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Avanza in Italia la dittatura sanitaria e vaccinale

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La storia la scrivono i vincitori, quindi è sempre diversa dalla realtà? Ne parliamo con Teodoro Brescia Dottore di ricerca, docente e scrittore e autore del libro...

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Il laboratorio Italia è molto spesso all'avanguardia in tema di sperimentazioni; è quello che sembra accadere anche nel caso del tanto discusso decreto legge Lorenzin, che impone da nove a dodici vaccinazioni obbligatorie, a seconda della fascia di età, a tutti i minori da 0 a 16 anni, rendendo tale pratica medica “preventiva” condizione imprescindibile per l'iscrizione alla scuola di ogni grado, dal nido alle superiori (in particolare, dodici vaccinazioni per i nati dal 2017 in poi, dieci per i nati dal 2012 al 2016, nove per i nati dal 2001 al 2011). Pubblicato il 7 giugno sulla Gazzetta Ufficiale, si tratta di un misura d'urgenza approvata dal Consiglio dei Ministri sull'onda della risonanza mediatica data al “picco epidemiologico di morbillo” (su cui si è allarmato persino il New York Times del 2 maggio scorso), che secondo il Ministero della Salute sarebbe esploso per l'abbassamento eccessivo del numero di vaccinazioni dirette a contrastarlo, mettendo così a rischio la vita stessa di migliaia di persone [informazioni in contrasto con quelle che vi abbiamo fornito sull'ultimo numero di PuntoZero, in cui citavamo la recente sentenza della Corte di Cassazione federale tedesca che stabiliva la mancanza di prove scientifiche sull'esistenza del virus del morbillo, e di conseguenza l'inefficacia del vaccino contro di esso, e seri dubbi sulla sua stessa composizione, ndr] [1].

A volere il provvedimento il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, la collega dell'Istruzione, Valeria Fedeli, ed il Sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Maria Elena Boschi; il ministro Lorenzin in particolare ha prestato la sua visibilità politica a sostegno del decreto, avvalendosi soprattutto della collaborazione con il direttore generale del Ministero, Ranieri Guerra, già membro del consiglio d'amministrazione della Fondazione GlaxoSmithKine, che prende il nome dalla omonima azienda farmaceutica, produttrice anche di alcuni dei vaccini resi obbligatori dal provvedimento. Proprio la sinergia tra Lorenzin e Guerra ha fatto affibbiare al decreto il nome di “Lorenzin-Glaxo”, oltre a “decreto strappa-figli”, per le misure coercitive inizialmente previste nei confronti dei genitori che non sottopongano i figli alle vaccinazioni in oggetto, che, prima del riesame del Senato, si spingevano fino alla sottrazione della potestà genitoriale.

Le vaccinazioni rese obbligatorie dal provvedimento, che si basa sulle indicazioni del Piano nazionale dei vaccini 2017-2019, sono: anti-poliomelitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti Haemophilusinfluenzae tipo B, anti-meningococcica B, anti-meningococcica C, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella.
In base al decreto, le somministrazioni dei vaccini potranno essere omesse solo nel caso certificato questi possano recare pericolo alla salute del giovane paziente (che in questo caso può iscriversi a scuola ugualmente), o per chi abbia già contratto le malattie in oggetto, dimostrando, tramite certificazione medica, di aver già sviluppato i relativi anticorpi. Per tutti gli altri, l'iscrizione a scuola non sarà possibile in caso di mancata vaccinazione, così come agli asili nido e alle scuole dell'infanzia. Le sanzioni per i genitori che si rifiutassero di adempiere all'obbligo (salvo modifiche del Senato successive alla stesura dell'articolo) vanno dai 500 ai 7500 euro, oltre alla possibile revoca della responsabilità genitoriale da parte del Tribunale dei minori; sanzioni anche per i dirigenti scolastici che omettessero di segnalare mancate vaccinazioni nei loro istituti. Il provvedimento è stato inoltre accompagnato dal varo di una nuova “campagna straordinaria di sensibilizzazione” da parte del ministero della Salute e del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.
Le soluzioni vaccinali che saranno oggetto di somministrazione massiva sono: Infanrix Hexa, esavalente (prodotto da Glaxo); Hexyon, esavalente (Sanofi Pasteur); Bexsero, monovalente contro il meningococco di gruppo B (Novartis); i vaccini contro il meningococco di gruppo C, Meningitec (Pfizer), Menjugate (Novartis), Neisvac C (Baxter); due vaccini monocompetenti contro la varicella, Varilrix (Glaxo) e Varivax (Sanofi Pasteur); i vaccini trivalenti contro morbillo, parotite, rosolia ovvero MMRVaxPro (Sanofi Pasteur), Priorix e Priorix Tetra (Glaxo), e Proquad (Sanofi Pasteur).

