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Boris e Romano

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Boris Johnson, l’ex ministro degli esteri inglese che durante la campagna per il referendum del 2016 sostenne che la Brexit avrebbe fatto risparmiare al Regno Unito 350 milioni di sterline ogni settimana è stato citato in giudizio per il reato di aver mentito all’opinione pubblica e aver così dirottato la scelta del popolo britannico.
Se ben ricordo in Italia anni prima un certo Romano Prodi, ex professore d’economia, ex presidente IRI, ex primo ministro, fondatore della società di ricerca economica Nomisma  e del partito dell’Ulivo, per cinque anni presidente dell’Unione Europea, l’uomo che portò l’Italia e l’Europa nell’Euro, sosteneva che “Con l’euro si lavorerà un giorno in meno e si guadagnerà come se si lavorasse un giorno in più”, una evidente falsità.
Ora mi sorge spontanea una domanda: Perché se Boris racconta fandonie finisce in tribunale sul banco degli imputati mentre se le racconta Romano non gli succede nulla? Forse perché quelle di Romano sono più grosse?
A questo punto lancio un’idea: è possibile trovare in Italia un gruppo di legali disponibili a far causa a Prodi per falso, truffa, essersi approfittato della credulità popolare, falsa dichiarazione, collusione con enti e società straniere, tradimento ecc..? 
Logicamente una causa simile costerebbe, e costerebbe parecchio perché “l’uomo delle privatizzazioni” che tra le altre cose regalò i gioielli di famiglia dello stato italiano agli stranieri sarebbe sostenuto dalle grandi banche straniere. 
In Gran Bretagna per intentare la causa a  Johnson il magnate ventinovenne Marcus Ball ha raccolto 400.000 sterline con un crowdfunding e con quei soldi vengono pagati gli onorari degli avvocati dell’accusa. 
Anche in Italia si potrebbe compiere un’operazione simile, o in Italia è impossibile per mancanza di Ball?

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