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Alcune riflessioni sulla teoria del superspettro di John Keel

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In questo articolo prenderemo in considerazione la teoria del superspettro di John Keel, il fondatore insieme a Jacques Vallée della “new ufology”. In tale articolo ci interesseremo di quattro questioni: in primo luogo cercheremo di mettere in evidenza l’importanza ed il significato della personalità e dell’opera di John Keel nell’ufologia americana; in secondo luogo esporremo e commenteremo la teoria del superspettro di John Keel; in terzo luogo metteremo in evidenza le somiglianze e le differenze esistenti tra le teorie di Keel e quelle di Vallée; in quarto luogo prenderemo in considerazione alcune delle possibili applicazioni della teoria del superspettro ai fenomeni appartenenti alla dimensione del mistero.

Per quanto riguarda l’importanza ed il significato dell’opera di John Keel nell’ambito dell’ufologia americana dobbiamo dire che l’importanza della personalità e del pensiero di John Keel non è comprensibile senza fare riferimento alle vicende dell’ufologia americana e mondiale negli anni immediatamente precedenti all’entrata in scena nel panorama ufologico americano di tale autore. Per tale motivo riteniamo opportuno esporre brevemente una parte della storia dell’ufologia americana cosicché i lettori possano comprendere la portata della grande svolta causata da Keel nel pensiero ufologico americano.

Volendo tracciare una storia molto schematica dell’ufologia americana è indispensabile mettere in evidenza che dopo il periodo che va all’incirca dal 1947 al 1957, definito dagli ufologi americani il “periodo classico” dell’ufologia americana, sopravvenne un periodo di crisi che è stato definito dagli storici dell’ufologia americana “medioevo ufologico” oppure “epoca buia” (“Dark Age”). Tale “Dark Age” continuò fino al 1963. Sono state individuate dagli storici dell’ufologia americana diverse ragioni che determinarono questo periodo di crisi: la diminuzione dell’interesse della stampa per gli avvistamenti ufologici, la diminuzione dell’interesse dell’opinione pubblica americana nei riguardi del fenomeno UFO ed anche una oggettiva diminuzione in quel periodo storico del numero di avvistamenti ufologici sul territorio degli Stati Uniti.

A causa di tali motivi la comunità degli ufologi americani entrò in una crisi che sembrava senza uscita soprattutto perché il mondo ufologico statunitense si rese conto che dieci anni di avvistamenti e di indagini (1947-1957) non avevano portato, nonostante le enormi energie profuse dagli ufologi a conclusioni chiare e ben definite riguardo la natura e l’origine del fenomeno UFO. Infatti anche se la grande maggioranza del mondo ufologico americano considerava gli UFO delle astronavi aliene gli ufologi americani non riuscivano a fornire spiegazioni convincenti e sicure del motivo per il quale gli UFO, sia che fossero amici o ostili alla razza umana non si fossero ancora decisi a stabilire un contatto pubblico con gli abitanti della Terra. Ad aumentare ancora di più lo stato di frustrazione e di delusione degli ufologi americani contribuiva in maniera rilevante la mancanza di interesse degli scienziati nei riguardi del fenomeno UFO.

Tutte queste ragioni che abbiamo ora esposto determinarono l’abbandono da parte di molti ufologi americani dello studio del fenomeno UFO.

Negli anni che seguirono il 1963 gli ufologi che continuarono ad interessarsi dei dischi volanti approfittarono della diminuzione degli avvistamenti UFO per chiedersi se dietro la crisi dell’ufologia americana esistevano anche delle colpe specifiche degli stessi ufologi. Per tanto nel mondo ufologico statunitense si affermò una forte tendenza all’autocritica al fine di trovare una via di uscita alla crisi che sembrava irreversibile dell’ufologia americana.
Senza dubbio questa consapevolezza che dietro la crisi dell’ufologia statunitense c’erano anche delle colpe della comunità ufologica spinse gli ufologi americani a cercare nuove metodologie di indagine e soprattutto li indusse a impegnarsi di nuovo in tutte quelle attività che avrebbero potuto contribuire a risolvere il mistero degli UFO.
Tuttavia una nuova crisi colpì l’ufologia americana nel 1968 in seguito alla pubblicazione del “Rapporto Condon” che espresse un giudizio drasticamente negativo sul fenomeno UFO.

