La storia del nostro pianeta è una sequenza di devastanti bombardamenti spaziali, di “proiettili” provenienti dal cosmo che ci hanno ripetutamente colpito, modificando la geologia e la morfologia della Terra, stimolandone la vita e portandola ad estinzione, in un ciclo ancora non compreso.
Evidenze geologiche di impatti catastrofici e crateri sempre più grandi vengono scoperti o teorizzati in continuazione, a testimonianza delle numerose cicatrici lasciate sul pianeta da tali bombardamenti. Esaminiamo i più grandi di questi crateri, che sono stati creati da impatti di livello estintivo o comunque catastrofico di portata mondiale.
Cosa accade quando un oggetto di circa 5 km di diametro colpisce il pianeta? Siamo già in un ordine di grandezza in cui si verifica una catastrofe mondiale, con estinzione di specie vegetali e animali e cambiamenti climatici che durano per secoli o millenni.
Impatto in mare
– Tsunami con onde alte centinaia di metri, che si propagherebbero attraverso gli oceani, inondando le coste di tutto il mondo.
– Vaporizzazione istantanea di una grande quantità d’acqua, con creazione di un’enorme nube di vapore e detriti nell’atmosfera. Il vapore, mescolato con detriti dell’asteroide e minerali terrestri sparati nell’aria, determina la formazione di piogge acide su scala globale.
– Le enormi quantità di polvere, cenere e detriti sparati nell’atmosfera, oscurano il sole e provocando un “inverno nucleare” con conseguente raffreddamento globale.
– Formazione di un cratere sottomarino, con possibili conseguenze immediate sui fenomeni vulcanici e a lungo termine sulla tettonica delle placche.
Impatto sulla terraferma
– Si forma un cratere di decine di chilometri di diametro, con un’onda d’urto che si espande a grandissima velocità, distruggendo tutto ciò che si trova nel raggio di centinaia di chilometri.
– L’impatto determina terremoti e attiva eruzioni vulcaniche su scala globale.
– Gli incendi si diffondono rapidamente su vaste aree, alimentati dall’onda d’urto e dal calore generato dall’impatto.
– La polvere e i detriti lanciati nell’atmosfera causano un “inverno nucleare”, con conseguente raffreddamento globale.
In base alle dimensioni e alla velocità del corpo impattante, la collisione può modificare l’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre e conseguentemente il clima mondiale.
Quante volte sono avvenuti tali bombardamenti spaziali catastrofici sul nostro pianeta?
Impossibile avere una risposta precisa a questa domanda, sia perché nuovi crateri vengono scoperti in continuazione, sia perché quelli più antichi possono essere impossibili da rilevare. In questo articolo elenchiamo, in ordine cronologico di evento catastrofico, i crateri da impatto più grandi rinvenuti fino ad oggi. È una lunga disamina, anche se limitata ai soli impatti che hanno generato “cicatrici” con diametro superiore ai 30 km. Quelli, cioè, che hanno avuto conseguenze estintive su scala mondiale.
3,46 miliardi di anni fa: il più antico cratere
Il cratere di Pilbara in Australia, ha un diametro di circa 100 km ed una veneranda età di 3,46 miliardi di anni. Si tratta di una scoperta molto recente e di estremo interesse scientifico, perché riguarda un periodo in cui il nostro pianeta, ancora molto giovane, subì un intenso bombardamento meteorico, fenomeno che potrebbe aver avuto un ruolo cruciale nella formazione dei continenti, nell’origine della vita e nella spiegazione del mistero dell’abbondanza dell’oro.
3,2-2,5 miliardi di anni fa: un cratere e indizi di impatti ancora più catastrofici
Esistono prove indiziarie (microsferule da impatto asteroidale rinvenute in Sudafrica e in Australia) che tra i 3,2 e i 2,5 miliardi di anni fa vi fu un impatto asteroidale in mare di un oggetto tra i 20 e i 60 km di diametro. Il cratere di questo evento non è stato trovato – e molto probabilmente non è più rilevabile a causa dell’erosione e della tettonica delle placche – ma si stima abbia avuto un diametro superiore ai 500 km. Da analoghi rilevamenti di microsferule sono stati ipotizzati numerosi altri impatti nello stesso periodo.
Si è formato 2,6-3 miliardi di anni fa il cratere Shoemaker (o Teague ring) in Australia, il cui diametro stimato è di almeno 30 km.
2,2-1,8 miliardi di anni fa: 4 eventi estintivi
Il cratere di Yarrabubba in Australia, con un diametro fra i 30 e i 70 km, si è formato 2,2 miliardi di anni fa.
Il cratere di Vredefort in Sudafrica, aveva un diametro di 300 km quando si formò, circa due miliardi di anni fa.
Il cratere di Sudbyry, in Ontario (Canada) si ritiene avesse in origine un diametro di 250-300 km, si generò 1,85 miliardi di anni fa circa.
