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Che i Patriot Games abbiano inizio

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Non immaginavamo che entro il 2023 la furia sarebbe andata oltre il parossismo

È ozioso soffermarsi sulla visita imbarazzante del clown di Kiev al manichino della Casa Bianca, unita a un discorso “churchilliano” ai signori del Partito della Guerra a Capitol Hill. La storia ridicolizzerà questa sceneggiata di Hollywood per secoli a venire.

Molto più succulento è l’ultimo spettacolo di PR del Partito della Guerra, sponsorizzato dalla Raytheon Productions. Dopotutto Lloyd Austin, l’attuale capo del Pentagono, è un ex piazzista di armi della Raytheon.

Dopo tanto clamore, è stato stabilito che il Pentagono non fornirà una serie, bensì una singola batteria di Patriot a Kiev, con quattro o otto lanciamissili e la versione PAC 2 o PAC 3.

Una batteria di Patriot viene fornita con radar, molti computer, apparecchiature per la generazione di energia e una “stazione di controllo dell’ingaggio”.

Invece di addestrare gli ucraini in una base dell’esercito americano a Grafenwoehr, in Germania, il Pentagono sta valutando la possibilità di addestrarli in una base americana, sicuramente Fort Sill in Oklahoma, dove vive la maggior parte degli istruttori, fianco a fianco con i loro simulatori di addestramento integrati. Sono necessari fino a 90 militari per far funzionare e mantenere una singola batteria di Patriot.

Considerando l’ampia formazione richiesta per gestire un sistema così costoso ($ 1 miliardo) e complesso, se sarà schierato sul campo durante il primo semestre del 2023 ciò significherà, malauguratamente, che gli operatori potrebbero essere americani, o almeno mercenari della NATO.

Le conseguenze implicite sono evidenti, soprattutto considerando che il Ministero della Difesa russo ha già sottolineato che il Patriot sarà considerato un obiettivo legittimo.

Quindi, supponendo che tutto quanto sopra accadrà in concreto nel 2023, sarà interessante confrontare le prestazioni dei Patriot in Ucraina con i Patriot schierati nelle terre dell’Arabia, che sono stati regolarmente dribblati, come da Messi in una classica partita, dai missili iraniani e Houthi. Gli Houthi si sono sempre dilettati nel prendere di mira le installazioni petrolifere saudite.

Ciò che potrebbe cambiare è il fatto che, a differenza della penisola arabica, tutta la potenza di fuoco collettiva di intelligence, ricognizione e satelliti dell’Occidente è in stato di allerta in Ucraina 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

L’inestimabile Andrei Martyanov ha già esposto le criticità di tutti gli elementi essenziali dei Patriot. Concentriamoci su alcuni dettagli intriganti.

Una singola batteria di Patriot eserciterà un impatto inferiore a zero sul campo di battaglia ucraino. Questa batteria in teoria dovrebbe coprire le installazioni ucraine più strategiche: un’area molto limitata, come in una piccola base militare. Questo non ha nulla a che fare con la protezione di Kiev.

Ciò che è assai più significativo, concettualmente, è che questo dispiegamento di Patriot, in connessione con altri sistemi di difesa aerea come NASAMS, IRIS-T e il possibile trasferimento del SAMP-T, dimostra ancora una volta che l’Ucraina è de facto sotto un sistema di difesa aerea multi-livello della NATO. Il Patriot è completamente integrato con NATINADS, il sistema di difesa aerea della NATO.

Traduzione, se serve: questo continua a evolversi, velocemente, in una Guerra Totale NATO contro Russia.

Che bel sistema abbiamo qui

Tutti gli occhi saranno puntati sull’escalation. Gli americani possono iniziare con un singolo Patriot solo per testare il sistema sotto un grave attacco missilistico (supponendo che i russi non lo distruggano subito. Ricordate: “obiettivo legittimo”).

È giusto considerare che lo stato maggiore russo potrebbe già pianificare come eliminarlo all’istante. Il valore delle pubbliche relazioni, per Mosca, di capovolgere l’operazione di pubbliche relazioni americana sarebbe inestimabile.

Il presidente Putin ha contenuto a malapena la sua gioia quando ha parlato con il pool del Cremlino all’inizio di questa settimana: “Il sistema Patriot non è efficace come il nostro S-300 (…) Ci sarà sempre una contromisura”.

Poi c’è la fastidiosa domanda “perché adesso?” Il vero motivo di questa consegna di “emergenza” – chiamiamola così – dei Patriot potrebbe avere a che fare con seri problemi con i sistemi americani/NATO già sul campo.

L’HAWK è miseramente incapace di intercettare i moderni missili da crociera. L’IRIS-T è piuttosto grezzo e necessita di una supervisione continua da parte dei team di manutenzione tedeschi. Anche il NASAMS è scarso dal punto di vista antimissilistico. Insomma: “inadeguato” non riesce nemmeno a descriverli tutti.

E tutto ciò sta accadendo contemporaneamente all’esaurimento dei complessi dell’era sovietica, così come dei missili guidati antiaerei che li rifornivano.

Un’altra questione chiave è chi pagherà per questa operazione di pubbliche relazioni.

L’attuale versione modificata dei lanciatori Patriot costa circa $ 10 milioni. Un singolo missile costa ben 4 milioni di dollari. La Russia spende già di fatto pochi spiccioli per i droni e ne spenderà ancora di più. Sparare un missile da 4 milioni di dollari contro un drone del valore massimo di 50.000 dollari non si qualifica nemmeno come una barzelletta.

Allora a cosa serve? Ancora una volta: ascesa dell’Impero, irragionevolmente, senza una fine in vista. Putin e la sua cerchia, in oltre due decenni, hanno provato assolutamente di tutto per integrare la Russia con l’Occidente. La Russia è stata respinta ad ogni passo. Ora questa strategia è stata dichiarata nulla e priva di effetto – fin dalla mancata risposta americana di un anno fa alle lettere ufficiali russe che richiedevano una seria discussione sull’”indivisibilità della sicurezza”. Non c’è da stupirsi che l’Impero stia andando fuori di testa.

Ora sia Putin che l’eccellente corpo diplomatico russo continuano a sottolineare, per la cronaca, che l’obiettivo collettivo dell’Occidente nell’usare l’Ucraina è provocare la disintegrazione della Russia. Quindi questa rimane una questione esistenziale tra l’agire o il morire. Non c’è da stupirsi che l’inviato russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov abbia qualificato lo stato delle relazioni Russia-USA come simile a un’era glaciale.

Quasi tre anni fa ho battezzato questo decennio, sin dall’inizio, come i Raging Twenties. È così che l’Impero ha fatto il suo gioco, proprio allo scoperto, quando ha ucciso il generale iraniano Soleimani in un attacco multiplo di droni durante una visita diplomatica ufficiale a Baghdad.

Non immaginavamo che entro il 2023 la furia sarebbe andata oltre il parossismo.

 

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