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Che cosa è la guerra delle parole e che cosa si intende per logotecnìa? È in atto una guerra cognitiva con cui il potere vuole modificare l’essere umano attraverso il controllo dei processi mentali e cerebrali? Lo scopriremo in questa puntata che inaugura la collaborazione di Radio Roma Television, con Nexus Edizioni, entrambi gli ospiti, infatti, hanno redatto interessantissimi  articoli pubblicati sull’ultimo numero di Nexus New Times, il numero 162  in edizione cartacea e digitale.

Che cosa è la guerra delle parole e che cosa si intende per logotecnìa? È in atto una guerra cognitiva con cui il potere vuole modificare l’essere umano attraverso il controllo dei processi mentali e cerebrali? Lo scopriremo in questa puntata che inaugura la collaborazione di Radio Roma Television, con Nexus Edizioni, entrambi gli ospiti, infatti, hanno redatto interessantissimi  articoli pubblicati sull’ultimo numero di Nexus New Times, il numero 162  in edizione cartacea e digitale.

#neolingua #controllo #LOGOTECNÌA #cancelculture #policallycorrect

VIDEO: https://rumble.com/v3t8yns-logotecna-la-guerra-delle-parole-con-alberto-nigi-e-roberto-pecchioli.htmlhttps://www.radioroma.it/diretta-radio-roma-television/

Logotecnìa: parole e tecnologia

Prende la parola Alberto Nigi che spiega il neologismo di sua creazione, logotecnìal’associazione della parola, o meglio la capacità di esprimere dei pensieri con un linguaggio verbale, alla tecnologia.

Ciò che di fatto distingue l’Homo sapiens dagli altri esseri viventi è la capacità di esprimersi attraverso il linguaggio verbale e nel contempo di creare tecnologia in costante progresso, due aspetti inscindibili delle sue po­tenzialità psico-fisiche.

Le capacità di strutturazione verbale sono simili a quella della strutturazione tecnologica, per esempio quando uno scrittore progetta e scrive un libro, fa la stessa cosa di un ingegnere che progetta e costruisce un motore, nell’intelligenza umana c’è una duplice capacità che è quella di associare la progettazione tecnologica a quella del linguaggio verbale. Linguaggio verbale e tecnologia non sono scindibili, sono perfettamente integrati e qualificano l’essere umano, lo distinguono da tutti gli altri esseri viventi.

Il linguaggio verbale è fondamentale in quanto è associato alla capacità di sviluppare tecnologia, una scimmia non sarebbe mai capace di costruire una pinza o una forbice, l’uomo non solo ne è capace ma ha anche la capacità fonetica, verbale e intellettuale di inventare una parola che descriva questo progresso tecnologico, in questo caso il termine unico ed inequivocabile “SGU”.

A.Nigi - Tecno-Archetipi
A. Nigi – Tecno-Archetipi

Il logos cioè la capacità di esprimere dei pensieri con un linguaggio verbale è una tecnica e quindi è come se la tecnologia fosse un modo di parlare e il modo di parlare fosse una tecnologia.  Il linguaggio ha preso forma e si è sviluppato dal taglio (forbici, coltelli), dalla compressione ovvero dallo schiacciare (pinze) e dal bucare: Per quanto riguarda la forma abbiamo la punta, la lama, il maglio, e per quanto riguarda la funzione corrispondente abbiamo il bucare, il tagliare, lo schiacciare, da cui tutte le variazioni sul tema per la realizzazione di strumenti concepiti a seconda dell’utilizzo particolare nelle diverse applicazioni. Vedasi lance e frecce, spade e scuri, bastoni, mazze, e così via… Da qui si sviluppa tutta la miriade di utensili atti ad ogni tipo di lavorazione.

Curiosamente questa tecnologia dello schiacciare, tagliare e bucare, è racchiusa nella nostra bocca, la stessa bocca con la quale articoliamo le parole, sono i nostri denti: i molari schiacciano, gli incisivi tagliano e i canini bucano.

La guerra delle parole

Roberto Pecchioli ci introduce nella guerra delle parole che è il tentativo, il meccanismo, finora in gran parte riuscito, da parte del potere di cambiare il nostro modo di pensare, quindi anche il nostro modo di agire e il nostro modo di vedere il mondo. Attraverso la modifica dei significati e talvolta anche dei significanti, poi vedremo cosa significano questi due termini, attraverso la modifica delle parole.

La neolingua è il risultato di questa operazione, ovvero l’imposizione di un lessico, di termini e di espressioni che prima non esistevano o che erano usati in maniera diversa. In questo modo chi esercita potere, attraverso la lingua si impossessa del nostro pensiero e in qualche modo anche del nostro cervello.

Nulla di nuovo in realtà perché ogni potere ogni regime, ha sempre cercato di essere padrone delle parole, di possedere le parole, tanto è vero che perfino nell’antichità cinese Confucio il grande maestro orientale, quando gli chiesero cosa avrebbe fatto come primo atto, se fosse diventato primo ministro o consigliere dell’imperatore, rispose io vorrei dare un senso preciso ai significati, perché i significati sono quello che poi ci porta a ragionare in un certo modo oppure in un altro.