Il cratere Keurusselkä in Finlandia, aveva un diametro di circa 30-40 km quando fu generato da un impatto avvenuto 1,8 miliardi di anni fa

600 milioni di anni fa: due impatti di livello estinzione Il cratere di Acraman, nell’Australia meridionale, è profondamente eroso e si stima avesse inizialmente un diametro di circa 80 km. L’impatto è stato datato a 590 milioni di anni fa.
Il cratere Beaverhead negli USA, ha un diametro stimato in almeno 70 km e testimonia un impatto di livello estinzione avvenuto intorno a 600 milioni di anni fa.
500-430 milioni di anni fa: l’impatto più devastante di tutti e altri tre di livello estintivo. È il periodo dell’estinzione dell’Ordoviciano-Siluriano.
Il cratere da impatto asteroidale più grande di tutti, si trova 4 km sotto la superficie della città di Deniliquin, nell’Australia sud-orientale. La struttura è stata riconosciuta come probabile cratere da impatto grazie alle anomalie magnetiche che formano anelli concentrici raggruppati intorno a una gobba al centro. Le misure sono imponenti: almeno 520 km di diametro. Questo lo rende molto più grande di qualsiasi altro cratere di asteroide conosciuto sulla Terra. Diversi indizi supportano l’ipotesi che la struttura circolare sia effettivamente il più grande cratere da impatto scoperto sul pianeta fino ad oggi. Oltre agli anelli magnetici rivelatori, che gli esperti avevano evidenziato già nel 2000, le misurazioni effettuate nel 2009 hanno rivelato modelli gravitazionali circolari. Nel 2015 è stata inoltre scoperta una protuberanza nel mantello terrestre: è possibile che si sia formata quando decine di chilometri di roccia si sono vaporizzati e il mantello terrestre si è proteso verso l’alto a causa del peso mancante. A ovest sporge in una cintura montuosa che si è formata circa 514 milioni di anni fa, mentre graniti di circa 420 milioni di anni attraversano il cratere e sono quindi più giovani. Ciò colloca l’eventuale impatto fra i 500 e i 400 milioni di anni fa, lo stesso periodo in cui si verificò uno dei più grandi eventi di estinzione di massa sul nostro pianeta, che comportò la scomparsa del 60% circa dei generi di animali marini e dell’85% delle specie marine.
Ci sono altri testimoni di impatti di livello estinzione, tutti avvenuti in Canada, nel periodo che va da 430 a 470 milioni di anni fa.
Il cratere Charlevoix (450 milioni di anni fa) aveva un diametro originale di 54 km, uno dei due crateri Wiyâshâkimî (460-470 milioni di anni fa), che ha un diametro di circa 30 km e il cratere delle Slate Islands (436 milioni di anni fa), avente un diametro di 32 km.
364-377 milioni di anni fa: tre impatti che coincidono con l’estinzione del Devoniano superiore
Il cratere Alamo, negli USA, col suo diametro di 80 km, attesta un impatto avvenuto intorno a 375 milioni di anni fa.
Il cratere Siljansringen in Svezia, si è formato 377 milioni di anni fa e aveva un diametro di 52 km.
Il cratere Woodleigh in Australia, formatosi intorno a 364 milioni di anni fa, aveva un diametro stimato tra i 60 e i 160 km.
286 milioni di anni fa
Uno dei due crateri Wiyâshâkimî, in Canada, ha diametro di circa 30 km ed è stato creato da un impatto avvenuto 286 milioni di anni fa.
250 milioni di anni fa: gli impatti catastrofici che coincidono con l’estinzione del Permiano-Triassico
Nel 2006, grazie ai rilevamenti satellitari è stato scoperto un cratere di quasi 490 km di diametro. Si trova sotto i ghiacci della Terra di Wilkes, in Antartide. Il corpo impattante che lo ha generato potrebbe aver avuto un diametro di 50 km. Si ritiene che risalga a 251 milioni di anni fa, epoca coincidente con l’estinzione di massa più catastrofica della storia del pianeta, che cancellò il 96% delle specie animali marine e il 70% della vita animale sulla terra.
Dello stesso periodo è il cratere Bedout High, scoperto al largo della costa nord occidentale dell’Australia. Ha un diametro di circa 200 km.
Stesso periodo (244-254 milioni di anni fa) per il cratere Araguainha in Brasile, il cui diametro è 40 km
Esiste anche l’ipotesi (poco presa in considerazione) che l’intero golfo del Messico sia in realtà ciò che resta di un gigantesco cratere da impatto di questo stesso periodo (250 milioni di anni fa).
228-227 milioni di anni fa
Il Cratere di San Martin, in Canada, si è formato 227-228 milioni di anni fa ed ha un diametro di circa 40 km.
214 milioni di anni fa
Il cratere del lago Manicouagan in Canada era originariamente di un diametro intorno ai 100 km e si formò 214 milioni di anni fa.
196-142 milioni di anni fa
Il cratere Puchezh-Katunki in Russia, è datato a 196 milioni di anni fa e ha un diametro di 80 km.
