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Bonus bebè, bambini, burocrazia e politica

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La storia la scrivono i vincitori, quindi è sempre diversa dalla realtà? Ne parliamo con Teodoro Brescia Dottore di ricerca, docente e scrittore e autore del libro...

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Italia: Bonus Bebè, bambini, burocrazia e politica
(scarica qui il formato pdf) 

Lettera aperta al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

Per conoscenza:
Signor Presidente della Camera dei Deputati
Signor Presidente del Senato della Repubblica
Signori Presidenti del Consiglio e di Giunta di tutte le Amministrazioni Regionali italiane

Con preghiera di trasmissione in copia:
ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari
ai Presidenti dei singoli Gruppi Consiliari Regionali

 

«Alberto, fatti vedere perché è arrivata una lettera dove sono accusato di truffa allo Stato per aver ritirato a marzo 2006 il bonus bebè del mio primo figlio.»
Dal telefono mobile, l’eco della voce allarmata e concitata di un mio amico. Quella sera stessa (notte in verità) sono a casa loro, i bambini sono stati, con fatica, messi a dormire.
Mi raccontano che nel febbraio 2006 avevano ricevuto da Lei, allora Presidente del Consiglio, una lettera indirizzata al loro bambino nato nel dicembre del 2005.
“Se la lettera è stata spedita allora vuol dire che l’Agenzia delle Entrate ha già fatto i controlli del caso e la nostra famiglia ha i requisiti per ricevere il bonus bebè” questo hanno pensato i neo-genitori. Quindi, Lui, il padre, i primi di marzo 2006 si recava presso l’ufficio postale indicato nella stessa lettera per ritirare la somma di mille euro per conto del suo piccolino appena arrivato. Invece, dopo 5 anni e 4 mesi, dalla Ragioneria generale dello Stato giunge una raccomandata con ricevuta di ritorno, di cui è proprio lui il destinatario.
L’impostazione delle righe che seguono ha la funzione di rendere chiara la struttura della comunicazione che ha impaurito tutte le famiglie che l’hanno ricevuta. In sintesi, al destinatario della lettera viene detto:

Hai truffato lo Stato, restituisci il denaro e ti prendi anche una denuncia penale.

Ad ognuno dei destinatari (la lettera è uguale per tutti), la Ragioneria Territoriale comunica:
– 01 di aver indebitamente riscosso il bonus bebè in quanto, il suo nucleo familiare nel 2004 aveva un reddito familiare complessivo superiore a 50mila euro, come ha accertato l’Agenzia delle Entrate,
– 02 che, al fine di percepire il bonus bebè a cui non aveva diritto ha sottoscritto una autocertificazione mendace,
– 03 che l’autocertificazione mendace comporta:
– 03a la violazione dei commi (che vedremo dopo) 331, 332, 333 dell’art. 1 della legge 23 dicembre 2005 n. 266 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006),
– 03b la violazione dell’art. 76 DPR 28 dicembre 2000,

oppure (in alternativa)
– 03c la violazione dell’art 316 ter (indebita percezione di erogazione a danno dello Stato) che comporta una sanzione amministrativa,

oppure
– 03d la violazione dell’art. 640 comma 2, n. 1, del codice penale (truffa ai danni dello Stato di cui al secondo comma numero 1 dello stesso articolo.
– 03e Con questo reato possono, eventualmente, concorrere anche i reati previsti:

negli articoli (del codice penale),
– 03e1 495 (falsa attestazione o dichiarazione a pubblico ufficiale sulla identità o sulle qualità proprie o altrui),

