiltrato dell’intelligence
pakistana, e
che la divulgazione del suo nome su svariati giornali statunitensi
abbia
mandato a monte un’operazione antiterrorismo in corso da tempo,
costringendo i
servizi segreti di quel paese a nasconderlo in una località
segreta.
Sembra
inoltre che questa leggerezza abbia costretto le forze di polizia
britanniche a
procedere in fretta e furia alla cattura di dodici presunti
fiancheggiatori,
già da mesi sotto sorveglianza in Gran Bretagna, per evitare che
mangiassero la
foglia.

Dunque,
quando leggo sui giornali che nei
combattimenti tuttora in corso a Najaf, in Iraq, le truppe statunitensi
avrebbero ucciso circa 300 miliziani in un solo giorno, ritengo sia
ragionevole
domandarsi quanto sia attendibile una notizia del genere: esistono
altre fonti,
come il corrispondente locale di Mafkarat al-Islam attraverso
PakTribune, che
ci raccontano invece di violentissimi combattimenti avvenuti a Fallujah
tra il
31 luglio e il 1° agosto, nel corso dei quali la resistenza avrebbe
attaccato una
colonna e distrutto un gran numero di veicoli statunitensi, alcuni dei
quali
per il trasporto truppe, e presumibilmente ucciso un gran numero di
soldati
americani.


Inoltre,
sarebbe stata attaccata a colpi di
razzi e di mortaio la base americana che si trova in quella zona, a
Samarra,
uccidendo 27 soldati (cinque dei quali comandanti responsabili di
operazioni
militari in quella regione) e lasciando esterrefatte le truppe di
occupazione
per la precisione di tiro, dovuta con ogni probabilità ad
accurate
informazioni
in possesso della resistenza irachena; in un altro episodio ben cinque
veicoli
per il trasporto truppe sarebbero stati completamente distrutti a colpi
di RPG.

Ovviamente
verrebbe da domandarsi come mai, se
le perdite statunitensi sono tanto elevate, i media occidentali non ne
facciano
menzione: secondo una fonte russa, un’elevata percentuale di militari
in forza
all’esercito USA sarebbe composta da immigranti che, prestando servizio
per un
certo periodo nelle fila delle forze armate, si conquisterebbero
l’agognato
diritto di cittadinanza ma che ovviamente, non essendo ancora cittadini
statunitensi, in caso di morte non vengono conteggiati come tali.

Ma torniamo
per un istante ai continui allarmi
terroristici che, giorno dopo giorno, vengono diffusi
dall’amministrazione
Bush, la quale dà ormai per certo ed imminente un devastante
attentato
in stile
“11 settembre” ad opera di al-Qaeda: una notizia che non ha fatto
notizia è che
lungo il confine tra Messico e Arizona, USA, solo nel mese scorso sono
stati
fermati dalle guardie di confine ben 77 immigranti illegali, tutti di
madrelingua araba! Piuttosto insolito, non trovate? Secondo le
autorità
di
Tombstone, località da cui provengono queste notizie,
consistenti
gruppi di
questi clandestini sarebbero riusciti a penetrare negli Stati Uniti,
facendo
perdere le proprie tracce.

Vi avevo
promesso di tornare ad occuparmi dei
fatti e delle menzogne sull’11 settembre: sto raccogliendo materiale
molto
interessante, e vi rimando per questo alla prossima volta. Nel
frattempo e per
concludere, passando ad argomenti altrettanto interessanti ma meno
drammatici,
vi propongo un’interessante segnalazione di
Paolo C. Fienga, di Lunar
Explorer Italia:

“Ritengo di aver
individuato, controllando gli archivi delle
‘raw images’ della Sonda
Cassini Huygens
, qualcosa di veramente
straordinario.
Si tratta di una striscia di luce simile ad un’altra già
individuata
nel cielo
di Marte e che la NASA
aveva liquidato come "…vecchio satellite
americano – probabilmente la Sonda Viking 2
– o sovietico che
precipitava,
incendiandosi nell’atmosfera marziana…" . Tralasciando in questa sede
i
motivi per cui la fotografia scattata da Spirit su Marte non
poteva
essere
riferita a quanto dichiarato dalla NASA, ci troviamo ora
davanti ad un
fenomeno
assolutamente identico, ma nello spazio di Saturno. La foto rappresenta
un
corpo luminoso che emette luminosità intensa e costante e che si
muove
rapidamente ad una distanza imprecisata (ma, riteniamo, nell’ordine di
solo
qualche centinaio di Km) da Cassini Huygens. Che
si tratti di un
oggetto non
stellare nè planetario in movimento rapido è agevolmente
dimostrabile:
gli
altri corpi celesti visibili sullo sfondo dell’immagine NON descrivono,
a loro
volta, segmenti luminosi (chiaro indice di fotografia scattata a posa
medio
lunga e su obiettivo fisso). È chiaro, quindi, che lo scatto
è stato
breve e
che la striscia è il prodotto di un movimento rapido rispetto
alla
telecamera.
Da notare che, a quanto sappiamo, la Sonda Cassini Huygens
NON possiede
un
sistema fotografico "ad inseguimento" (come invece i telescopi
terrestri o lo stesso Hubble
Space Telescope
) e quindi essa può solo
effettuare
scatti "fissi": se, mentre scatta, qualcosa passa davanti
all’obiettivo,
la conseguenza è quanto si vede nella foto.

Riteniamo questa
‘scoperta’ della massima importanza e ci
auguriamo che Lei, grazie anche alla Rivista ed al Sito per cui
collabora,
potrà darci un significativo rilievo.” Detto, fatto: un sentito
ringraziamento
al Dr. Paolo Fienga e a tutti i collaboratori del bellissimo sito di Lunar
Explorer Italia
!

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