Pertanto dopo che dal 1963 al 1968 si era avuta una momentanea uscita dal periodo di crisi, dopo la pubblicazione di tale Rapporto il mondo ufologico americano entrò nuovamente in una crisi di identità e di valori.
Nel 1969 nacque la “new ufology” in quanto in quell’anno vennero pubblicati contemporaneamente i testi base di quella nuova corrente ufologica ovvero “Passaporto per Magonia” dell’ufologo franco-americano Jacques Vallée e i due libri di John Keel “Creature dall’ignoto” e “UFO operazione Cavallo di Troia”.

Nell’ambito della “nuova ufologia” John Keel rivestì senza dubbio un ruolo di fondamentale importanza. Egli prima di dedicarsi totalmente allo studio del fenomeno UFO si era dedicato in qualità di giornalista a compiere indagini riguardanti i fenomeni misteriosi. Per fare un esempio concreto egli si recò negli anni ’50 in Tibet per compiere indagini intorno allo “yeti” ovvero “l’abominevole uomo delle nevi”. All’inizio degli anni ’60 decise di dedicare tutte le sue energie allo studio del fenomeno UFO diventando un ufologo a tempo pieno. Keel era in quegli anni assolutamente convinto che dietro gli avvistamenti ufologici ci fossero creature extraterrestri ragion per cui il giornalista ed ufologo americano decise di dimostrare in maniera inconfutabile tale sua convinzione sull’origine aliena degli avvistamenti ufologici.

Tuttavia, dopo che per circa tre anni Keel aveva girato gli Stati Uniti per compiere ogni tipo di indagine sul fenomeno UFO, la convinzione del giornalista americano che gli UFO fossero di origine aliena cominciò sempre più ad andare in crisi. In particolare Keel si rese conto che l’ipotesi dell’origine extraterrestre degli UFO era del tutto inadatta ed insufficiente per spiegare la complessità e l’ampiezza della gamma di fenomeni collegati agli UFO. Keel si rese conto che appartenevano agli avvistamenti ufologici anche fenomeni misteriosi che non potevano essere spiegati partendo dall’idea che gli UFO fossero delle astronavi aliene. Keel cominciò a pensare che esisteva un legame tra una vasta gamma di fenomeni misteriosi che apparentemente sembravano non collegati tra loro.

In sintesi Keel giunse alla convinzione che ufologia, racconti riguardanti fate, gnomi ed elfi, sedute spiritiche, fenomeni paranormali, incontri con creature terrificanti, racconti riguardanti l’ondata di aeronavi che nel 1896-1897 si ebbe in vari Stati americani nonché i fenomeni di poltergeist ed almeno una parte dei fenomeni collegati col mondo esoterico erano tutti fenomeni misteriosi che riconoscevano la loro origine nella stessa realtà ignota che si manifestava agli uomini utilizzando di volta in volta delle messe in scena e dei travestimenti estremamente variabili e camaleontici. Keel formulò la sua famosa teoria dei “cavalli di Troia”: secondo tale teoria gli UFO e gli altri fenomeni appartenenti alla dimensione del mistero non erano altro che dei travestimenti, dei “cavalli di Troia” utilizzati da tale realtà ignota per condizionare e manipolare la razza umana sin dagli inizi della storia del genere umano. Tale realtà ignota cambierebbe nelle varie epoche storiche il modo di travestirsi per adattarsi intenzionalmente al contesto storico, sociale e culturale esistente nei vari periodi storici in modo da mimetizzarsi più facilmente.

Per dirla in altro modo, Keel sosteneva che tale realtà ignota si travestiva ai giorni nostri da extraterrestri perché ci trovavamo nell’era spaziale mentre nel medioevo tale realtà ignota assumeva la forma di fate, gnomi ed elfi perché in quel periodo storico tale travestimento era molto credibile.