e
– 03e2 483 (falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico),
– 04 che di quanto contestato verrà fatta apposita segnalazione alla Procura della Repubblica,
– 05 che gli intima di restituire la somma del bonus bebè indebitamente riscossa entro trenta giorni dal ricevimento della contestazione, maggiorata di Euro 1,81 (a titolo di bollo),
– 05a che la somma deve essere versata sul conto corrente postale n. 31617004 intestato alla Tesoreria centrale dello Stato – Roma,
– 05b che il versamento deve essere effettuato utilizzando il bollettino postale con doppia ricevuta (mod. CH 8 ter),
– 05c che nella causale del bollettino va compilata la seguente frase: “Versamento al Capo X° – Cap. 2368 – restituzione bonus bebè + bollo 1,81 euro”,
– 05d che uno dei due originali della ricevuta di pagamento (o una copia autentica della stessa) sia restituita alla Ragioneria Territoriale scrivente.
– 06 La stessa Ragioneria Territoriale scrivente provvederà a menzionare l’avvenuto rimborso del bonus bebè nella segnalazione alla Procura della Repubblica (vedi punto 04),
– 07 che si intima ancora il pagamento della sanzione amministrativa pari a 3mila euro per ogni bonus bebè che risulti illecitamente riscosso essendo stata accertata la violazione dell’art. 316 ter (vedi punto 03c),
– 07a che la violazione di cui al punto 11, quando la somma indebitamente percepita è pari o inferiore a 3.999,96 Euro,
– 07b prevede una sanzione amministrativa che parte da un minimo di Euro 5.164 a un massimo di Euro 25.882, con il limite del triplo del beneficio conseguito,
– 07c che l’importo di tremila euro per ogni bonus bebè riscosso dovrà essere maggiorato di Euro 1,81 (per bollo e altre spese),
– 07d che la somma deve essere versata sul conto corrente postale n. 31617004 intestato alla Tesoreria centrale dello Stato – Roma,
– 07e che il versamento deve essere effettuato utilizzando il bollettino postale con doppia ricevuta (mod. CH 8 ter),
– 07f che nella causale del bollettino va compilata la seguente frase: “Versamento al Capo VIII° – Cap. 2301 – sanzione amministrativa per bonus bebè + bollo 1,81 euro”,
– 07g che uno dei due originali della ricevuta di pagamento (o una copia autentica della stessa) sia restituita alla Ragioneria Territoriale scrivente,
– 08 si informa il destinatario della contestazione che se si trovasse in condizioni economiche disagiate può richiedere il pagamento rateizzato della sanzione amministrativa,
– 08a facendo pervenire alla Ragioneria Territoriale la relativa richiesta entro trenta giorni dalla ricezione della contestazione.
– 09 La lettera proveniente dalla Ragioneria Territoriale termina comunicando al destinatario che deve ritenersi in mora relativamente alla restituzione del bonus bebè e al pagamento della sanzione amministrativa,
– 10 per quanto concerne la sanzione amministrativa (che ha occupato l’intero punto 7), nel finale della lettera appare il seguente chiarimento:
– 11 Il pagamento dell’importo a titolo di sanzione amministrativa dovrà essere effettuato solo dopo che il giudice penale si sarà pronunciato in merito alla punibilità della falsa autocertificazione con l’art. 316 ter del codice penale (vedi punto 03c),
– 12 al destinatario viene data facoltà di far pervenire alla Ragioneria Territoriale scrivente eventuali scritti difensivi e documenti,
– 13 ovvero il destinatario può richiedere di essere sentito entro trenta giorni dal ricevimento della contestazione,
– 14 il destinatario viene invitato a presentarsi presso la Ragioneria Territoriale, previo appuntamento telefonico, per essere ascoltato e
– 14a partecipare alla redazione del relativo processo verbale,
– 15 quindi si indica l’indirizzo cui inviare le comunicazioni, di cui al punto 12,
– 16 a margine, viene indicato il responsabile e il funzionario della Ragioneria Territoriale e i relativi telefoni per la presa di contatto. Il responsabile è anche raggiungibile via posta elettronica,
– 17 segue la pagina di relazione di notifica a mezzo del servizio postale, firmata dal Direttore della Ragioneria Territoriale. 

Basta scorrere il contenuto della lettera sopra, per punti, rappresentata per comprendere quali fossero gli effetti psicologici che si volevano raggiungere e per sollevare gravissime perplessità sulla metodologia adottata dalla Ragioneria generale dello Stato italiano, diramazione del ministero dell’Economia.
Ma cosa dunque era accaduto in quel così lontano 2006, visto dall’oggi sempre più velocizzato, che fermarsi a pensare diventa un lusso che non ci si può concedere; affannati come si è ad inseguire il sempre più dittatorio mondo economico. (Pazientate ancora per una paginetta, voi che leggete questa lettera aperta, lo so che la burocrazia si esprime in modo annoiante, ma siccome bisogna farci i conti…)
Era accaduto che, a casa dei neo genitori, senza stare a distinguere fra italiani e stranieri non comunitari, era giunta addirittura una Sua lettera signor Presidente del Consiglio indirizzata all’appena giunto fra i disperati umani.
Come era la lettera? Eccola: (Lei la conosce, chi ci legge magari no)

… – …

Intestazione: Il Presidente del Consiglio

 

