Salve a tutti
Prima di scrivere questo articolo, ho aspettato lo svolgimento del G20 di Londra, dal cui orientamento delle decisioni, a mio avviso, si può ricavare l'andamento futuro della crisi economica attuale.
Quello che leggerete (nella 2° parte) è una teoria diversa, dalle tre più sostenute in questo momento, che con alcune di loro non è discordante ma aggiunge altre possibili cause, importanti e significative, che sono alla base di una possibile crisi economica-sistemica dei paesi occidentali nel prossimo futuro.
Inizio con il riassumere brevemente le altre teorie:
1° teoria – Crisi economica difficile ma superabile
E' quella dell'informazione ufficiale, dei governi e degli economisti vicini alla finanza mondiale che, dopo aver cercato di negare per anni (quanti anni? risponderò alla fine) l'arrivo della crisi economica, dal 2008 ne ammettono l'esistenza.
A loro avviso, la colpa è di una finanza speculativa che ha portato alla creazione di prodotti finanziari di dubbio valore in misura di 4.000 miliardi di dollari (nel 2008 il PIL mondiale è stato di circa 56.000 miliardi di dollari) i quali rischiano di bloccare l'intero sistema bancario e finanziario e di conseguenza l'intero sistema economico.
Soluzione uscita dal G20 e USA (nazione che più ha contribuito al crescere di tipo di speculazione):
1) per evitare il blocco del sistema, gli asset passivi (definiti tossici) devono essere acquistati dagli stati o dai privati (con finanziamenti statali) al fine di liberare il sistema bancario e finanziario, che una volta liberato da questi titoli passivi sui bilanci, potrà a sua volta rifinanziare l'economia.
2) le banche centrali abbassano i tassi di interesse ed immettono nel circuito bancario molto denaro a basso costo che, a loro avviso, sarà assorbito dal circuito economico con conseguente ripresa dei consumi e dell'economia.
Secondo loro, questa manovra non comporterà a breve rischi di inflazione (aumento dei prezzi), perché loro ritengono che ora ci troviamo in piena deflazione (diminuzione dei prezzi).
3) Investimenti importanti di lungo corso da parte degli stati, per rilanciare l'occupazione e l'economia.
Epilogo (secondo il G20): una ripresa lenta inizierà già nel 2010 per poi accelerare nel 2011.
(in sostanza questa attuale, sarà una crisi economica più dura di quella degli ultimi decenni, ma la ripresa è assicurata).
2° teoria – Crisi economica e sistemica di lunga durata
E' quella della maggior parte dell'informazione alternativa (definita anche: libera, controinformazione, ecc.. ) che ha, in moltissimi casi, anticipato l'arrivo della crisi (già dal 2005 alcuni economisti liberi, sono stati in grado di prevedere eventi della crisi che dal 2007 si sono puntualmente verificati).
Qui si parte da un visione sicuramente più pessimistica dove si ritiene che la così detta "economia di carta di dubbio valore" possa arrivare a 150.000 miliardi di dollari (2,6 volte il PIL mondiale) ad una visione catastrofica, dove si ritiene che questa arrivi a 700.000 miliardi di dollari (12,5 volte il PIL mondiale).
Vorrei chiarire che i "titoli tossici" non sono la stessa cosa della "carta di dubbio valore" nel quale vengono compresi altri asset determinati da sofisticati strumenti finanziari, che per i più pessimisti rappresentano una economia che non ha una copertura reale.
Soluzioni proposte:
Le soluzioni proposte non sono molte (perché per molti è difficile agire su un problema così grande), ne cito una che per me è tra le più interessanti.
1) Nazionalizzazione delle sole banche commerciali al fine di assicurare la copertura dei conti correnti e i finanziamenti alle imprese strategiche, produttive e di interesse sociale, congelamento di tutti i gli asset tossici e lasciare la sorte di tutto il resto al mercato; nel frattempo investire in opere a lungo termine per riavviare gradualmente la ripresa economica. http://www.movisol.org
(In sostanza, assicurarci che le strutture vitali rimangano in piedi nazionalizzandole, pagare tutti con una profonda e lunga recessione tutti gli eccessi del sistema, cercando di fare in modo che questa colpisca di più coloro che hanno speculato).