Secondo Keel al tempo dei romani tale realtà ignota aveva assunto la forma di “clipei ardentes” mentre nel 1896-’97 aveva assunto la forma di aeronavi. In sintesi Keel era convinto che tale realtà misteriosa aveva in tutte le epoche storiche un suo sistema di riferimento che teneva conto del clima socio-culturale, delle credenze, delle paure, delle aspirazioni, delle leggende che dominavano in ogni periodo storico.

Keel adottò molte delle teorie di Charles Fort il quale era convinto che la razza umana era proprietà di entità misteriose che consideravano gli esseri umani una loro proprietà, così come gli allevatori consideravano i capi di bestiame una loro proprietà. Sulla scia di Charles Fort, Keel avanzò l’ipotesi che esisteva intorno agli esseri umani un mondo invisibile che manipolava le convinzioni degli stessi. Anche tutta una serie di creature misteriose ed inquietanti quali “l’abominevole uomo delle nevi”, il mostro di Loch Ness, l’uomo falena, i vampiri, i licantropi, il misterioso abitatore delle foreste nordamericane, erano travestimenti adottati da tale realtà ignota per manipolare e condizionare gli esseri umani.

Keel col passare del tempo costruì un sistema di pensiero molto complesso ed articolato, basato su una visione sincretistica dei fenomeni misteriosi. La teoria elaborata da Keel può essere definita con vari aggettivi che nel loro insieme possono sintetizzare le caratteristiche principali del pensiero dell’ufologo americano, pensiero che ha trovato il suo ampliamento e completamento nella teoria del superspettro che prenderemo in esame più avanti. Tale teoria è stata esposta da Keel nel 1977 nel libro “The Eight Tower” nel quale Keel pone tale realtà ignota non in dimensioni ed universi paralleli ma in una regione del nostro universo situata in una parte dello spettro elettromagnetico non percepibile dai nostri sensi.

Vedremo ora di elencare e commentare gli aggettivi in grado di caratterizzare il sistema di pensiero ufologico elaborato dall’ufologo americano. In primo luogo vogliamo mettere in evidenza che non è facile comprendere pienamente l’importanza e il valore delle teorie di John Keel ed è anche molto difficile, forse ancora di più che comprendere il significato di tali teorie, cercare di spiegare e sintetizzare la loro portata. Volendo essere molto schematici, potremmo dire che le ipotesi di Keel costituiscono nell’universo dei fenomeni misteriosi quello che la teoria del campo unificato costituisce per la fisica moderna. Come infatti la teoria del campo unificato collega i fenomeni fisici nel loro complesso superando le divisioni esistenti in passato tra le varie branche della fisica, allo stesso modo la teoria parafisica di Keel fornisce l’idea che esiste un’unica causa per tutti i fenomeni misteriosi, considerati prima di Keel chiaramente distinti e separati (secondo l’ufologo americano l’origine di tutti i fenomeni misteriosi deve essere ricercata nell’attività e nel potere del superspettro).

Un aggettivo che definisce molto bene il sistema teorico elaborato da Keel è la parola fenomenico, tanto è vero che Keel usa molto spesso il termine “fenomeno” per definire sia gli avvistamenti ufologici sia tutti gli altri fatti misteriosi ed inspiegabili che apparentemente non presentano nessuna correlazione con il mistero degli UFO. Potremmo dire che la teoria di Keel è fenomenica nel senso che egli riprende le teorie filosofiche di Kant, il quale effettua una netta distinzione tra il “fenomeno” (la parte sensibile della realtà che gli esseri umani riescono a captare e comprendere con gli strumenti conoscitivi a loro disposizione) e il “noumeno” ovvero la parte della realtà che non può essere né percepita né conosciuta dagli esseri umani in quanto gli strumenti conoscitivi a loro disposizione non sono in grado di metterli in contatto con la realtà noumenica. Keel, volendo continuare il nostro paragone con la teoria kantiana del “fenomeno” e del “noumeno”, colloca il superspettro nella realtà noumenica non percepibile e conoscibile dai nostri sensi e dagli strumenti cognitivi a nostra disposizione.