Felicitazioni per il tuo arrivo

Questa è certamente la prima lettera che ti viene indirizzata. È il Presidente del Consiglio a scriverti per porti probabilmente anche la prima domanda della tua vita.
Lo sai che la nuova legge finanziaria ti assegna un bonus di 1.000,00 (mille/00) euro?
I tuoi genitori potranno riscuoterlo presso questo Ufficio Postale

(rettangolino contenente l’indicazione dell’Ufficio postale e il suo indirizzo)

… e troveranno tutte le informazioni necessarie nell’allegato a questa lettera.
Ti invio i più affettuosi auguri per una vita lunga, serena, piena di soddisfazioni e di successi e porgo ai tuoi genitori le più cordiali felicitazioni.
Un grosso bacio

Segue la firma di Silvio Berlusconi

… – …

A parte la prima domanda di economia posta all’ignaro (e già ricco di mille euro) infante, nel retro della lettera i genitori, ancora rintronati dalle sue personali felicitazioni, signor Presidente del Consiglio, trovavano le seguenti indicazioni:

REQUISITI E MODALITÀ PER LA RISCOSSIONE DEL BONUS

Per poter riscuotere il bonus di 1.000,00 euro, occorre

1 esercitare la potestà genitoriale sul bambino,
2 essere cittadino italiano o di altro paese dell’Unione Europea,
3 risiedere in Italia,
4 aver avuto un reddito complessivo, riferito all’intero nucleo familiare, nell’anno non superiore a 50.000,00 (cinquantamila/00) euro,
5 riempire l’unito modulo con tutte le informazioni richieste (le dichiarazioni rese saranno soggette a verifica) e consegnarlo all’Ufficio postale,
6 esibire all’atto della riscossione, un valido documento d’identità e la propria tessera sanitaria o in alternativa il proprio tesserino di codice fiscale, nonché la tessera sanitaria o il tesserino di codice fiscale del bambino.

La somma può essere riscossa presso l’ufficio postale dal (segue data) ed entro il (segue data).
Per ogni ulteriore informazione, ci si può rivolgere al numero 800 863 233 dalle ore 9 alle ore 17 dal lunedì al venerdì e dalle ore 9 alle 13 il sabato, o accedere al sito www.sogei.it

Segue informativa sul trattamento dei dati personali.

Il punto 5 si riferisce alla
DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI CERITIFICAZIONE (AUTOCERTIFICAZIONE) RELATIVA AL POSSESSO DEI REQUISITI PER LA RISCOSSIONE DELL’ASSEGNO DI CUI ALL’ARTICOLO 1, COMMA 331, LEGGE FINANZIARIA 2006.

Il firmante o la firmante dell’autocertificazione, dopo aver trascritto negli appositi spazi le proprie generalità dichiara 
sotto la propria responsabilità, consapevole delle sanzioni penali previste in caso di dichiarazione mendace ai sensi dell’articolo 7 del decreto del Presidente della repubblica 28 dicembre 2000 n. 445, di:
1 essere residente in Italia,
2 essere cittadino italiano o di altro paese dell’Unione Europea,
3 esercitare la potestà sul figlio.

Seguono le generalità e i dati relativi al figlio sui cui si ha potestà,
quindi il firmatario 
dichiara
 
inoltre, che il reddito complessivo del proprio nucleo familiare (1), riferito all’anno di imposta 2004, non è stato superiore a euro 50.000,00 (cinquantamila/00) e che il nucleo familiare nel 2004 era costituito oltre che dal sottoscritto dai soggetti di cui si indica di seguito il codice fiscale:

seguono i riquadri per inserire un massimo di 10 codici fiscali, quindi gli spazi per la data e la firma.
Inoltre, in fondo alla pagina, scritto piccolino, tanto per renderne facile la lettura vi è il rimando (1) che spiega cosa si intende per nucleo familiare.
(1) per nucleo familiare si intende quello costituito dai familiari a carico (di cui all’art. 12 del decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre 1986 n. 917) e dal coniuge non legalmente ed effettivamente separato, ai sensi di quanto disposto dall’art. 1 del decreto del ministro della Sanità, di concerto con il ministro delle Finanze, del 22 gennaio 1993, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana 27 gennaio 1993 n. 21.

Ora che abbiamo a disposizione tutta la documentazione che ci serve, vediamo di affrontare, insieme ai preoccupatissimi genitori gli effetti di questo bonus che si è trasformato in malus (neanche avessimo a che fare con le costose assicurazioni per le auto). Torniamo al 2006, ci servirà.