Sin dal suo annuncio, il provvedimento ha trovato la contrarietà di molte famiglie, di cittadini a favore della libertà di scelta vaccinale, e anche di numerosi medici. A motivare tale contrarietà è principalmente la natura coercitiva del decreto, che oltre a non tenere conto della possibile pericolosità di molti dei vaccini indicati, lo renderebbe incompatibile con diversi articoli della Costituzione.
In particolare, il Movimento Contro Autismo fa notare come l'articolo 32 della Carta Costituzionale stabilisca che “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”, e che la legge sia a sua volta vincolata a non violare “i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. L'articolo successivo, 33, stabilisce inoltre che “l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento”: pertanto, il decreto limiterebbe fortemente la libertà di approccio scientifico al tema delle vaccinazioni e delle malattie virali. In questa direzione sembra orientata anche la sentenza n. 27 della Corte Costituzionale, redatta da Gustavo Zagrebelsky, affermando che…

“non è lecito, alla stregua degli artt. 2 e 32 della Costituzione, richiedere che il singolo esponga a rischio la propria salute per un interesse collettivo, senza che la collettività stessa sia disposta a condividere, come è possibile, il peso delle eventuali conseguenze negative”;

quindi, anche di fronte ad un interesse generale collettivo, il diritto alla salute del singolo verrebbe ugualmente salvaguardato. Il Movimento Contro Autismo segnala anche l'incompatibilità del decreto con la Legge 28 marzo 2001 n. 145, che ratifica ed introduce la Convenzione di Oviedo sui diritti dell'uomo e sulla Biomedicina (del 4 aprile 1997), che regola (artt.5, 6, 7, 8, 9, del II capitolo) il consenso informato, obbligatorio per le vaccinazioni, per tutti i cittadini o per i loro legali rappresentanti (i genitori o tutori per i minori), istituendo il principio dell'autodeterminazione in materia di salute. Il vaccino rappresenterebbe infatti un trattamento preventivo proposto a persone sane, non uno stato di necessità. Nessuna coercizione, dunque, sarebbe legalmente possibile.
Ma l'elenco di leggi di cui il decreto Lorenzin-Glaxo sembra non tenere conto, secondo il Movimento Contro Autismo, sarebbe ancora lungo e comprenderebbe anche:

  • gli articoli 2, 3, 10 e 34 della Costituzione;
  • gli articoli II-63, II-81 e II-84 della Costituzione dell'Unione Europea;
  • l'art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo;
  • gli articoli 3, 10, 14, 20 e 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'UE;
  • gli articoli 4, 5 e 13 del Patto Internazionale sui Diritti Economici, del 19 dicembre 1966;
  • gli articoli 4 e 5 della Convenzione Internazionale contro la discriminazione nel campo dell’educazione, adottata dalla XI Conferenza Generale dell’UNESCO di Parigi del 14 dicembre 1960;
  • l'art. 9 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, del 4 novembre 1950, e l'art. 2 del Primo protocollo aggiuntivo del 20 marzo 1982, della stessa Convenzione;
  • l'art. 4 della Carta Europea dei Diritti del Malato di Bruxelles.

Insomma, sembrerebbe esserci materiale per innumerevoli ricorsi legali? Il primo finora a muoversi in questa direzione è stato il Codacons, nota associazione per la tutela dei consumatori, che già a poche ore dalla firma del decreto da parte del presidente Mattarella annunciava attraverso il suo presidente Carlo Rienzi di impugnarlo, poiché…

“contenente misure che cozzano con la nostra Costituzione e che rappresentano un danno per le famiglie a tutto vantaggio delle aziende farmaceutiche”.