Oltre che fenomenico il sistema teorico elaborato da Keel può essere definito anche parafisico, dal momento che egli considera gli UFO e gli altri fenomeni misteriosi causati da un’entità situata nel nostro stesso universo. Secondo l’ufologo americano, gli UFO non sono originati da un’entità metafisica ma al contrario sono un fenomeno “ambientale”, nel senso che essi sono sempre stati con noi dal momento che riconoscono la loro origine come tutti gli altri fenomeni misteriosi nel superspettro, il quale fa parte del nostro stesso universo anche se è situato in una diversa frequenza elettromagnetica non percepibile dai nostri sensi.

Proprio perché Keel sostiene che il superspettro è situato in una frequenza elettromagnetica diversa da quella in cui sono situati gli esseri umani, la teoria elaborata dall’ufologo americano può essere definita anche una teoria di tipo elettromagnetico dal momento che insiste nel considerare il fenomeno UFO di natura elettromagnetica.
A nostro avviso si può definire la teoria elaborata da Keel anche una teoria chiaramente cospirazionista, dal momento che Keel sostiene che esiste una vera e propria azione di manipolazione effettuata dal superspettro nei confronti della razza umana fin dagli albori della storia del genere umano.

Infine possiamo anche dire che il sistema teorico elaborato da John Keel deve essere considerato una visione del mondo e dell’uomo tipicamente fortiana, sia perché come Fort, Keel fornisce una visione sincretistica della dimensione del mistero sia perché Keel, come Fort, è convinto che esista un mondo invisibile che non soltanto ci circonda ma che ci assedia manipolando le nostre convinzioni ed i nostri comportamenti. Inoltre Keel come Charles Fort prospetta l’ipotesi che la razza umana sia proprietà di esseri che sono dei veri e propri burattinai. Esseri creati dal superspettro proprio allo scopo di manipolare e condizionare la razza umana.

Riteniamo ora opportuno passare ad esporre e commentare la teoria del superspettro di John Keel cercando in particolare di mettere in evidenza le somiglianze e le differenze esistenti con la teoria elaborata da Jacques Vallée, l’altro fondatore della teoria parafisica dell’origine degli UFO.

Per quanto riguarda la teoria del superspettro di John Keel, volendo essere molto sintetici potremmo dire che per l’ufologo americano il superspettro è un’entità dotata di un’energia che gli permette di creare tutti i tipi di creature misteriose e tutti i fenomeni attinenti alla dimensione del mistero, fenomeni che Keel definisce “cavalli di Troia”. Secondo Keel, come abbiamo detto in precedenza, il superspettro crea il fenomeno UFO e tutti gli altri fenomeni misteriosi al solo scopo di dominare, condizionare e manipolare gli esseri umani. Volendo utilizzare due metafore a nostro avviso molto efficaci, potremmo dire che il superspettro è il burattinaio e gli esseri umani sono dei burattini nelle sue mani, oppure si potrebbe anche dire che il superspettro è il giocatore di una partita a scacchi, gli esseri umani sono i pezzi di una scacchiera e il pianeta Terra è nel suo insieme la scacchiera dove si svolge questa partita cosmica che è iniziata fin dagli albori del genere umano e continuerà fino a quando esisterà la razza umana. Inoltre Keel insiste molto sul fatto che il superspettro non è situato in una dimensione parallela alla nostra, in un universo parallelo (come sostiene Vallée) ma nel nostro stesso universo in una frequenza elettromagnetica  non percepibile dai nostri sensi. Per l’ufologo americano UFO, gnomi, elfi, folletti, fate, fantasmi, vampiri, licantropi, “abominevoli uomini delle nevi”, demoni quali gli incubi e i succubi, i fenomeni di poltergeist, i documenti dell’esistenza di animali ancora sconosciuti come l’uomo falena, i fenomeni paranormali sono tutte creazioni del superspettro. A dire il vero, Keel arriva anche a sostenere che anche gli UFO dovrebbero essere studiati non solo dagli ufologi ma anche dai parapsicologi sia perché molto spesso i testimoni degli avvistamenti ufologici sono persone dotate fin dall’infanzia di poteri paranormali sia perché capita anche abbastanza spesso che i testimoni di avvistamenti ufologici, soprattutto se si tratta di incontri ravvicinati, acquistino poteri paranormali che in precedenza non avevano.