Per il 9 aprile del 2006 era state fissate le elezioni politiche.
Normale che la finanziaria in gestazione, dall’ottobre del 2005, ne tenesse conto.
Nel mondo mediatico rimbalzava l’intenzione di inserire nella finanziaria relativa al 2006 un bonus bebè di mille euro. In un lancio Ansa del 26 ottobre 2005 si parla di un accordo per un bonus per il secondo figlio di 1.000 euro per i nati sia nel 2005 che nel 2006. Calcolando che di secondi figli ne nascono fra i 230 e i 240 mila ogni anno, la Lega ritiene che con 500 milioni di euro si potrebbe accontentare tutti, inoltre si affaccia l’idea di destinare mille euro anche per i primogeniti.
Accenno alla Lega perché l’allora ministro al Welfare (inglesismo valvassorio – vassallo del vassallo del Re – per non dire Stato Sociale ed estenderlo a lavoro e affari sociali) aveva avuto la brillante idea di proporre un incentivo generalizzato alla natalità che comprendesse sia il primo che il secondo figlio, nati nel 2005, si trattava di trovare il denaro necessario.
Orientare il bonus bebè verso la natalità senza limiti di reddito significherebbe che anche i figli dei VIP ne beneficerebbero. Da qui una diatriba tutta italiana che si trasforma in guerra di emendamenti che affossa il progetto natalità. Si decide di porre un tetto prima a 40mila euro che poi si innalzerà a 45mila e quindi a 50mila.
(L’Italia di Scipio è confusa e quando mai si è desta) Alla universalità, si preferisce la parzialità. Inascoltata la voce del ministro del Lavoro e Affari Sociali (Welfare in barbaro), Roberto Maroni, che durante un convegno (vedi lancio Ansa pari data) il 30 novembre 2005 dichiara: di essere contrario a porre un tetto di reddito per il bonus bebè perché: «È una misura di carattere universale che si applica … mettere un tetto significa sprecare tempo e risorse per gli accertamenti» (Si consideri, a distanza di tempo, se almeno lui ci avesse visto giusto, piuttosto che Lei, signor Presidente, che, preoccupato, – le elezioni politiche nelle sfondo – diceva «… ci attaccheranno dicendo che diamo il bonus al figlio di Marina Berlusconi o a quello di Totti» ).
Nel gennaio del 2006 (siamo a tre mesi dalle elezioni politiche) viene annunciato che il Presidente del Consiglio scriverà a circa 600mila bambini nati nel 2005, il bonus sarà ritirabile dal 15 febbraio 2006. Le lettere partiranno con un leggero ritardo rispetto alla data prevista dalla finanziaria.
Ma vediamo insieme cosa era previsto dal comma 333 dell’articolo unico della Legge 23 dicembre 2005 n 266.

333. Il Ministero dell’economia e delle finanze comunica per iscritto, entro il 15 gennaio 2006, la sede dell’ufficio postale di zona presso il quale gli assegni possono essere riscossi con riferimento all’assegno di cui al comma 331 e, previa verifica dell’ordine di nascita, entro la fine del mese successivo a quello di nascita o di adozione con riferimento all’assegno di cui al comma 332. Gli assegni possono essere riscossi, in deroga ad ogni disposizione vigente in materia di minori, dall’esercente la potestà sui figli di cui ai commi 331 e 332, sempreché residente, cittadino italiano ovvero comunitario ed appartenente a un nucleo familiare con un reddito complessivo, riferito all’anno 2004 ai fini dell’assegno di cui al comma 331 e all’anno 2005 ai fini dell’assegno di cui al comma 332, non superiore ad euro 50.000. Per nucleo familiare s’intende quello di cui all’articolo 1 del decreto del Ministro della sanità 22 gennaio 1993, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 21 del 27 gennaio 1993. La condizione reddituale di cui al presente comma è autocertificata dall’esercente la potestà, all’atto della riscossione dell’assegno, mediante riempimento e sottoscrizione di apposita formula prestampata in calce alla comunicazione del Ministero dell’economia e delle finanze, da verificare da parte dell’Agenzia delle entrate secondo procedure definite convenzionalmente. Per l’attuazione del presente comma il Ministero dell’economia e delle finanze – Dipartimento dell’amministrazione generale, del personale e dei servizi del tesoro – si avvale di SOGEI SpA.

