Discutendo con gli utenti sulla sua pagina di Facebook, Enrico Mentana ha coniato il neologismo webete, e ora tutti ne parlano.
L'episodio viene così raccontato da La Stampa:
"Nel rispondere all’ennesimo sconosciuto che lo contestava polemizzando sugli immigrati che stanno negli hotel di lusso mentre i terremotati dormono in tendopoli, il Direttore ha toccato un nuovo apice e coniato un’offesa che dimostra come la lingua, usata da chi ne è maestro, è ancora una spada efficacissima. «Mi stavo giusto chiedendo se sarebbe spuntato fuori un altro così decerebrato da pensare e poi scrivere una simile idiozia», commenta il giornalista. «Lei pensa che il prossimo le sia simile. Ma non c’è distanza maggiore che tra il virtuoso e il virtuale: eppure per lei se uno non grufola contro gli invasori è un fake. Lei è un webete»."
Fin qui i fatti. Ora però si pongono alcune domande: in base a che cosa Mentana ha deciso che "l'ennesino sconosciuto" si sbagli nel preoccuparsi per la fine che faranno i soldi destinati ai terremotati? Solo per il fatto che lui è "conosciuto", vuole dire che ha già ragione in partenza? O forse Mentana è in grado di dare garanzie personali su come verranno usati i soldi per i terremotati?
Nulla di tutto ciò, ovviamente. È semplicemente che lui sta "sopra" (in TV) e noi stiamo "sotto" (in rete), per cui lui ha ragione e basta. È curioso infatti che La Stampa si schieri "a priori" a favore di Mentana, definendolo addirittura uno che sa usare la lingua come un maestro. Gli fa eco il Fatto Quotidiano, che dice che con il termine webete
"Enrico Mentana definisce tutta quella categoria di persone che commentano notizie e avvenimenti sui social e sui blog esprimendo opinioni infondate, non circostanziate, cariche d’odio e qualunquismo."
Sembra quindi di capire che dietro a questo "webete" – termine che purtroppo da oggi sentiremo utilizzare fino alla nausea – si voglia raggruppare il pensiero mainstream, che teme ovviamente il sopravanzare delle "forze oscure del web".
Ma in realtà sono proprio loro, i media mainstream, che ci propinano regolarmente delle notizie senza verificarne la fonte, solo perchè hanno ricevuto una velina del Pentagono, del Dipartimento di Stato oppure direttamente da Rita Katz.
Quando "nostra signora della rete" ci racconta – ad esempio – che è stata l'ISIS a fare l'attentato in Bangladesh, i nostri media mainstream ci ripetono questa "notizia" come se fosse una verità assodata, senza nemmeno verificarla. (Invece, a sentire il governo del Bangladesh, l'ISIS in questo caso non c'entrava nulla).
Ma allora, chi sono i veri webeti? Noi, o loro?
Fonte: www.luogocomune.net (fonte vignetta: http://www.ilsocialcittadino.it/)