I tre giudici dell'Alta Corte britannica hanno pronunciato oggi una sentenza secondo cui il governo inglese non può invocare l'articolo 50 del trattato di Lisbona, cioè la clausola di recessione dall'Unione, senza prima passare da Westminster. Accettando l'argomentazione dei ricorrenti del Remain, l'Alta Corte ha dichiarato come non sia il governo ma il Parlamento (a stragrande maggioranza per restare nell'Unione Europea) che deve decidere.
Seguirà da parte del governo britannico del primo ministro inglese Teresa May un appello alla Corte suprema contro il verdetto dell'alta Corte, ma chiaramente si apre ora un'impasse istituzionale che allontanerà di molto l'inizio dei negoziati per l'uscita dall'Unione Europea del Regno Unito. Se mai inizieranno a questo punto.
Nigel Farage, ex leader dell'Ukip e principale sostenitore della Brexit, scrive su twitter di temere ogni tentativo di bloccare o ritardare l'azionamento dell'Articolo 50. “Non hanno idea del livello di rabbia popolare che provocheranno”, ha proseguito.
L'ex primo ministro Cameron, promotore del referendum, dopo una campagna intensa per il "Remain" si era impegnato a rispettare la decisione sovrana del popolo inglese, qualunque essa fosse. Quindi la popolazione del Regno Unito è andata alle urne consapevole che il suo voto avesse avuto un senso, non fosse solo consultivo ma avrebbe determinato una decisione in un senso o in un altro.
È davvero incredibile pensare che trattati della portata del TTIP e CETA (che creano regimi veri e proprio in grado di scalfire diritti, libertà e modificare gli assetti politico-giuridici degli stati interessati) possano essere negoziati e firmati nella segretezza più assoluta dalle oligarchie finanziarie che controllano oggi la politica, mentre la decisione sovrana di una popolazione non viene mai rispettata. Era accaduto con l'Irlanda, con la popolazione costretta a votare più volte finché non si è raggiunto la decisione, con la Francia e l'Olanda, i cui referendum sono stati totalmente disattesi con la firma del trattato di Lisbona. È accaduto in Grecia con il referendum contro l'austerità. Accadrà anche nel Regno Unito?
La lotta per la liberazione dal regime dell'Unione Europea e dell'euro è lunga e oggi ne abbiamo avuto l'ennesima prova. Alcuni esultano perché la "giustizia" ha compensato ad un "errore" della popolazione. Si tratta del ragionamento meno democratico che possa esistere, di chi, del resto, difende l'esperimento meno democratico oggi vigente, l'Unione Europea. In giornate come queste sono sempre di straordinaria attualità le parole di Mark Twain:
“Se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero fare”.
P.S I "mercati finanziari" festeggiano. E non credo si debba aggiungere davvero nulla.
Fonte: L'Antidiplomatico (link)