Epilogo: Visto che questo non si sta facendo, secondo coloro che affermano questa teoria, si andrà verso una crisi economica e sistemica che potrà durare da 5 a 10 anni per i più ottimisti ed a conseguenze molto peggiori (crisi geopolitica, guerre, carestie, ecc…) per i più pessimisti.
3° teoria – complotto per nuovo ordine mondiale
E' quella dei così detti "complottisti", che affermano che questa crisi è pilotata da poteri occulti al di sopra della politica.
Questi poteri starebbero causando una crisi economica globale per poter intervenire, quando la crisi diventerà sistemica, fornendo come soluzione un governo mondiale.
Secondo questa teoria questo governo non sarà espressione dei popoli ma, sarà controllato da pochi potenti (che per molti che sostengono questa teoria, coincidono con le persone ai vertici della piramide massonica e delle banche).
Soluzione: Combattere contro il sistema bancario, finanziario e le multinazionali che, secondo questa teoria, controllando la politica degli stati, tengono i popoli in una sorta di dittatura-schiavitù mascherata da false forme di governo democratiche.
Epilogo: se non si riuscirà a fermare questo progetto di governo mondiale, si arriverà ad una dittatura mondiale attraverso il controllo totale del denaro e del potere da parte di poche strutture sovranazionali governate da pochi potenti.
Prima di formulare la mia teoria, commento quanto scritto sopra:
Dopo anni che seguo sia l'informazione "ufficiale" che l'informazione "alternativa", devo dire che la seconda, se viene con intelligenza filtrata da alcuni eccessi (cercando la conferma delle notizie su più fonti, che nel tempo si dimostrano attendibili), si è dimostrata più attendibile della prima.
Forse l'informazione ufficiale, visto che si rivolge al grande pubblico, deve rispondere maggiormente a problemi di cautela o come dicono coloro che la combattono è asservita al potere, sta di fatto che sempre più spesso si dimostra in ritardo ed incompleta su temi importanti, per poi essere omni presente ed ossessionante fin nei minimi particolari quando si parla di fatti di poca rilevanza.
Un esempio: Siamo stati informati della crisi economica solo quando oramai era evidente a tutti ed ancora oggi l'informazione ufficiale se ne occupa superficialmente, ma sappiamo tutto sul delitto di Cogne fin nei minimi particolari.
Sembra quasi che sistematicamente si amplifichino alcune informazioni meno importanti per nasconderne altre di interesse vitale per i cittadini.
Questo mi porta a pensare che quello che ora l'informazione ufficiale, in simbiosi con i governi, sta affermando su questa crisi economica non corrisponda a verità; è possibile che questa informazione venga controllata e ridimensionata anche nell'interesse dei cittadini (magari per evitare panico che poi potrebbe a sua volta innescare processi che destabilizzano dell'economia) ma, a mio avviso, per le ragioni sopra espresse si configura poco attendibile.
Quindi io ritengo che la 1° teoria, potrebbe essere in qualche modo non completa e che le soluzioni messe in campo riusciranno solo a rimandare la crisi, ma non ad innescare una reale nuova ripresa economica.
A mio avviso la 2° teoria, si configura come più attendibile e coerente ma (come cercherò di dimostrare di seguito) non è ancora completa, anche se già da sole le problematiche che mette in evidenza, potrebbero innescare un crollo economico-sistemico nel mondo o quanto meno nei paesi occidentali.
Trovo le soluzioni coerenti con quanto affermato nella teoria, ma proprio perché ritengo l'ipotesi incompleta anche le soluzioni proposte, potrebbero essere non efficaci.
