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Israele colpisce l’Iran per fermare Trump?

Israele colpisce l’Iran per fermare Trump? Analisi geopolitica e impatti sui mercati

Un attacco pianificato e previsto: segnali dai mercati e dalla geopolitica

L’operazione militare israeliana contro obiettivi iraniani del 13 giugno 2025 – denominata formalmente “Rising Lion” – non è giunta come una sorpresa per alcuni analisti. Tra questi figura Martin Armstrong, economista e consulente geopolitico noto per il suo controverso ma influente modello di previsione ciclica “Socrates”, che da anni anticipa i grandi snodi storici e finanziari globali attraverso algoritmi.

Armstrong sostiene che le tensioni tra Israele e Iran – così come l’accelerazione verso il conflitto – fossero già leggibili attraverso i segnali del suo modello. E che dietro alla mossa militare ci sia anche una ragione di tipo politico: impedire la firma di un nuovo accordo nucleare con l’Iran promosso, tra gli altri, da Donald Trump.


Il “modello Socrates”: come funziona?

Il cuore del metodo Armstrong è il principio che ogni evento umano – economico, politico o militare – segue cicli ricorrenti di tempo, spesso non evidenti a occhio nudo. Il modello:

  • Utilizza dati storici multidisciplinari (mercati, guerre, disastri naturali, politica).
  • Li elabora secondo frequenze matematiche cicliche.
  • Segnala “punti di svolta” su scala temporale globale o locale.

In questo caso, il modello Socrates aveva identificato:

  • Una finestra di escalation geopolitica concentrata tra il 27 giugno e il 7 luglio 2025.
  • Un aumento della volatilità nei mercati energetici già a partire dalla seconda settimana di giugno.
  • Comportamenti speculativi anomali su titoli difensivi e materie prime.

Già prima dell’attacco israeliano, i flussi di capitali stavano abbandonando asset rischiosi e convergendo su:

  • Azioni difensive legate a sicurezza e aerospazio.
  • Bond sovrani statunitensi a breve termine (considerati beni rifugio).
  • Petrolio Brent e WTI, che hanno visto un’impennata di volumi.

Un attacco per bloccare l’intesa nucleare con l’Iran?

Secondo Armstrong, l’attacco israeliano non risponde soltanto a minacce concrete provenienti da Teheran, ma è stato calibrato per impedire un evento politico internazionale imminente: la formalizzazione di un nuovo accordo nucleare tra gli Stati Uniti e l’Iran.

Questo accordo – proposto da figure vicine a Donald Trump per ridurre le tensioni in Medio Oriente e favorire la stabilità petrolifera globale – avrebbe concesso a Teheran margini più ampi sull’arricchimento dell’uranio, pur mantenendo limiti operativi e accesso alle ispezioni AIEA.

Per Israele, che considera ogni progresso iraniano nel nucleare una minaccia esistenziale, la possibilità di un nuovo “JCPOA 2.0” firmato da un eventuale secondo mandato Trump è inaccettabile. Da qui, la decisione di agire prima che un’intesa diplomatica possa legittimare l’Iran sul piano internazionale.


Effetti sui mercati del petrolio e finanziari globali

L’attacco ha avuto immediati riflessi sui mercati internazionali, segnalando una reazione a catena:

📈 Prezzi del petrolio

  • Il Brent è salito a oltre 93 dollari al barile (+6% in 48 ore), in scia ai timori di un blocco dello Stretto di Hormuz.
  • Il WTI statunitense ha toccato 90 dollari, ai massimi da novembre 2023.
  • Le compagnie energetiche (ExxonMobil, Chevron, TotalEnergies) hanno visto rialzi tra il 4% e il 6%.

L’Iran è il secondo produttore OPEC in Medio Oriente dopo l’Arabia Saudita, e ogni instabilità nell’area rischia di compromettere forniture vitali.

📉 Borse e bond

  • Gli indici azionari hanno registrato ribassi generalizzati nei settori più esposti (turismo, trasporti, manifattura).
  • Il Nasdaq ha perso l’1,8% nella giornata dell’attacco; l’EuroStoxx 50 ha chiuso a –1,4%.
  • I rendimenti dei Treasury USA a 10 anni sono scesi al 4,02%, segno della corsa agli asset rifugio.

🛡️ Difesa e aerospazio

  • Titoli come Lockheed Martin, Northrop Grumman e Rafael Advanced Defense Systems hanno guadagnato tra il 5% e l’8% nel giro di due giorni.
  • I mercati scommettono su un nuovo ciclo di spesa militare, soprattutto da parte degli stati del Golfo.

📆 Le settimane decisive: giugno e luglio 2025

Il modello ciclico di Armstrong segnala che il picco di instabilità potrebbe non essere stato ancora raggiunto. Tra la fine di giugno e la prima settimana di luglio, l’equilibrio potrebbe essere messo alla prova da:

  • Ritorsioni iraniane tramite milizie affiliate (Hezbollah in Libano, Houthi in Yemen, milizie in Siria e Iraq).
  • Attacchi cyber a infrastrutture israeliane o occidentali.
  • Escalation con coinvolgimento diretto di USA, Regno Unito o Arabia Saudita.

Conclusioni: un’operazione militare, un segnale politico, un rischio sistemico

L’attacco israeliano non è solo un atto militare, ma una dichiarazione strategica: Israele intende impedire qualsiasi normalizzazione diplomatica dell’Iran se ciò significa tolleranza sul suo programma nucleare.

Nel contempo, il modello di Armstrong si rivela ancora una volta un interessante strumento di previsione, capace di leggere le tendenze storiche e finanziarie come fenomeni ciclici interconnessi.

I mercati, intanto, segnalano chiaramente che gli investitori temono un’estate ad alta instabilità geopolitica.

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