Il cratere Gosses Bluff, in Australia, aveva originariamente un diametro di almeno 30 km e si è formato 142 milioni di anni fa
Il cratere Morokweng, in Sudafrica, ha un diametro di circa 70 km e l’impatto che lo ha generato è avvenuto 144 milioni di anni fa. È uno dei pochi crateri antichi in cui sono stati trovati frammenti del corpo impattante.
Il cratere Mjølnir nel Mare di Barents in Norvegia, si è formato 142 milioni di anni fa ed aveva un diametro di 40 km.

110-133 milioni di anni fa
Il cratere di Carswell, in Canada, ha un diametro di 39 km e risale a 110 milioni di anni fa.
il cratere Tookoonooka in Australia aveva un diametro tra ii 55 e i 66 km, quando si generò tra i 123 e i 133 milioni di anni fa.
74-70 milioni di anni fa
Il cratere Manson negli USA, ha un diametro di circa 38 km e si è formato 74 milioni di anni fa.
Il cratere di Kara, in Russia, aveva un diametro originale di circa 120 km e si è formato intorno a 70-72 milioni di anni fa.
66 milioni di anni fa: i due o forse tre impatti che estinsero i dinosauri
Il cratere di Chicxulub si trova nella penisola dello Yucatàn ed ha un diametro di circa 180 km. Si ritiene che sia stato generato 66 milioni di anni fa dall’impatto di un meteorite con un diametro tra i 10 e i 15 km. L’evento provocò giganteschi tsunami alti centinaia di metri, terremoti globali, incendi su scala mondiale e l’oscuramento del sole con le polveri che durò anni. Si ritiene che sia stato proprio questo evento a provocare l’estinzione dei dinosauri.
Dello stesso periodo è il cratere Nadir, situato a largo della costa della Guinea nell’Oceano Atlantico, pur essendo molto più piccolo di quelli che stiamo elencando (ha un diametro di 9,2 km) lo citiamo perché i due impatti potrebbero essere stati simultanei.
Non è ancora stato confermato ufficialmente come cratere da impatto, ma qualora lo fosse, sarebbe il più grande in assoluto: è il cratere Shiva, si torva nell’Oceano Indiano, si è formato circa 65 milioni di anni fa, ha un diametro di circa 600 km e una profondità – al momento della formazione – stimata in 12 km.
58-50 milioni di anni fa
Ha 58 milioni di anni (quindi di “poco” successivo all’estinzione dei dinosauri) un altro cratere recentemente individuato, lo Hiawatha, che si trova sotto 3 km di ghiaccio in Groenlandia. Ha un diametro di circa 31 km e una profondità di 300-350 metri.
Il cratere Montagnais in Nuova Scotia, Canada, ha un diametro di 45 km e si è formato 50 milioni di anni fa.
38-35 milioni di anni fa
38 milioni di anni è l’età stimata per l’impatto in mare che formò un cratere di 85 km di diametro che oggi modella la baia di Chesapeake negli USA.
Il Cratere Popigai ha un diametro di circa 100 km. Si è formato circa 35 milioni di anni fa in Siberia, Russia. L’urto trasformò la grafite in diamanti nel raggio di 13 km.

5-2,5 milioni di anni fa
Misura 52 km di diametro il cratere da impatto di Kara-kul, nel Tagikistan, formatosi tra i 5 e i 2,5 milioni di anni fa.
5.000 anni fa
Il cratere Burckle, nell’Oceano indiano, ha un diametro di circa 30 km e si stima si sia formato 5.000 anni fa. La comunità scientifica non è unanime nell’identificare questa struttura sottomarina come un cratere da impatto.
Ci sono anche i crateri ellissoidali
Fin qui abbiamo parlato di crateri circolari da impatto e abbiamo completamente ignorato i crateri ellissoidali, ancora poco studiati e riconosciuti. Vale però la pena citare il lavoro del geofisico John A. Burgener, che si è concentrato sulle comete che viaggiano sul piano dell’eclittica e che impattano generando formazioni ellissoidali prive di spiegazioni geologiche. Burgener ha rinvenuto numerose formazioni di questo tipo, che possono essere crateri da impatto generati da comete, una di queste è il lago Etosha Pan – uno specchio d’acqua poco profondo, lungo 150 km, che lo studioso ritiene essere il “cratere mancante” del famoso meteorite di Hoba.
Tra le altre strutture ellissoidali “sospette” figurano: il Mar Nero, il Mar Caspio, il bacino del Tarim, i Grandi Laghi, il golfo di Biscaglia, la depressione di Qattara. Se fossero crateri, come ipotizzato dallo studioso, sarebbero tutti compresi nell’ordine di grandezza in esame.

Dunque le tracce del bombardamento spaziale a cui il pianeta è stato sottoposto – causando innumerevoli catastrofi globali – potrebbero essere molto più numerose di quelle che abbiamo esaminato.