Per quel che riguarda la 3° teoria; in questi anni ho trovato moltissime informazioni interessanti a suo sostegno è ritengo che debba essere presa in seria considerazione.
Mi soffermerò su questa teoria, perché la ritengo probabile e la più difficile da risolvere. Mi preoccupa anche la soluzione che molti prospettano cioè, combattere il sistema esistente, perché io non penso possa portare a buoni risultati.
Mi spiego: Se solo una piccola parte della società si solleverà contro questa oligarchia mondiale (che si crede controlli nazioni potenti) non si farà che il loro gioco; piccole rivolte o sabotaggi al sistema (che i governi presenteranno al pubblico come manifestazioni violente di minoranze), verranno trasformate in una delle ragioni, per instaurare un forte sistema di controllo da parte degli stati, (così come stanno sfruttando il "terrorismo" per limitare la nostra libertà con leggi speciali).
Calcoliamo che la maggior parte delle persone, non hanno nessuna informazione se non dai canali ufficiali, milioni di persone (specialmente in Italia) vivono in modo parassitario di questo sistema, altri milioni di persone ritengono questo sistema frutto di un costante sviluppo della crescita umana e quindi anche se non perfetto, lo ritengono il migliore a disposizione ed altri milioni di persone vivono alla giornata, senza nessuna voglia di impegnarsi in qualcosa che migliori la società.
Saranno proprio questi cittadini, oramai impauriti dalla recente crisi economica, che quando inizieranno i primi disagi e le prime violenze (da parte dei nuovi poveri) che chiederanno allo stato di imporre regole più dure contro coloro che minacciano il sistema.
La dittatura, per milioni di persone (specialmente per i parassiti del sistema) è preferibile alla instabilità sociale.
Il fascismo è stata una dittatura ben accettata dagli Italiani ed ha anche prodotto cose positive nella nostra società, come si può far capire alle persone che una dittatura delle oligarchie non assomiglierà al fascismo, ma più ad una forma di schiavitù.
Basta vedere le elezioni italiane del 2008, i tre principali candidati: Berlusconi (l'uomo forte, il decisionista, il concentratore di potere) – Veltroni (il progressista, che non cambia nulla) – Casini (va bene come va) – Di Pietro (colui che vuole cambiare il sistema).
Risultati a spanne, 45%, 30%, 5%, 5%, conclusione il 80% degli Italiani vuole un uomo forte, decisionista, che concentri il potere e non cambi nulla del sistema e chiaramente tutti vogliono stare meglio. Solo un 5% ritiene che questo sistema sia fortemente da rivedere e modificare.
In queste condizioni se il 5% – 10% della popolazione, anche se con sentimenti nobili, volesse combattere una battaglia contro il sistema non potrebbero farlo.
Purtroppo non siamo pronti, non tutto il mondo è la Francia, l'unico popolo che si dimostra coeso e sempre presente quando ci sono da difendere diritti che i loro antenati hanno conquistato in dure battaglie di decine di anni; forse la Germania e altri stati del nord Europa hanno popolazioni capaci di capire ed intervenire come i Francesi, ma il resto del mondo è in una condizione pietosa.
Le oligarchie, nascoste dietro governi democratici e non, oramai controllano da decenni decine di nazioni.
La speranza di tutti era che, il nuovo presidente USA combattesse nel suo paese queste oligarchie, visto che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, la NATO, il FMI e la banca mondiale, sono il mezzo con il quale l'oligarchia mondiale ha conquistato il mondo, tramite le banche, le multinazionali e gli eserciti (dove le prime due hanno fallito).
Le oligarchie hanno distrutto e saccheggiato decine di nazioni, condannandone i popoli alla miseria, un colonialismo mai finito che distrugge da secoli, la possibilità di miliardi di uomini di uscire dalla povertà.
Purtroppo è bastato poco tempo per verificare come anche Obama sia un burattino in mano a questi poteri che controllano il mondo.