Il meccanismo neo linguistico attraverso appunto la modifica del linguaggio e dei termini, punta alla modifica o all’uso specifico o al disuso di aree intere del nostro cervello, per fini di potere ovvero al fine di orientare il nostro modo di essere e il nostro modo di pensare, attraverso il nostro modo di dire.

la guerra delle parole
La guerra delle parole

L’esito della correttezza politica è la formazione – e la successiva imposizione – della neolingua, una modalità di descri­zione del mondo imposta e tesa ad orientare pensieri, idee, visioni della vita, giudizi e pregiudizi.

l’obiettivo della guerra cogni­tiva è modificare l’essere umano attraverso il controllo dei processi mentali e cerebrali. Il termine “guerra cognitiva” è stato coniato nel 2017 dal generale sta­tunitense David Goldfeined è subito entrato nel vocabolario di politologi, militari, sociologi e neuroscienziati. A rendere l’espressione d’uso comu­ne è stata la NATO, impegnata da tempo su questo versante.

Il Grande reset significa anche resettare la mente e il cervello umano. Termini come “No vax”, “Filo russo” e “negazionista climatico” sono esempi di questa neolingua, di questa guerra delle parole, esattamente come voler sostituire la parola “Natale” con “Festa d’inverno” in nome dell’’uguaglianza etnica. È quanto avrebbe deciso Renaud Dehousse, presidente dell’Istituto universitario europeo di Fiesole (Firenze) per ottemperare agli obblighi del ‘Piano per l’uguaglianza etnica e razziale dell’Eui. Rinominare dunque la festa eliminando così “il riferimento cristiano”. Una cosa che non ha alcun senso, sia perché il Natale in alcuni paesi di festeggia d’estate, sia perché il Natale è una festa cristiana in onore della nascita di Gesù Cristo, pertanto il termine “festa d’inverno” è un tentativo per cambiare il nostro modo di pensare al Natale.

Alberto Nigi e Roberto Pecchioli

Alberto Nigi, classe 1947, toscano, dopo un biennio come assistente universitario volontario di Filosofia Teoretica presso l’Università di Genova, prosegue la carriera come ordinario di Lettere e Filosofia nei licei. Continua a collaborare come esterno con l’Università di Genova pubblicando svariati articoli su riviste di Filosofia. Ottenuta anche la laurea in Scienze Pedagogiche, su incoraggiamento del luminare e professor Mauro Laeng pubblica numerosi articoli su riviste di Scienza dellEducazione.

Nel novero dei suoi volumi pubblicati con C.P.E., Modena, ricordiamo: Programmazione didattica e valutazione nelle secondarie superiori, 1995; Per la prima prova scritta e il colloquio pluri-interdisciplinare, 2000; Per i tipi Edizioni Youcanprint, invece: Tecno-archetipi e civiltà, Lecce, 2018; Compendio di storia della letteratura italiana, Lecce, 2019; La Comedìa di Dante, Lecce, 2019; Studiare letteratura, Lecce, 2019; Saggi di Filosofia, Lecce, 2019; Pedagogia e scuola, Lecce, 2019.

Studioso di filosofie orientali e praticante per diletto di Karate fin da adolescente, è attualmente Maestro Benemerito 7° Dan Fijlkam e autore anche di alcuni volumi sulle arti marziali orientali, tra cui Samurai – La Via del GuerrieroEdizioni Youcanprint, Lecce, 2019 e Didattica del karate – Sport-karate nelle scuole, Edizioni Youcanprint, Lecce, 2022. Pubblica thriller con lo pseudonimo Ralph Colemann.

Roberto Pecchioli è nato a Genova nel 1954. Dopo gli studi in Lettere, ha esercitato la professio­ne di funzionario direttivo dell’Agenzia delle Dogane.

Svolge da tempo un’intensa attività pubblicistica. Stu­dioso di Storia Geopolitica, ha scritto numerosi articoli e una decina tra libri e saggi, tra i quali ‘Manualetto di Antieconomia: per cavalcare la tigre’ (Ritter editore, 2017), ‘Elogio dell’appartenenzaIdentità, comunità e amor di Patria al tempo del mondialismo apolide’ (Passaggio al Bosco, 2020), ‘Volontà d’impotenza – La cancellazione della civiltà europea’ (Passaggio al Bosco, 2021), ‘Tecnopolis – Le tecnoscienze contro l’uomo’ (Effepi, 2019), ‘George Soros e l’Open Society. Il governo dell’oligarchia finanziaria”. (Arianna editrice, 2022).

Fonte: A viso scoperto – 5 novembre 2023 Radio Roma Television


“Logotecnìa – Per una teoria antropologica del tecno-linguaggio universale” di Alberto Nigi
e “La guerra delle parole, il nome delle cose” di Roberto Pecchioli

Articoli pubblicati sul nr.162 di Nexus New Times

https://shop.nexusedizioni.it/collections/nexus-new-times

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