“Non intendo negoziare con me stesso in
pubblico”, uno che il mese scorso asseriva di voler aiutare il processo
di pace
in Irlanda del Nord prima di interrompere la riunione dicendo che
doveva
“andare a farsi un hamburger”, è stato incensato per la sua
ispirata leadership
dai cosiddetti “intellettuali” ed elevato al rango di personaggio
dell’anno.
Forse il fatto che la rivista Time
dedicò a suo tempo la sua copertina anche a Hitler non è
del tutto casuale…
Chissà cosa ne
pensano gli abitanti di Falluja, che stando ad una dichiarazione fatta
il 21
dicembre dallo Sceicco Hareth Suliman Al-Dari, segretario generale
dell’AMS,
ovvero l’associazione irachena degli studiosi islamici, sarebbe
“completamente
distrutta e sabotata; è diventata inabitabile, senza acqua,
elettricità né
strutture fognarie. Il tanfo dei cadaveri è dappertutto mentre i
fumi di armi
internazionalmente bandite [utilizzate dalle forze statunitensi
occupanti]
coprono il cielo. Non penso che la popolazione possa rientrarvi a
breve, anche
se le forze di occupazione lasciassero il terreno. Probabilmente ci
vorranno
mesi, o anni”.
Per quanto
riguarda “l’attentato” (chissà perché chiamarlo per
quello che è, un attacco,
dà tanto fastidio ai mezzi di “informazione”…) alla base
americana di Mosul, le
contraddittorie versioni dei fatti che si sono susseguite mi fanno
sospettare
che le cose non siano andate come ci viene raccontato: alcune voci non
confermate parlano di un camion Mercedes imbottito di esplosivo,
penetrato
nella base e saltato per aria proprio in prossimità delle
cucine, provocando
ben più vittime di quelle dichiarate. Personalmente prendo con
le pinze questi
resoconti, anche perché se le cose stessero davvero in questi
termini, be’,
penso che prima o poi la verità salterebbe fuori… ma il punto
non è questo: il
punto è che adesso la strategia della guerriglia sembra
cambiata, tanto da
potersi permettere precisi ed efficaci attacchi direttamente nel cuore
delle
installazioni militari statunitensi. Non sono più azioni
effettuate contro
pattuglie o convogli all’esterno, bensì all’interno di una base
americana, con
una esecuzione ed una tempistica che sottolineano anche una
pianificazione ed
un lavoro di intelligence particolarmente accurati.
E se fosse
solo l’inizio di una nuova fase di questa sporca guerra? Tanti auguri:
alcuni
membri del parlamento britannico, tornati da un’ispezione alle loro
truppe in
Iraq, hanno dichiarato di prevedere che possano stazionarvi per altri
dieci
anni…
Nel frattempo,
nel vicino Iran sono state arrestate più di dieci spie
appartenenti
all’organizzazione terroristica Mujahedin Khalq Organization (MKO) che
secondo
Ali Yunesi,
responsabile dei servizi segreti, sarebbero al servizio
degli Stati
Uniti. Sembra infatti che queste spie nucleari passassero informazioni
false o
obsolete agli USA i quali, pur sapendolo, se ne vorrebbero servire come
prove
atte a costruire un “caso Iran”.
Insomma, ci
risiamo… e allora via, cambiamo aria e andiamo a vedere che succede su
Marte,
dove uno strano fenomeno simile ad un autolavaggio spaziale ha
aumentato di
parecchio le prestazioni di Opportunity,
uno dei due rover statunitensi che ne stanno esplorando la superficie.
Qualcosa, o qualcuno, ha costantemente ripulito dalla polvere i
pannelli solari
del veicolo quando questi erano richiusi durante la notte marziana.
Come
risultato della pulizia, i pannelli di Opportunity
lavorano quasi al massimo delle loro prestazioni fornendo 900 watt/ora,
contro
gli appena 400 del fratellino Spirit.
Be’, a giudicare dalla pozzanghera visibile in questa foto, l’acqua su
Marte
non manca di certo…