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Battaglia Terme

Un colore bello da morire

L’ossessione per un colore bello da morire, nel senso letterale, colpì l’Europa fra il XVIII ed il XIX secolo. Il pigmento in questione è il verde Parigi o verde arsenico. Il secondo nome è significativo, perché è un vero e proprio veleno.

un colore bello da morire
dama vittoriana con abito verde

 

Il verde Parigi (noto con molti altri nomi, tra cui verde smeraldo e verde arsenico) è un pigmento particolarmente brillante e duraturo che fu sintetizzato per la prima volta nel 1775, a partire da una combinazione di solfato di rame, carbonato di potassio e ossido di arsenico. In pratica era un vero e proprio veleno.
All’epoca era certamente noto che l’arsenico fosse una sostanza mortale ma si era convinti della sua pericolosità solo a seguito di ingestione in alte dosi.
Era usato anche per preservare da distruttive infestazioni i libri antichi e pregiati.

L’ossessione per il verde arsenico travolse l’Europa.

Il pigmento verde smeraldo ebbe un successo straordinario e una vera e propria onda ossessiva di moda verde travolse l’Europa. Quel colore bello da morire era irresistibile.
Si usava per abiti, tendaggi, carta da parati, tappeti, candele, rivestimenti degli armadi, nella stampa, nella pittura e perfino come colorante di alimenti e contenitori per alimenti.
Le dame, in particolare, sfoggiavano con orgoglio abiti e calze di seta del nuovo e sgargiante colore.

 

Colore bello da morire
Abito d’epoca nell’ambito colore verde
Allarmisti inascoltati

Già dal 1839, in ambiente medico e chimico, si ipotizzò che il pigmento fosse nocivo per la salute e se ne sconsigliava l’uso. Ma nessuna azione fu intrapresa per limitarne o fermarne l’utilizzo. E perfino il risalto mediatico non fermò la richiesta dell’adorato colore.
Nel 1862, un medico molto famoso che esercitava la sua professione a Londra, Thomas Orton, ipotizzò che l’arsenico nella carta da parati fosse responsabile del decesso di una sua giovanissima paziente e le sue affermazioni suscitarono un gran polverone mediatico, ma non fermarono la produzione e l’uso del pigmento.
Anche quando nel 1879 si scoprì che i francobolli postali inglesi venivano colorati con tinte a base di arsenico e se ne trovava perfino nella birra, ci fu molto clamore ma nessuna azione limitativa.
Si parlò di allarmismo ingiustificato e di caccia alle streghe.
Eppure gli allarmisti avevano ragione.

Un impatto sulla salute che non è possibile quantificare

Nessuno è in grado di stimare quante persone si siano ammalate e/o siano morte a causa della moda del verde smeraldo, nei 100 anni in cui ha dominato l’Europa.
Anche perché l’esposizione era potenziata (per effetto cumulativo) dall’uso comune dell’arsenico come farmaco e come cosmetico.
Nulla fu mai compiuto a livello legislativo e il verde mortale continuò ad essere usato fino a quando fu lentamente soppiantato dai coloranti sintetici a partire dalla fine del secolo.
Insomma gli affari sono affari… da sempre. Finché la spinta verso il colore all’arsenico non si è esaurita da sola, nessuno è intervenuto seriamente a tutela della salute pubblica. Per 100 anni. In tutta Europa.

Nel frattempo fu usato con successo anche per uccidere i topi nelle fogne di Parigi e come pesticida nelle coltivazioni di tutto il mondo. Durante la seconda guerra mondiale, in Italia, per contrastare la riproduzione delle zanzare portatrici di malaria, fu miscelato alla polvere di strada e disperso sulle campagne, oltre che cosparso con gli aeroplani. Questo significa che i nostri nonni e i nostri genitori se lo sono mangiato e sniffato. Abbondantemente.

Vittime famose del colore verde

Vittima illustre del verde smeraldo fu probabilmente Napoleone, a causa della carta da parati verde… una tra le più recenti è del dopoguerra, e si tratta dell’ambasciatrice americana a Roma, Claire Booth Luce, a cui fu riscontrata un’intossicazione da arsenico. Il veleno, presente nel verde degli antichi soffitti dipinti, si sgretolava e cadeva in piccole e letali particelle, venendo quindi sia respirato che ingerito inconsapevolmente.

un colore bello da morire
Una probabile vittima illustre del verde arsenico: Napoleone.
Napoléon Bonaparte, opera di Paul Delaroche

 

un colore bello da morire
L’ambasciatrice americana a Roma, Claire Booth Luce

 

Attenzione alle cose antiche di un colore bello da morire…

Libri e oggetti di antiquariato di colore verde andrebbero maneggiati con cura e attenzione… è opportuno anche essere molto cauti in caso di pitture o carte da parati dello stesso colore in case molto antiche.

colore verde arsenico
Libri d’epoca della biblioteca di Winterthur con copertine colorate con il verde arsenico


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