Ho aspettato il G20 proprio per verificare questo, ma a le soluzioni proposte non lasciano dubbi; il finanziamento con i soldi pubblici del sistema bancario e finanziario, senza la completa nazionalizzazione dello stesso e la punizione esemplare dei responsabili della crisi, dimostra quando oramai i governi mondiali, non siano espressione dei popoli, ma dell'oligarchia proprietaria del sistema bancario e finanziario.
Non fatevi incantare dalla sirena della lotta ai paradisi fiscali, questa battaglia non rappresenta di certo un ripristino della legalità.
In effetti serve per far rientrare attraverso un condono fiscale, le migliaia di miliardi di dollari ed euro, che le associazioni mafiose, le banche e la grande finanza, hanno nascosto nei paradisi fiscali.
In un paese onesto, gli unici soldi che potrebbero rientrare con il condono sono quelli di cui si può dimostrare la provenienza (onesta), ed allora se queste somme, sono sfuggite alla tassazione, prima ci si pagano le tasse e poi il condono.
Ma se questi soldi non hanno una provenienza legale, questi dovrebbero essere sequestrati, non ripuliti attraverso un condono, questo a casa mia si chiama riciclaggio è lo stato lo dovrebbe combattere e non favorire.
Ma questi soldi hanno una funzione strategica, in tutta questa crisi economica. Questi soldi serviranno, a chi gestisce l'economia mondiale, a comprasi le proprietà degli stati e dei cittadini, che verranno svendute durante questa grave crisi economica.
Chi vuole scommettere che mentre, ci fanno parlare di terremoto, loro stanno facendo una legge condono per il rientro dei capitali; e non faranno nessuna legge per il sequestro dei soldi di provenienza illecita, depositati nelle banche dei paradisi fiscali.
Continuiamo con il G20, riporto un articolo che parla delle decisioni del G20 che rafforza questa 3° teoria.
Difatti chi sostiene la teoria di un Nuovo Ordine Mondiale, afferma che il mezzo che verrà usato dalle corporazioni mondiali per arrivare ad una dittatura globale, sarà quello di creare un'unica moneta mondiale in mano ad un organo sovranazionale tipo FMI http://it.wikipedia.org/wiki/Fondo_Monetario_Internazionale .
Articolo da http://www.movisol.org/09news063.htm
10 aprile 2009 (MoviSol) – Il vertice del G20 a Londra, che il politico francese Jacques Attali ha giustamente paragonato ad "un incontro di alcolisti anonimi in un’enoteca", ha superato perfino le aspettative più negative. In una dichiarazione rilasciata durante una delle conferenze stampa finali, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha dichiarato che: "di solito in questi vertici lavorano molto gli Sherpa (consiglieri dei leader), moltissimo i ministri, e quasi nulla i capi di governo. Qui a Londra è stato il contrario, noi ministri non abbiamo fatto nulla e hanno fatto tutto i capi di governo, lavoravano e si applaudivano anche da soli, fra loro".
Come afferma il comunicato finale, i 20 capi di stato e di governo hanno deciso di "triplicare fino a 750 miliardi di dollari le risorse disponibili del Fondo Monetario Internazionale, stanziare altri 250 miliardi di dollari in Diritti Speciali di Prelievo (DSP), ed altri 100 miliardi di dollari alle Banche di Sviluppo multilaterali, garantire 250 miliardi per finanziare il commercio, e di utilizzare le risorse addizionali risultanti dalla vendita dell’oro del FMI per finanziare i paesi più poveri". In totale, un programma di 1.100 miliardi di dollari.
Inoltre, il comunicato annuncia che "questa espansione fiscale senza precedenti" arriverà a 5.000 miliardi di dollari entro la fine dell’anno.