A questo punto riteniamo opportuno mettere in evidenza le somiglianze e le differenze esistenti tra le teorie di John Keel e quelle di Jacques Vallée, l’altro fondatore della teoria parafisica. Partendo dalle innegabili somiglianze esistenti tra le teorie dei due ufologi, potremmo dire che quelle di entrambi gli autori in questione sono senza dubbio due teorie che si inseriscono nell’ambito delle teorie cospirazioniste, in quanto anche Vallée è convinto che gli abitanti della “dimensione di Magonia” vogliono condizionare e manipolare gli esseri umani come hanno sempre fatto sin dagli inizi della storia del genere umano. Vallée cerca anche di spiegare in che modo avvenga questa manipolazione elaborando la teoria dell’“effetto termostato”, teoria che ora cercheremo di esporre in maniera sintetica. Prima di farlo, vogliamo mettere in evidenza che come abbiamo sostenuto in due nostri libri ovvero “I credenti degli UFO” e “Riflessioni sociologiche sul mistero degli UFO” tale teoria riveste una grande importanza non solo nel sistema di pensiero di Vallée, ma nell’intera storia dell’ipotesi parafisica dell’origine degli UFO. Con tale teoria l’ufologo franco-americano cerca di comprendere in che modo le entità parafisiche che si trovano nella dimensione di Magonia influenzano e manipolano le credenze ed i comportamenti degli esseri umani sin dagli inizi della storia dell’umanità. In tale teoria Vallée si serve della metafora del termostato che come tutti sanno ha la funzione di mantenere la temperatura esistente in una casa su un valore gradito agli abitanti della casa stessa. Di conseguenza il termostato evita che all’interno della casa si raggiunga una temperatura inferiore o superiore a quella voluta dagli abitanti della casa. Secondo Vallée gli abitanti della dimensione di Magonia fanno in modo sin dagli inizi della storia del genere umano di mantenere nelle varie epoche storiche un clima sociale, culturale, politico e religioso che sia compatibile con il loro scopo e il loro obiettivo, che sostanzialmente è sempre lo stesso nelle varie epoche storiche, cioè esercitare la loro influenza ed il loro controllo sulle credenze e sul comportamento degli esseri umani. Per dirla in altro modo, le entità parafisiche della dimensione di Magonia (universo parallelo al nostro o se si preferisce una dimensione parallela alla nostra dimensione) vogliono sempre e comunque mantenere in tutte le epoche storiche una “stimmung” ed una “weltenschuung” che permetta loro di manipolare gli esseri umani, ragion per cui quando si rendono conto che il clima socio-culturale sta subendo delle variazioni che potrebbero creare problemi al loro obiettivo di controllare e manipolare gli esseri umani, immediatamente, così come fa il termostato in una casa, si danno da fare per ristabilire un clima socio-culturale, una “stimmung” compatibile con i loro obiettivi. Secondo Jacques Vallée gli abitanti della dimensione di Magonia per ristabilire il clima culturale a loro gradito sul nostro pianeta possono utilizzare sia travestimenti attraenti sia travestimenti terrorizzanti in quanto essi sono consapevoli che gli uomini sono molto sensibili ed influenzabili sia da tutte le cose che li spaventano molto sia da tutte le cose che li attraggono molto.

