Chi ha paura di cosa? È questo che dovremmo chiederci, mentre i media nazionali riportano la sfuriata di Beppe Grillo contro i partiti presenti in Parlamento, che al MoVimento 5 Stelle (rappresentante oltre 8 milioni di cittadini italiani) vorrebbero precludere sia la presidenza della commissione di vigilanza sulla Rai sia il COPASIR, Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, ossia la commissione bicamerale di vigilanza sui Servizi Segreti. Dal suo blog, il portavoce del M5s scrive:
Il M5S non vedrà rispettati i suoi diritti di presiedere le commissioni del Copasir e della Vigilanza RAI. Andranno all’opposizione farlocca della Lega e di Sel, alleati elettorali di pdl e pdmenoelle. Un quarto degli elettori è di fatto una forza extra parlamentare.
Infatti, poche ore prima dell’affondo di Grillo, alcune testate italiane riportavano i timori del Palazzo riguardo il probabile affidamento delle due importanti commissioni alla prima forza di minoranza. Questo accade proprio mentre Maroni “sta valutando” se appoggiare o meno il governo Letta, modificando all’improvviso la sua posizione inizialmente favorevole. E mentre Laura Boldrini, eletta tra le file di Sel, si esprime a favore dell’abolizione del segreto di stato “sulle stragi che hanno insanguinato l’Italia dal 1969 ad oggi“. Non so voi, ma io mi ero chiesto, infatti, come potesse il Pd accettare di buon grado la non partecipazione del partito di Vendola alla nuova maggioranza, data l’indispensabilità dei voti piddini per l’elezione della Boldrini alla presidenza di Montecitorio… ecco la risposta. Infatti, Angela Mauro, sull’Huffington Post, riporta che:
Più che i ministeri, nella trattativa per la nascita del governo di larghe intese contano le commissioni parlamentari, quelle bicamerali che di regola spettano all’opposizione. Nello specifico: la commissione di vigilanza Rai e il Copasir. Soprattutto la seconda, quella sui servizi segreti: mica bazzecole. Lo spettro che si è ormai palesato nei palazzi, mentre proseguono le consultazioni del premier incaricato Enrico Letta con i partiti, è che la presidenza del Copasir possa finire al Movimento 5 stelle. E’ uno dei punti centrali sui quali si sarebbe inceppata la trattativa per il governo. Possibile via d’uscita: la Lega, che infatti da oggi sembrerebbe avviata verso l’opposizione. Ed è al Carroccio che andrebbe il Copasir, secondo i calcoli di chi sta tessendo la tela per l’esecutivo di larghe intese. Nello specifico al leghista Giancarlo Giorgetti, uno dei saggi indicati da Giorgio Napolitano a fine marzo per trovare una mediazione tra i poli.
Capito? Alla presidenza del COPASIR un uomo di fiducia di Giorgio Napolitano. D’altronde quello in oggetto è un ruolo di fondamentale importanza: guai se finisse nelle mani sbagliate. Grillo lo sa bene e per quello l’ha reclamato per il M5s, dato che il mandato dei neo parlamentari a 5 stelle è di “aprire il parlamento come una scatoletta”. In un paese in cui è stato coniato il termine “stragi di stato”, è una dichiarazione di guerra a chi occupa le istituzioni (pur con volti diversi) da fin troppo tempo. Il rischio purtroppo è che, nella demolizione del Palazzo, a cadere siano le Istituzioni stesse (rischio che si sarebbe evitato eleggendo al Quirinale una figura come Rodotà). Capite ora perché Grillo avvertiva che l’elezione di un presidente dell’inciucio avrebbe messo a rischio la tenuta stessa dello Stato repubblicano?
Già un mese fa, Repubblica riportava un colloquio tra Lamberto Dini e Giuseppe Pisanu, in cui il primo avrebbe detto al secondo: “Se i grillini arrivano in commissioni delicate come l’Antimafia o il Copasir è un problema. E tu lo sai”. Suscitando la reazione di Beppe Grillo: “Dini, fai outing! Se credi che il M5S al Copasir sia un problema, racconta subito tutto quello che sai”. No, Dini non lo farà, ma resta la domanda: Chi non vuole che si sappia cosa?
Articolo di Jacopo Castellini