L'aspetto peggiore di questa "espansione fiscale senza precedenti" è la decisione di stampare 250 miliardi di dollari di Diritti Speciali di Prelievo, che indica l’intenzione di andare verso un sistema valutario soprannazionale come quello invocato da George Soros, Gordon Brown ed altri fantocci dell’Impero britannico. I DSP sono “pezzi di carta stampati in cantina dai funzionari del FMI” come ha scritto sarcasticamente il Wall Street Journal il 1 aprile. Tuttavia, se un paese fa richiesta di DSP, il credito sarà denominato in una valuta nazionale. Ad esempio, se un paese vuole dollari, essi vengono addebitati sul suo conto in DSP, e quindi accreditati in quello in DSP americano. Lo stesso vale per altre valute nazionali o regionali quali l’Euro. In questo modo, il FMI diventa l’istituzione determinante di un sistema monetario soprannazionale, che di fatto batte moneta nazionale sopra la quale le nazioni non detengono alcun potere.
——–
Chi volesse approfondire il tema di come e perché l'emissione del denaro possa essere usata per instaurare una dittatura, rimando a questo video http://www.ecolcity.it/cms/eco-moneta
Al problema della 3° teoria, proverò a dare risposta nella 2° parte di questo articolo, ma vi anticipo che io sto già provando una soluzione e mi sono reso conto che per questo cambiamento non siamo pronti.
Come abbiamo visto, le 3 teorie dominanti sulla crisi economica 2008 – 2009 – 2010, spiegano tutte che gli eccessi nel nostro sistema capitalistico, hanno rischiato (per alcuni) o rischiano (per altri) di far crollare l'economia mondiale, mentre per altri ancora, esiste un complotto per arrivare ad una dittatura globale.
Quindi in questo momento storico, per i più, il problema maggiore sono gli eccessi introdotti nel sistema, e non le distorsioni del sistema stesso.
Si cerca a tutti i costi, di spostare l'attenzione sugli eccessi prodotti da uomini, società finanziarie, banche, politica ecc..; mi domando, perché non si mette in dubbio il sistema, come è stato fatto quando il comunismo è crollato in Russia?
Ma se ora, anche il capitalismo si rilevasse un fallimento, con cosa si potrebbe sostituire? Non sarà questo è il vero problema; per cui si preferisce pensare che togliendo gli eccessi il capitalismo funzioni e che le cose ritorneranno a posto.
Anche se esistono molte nuove idee, è utopico pensare che possano essere accettate dalle masse in breve tempo.
Io voglio dimostrare come il vero problema, non sono stati gli eccessi (se non come accelerazione del processo), ma che il problema è insito nel sistema, quindi se la crisi è del sistema, anche ipoteticamente togliendo gli eccessi, il risultato nel medio o lungo termine non cambierebbe; c'è anche da dire che gli eccessi in un sistema umano, dipendono dalla variabile uomo, quindi nessun sistema può esserne immune.
Vorrei anche sottolineare che, i sistemi economici e di governo non nascono come risultati di calcoli scientifici matematici che cercano di prevedere che il sistema si sviluppi nel tempo in modo di ottenere la migliore efficienza e giustizia possibile.
La maggior parte dei sistemi umani nascono spesso dagli interessi di forze dominanti, da compromessi storici, dalla esigenza di risolvere problemi sociali attuali (senza possibilità o volontà di occuparsi dei problemi futuri); quindi difficilmente questi hanno una coerenza a lungo termine, è molto più facile che riescano ad essere coerenti nel breve termine, ed in spazi ridotti.
Per esempio per quanto riguarda le società umane, gli interessi delle generazioni di un determinato momento storico, potrebbero non coincidere con quelli delle generazioni future.
In effetti, a mio avviso, esiste nel sistema capitalistico una mancanza di base il quale dimostra che esso non è un sistema coerente.
Se il capitalismo fa della competizione e dell'egoismo umano, il suo motore ed ammette che l'uomo possa impegnarsi solo per se stesso, come mai non mette un limite al principale eccesso (ricchezza) che egli, per definizione e di fatto, può procurare.
Ora vi illustrerò la mia teoria esprimendola con una formula matematica.