Dopo aver descritto sinteticamente la teoria dell’“effetto termostato” dell’ufologo franco-americano, cercheremo di mettere in evidenza le somiglianze esistenti tra la teoria di Keel e quella di Vallée. Volendo schematizzare al massimo grado possiamo dire che sia le teorie di Vallée che quelle di Keel sono definibili con tali aggettivi: dualistiche, parafisiche, cospirazioniste, fortiane e diacroniche.

Le teorie di Vallée possono essere definite dualistiche perché partono dal presupposto che le entità parafisiche si trovano in una dimensione, in un universo diverso dal nostro cosicché esiste un radicale dualismo tra il nostro universo ed il loro universo, che Vallée definisce “dimensione di Magonia” (nel folklore medievale la mitica terra di Magonia era il mondo abitato da gnomi, elfi e fate. Secondo le credenze medievali esistevano dei varchi che mettevano in contatto il nostro mondo con la terra di Magonia, cosicché in determinate condizioni fate, elfi e gnomi potevano entrare nel nostro mondo e gli esseri umani potevano entrare nella terra di Magonia). Anche la teoria di John Keel può essere considerata una teoria dualistica perché si basa su una radicale opposizione tra mondo fenomenico e “noumeno”, anche se il dualismo è meno accentuato rispetto a quello riscontrabile nel pensiero di Vallée.

Il sistema di pensiero elaborato da Jacques Vallée può essere anche definito parafisico perché gli abitanti della dimensione di Magonia non sono divinità o demoni oppure semidei (entità metafisiche) ma sono abitanti di un universo parallelo al nostro. Anche la teoria di John Keel deve essere considerata una teoria parafisica e non metafisica perché il superspettro non è una divinità ma è un’entità che si trova in una zona dello spettro elettromagnetico non percepibile dai nostri sensi ma comunque nel nostro universo.

La teoria di Jacques Vallée deve anche essere considerata una teoria di tipo cospirazionista in quanto sostiene che gli abitanti della dimensione di Magonia tramano e cospirano ai danni degli esseri umani sin dagli albori della storia dell’umanità al fine di esercitare e mantenere il loro controllo e il loro dominio sul genere umano per motivi che lo stesso Vallée ammette di non essere in grado di specificare, anche se l’ufologo franco-americano avanza l’ipotesi che possano esistere dei legami tra la nostra dimensione e la dimensione di Magonia, cosicché gli abitanti di tale dimensione potrebbero essere costretti a tenere sotto il loro controllo il comportamento degli esseri umani per evitare che tale comportamento eserciti degli effetti indiretti non graditi sulla loro dimensione. Anche la teoria di John Keel deve essere considerata una teoria di tipo cospirazionista in quanto l’ufologo americano è convinto che il superspettro consideri gli esseri umani una sua proprietà come gli allevatori considerano i capi di bestiame una loro proprietà. Per tale motivo il superspettro ritiene che sia un suo diritto manipolare il genere umano.
La teoria di Jacques Vallée può anche essere considerata una teoria tipicamente fortiana perché parte dal presupposto che esiste una dimensione misteriosa che avvolge e manipola gli esseri umani senza che essi se ne rendano conto. Anche la Teoria di John Keel è senza dubbio una teoria di matrice fortiana perché parte da questo stesso presupposto.

Infine la teoria elaborata da Jacques Vallée deve anche essere considerata una teoria diacronica, in quanto parte dal presupposto che bisogna studiare tutte le epoche storiche per individuare in ognuna di esse l’azione manipolatrice degli abitanti della dimensione di Magonia. Anche la teoria di John Keel deve essere considerata una teoria diacronica perché l’autore americano è convinto che il superspettro abbia esercitato la sua influenza sul genere umano in tutte le epoche storiche.

Per quanto riguarda le differenze significative esistenti tra la teoria di Jacques Vallée e quella di John Keel a nostro avviso bisogna dire che esistono solo due differenze fondamentali tra il pensiero dei due ufologi americani. In primo luogo mentre Jacques Vallée pone gli abitanti di Magonia in un universo parallelo al nostro John Keel pone il superspettro nel nostro stesso universo. In secondo luogo Jacques Vallée è convinto che anche se il fenomeno UFO non è creato dagli esseri umani ma dalle entità parafisiche di Magonia esistono tuttavia dei gruppi di potere umani che vogliono strumentalizzare la credenza nell’esistenza del fenomeno UFO per rafforzare il loro potere nei confronti degli altri esseri umani. Tale convinzione di Vallée non è presente nel pensiero di John Keel.

