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    11 settembre: grazie Mentana, grazie redazione di Matrix di Massimo Mazzucco

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    ma soprattutto perchè, nel farlo, hanno saputo
    finalmente impostare la dialettica dell’ undici settembre nel verso corretto: è
    il cittadino (che saremmo sempre noi) che, di fronte ad una versione ufficiale
    che fa innegabilmente acqua da tutte le parti, ha tutto il diritto (il dovere?)
    di porre delle domande al riguardo, e sta quindi a chi vuole continuare a
    sostenere quella versione ufficiale, difenderla in qualche modo con risposte
    accettabili.

    Certo, se io volessi accusare il Presidente degli Stati Uniti, ad esempio, di
    frequentare di nascosto una moschea islamica, magari dovrei anche procurarmi un
    paio di prove di una certa consistenza, ma quando mi si mostra un buco di
    quattro metri, e mi si dice che li dentro ci è finito un aereo largo quaranta,
    permetti che ti chieda come ha fatto a entrarci, o devo per forza accettarlo,
    solo perchè non so dirti "altrimenti dov’è finito?" A parte che in
    questo caso bisognerebbe prima stabilire se sia davvero partito, ma poi io che
    ne so, scusa, dove è finito l’aereo? Mica faccio il terrorista, o l’investigatore
    privato. Chiedilo casomai a chi l’ha fatto sparire, …

    … dove l’ha messo. Io so solo che in quel buco un Boeing non ci entra nemmeno
    dipinto, e quindi mi sembra più che giusto chiedere spiegazioni.

    Ecco: evitando di sposare questa logica contorta, Mentana ci ha permesso di
    porre le domande per primi (proiettando ampi stralci del nostro film), per poi
    dare il giusto spazio alla difesa di offrire eventuali spiegazioni al riguardo.

    Anche per questo motivo non mi era sembrato giusto partecipare al dibattito,
    visto che ci sarebbe comunque stata la possibilità di una replica finale, anche
    se poi non si è potuto usufruirne a dovere, per motivi di tempo. Ma la cosa ci
    sta benissimo così: le domande le abbiamo potute porre con grande agio, e da
    oggi stanno li sul tavolo, davanti a tutti, in attesa che qualcuno le trovi una
    risposta credibile.

    Non ci si venga però a mostrare – come qualcuno ha fatto stasera – una normale
    demolizione controllata, dicendo "vedete che gli sbuffi di fumo qui
    arrivano molto prima del crollo, quindi ne sono la causa, mentre nelle Torri
    arrivano dopo, quindi ne sono la conseguenza." Davvero questa persona non
    ha pensato che le normali demolizioni controllate sono del tutto legittime, e
    anzi costituiscono spesso un vero e proprio richiamo popolare, mentre nel caso
    delle Torri sarebbe decisamente più igienico non farsene accorgere? Ma poi
    scusate, la coseguenza di cosa? Delle scrivanie che cadono sul piano di sotto?
    Davvero non li ha visti, quei quintali di cemento e acciaio lanciati ad una
    distanza doppia della larghezza della Torre, e addirittura verso l’alto?

    Ce l’ha, quel signore, una spiegazione a quei poderosi getti di acciaio e
    cemento? O per lui è davvero normale che un edificio alto quattrocento metri –
    non quaranta, quattrocento – riesca a crollare sulla propria stessa pianta? E
    che appena c’è riuscito ci riesce anche il fratello, cadendo nello stesso
    identico modo?

    Ecco cosa intendiamo per non perdere più tempo con chi chiaramente dimostra ben
    poco interesse per la verità, ma solo quello di fare ostruzionismo ad oltranza,
    per motivi che non sta a noi capire.

    Quando ti trovi di fronte ad una mole di indizi di quel peso – Torri demolite,
    difesa imbambolata, aerei scomparsi nel nulla, edifici in acciaio che crollano
    per un semplice spavento, tu ti preoccupi di far notare al mondo che la cosa
    "misteriosa" che stanno portando via, "in realtà è una semplice
    tenda"? Ma certo che è una tenda, o simpatico amico, il problema casomai è
    cosa c’è sotto, no? Da quando in qua servono otto "campeggiatori" per
    spostare una "semplice tenda", portandola in spalla come una Madonna
    da processione, quando basta smontarla e di colpo è sufficiente un ragazzino di
    otto anni per farle fare il giro dell’isolato?

    In ogni caso, analizzeremo già fino alla nausea, nei giorni a venire, ogni
    minimo dettaglio alla trasmissione, e completeremo le informazioni molto
    "parziali" che sono state offerte al pubblico come se fossero
    definitive.

    Un esempio per tutti dovrebbe bastare: si è parlato a lungo delle telefonate
    fatte dai cellulari durante il dirottamento dell’aereo poi caduto in
    Pennsylvania, ma mentre ci si è fermati a spezzare il capello sulla
    plausibilità della "telefonata da tredici minuti", o su quella
    ridicola di John Bingham che chiama la mamma presentandosi con nome e cognome,
    persone decisamente preparate e informate come Alessio Vinci si sono
    completamente dimenticate di far sapere al pubblico italiano che NESSUNA di
    quelle telefonate sarebbe mai comunque avvenuta in forma diretta, fra passeggero
    e familiare, ma sempre tramite centralino del 911 (il nostro 113), o
    addirittura dell’FBI.

    Alzi la mano chì è disposto a credere che un passeggero in quelle condizioni,
    convinto ormai di dover morire a minuti, riesca a trovare fortunosamente una linea
    libera (non dimentichiamo che per quell’ora tre quarti degli snodi telefonici
    americani erano completamente intasati), e invece di fare il numero di casa
    chiama prima l’FBI?

    Va bene essere eroi, ma questo è sfidare davvero le ire del destino! (Mentre casualmente
    non si è mai riusciti a rintracciare uno solo di quegli operators, per sentire
    raccontare in prima persona di quei drammatici momenti).

    Di tutte queste "dimenticanze" parleremo più tardi, perchè se è vero
    che si vuole lasciare a ciascuno la possibilità di farsi una propria idea su
    fatti di tale gravità, bisogna anche dargli la possibilità di valutare tutte le
    informazioni ad oggi disponibile, e non solo quelle che torna più comodo
    presentare.

    Ringraziamo ancora Mentana e tutta la sua redazione sia per lo spazio
    concessoci, sia per un atteggiamento davvero onesto e coraggioso, che andava
    chiaramente al di là di quello che ciascuno di loro possa eventualmente
    pensare.

    Massimo Mazzucco (Tratto da luogocomune)



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