Sulla stessa riga anche il Movimento Nazionale Genitori Onlus (Moige), che ricorda come l'Italia sia “nella top ten mondiale degli stati migliori per la salute dell'infanzia, con il più basso tasso di mortalità infantile”, ritenendo ingiustificati pertanto gli allarmi lanciati dal Ministero per giustificare “scelte illiberali e coercitive, con decreto d'urgenza”.
Intanto, oltre alle molte manifestazioni indette da genitori e attivisti contro il decreto e l'imposizione vaccinale, sono arrivate reazioni negative anche da alcune amministrazioni locali. È il caso del Consiglio provinciale di Bolzano, che ha approvato il 7 giugno un emendamento in cui si dichiara contrario all'obbligo e a favore di una maggiore libertà di scelta per le famiglie, in presenza di numerosi genitori che hanno assistito alla votazione, con l'approvazione dell'assessore alla sanità Martha Stocker. Contrarie al decreto anche le amministrazioni regionali di Liguria, Lombardia e Veneto. Quest'ultima, per volontà del suo presidente Luca Zaia, ha presentato ricorso contro il provvedimento alla Corte Costituzionale, ritenendo “controproducente” l'obbligatorietà, che andrebbe nella direzione opposta a quella della maggior parte dei paesi UE (in 15 dei quali non vi sarebbe obbligo ma solo una “raccomandazione”). Il Veneto fu la prima regione infatti ad abolire l'obbligatorietà vaccinale, nel 2007, ed il suo Presidente teme che la reintroduzione dell'obbligo possa avere oggi un effetto boomerang: “la coercizione crea una reazione per cui c’è più abbandono delle vaccinazioni”, spiega Zaia (Il Giornale di Vicenza, 14 giugno 2017). Secondo l'assessore veneto alla Sanità, Luca Coletto:

“emergono già iniziative di mamme che pensano di organizzarsi in nidi domiciliari. È l’inizio della fuga, e il controllo allora diventerà ancora più difficile”.

E se fosse così?
Tornando alla vicina provincia di Bolzano, ad esempio, sarebbero già 130 i genitori sudtirolesi che per sfuggire all'obbligo di vaccinazione per i propri figli sarebbero in procinto di chiedere “asilo politico” all'Austria, come segnalato nelle prime settimane di giugno anche da testate internazionali come Russia Today.

A questo punto, è lecito chiedersi da dove nasca l'improvvisa volontà governativa di imporre fino a dodici vaccinazioni obbligatorie. Secondo il sito Autismo e Vaccini, il Piano nazionale per le vaccinazioni, alla base del decreto Lorenzin-Glaxo, sarebbe la trasposizione italiana di un analogo piano vaccinale del Center for Desease Control, il centro per il controllo sulle malattie statunitense: l'ente, accusato in passato di aver insabbiato la stretta correlazione tra vaccini ed autismo, si sarebbe posto l'obbiettivo di vaccinare il 90% dei bambini entro i primi 15 mesi di vita in cinque anni, scegliendo il morbillo come 'indicatore' dello sviluppo della campagna. L'Italia, in seguito ad una riunione della Global Health Security Agenda tenutasi a Washington il 29 settembre 2014, attraverso Lorenzin e Guerra (questi era all'epoca consigliere scientifico dell'ambasciata italiana negli USA) si sarebbe assunta l'impegno di essere paese guida in Europa, insieme al Portogallo, di questa strategia vaccinale (che al di fuori del Vecchio Continente coinvolge anche Pakistan, India, Corea del Sud, Yemen ed Arabia Saudita).

Perché solo questi Paesi e non altri? Chi ha deciso di sottoporre a sperimentazione la popolazione del nostro Paese? Che senso ha, con gli spostamenti di oggi, obbligare in Italia e Portogallo e non nelle vicine Spagna, Francia e Germania?”,

si chiede il sito Autismo e Vaccini.
Ma se rispondere è cortesia, c'è da credere che le nostre istituzioni non mostreranno buona educazione.

Nel frattempo, insieme all'adozione di questa nuova strategia vaccinale sembra in corso negli ultimi mesi anche un vero e proprio giro di vite all'interno delle istituzioni mediche, contro i medici definiti “anti-vaccinisti” e più in generale non conformi alle prescrizioni terapeutiche “tradizionali”. Una serie di espulsioni che con tempestività sembra andare nella direzione auspicata da Matteo Renzi che, da Presidente del consiglio, il 29 settembre 2016 proponeva di radiare tutti i medici contrari alle vaccinazioni, ospite al congresso di GlaxoSmithKine dedicato alla “vaccinazione del futuro”.
Il primo ad essere colpito, con la radiazione dall'albo, è il medico trevigiano Roberto Gava, reo di avere espresso critiche alla somministrazione vaccinale. Oltre alle pubblicazioni di Gava in tema, la ciliegina sulla torta per l'Ordine dei Medici di Treviso sarebbe stata una lettera aperta al direttore dell'Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi, firmata insieme a 119 colleghi. Nella lettera (di cui abbiamo parlato su PuntoZero un po' di tempo fa [2]), si affermava che i bambini non vaccinati, secondo l'esperienza medica dei firmatari, apparirebbero globalmente più sani e meno soggetti ad alcune malattie, comprese quelle infettive, e si invitavano le istituzioni mediche a sedersi attorno ad un tavolo per tener conto di tutte le posizioni in materia.