Nella parte finale di questo articolo prenderemo in considerazione brevemente alcune possibili applicazioni della teoria di John Keel del superspettro ai fenomeni misteriosi. Secondo l’ufologo americano la presenza nel nostro mondo di creature terrificanti e mostruose non in tutte le epoche storiche ma solo in un limitato periodo di tempo è dovuta all’azione del superspettro, che utilizzando l’energia a sua disposizione ha creato tali creature e le ha mandate nel nostro mondo. Per fare degli esempi concreti, per Keel le apparizioni di fantasmi, i racconti terrorizzanti su entità demoniache quali incubi e succubi, i racconti riguardanti i vampiri e i licantropi non nascono dalla fantasia degli esseri umani ma dalla presenza momentanea di tali creature spaventose nel nostro mondo ad opera del superspettro. Secondo Keel anche l’ondata di aeronavi che interessò una parte degli Stati Uniti nel 1896-97 fu opera del superspettro allo stesso modo in cui gli avvistamenti ufologici della nostra epoca sono opera del superspettro. Secondo Keel anche i fenomeni che si verificano nelle sedute spiritiche e le apparizioni dell’uomo falena sono opera del superspettro il quale sarebbe anche responsabile degli incontri che gli esseri umani avevano nel medioevo con gnomi, elfi e fate. Come si vede quindi John Keel attribuisce una vasta gamma di fenomeni misteriosi apparentemente non collegati tra loro all’azione del superspettro. Vogliamo chiudere questo articolo con una breve considerazione riguardante i racconti che hanno come protagonisti i vampiri. Nel nostro libro “I miti della società contemporanea” abbiamo messo in evidenza il fatto che siamo rimasti colpiti dal ritorno di interesse nei confronti dei vampiri che si è verificato nella società contemporanea. Ad esempio abbiamo evidenziato che molti romanzi, molti film e alcune serie di telefilm hanno come protagonisti i vampiri, ed inoltre abbiamo altresì messo in evidenza in tale libro che anche in alcuni video di cantanti di successo sono presenti i vampiri. Se teniamo presente che soprattutto nell’Europa orientale, in un determinato periodo storico, quasi tutti gli individui erano terrorizzati dalla convinzione che i vampiri esistevano realmente, ci renderemo conto che tale terrore non poteva nascere solamente dalle fantasie di qualche pazzo o da qualche allucinazione, ma da fatti che dovevano avere qualche riscontro oggettivo. Dal momento che trascorso quel periodo storico il terrore collettivo suscitato dai vampiri è sparito tale fatto farebbe pensare che Keel potrebbe avere ragione quando afferma che era il superspettro a creare i vampiri in quel periodo storico in varie nazioni europee, cosicché i racconti terrorizzanti riguardanti i vampiri non erano frutto dell’immaginazione collettiva popolare ma dell’azione del superspettro. Una volta che il super spettro ha smesso di creare con la sua energia i vampiri il terrore suscitato da tali creature della notte in varie nazioni europee è finito.

                                                                                                                   
Giovanni Pellegrino

Riferimenti bibliografici:
G. Pellegrino, I credenti degli UFO, Edisud, Salerno, 2002
G. Pellegrino, Riflessioni sociologiche sul mistero degli UFO, Progetto Immagine, Torino, 2007
G. Pellegrino, I miti della società contemporanea, New Grafic Service, Salerno, 2007
John Keel, Creature dall’ignoto, Fanucci, Roma, 1978
J. Vallée, Messaggeri di illusioni, Sperling & Kupfer, Milano, 1984
J. Vallée, The Invisible College, Dutton, New York, 1975

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