La formula: La capacità del capitalismo di distribuire ricchezza è inversamente proporzionale allo sviluppo tecnologico ed alla diversità dei mercati (diversità della ricchezza dei popoli e dei diritti dei lavoratori).
Faccio una importante premessa, valuterò la situazione più positiva possibile, cioè non considererò le variabili e gli eccessi, che incidono negativamente sul sistema (es. speculazione finanziaria, corruzione, riduzione delle risorse energetiche e delle materie prime , costi da inquinamento ecc..); quindi se il capitalismo non funziona cosi, ovvero depurato da tutte le variabili negative, vuol dire che è un sistema sbagliato.
Se una persona esprime una formula, sta a lui dimostrare che funzioni, quindi procedo:
Ci sono tre attori principali nel libero mercato: i proprietari delle attività produttive, i dipendenti che vi lavorano, i consumatori (tutti).
Il mercato funziona quando un impresa produce una merce che viene acquistata da un consumatore, l'imprenditore paga i suoi dipendenti e ha un suo personale guadagno, quindi dipendente ed imprenditore si trasformano in consumatori.
In una condizione ideale tutte le figure si devono bilanciare, in effetti se l'imprenditore non paga i suoi dipendenti questi non possono essere consumatori e l'impresa, non potendo vendere le merci prodotte, fallisce.
Il capitalismo (libero mercato) mette il consumo, alla base del suo sviluppo.
Uno dei principi base del capitalismo è che se non lavori, non puoi consumare; da questo ne consegue che affinché il sistema produca ricchezza generalizzata, occorre una larga base di lavoratori e di consumatori.
Il fatto che il lavoratore ed il consumatore coincidono e si possono muovere in libertà sono la forza del capitalismo, ed in effetti questo ha prodotto enorme ricchezza ed ha contribuito ad un benessere diffuso (magari a scapito dell'ambiente, ma questa è un'altra storia).
Ora vediamo, in che modo la tecnologia contribuisce nel lungo termine ad indebolire il capitalismo:
Gli imprenditori in concorrenza tra di loro, utilizzano la tecnologia per essere più competitivi e la tecnologia aumenta la quantità di produzione a parità di lavoratori; ora le scelte sono 2:
1) Si riducono i dipendenti
Soluzione non proponibile, visto che i dipendenti sono anche i consumatori; se questi non possono più comprare si dovrà ridurre la produzione, con la conseguenza di riduzione dei dipendenti, innescando una spirale negativa.
2) Si aumenta la produzione.
In effetti questa è una strada auspicabile (inquinamento a parte) perché aumentano i beni prodotti, ed anche perché questo comporta che vi deve essere anche un aumento degli stipendi, altrimenti, i consumatori, non possono comprare i maggior prodotti disponibili.
Fin qui abbiamo visto come il capitalismo (perfetto), possa generare ricchezza.
Ora vediamo cosa succede se la tecnologia aumentando la capacità di produzione satura il mercato, a quel punto la capacità di consumare diventa costante (praticamente ai due lavori 8 ore le passi a produrre, e 8 ore a consumare), mentre la produzione aumenta, anche in questo caso le scelte sono:
1) Si riduce la produzione.
Questa soluzione non è proponibile perché in questo modo si riducono i dipendenti – consumatori, innescando una spirale negativa.
2) Si fanno durare le merci di meno (obsolescenza programmata, esempio con la moda) e/o si riducono i costi utilizzando materiali meno buoni (durata minore).
In questo modo, si può guadagnare tempo, ma la fine si arriva comunque a saturare il mercato. (lasciamo perdere il maggiore inquinamento che si produce).
Se poi i prodotti si comprano e non si usano, per cui si fanno lavorare persone non per produrre beni ma rifiuti, si crea inefficienza nel sistema.
3) Si spostano i lavoratori dalla produzione di beni ai servizi o allo svago per creare nuovi consumatori.
