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ANATOMIA DI UNA BOMBA di F. Masella, A. Saso, M. Torrealta

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I rilievi sono stati compiuti da 2 professori di Fisica libanesi, Mohammad Ali Kubaissi e Ibrahim Rachidi. I dati rilevati, di 700 nanosivert all’ora, mostravano una radioattività notevolmente maggiore di quella media nella zona Beiurt 35 nSv/hr. Successivamente il 17 Settembre Ali Kubaissi ha portato il ricercatore inglese Dai Williams, dell’ organizzazione ambientalista Green Audit, nello stesso luogo a prelevare campioni che poi sono stati inviati a Chris Busby che è consigliere tecnico del comitato di supervisione sull'uranio impoverito dipendente dal Ministero della Difesa del Governo Britannico. Questi campioni vengono spediti al laboratorio nucleare di Harwell, uno dei più autorevoli centri di ricerca del mondo. Il 17 ottobre Harwell comunica i risultati delle analisi: su 10 campioni, due contengono radioattività.


Il 2 novembre un altro laboratorio britannico, la Scuola di Scienze Oceanografiche, conferma il risultato di Harwell: nel cratere di Khiam c'è uranio leggermente arricchito. Anche Rainews24 ha portato un campione prelevato da Dai Williams ad essere analizzato alla Facoltà di Scienze della terra dell’Università di Ferrara e le analisi ancora in corso hanno individuato una struttura anomala: la superficie del campione è composta da silicati di alluminio e ferro, elementi normali in un frammento di suolo. Guardando all'interno si scoprono invece piccolissime bolle nelle quali si rileva un'alta concentrazione di ferro. Ulteriori analisi chiariranno l'origine di queste strutture: quello che al momento sembra certo è che non sono il frutto di un processo naturale:

Di quale arma si tratta? Quale arma lascia tracce di radiazioni e produce effetti cosi’ letali e circoscritti?
Il ricercatore Dai Williams è convinto che si tratti di una nuova classe di armi che utilizza uranio arricchito non attraverso processi di fissione ma utilizzando nuovi processi fisici tenuti segreti per almeno 20 anni.
Anche il Fisico Emilio del Giudice dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Milano arriva alle stesse conclusioni: ci sono due possibilità per spiegare l’origine dell'uranio arricchito trovato a Khiam:
1) L’Uranio era già presente nella struttura della bomba, ma questo non spiegherebbe razionalmente l’ uso di questo materiale che è allo stesso tempo pericoloso per la sua radioattività e costoso .
2) L’arricchimento è la conseguenza dell’utilizzo della bomba, ma questa seconda possibilità è difficilmente compatibile con gli effetti conosciuti delle bombe nucleari convenzionali ed implicherebbe nuovi fenomeni fisici recentemente scoperti. L'esercito israeliano ha negato l'uso delle armi ad uranio in Libano. Ma come difendersi dai possibili danni provocati dall’uranio? Che precauzione prenderanno i militari dell'Unifil nella zona e che tipo di analisi sono state fatte per scongiurare questi rischi? Il Documentario affronta direttamente queste domande.

(Tratto da www.rainews24.rai.it)

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