Voi che ci leggete, avete letto bene, le parti sottolineate in grassetto?
Bene, allora qualcuno ci vuole spiegare perché invece che il ministero dell’Economia e delle Finanze, ai circa 600mila nati nel 2005 scrive il Presidente del Consiglio, cioè Lei Dottor Silvio Berlusconi?
E non è forse ipotizzabile che proprio questa anomala procedura, avocando allo stesso Presidente del Consiglio l’invio della lettera alle famiglie dei bambini nati nel 2005, abbia innescato, a sua volta, procedure acceleranti?
E non è forse ulteriormente ipotizzabile che questa accelerazione abbia impedito agli uffici del ministero dell’Economia e delle Finanze di procedere agli accertamenti necessari perché le comunicazioni del ministero fossero esattamente dirette solo a quei nuclei familiari dei quali gli uffici finanziari avessero appurato avere i requisiti previsti per l’elargizione del bonus?
E non è forse ipotizzabile che Lei, signor Presidente del Consiglio, difformemente da quanto previsto dal su richiamato comma 333, abbia preso la decisione di scrivere direttamente la lettera di comunicazione alle famiglie della possibilità di fruire del bonus bebè per mere motivazioni elettorali?
Se il bonus bebè era previsto per un numero minore dei circa 600mila nati nel 2005, in forza del tetto reddituale, per quale motivo signor Presidente del Consiglio ha invece scritto indifferentemente a tutti? È appunto ipotizzabile che questa lettera rispondesse solo a criteri elettorali?
E, se così fosse appurato, a Lei, signor Presidente del Consiglio, potrebbe competere la responsabilità, almeno politica, della confusione interpretativa della lettera giunta presso le famiglie in modo indiscriminato?
Il 31 gennaio 2006, Lei, signor Presidente, ospite di Porta a Porta, ha dichiarato, sempre nello sfondo elettorale, « … Se la Cdl vincerà le elezioni, saranno anche aumentate le pensioni minime da 551 a 800 euro mensili.» Una dichiarazione forte. Con un appunto. Trasformare il problema serio delle pensioni in uno spot elettorale non è il massimo della politica; così come non lo è trasformare il bonus bebè in uno spot elettorale.
Lei, signor Presidente del Consiglio, non può demandare, oggi, la soluzione del problema normativo (economico-penale) che è emerso al ministro Carlo Giovanardi che (anche lui) ha scritto una lettera il 4 agosto 2011, alle (circa 8mila) famiglie (ma sono davvero 8mila?) che hanno ricevuto la minacciosa lettera dal ministero dell’Economia e delle Finanze

Cara mamma e caro papà,
sei anni fa vi arrivò una lettera firmata dal Presidente Silvio Berlusconi che vi avvertiva della possibilità di incassare un assegno di mille euro per la nascita di vostro figlio, nel caso in cui il vostro reddito complessivo fosse stato inferiore ai 50 mila euro.
Su oltre 700.000 assegni inviati e incassati dagli aventi diritto purtroppo circa 8.000, ad una verifica fatta dagli uffici sull’autocertificazione, sono risultati non in regola con quanto stabilito dal Parlamento.
Come delegato per la Presidenza del Consiglio dei Ministri alle politiche per la famiglia, innanzitutto mi scuso per i toni sgarbati e minacciosi della lettera che gli uffici del Ministero dell’economia vi hanno inviato per richiedere la restituzione di tale somma.
Come ho già dichiarato alla Camera dei Deputati giovedì 21 luglio 2011 rispondendo ad interpellanze dei Parlamentari, chi ha ricevuto la lettera può prendere contatto con gli uffici che vi hanno scritto per dimostrare la correttezza dell’autocertificazione e non procedere alla restituzione.
Se questo non fosse possibile, perché per esempio c’è stato un equivoco fra reddito lordo e reddito netto, tutto potrà venire sanato con la restituzione dei mille euro, senza interessi e se necessario anche a rate.
In sostanza, è come se una banca vi avesse prestato sei anni fa mille euro e oggi ne richiedesse semplicemente la restituzione senza nessun interesse.
Posso concordare con voi che la cosa sia spiacevole ma bisogna anche tener conto delle centinaia e migliaia di coppie a cui è nato un figlio e che i mille euro non li hanno incassati perché hanno interpretato correttamente la norma di legge.
Nell’augurare ogni bene a voi e alla vostra famiglia, colgo l’occasione per salutarvi con viva cordialità.