Insieme a Gava, analoga sorte per un altro firmatario della lettera aperta, Dario Miedico, tra i fondatori di Medicina Democratica, radiato dall'Ordine dei Medici di Milano. E potrebbe presto toccare lo stesso al veronese Claudio Sauro, a cui si imputano anche posizioni contrarie alla chemioterapia: accusato di proporre alternative naturali in luogo della terapia generalmente prescritta per il cancro, Sauro afferma di aver già ricevuto comunicazione ufficiosa dal presidente dell'Ordine dei Medici di Verona della futura radiazione, anche se al momento sarebbe ancora in attesa di pronunciamento. Una accusa che lo accomuna a Paolo Rossaro, radiato nel mese di giugno dall'Ordine dei Medici di Padova, perché ritenuto responsabile della morte di un paziente, che avrebbe seguito con metodi alternativi alla chemioterapia. Rossaro, che come gli altri colleghi radiati ha trovato un forte sostegno da parte di suoi pazienti e di molti comuni cittadini, secondo Il Gazzettino del 29 Aprile scorso sarebbe stato contattato, ben prima della radiazione, anche dai genitori della giovane Eleonora Bottaro.

La vicenda della ragazza, di cui abbiamo parlato su PuntoZero n. 4 [3], morta l'estate scorsa all'interno della struttura ospedaliera di Schiavonia (Pd) e ammalata in precedenza di leucemia, è stata oggetto di una forte campagna mediatica a favore della chemioterapia e contro le terapie alternative, che secondo i media (contrariamente alla ricostruzione emersa dalla nostra analisi) avrebbero portato alla morte della giovane. A distanza di qualche mese, nell'aprile scorso i genitori di Eleonora, Lino e Rita Bottaro, sono stati accusati dalla procura di Padova di omicidio colposo per aver “influenzato” la figlia, all'epoca minorenne, impedendole “la somministrazione di idonea terapia”. I genitori hanno risposto al pm con una lettera, pubblicata parzialmente dal Corriere del Veneto del 26 maggio scorso, in cui, oltre a ribadire la libera scelta della figlia, hanno ricordato che…

“la medicina non è matematica per cui non vi è alcuna certezza né in ordine alle reali cause del decesso di Eleonora né al fatto che, se si fosse sottoposta alla chemio, sarebbe guarita”.

E segnalano come la loro non sia una vicenda esclusivamente privata, ma che tocca l'intera società: se passasse la linea della procura di Padova, secondo gli avvocati dei genitori, Mastalia e Giacomin,

“dovrebbero essere sottoposti a indagine tutti i genitori che hanno figli che delinquono, bulli, che fanno uso di droghe o affetti da disturbi alimentarli, per il solo fatto che, evidentemente, non sono stati in grado di fornire ai propri figli l’insegnamento ritenuto eticamente e moralmente corretto”.

Un passo decisivo, quindi, verso una dittatura educativa, oltre che sanitaria, che potrebbe toccare nel vivo tutte le famiglie italiane. E che crea un grave precedente nell'abbattimento delle ultime frontiere a salvaguardia della libertà individuale e dell'inviolabilità del corpo umano.


Note

[1] Il virus del morbillo? Non esiste secondo la Corte Costituzionale tedesca, PuntoZero, n. 5, aprile-giugno 2017, nella rubrica Sotto la Lente > per info sulla rivista clicca qui
[2] I bambini non vaccinati sono più sani, PuntoZero, n. 1, aprile-giugno 2016, nella rubrica Sotto la Lente > per info sulla rivista clicca qui
[3] Facciamo luce sulla vicenda di Eleonora Bottaro, PuntoZero, n. 4, gennaio-marzo 2017, nella rubrica Sotto la Lente > per info sulla rivista clicca qui


NOTA REDAZIONALE – Per approfondimenti sull'argomento, con particolare riferimento alla 'dittatura vaccinale', alle sue finalità e alle sue origini, vi segnaliamo la prossima uscita per Nexus Edizioni del libro di Gianni Lannes "VACCINI: DOMINIO ASSOLUTO" [di cui sarete presto informati].

 

 

 

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