Questo però non risolve il problema perché anche questi, producono un bene (anche se non fisico) che deve essere consumato, altrimenti questi lavoratori non possono essere consumatori dei beni prodotti.
4) Si spostano i lavoratori dalla produzione di beni ai servizi gestiti dallo stato (si ricorre alle assunzioni pubbliche).
Questo comporta che a fronte di minor lavoratori che producono, aumentano coloro che forniscono servizi pubblici; fino ad una certa misura questo concorre positivamente alla creazione della ricchezza e del benessere, ma oltre una certa soglia determina una inefficienza del sistema che porta lo stato ad indebitarsi.
5) Si importano nuovi consumatori (attraverso l'immigrazione).
L'inserimento di stranieri più poveri, determina una nuova richiesta di beni, ma anche di posti di lavoro, se si prende anche in considerazione che molti stranieri inviano parte di quello che guadagnano verso le loro nazioni di origine, si può ritenere che questo apporto sia sostanzialmente irrilevante.
Mentre si innesca il fenomeno di lavoro nero a basso costo che tende ad abbassare anche gli stipendi dei lavoratori nazionali, riducendo la capacità dei lavoratori di consumare.
6) Si cercano altri consumatori in altre nazioni (globalizzazione).
Se nella globalizzazione, ci si rivolge a paesi avanzati con mercati già saturi, si avrà uno scambio di merci, ma la situazione generale non cambia.
Allora si deve accedere a mercati non saturi dove esistono milioni di persone in uno stato di povertà; questi però non possono consumare, perché non hanno reddito; quindi li devi trasformare prima in lavoratori, affinché avendo reddito possano comprare le merci che l'impresa produce.
A questo punto le imprese multinazionali, dei paesi sviluppati, aprono loro sedi produttive nei paesi dove i mercati non sono saturi.
In questo caso però il costo della mano d'opera in quei paesi è molto più basso dei paesi più sviluppati, e quindi le imprese producono, in quei paesi, merci ad un costo più basso di quello che hanno nei paesi sviluppati.
In effetti, almeno inizialmente, le imprese non possono vendere nei paesi poveri i loro prodotti (più evoluti) costruiti nei paesi sviluppati, ma sono costretti a rivendergli i prodotti a basso costo costruiti in loco.
Quindi in questa fase, i problemi di sovrapproduzione nei paesi sviluppati rimangono, mentre nei paesi poveri inizia il processo di sviluppo.
A questo punto cominciamo a vedere come la globalizzazione, influisce negativamente sul capitalismo nei paesi sviluppati.
In un mercato libero, non si può impedire che l'impresa (multinazionale) cerchi il massimo profitto, quindi l'impresa riporta i prodotti che produce (a basso costo) nei paesi poveri e li rivende nei mercati sviluppati a costi (almeno inizialmente) simili a quelli presenti in quel mercato.
Questo costituisce una fonte di arricchimento enorme per le aziende multinazionali, che possono produrre a 10 e rivendere a 100, cosa impossibile se si produce in paesi sviluppati.
Inizia quindi una fase di aumento dell'importazione nei paesi ricchi di prodotti costruiti nei paesi meno sviluppati, mentre le esportazioni dei paesi ricchi rimangono costanti (perché ancora non si è ancora creata nei paesi poveri una massa di consumatori benestanti, in grado di acquistare merce ad alto costo).
Vediamo ora cosa succede nei paesi più avanzati:
La concorrenza di merci prodotte a basso costo importate dalle multinazionali, colpisce per prime le aziende in loco che costruiscono il tipo di prodotti importati, queste ultime per difendersi, iniziano anche loro ad importare semilavorati o prodotti finiti, che rivendono come se fossero i propri.
A questo punto (nei paesi sviluppati) si riduce la forza lavoro nel settore della produzione (un problema ora dovuto alla globalizzazione, ma che si somma a quello creato già dalla tecnologia), a questo punto per evitare la riduzione dei lavoratori consumatori si possono mettere in campo 2 soluzioni:
1) Sfruttare il vantaggio tecnologico dei paesi più evoluti, per creare merci più competitive ed evolute.
