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Continua il mistero dei 134 miliardi di dollari sequestrati a Chiasso

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E’ già diventata un misterioso gossip di rete la notizia di qualche giorno fa riguardante il maxi-sequestro di titoli di stato americani per il valore di 134,5 miliardi dollari. Del resto 134 miliardi di dollari sono un pò tantini per passare inosservati. Eppure, il caso – per quanto bizzarro – è stato praticamente ignorato dai grandi media statunitensi, aggiungendo mistero al mistero.

Faccio un pò il riassunto delle puntate precedenti per chi non è al corrente della faccenda. Il 3 giugno scorso la Guardia di Finanza italiana ferma a 40 km da Chiasso due uomini giapponesi sulla cinquantina che viaggiavano su un treno diretto in Svizzera. Durante la perquisizione si scopre che i due uomini stavano cercando di esportare oltre 134 miliardi di dollari in buoni del tesoro emessi dalla Federal Reserve statunitense nascosti in uno scompartimento segreto dei loro bagagli.  La cosa ancora piu’ sconcertante è che il ‘bottino’ era rappresentato da 249 bond del valore nominale di 500 milioni di dollari ciascuno e 10 bond Kennedy da 1 miliardo cad. Al momento non è ancora stato accertato se i titoli sequestrati siano autentici o dei falsi. Entrambe le possibilità offrono degli scenari da panico internazionale.

Dopo essere apparsa su alcune testate giornalistiche italiane (vedi ad es. La Repubblica del 5 giugno e Il Giornale del 6 giugno), la notizia è scomparsa dai media nazionali e solo ora riemerge nella blogosphere con dettagli sempre piu’ allarmanti. Ne cito solo alcuni:

1. Nonostante l’enorme somma sequestrata, sembra che i due giapponesi siano stati rilasciati dalle autorità italiane con una minaccia di dover pagare una multa di 38 miliardi di euro (pari a circa il 40% del valore totale) nel caso i bond sequestrati fossero autentici. Gulp! A questo proposito il blog Informazione Scorretta osserva che 38 miliardi di euro corrispondono a circa un paio di manovre finanziarie italiane… una somma che ci salverebbe dal baratro economico per un pò. Eppure, come ho già detto, nessuno ne parla. Mah.

2. Secondo la Guardia di Finanza di Como che sta investigando sul caso si tratta quasi certamente di titoli falsi dato che nel 1934, data riportata sui bond sequestrati, non esistevano titoli con un taglio così alto. Se davvero fosse così ci sarebbe da chiedersi chi sono i mandanti di una simile operazione. Perché se è vero che da sempre numerosi paesi ospitano illustri falsari che producono enormi quantità di banconote da 100 dollari false, nel caso in questione il fatto che si tratti di bond di tagli così elevati fa pensare a manovre che profumano di complotto politico. A questo proposito AsiaNews osserva:

Vale la pena ricordare che vi sono alcuni precedenti storici. Durante la Seconda guerra mondiale molti Paesi hanno messo in circolazione banconote nemiche perfettamente contraffatte. In certi casi le stesse banche centrali, come ad esempio la Banca d’Italia sessantacinque anni fa – ed è un fatto storicamente accertato – hanno emesso esse stesse due o più titoli iscritti nel registro del debito pubblico nazionale con identico codice. In tal modo si poteva emettere più moneta, tutta egualmente autentica, di quanta veniva ufficialmente dichiarata. Sessantacinque anni fa era però in corso una cruenta guerra mondiale, oggi no.

Chi potrebbe beneficiare dall’instabilità finanziaria di un paese come gli Stati Uniti? Mmm, fatemi pensare…

3. Un’altra pista emersa nei giorni scorsi è quella che implica direttamente il Ministero del Tesoro americano. A questo proposito, secondo il periodico AmericaOggi potrebbe trattarsi di fondi del Tarp, Troubled Asset Relief Program, il fondo speciale del governo americano di sostegno per i titoli finanziari “problematici”.  I soldi in questione sarebbero cioè dei fondi emessi dal Ministero del Tesoro statunitense che non sono ancora stati impegnati e che sono stati “inaspettatamente” scoperti dall’amministrazione di Obama in attesa di poterli usare senza dover chiedere un’ulteriore approvazione dal Congresso. Domanda: e che ci facevano ben 134 miliardi di dollari TARP nelle mani di due giapponesi su un treno italiano diretto in Svizzera? Perché cioè stavano uscendo zitti zitti dal nostro Paese nelle mani di due illustri sconosciuti di nazionalità asiatica?

4. Il blog Informazione Scorretta invece suggerisce l’ipotesi del complotto russo, osservando che stranamente la cifra di 134 miliardi corrisponde quasi esattamente all’importo complessivo dei bond che a marzo di quest’anno erano nelle mani di investitori russi. Doppio mah. Oppure anche no, dato che gli stessi russi proprio in questi giorni minacciano apertamente di tagliare i loro investimenti in buoni del tesoro agli Stati Uniti. Se il bottino di Chiasso fosse stato loro non ci sarebbero annunci ufficiali da parte della Banca Centrale di Mosca. O no? A meno che l’annuncio serva a mascherare qualcosa andato storto. Mmmm.

5. C’è invece chi esclude categoricamente che i buoni del tesoro sequestrati siano dei falsi facendo presente che il loro taglio è troppo alto per essere negoziato clandestinamente senza dare nell’occhio. Secondo alcuni economisti, gli unici a possedere bond di questo tipo sono solo le banche centrali. Banche come, ad esempio – io la butto lì – quella giapponese che cercherebbe di vendere i suoi titoli americani al miglior offerente senza farsi troppo notare da paesi come Cina o Russia che stanno pensando di fare la stessa cosa prima che sia troppo tardi. A questo proposito è interessante osservare che proprio l’altro giorno il ministro degli Interni giapponese Kunio Hatoyama ha inviato una lettera di dimissioni con una giustificazione ritenuta da alcuni poco credibile connessa ad un disaccordo relativo alla conferma di un incarico di vertice alle Poste giapponesi… Magari lui ne sa qualcosa di tutta sta facenda. Triplo mah.

Un’ultima considerazione, come fa notare la stessa AmericaOggi, nel caso i bond si rivelino autentici c’è da chiedersi come si comporterà il nostro governo in merito alla penale:

Imporrà il pagamento di una penale da 38 miliardi di euro – rischiando uno scontro con Paesi alleati – o, senza versamento dell’ammenda, restituirà i titoli al Paese proprietario – mostrando al mondo intero che l’Italia è una sorta di protettorato semicoloniale e soprattutto violando la legge e la Costituzione italiana? Per il premier Berlusconi si tratta (si tratterebbe) di una bella responsabilità anche personale, visto che le conseguenze legali e penali sono (sarebbero) a suo carico.

E io che pensavo che certe storie esistessero solo nei film di 007.

Fonte: http://frittelle.wordpress.com/2009/06/15/continua-il-mistero-dei-134-miliardi-di-dollari-sequestrati-a-chiasso/

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