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“Bruciati vivi. Prove concrete. Per favore fate girare queste immagini!!!” La denuncia dello scrittore Nicolai Linin sui fatti di Odessa.

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"Ci sarà un'altra Yugoslavia, solo che questa volta i russi non si ritireranno"

"Bruciati vivi. Prove concrete. Per favore fate girare queste immagini!!!". Su Facebook, lo scrittore moldavo naturalizzato italiano Nicolai Lilin, pseudonimo di Nicolai Verjbitkii e autore del noto romanzo Educazione siberiana, ha denunciato la stampa occidentale per il racconto delle violenze in corso in Ucraina, in particolare per l'incendio della sede locale di un sindacato di Odessa. (La visione delle immagini e del video sono vivamente sconsigliate a persone particolarmente sensibili. Non le pubblicheremo per questo, rimandando per chi volesse all'acount di Lilin).
"Per contrastare i russi arriveranno i mercenari e gli estremisti islamici sponsorizzati dalla CIA che tratteranno gli abitanti locali peggio delle bestie. Ci sarà un'altra Yugoslavia, solo che questa volta i russi non si ritireranno. Ci sarà una guerra vera fino in fondo, fino all'ultimo uomo, senza pietà per nessuno. Per questo noi qui non possiamo ingoiare le bugie e le diffamazioni della stampa pilotata, dobbiamo informarci, far girare le immagini dello scempio umano in cui si è trasformata l'Ucraina, per impedire ai nostri vertici corrotti di compiacere gli assassini e i guerrafondai dell'alta finanza, per non essere anche in questo caso artefici inconsapevoli di una guerra fratricida", scrive Lilin.

Il post di Nicolai Lilin:

 

"La stampa occidentale continua a tacere sulle origini dell'orrore che si è consumato ad Odessa. Ieri in tutti i notiziari ho sentito parlare del " tragico incidente", dei "38 manifestanti morti in circostanze ancora da chiarire". I giornalisti che comunicano dall'Ucraina puntano l'attenzione dell'opinione pubblica occidentale sull'operazione di antiterrorismo guidata dalle forze speciali di Kiev contro i separatisti russi. Nessuno ha dedicato un servizio su ciò che è successo a Odessa, nessuno ha detto con semplici parole come i nazisti hanno bruciato vive le persone che manifestavano per difendere i propri diritti di cittadini.
 
Tra i commenti al mio post di ieri qualcuno ha espresso diversi dubbi sulla veridicità e provenienza delle foto, sulla veridicità dell'intera storia, sulla coerenza politica, intellettuale e anche civile. Ricordo quando a dodici anni ho vissuto la mia prima esperienza di guerra e anche noi, mentre ci nascondevamo nei sotterranei dal fuoco dei sistemi missilistici, alla radio ascoltavamo i giornalisti che descrivevano la nostra situazione, minimizzandola. Così la brutale e sanguinosa guerra del 1992 che era scoppiata in Transnistria era stata riferita al resto del mondo come "i turbamenti in Moldova". Dei morti e dei motivi reali di quella guerra qui in Occidente non ha parlato nessuno, era più importante preparare nuovi piani finanziari per sfruttare la nostra terra al meglio, per muovere le basi NATO vicino alle frontiere con la Russia per agevolare le compagnie petrolifere americane nelle trattative con i vertici russi. La diffamazione e la disinformazione sono da sempre l'arma più amata dai dittatori e potenti di tutti paesi, e i russi la sanno lunga su questo argomento ancora oggi.
 
Quindi oggi vi pubblico le foto che ieri non ho pubblicato per non turbare la vostra immagine. Il mondo deve sapere cosa è successo, come sono state bruciate vive le persone che si sono rifugiate nel palazzo, scappando dalla milizia nazionalista che compie crimini sotto la protezione del governo di Kiev, con l'appoggio degli USA e UE. Non sono pro Putin, non lo sono mai stato, ho scritto su diverse testate nazionali articoli di critica nei confronti della sua politica, delle sue politiche anti gay, della sua smania di potere. Però qui, in questa situazione disastrosa, non parliamo di appartenenze politiche o razziali, qui si tratta di capire chi di noi ha perso la propria umanità e chi no. Ieri, con molto rammarico, ho letto i commenti di alcune persone che sostengono il governo attuale di Kiev, altri commenti per la loro brutalità, assenza di umanità e rispetto per i morti sono stati direttamente oscurati da FB perché segnalati come offensivi dalla comunità del social network. Spero che questo comportamento barbaro non si ripeta, le questioni politiche non si difendono nello stesso spazio in cui si parla della morte atroce di esseri umani. Per chi vede nel mio gesto di pubblicare queste foto un'operazione politica, sbaglia. Io non faccio politica ma non posso tacere quando vedo come la mia gente viene ingiustamente massacrata e diffamata. Ieri qualcuno giustamente mi ha ricordato che in Cecenia ho visto e forse fatto di peggio. Cari amici, scrivo questi post, cerco di informare più persone possibile proprio perché non voglio che in Ucraina accada quello che è accaduto in Cecenia. Gli uomini devono imparare sui loro sbagli. I politici e gli amministratori del nuovo governo di Kiev scapperanno nelle loro splendide villette in Florida quando l'esercito russo invaderà il paese, ma la gente semplice, inebriata dai loro discorsi, rimarrà faccia a faccia con quattrocentomila uomini incazzati dell'esercito federale, e non sarà niente di buono per nessuno. Sarà la vera guerra. Bombardamenti notturni, niente luce, niente gas, niente cibo, niente medicine. Per contrastare i russi arriveranno i mercenari e gli estremisti islamici sponsorizzati dalla CIA che tratteranno gli abitanti locali peggio delle bestie. Ci sarà un'altra Yugoslavia, solo che questa volta i russi non si ritireranno. Ci sarà una guerra vera fino in fondo, fino all'ultimo uomo, senza pietà per nessuno. Per questo noi qui non possiamo ingoiare le bugie e le diffamazioni della stampa pilotata, dobbiamo informarci, far girare le immagini dello scempio umano in cui si è trasformata l'Ucraina, per impedire ai nostri vertici corrotti di compiacere gli assassini e i guerrafondai dell'alta finanza, per non essere anche in questo caso artefici inconsapevoli di una guerra fratricida".

 

Fonte: lantidiplomatico.it

Potete vedere le immagini sul profilo FB di Nicolai Linin

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