Sen. Carlo Giovanardi
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio

 

Non ha importanza quante siano, signor Presidente del Consiglio, le famiglie tratte in inganno fra il valore netto e il valore lordo del loro reddito complessivo.
Sono famiglie che credono nella vita, che hanno accettato e accettano il rischio di mettere al mondo figli in un tempo che, converrà, sembra non promettere gran che di buono.
Poi, signor Presidente, lasci che tiri fuori un sassolino, piccolo, piccolo dalla scarpa, non per tirarlo contro nessuno, solo per metterlo a vista.
La lettera, la sua lettera, è arrivata anche a famiglie straniere che hanno avuto bambini nel 2005. È accaduto che (Italia bella legge, diceva un ragazzo marocchino che sbarcava a Lampedusa) queste famiglie straniere, non comunitarie, abbiano ritirato il bonus pur non avendone diritto, compilando, in modo mendace, l’autocertificazione. Ai dirigenti degli Uffici postali vorrei chiedere come se la sono cavata con il punto sei dei REQUISITI E MODALITÀ PER LA RISCOSSIONE DEL BONUS, che qui riporto per comodità di lettura.

6 esibire all’atto della riscossione, un valido documento d’identità e la propria tessera sanitaria o in alternativa il proprio tesserino di codice fiscale, nonché la tessera sanitaria o il tesserino di codice fiscale del bambino.
(Il ministro Carlo Giovanardi ci dovrebbe anche spiegare la differenza fra i 700mila assegni di bonus bebè pagati agli aventi diritto, scrive appunto nella sua lettera sopra riportata, e le 600mila lettere scritte da Lei in prossimità delle elezioni politiche. Se erano 600mila i nati come hanno fatto a diventare 700mila)
Bene. Sulla vicenda degli stranieri che hanno ritirato il bonus, avendo ricevuto la sua lettera, si è scatenato un putiferio che ha investito il governo Prodi. Per poche decine di migliaia di voti il centro-sinistra vinse le elezioni, salvo entrare in crisi due anni dopo e perderle (le vinse Lei con la sua compagine politica). La Caritas informava che nel 2005 erano nati 50mila bambini figli di stranieri. Dopo una pressione mediatica a protezione delle famiglie straniere che avevano ritirato illegittimamente il bonus, il Parlamento ha emanato una sanatoria nei confronti delle famiglie immigrate non comunitarie. Nulla di male se avessi visto la stessa alzata di scudi oggi nei confronti di famiglie italiane e comunitarie in perfetta buona fede. Può nascere il dubbio che in questa vicenda non tutto appaia chiaro?
Ma c’è di peggio. Diverse Procure, soprattutto nel centro e nord Italia, hanno scoperto e denunciato extracomunitari che si presentavano presso gli Uffici postali presentando documenti falsi e ritirando il bonus di mille euro; bastava loro fare una copia della Sua lettera, signor Presidente, e l’incasso era assicurato. (Quanti di quei 700mila assegni hanno preso la strada della copiatura facile, signor ministro Carlo Giovanardi?)
Fatto sta, signor, attuale, Presidente del Consiglio che almeno a mio parere, dovrebbe essere proprio Lei a proporre una sanatoria definitiva concretissima e tranquillizzante (e non elettorale) per tutte quelle famiglie che sono state tratte, di fatto, in inganno dalla Sua lettera.
Sa perché, signor Presidente, ho ritenuto di scriverLe pubblicamente?
Perché un giorno, a Roma, parlando con un amico giornalista di lungo corso con il quale abbiamo scoperto di condividere l’educazione salesiana, mi sono sentito dire che anche Lei è dei nostri, cioè portatore di Salesianità.
Sono certo che le famiglie che aprono le porte ai bambini e magari anche decidono di adottarne in aggiunta e che si ritrovano preoccupate, ma non impaurite, a causa degli scuri scenari economici che intravedono all’orizzonte, sono portatrici di fiducia nel futuro.
Queste famiglie sono preoccupate per i risvolti penali di un bonus bebè, che personalmente ritengo non debba essere loro chiesto in restituzione.
Ritengo che Lei possa dimostrare di saper piegare il dovere istituzionale del governare alla profondità viva del rappresentare.
Per queste famiglie Le ho scritto, signor Presidente del Consiglio e mi auguro che non sia la partitica ma la POLITICA a fare da sfondo a questa lettera aperta.

Alberto Roccatano
15 agosto 2011
per www.nexusedizioni.it

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