Uno degli studi più coinvolgenti ed “impressionanti” in cui mi sono imbattuto negli ultimi anni, è una ricerca condotta da un pool di scienziati russi, che ribalta e rettifica pesantemente la cronologia della storia, così come ci è stata insegnata nelle scuole e nelle università fino ad oggi. Un’opera composta da 7 volumi, per un totale di circa 8.000 pagine, redatta da matematici, storici, astronomi, condotti dal prof. Anatoly Fomenko, membro onorario di varie Accademie: Scienze, Scienze Naturali, Scienze dell’Educazione Superiore, Scienze tecnologiche, ecc. […] In Italia le tesi di Fomenko non sono mai state accettate (guarda caso), sbrigativamente criticate e definite pseudoscientifiche, benché gli editori dell’opera offrano pubblicamente 10.000 dollari a chiunque venga a confutare, scientificamente, anche una sola delle informazioni proposte da questo immane lavoro… Comunque, le conclusioni di questi scienziati, dopo decenni di ricerche basate su calcoli astronomici e analisi statistiche delle antiche fonti e manufatti, sono sostanziali e logiche: la storia sarebbe costituita da un intreccio di menzogne sugli eventi antecedenti il XVI secolo. Non esiste una sola evidenza scritta, o manufatto che possa essere tracciato prima dell’anno 1000, e tutti i metodi di identificazione archeologica, paleografica, al carbonio 14, ecc., delle antiche fonti e degli antichi manufatti sono palesemente inesatti e contraddittori. […] La storia com’è oggi presentata accademicamente è stata redatta, contraffacendo un guazzabuglio di fonti, dai vari monaci benedettini nel buio isolamento dei tanti conventi sparsi per l’Europa, principalmente tra il XIV e il XVI secolo, dove sono state prodotte innumerevoli copie di presunti antichi manoscritti greci e latini i cui originali si sono volatilizzati nelle epoche buie, il tutto cementato dal potere delle autorità ecclesiastiche. In pratica, quasi tutti i dati ufficiali della cronologia storica sarebbero sfacciatamente falsi! Tutti gli eventi a noi conosciuti sarebbero in realtà avvenuti nel medioevo, dall’anno mille in poi, con contrazioni temporali tra i 1000 e i 1800 anni, con repliche e sovrapposizioni cicliche di personaggi, città, guerre, scritti, epiche, ecc.
Il Professor Anatoly Fomenko
LA CITTÀ DI TROIA, NON È QUELLA CHE CONOSCIAMO
Per arrivare dove voglio arrivare, cercherò prima di riassumere quanto possibile alcuni dettagli di questa rivoluzionaria titanica ricerca. Prendiamo per esempio Troia, città che ogni giorno di più assume un ruolo fondamentale nella vera storia della nostra civiltà. La guerra troiana descritta da Omero nell’Iliade (Omero o meglio Saint Homerus, francese, vissuto in realtà nel XIII sec.) non sarebbe altro che il racconto, rom-anticizzato, della prima crociata avvenuta in Costantinopoli, alias Troia, come dimostrano tutte le stampe e miniature dei vari artisti del medioevo, in cui quando ritraggono la guerra di Troia la incorniciano visibilmente tra le note mura di Costantinopoli, con le mezze lune Ottomane sulle torri, e soldati con armi e paramenti palesemente medievali. E Costantinopoli come sappiamo era la Roma d’oriente, ma come vedremo tra poco, forse era semplicemente Roma, il cui potere si è “trasferito” in Italia, dopo esser transitato in Francia… Infatti per Fomenko & co., la Roma imperiale e quella papale sarebbero contemporanee, nel medioevo (XIV sec.!), e gli imperatori nient’altro che gli imperatori germanici del Sacro Romano Impero, replicati con dei controtipi appartenuti a un lontano, oscuro passato così come la Cattività Avignonese dei Papi (o Babilonese, come la chiamava il Petrarca nel 1300, o forse meglio ancora Troiana) era la fuga dei sacerdoti dalla Costantinopoli (alias Troia) in guerra. Infatti, ad avvalorare l’itinerario di questo esilio, scopriamo che in Puglia c’è un paese che si chiama Troia, e in Francia, proprio vicino ad Avignone c’è Troyes (Troia); e guarda caso la capitale della Francia si chiama Paris (cioè Paride); senza scordare che il primo nome della capitale dell’attuale Inghilterra, prima di Londinum, era “New Troy”. Così continuando le nubi della storia pian piano si diradano, e quando nel XV secolo Papa Pio II (ovvero “Enea” Piccolomini, tra l’altro mio lontano antenato, di cui posseggo alcuni scritti inediti) autore dei “Commentarii”, prima opera di cronaca contemporanea, real time, ardiva autodefinirsi il Papa n. 9; evidentemente aveva valide ragioni, e nozioni, per asserirlo…
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