Questo comporta che i paesi più avanti con ricerca, alta tecnologia ed alta qualità dei materiali, tendono a migrare le produzioni su prodotti più evoluti e rallentano il processo di deindustrializzazione, che comunque prosegue perché se anche la ricerca, lo sviluppo e la produzione vengono fatte nei propri paesi, gran parte della produzione di semi lavorati viene fatta nei paesi a basso costo di mano d'opera.
2) Spostare le persone che lavorano nella produzione nei servizi e nella pubblica amministrazione.
Questa soluzione è stata attuata da molte nazioni prima della globalizzazione, per risolvere il problema degli esuberi dovuti alla tecnologia; e come abbiamo visto, oltre un certo limite, produce inefficienza di sistema che costringe gli stati ad indebitarsi.
Come abbiamo visto la tecnologia (macchine che prendono il posto dell'uomo) riduce in assoluto il numero di lavoratori, e la globalizzazione (lavoro e produzione a basso costo), riduce la produzione ed il numero dei lavoratori nei paesi sviluppati.
La riduzione della forza lavoro in sistema capitalistico significa riduzione dei consumatori, questo significa che fasce di popolazione senza lavoro, rischiano di non avere più accesso ai beni di consumo.
Conclusioni:
Da quello finora esposto si capisce che la globalizzazione, comporta uno spostamento di prodotti di consumo dai paesi poveri a quelli ricchi ed uno spostamento della ricchezza monetaria inverso.
Calcolando l'obsolescenza veloce delle merci di consumo, questo processo si ripete di continuo, fino a comportare che nei paesi sviluppati (a parità di consumi), le ricchezze in eccesso (risparmio accumulato negli anni dello sviluppo economico) tendono ad esaurirsi, e di conseguenza si assisterà ad un aumento del ricorso al debito pubblico e/o privato. Non dimentichiamoci che anche il debito pubblico è comunque un debito privato dei singoli cittadini.
Questo trasferimento di ricchezze, continua finché i sistemi non tendono ad equilibrarsi; il che significa che i paesi ricchi cederanno prima ricchezza in cambio di beni di consumo e poi dovranno competere con quelle economie, che hanno condizioni di lavoro e salari molto più bassi.
Se nelle economie dei paesi in via di sviluppo, le conquiste sociali saranno simili a quelle dei paesi sviluppati, la migliore condizione che si potrà avere, è che nei paesi sviluppati i lavoratori vedranno ridotta alla meta la loro capacità di acquisto ed i loro diritti, che saranno invece in aumento nei paesi in via di sviluppo.
Questo significa che a livello mondiale le economie occidentali devono prepararsi a diventare molto più povere di quanto sono adesso.
Dopo questo livellamento di ricchezza (di durata media 25 -30 anni), il sistema globale dovrebbe nel suo insieme ricominciare a crescere cosi come è stato inizialmente per i paesi sviluppati, alla sua massima espansione si avrà una alta produzione di beni diffusa a livello mondiale; questo potrebbe essere un aspetto positivo, se non fosse che noi viviamo in un mondo in cui le risorse sono finite, e dove purtroppo l'uso della tecnologia comporta inquinamento.
Riepilogo:
L'analisi sopra esposta, evidenzia che il capitalismo (anche se depurato da tutti gli eccessi) ha un limite ed una potenzialità negativa.
– Il limite è nella capacità di distribuire equamente la ricchezza, visto che a come spinta principale il profitto personale e non vi pone alcun limite.
– La potenzialità negativa e che l'eccesso di produzione di beni, non rispetta la capacità limitata del pianeta di rigenerarsi dall'inquinamento che questo eccesso produce; un problema difficilmente risolvibile dal capitalismo visto che il suo fine è il profitto personale e non il bene comune.
Ho cercato di fare l'analisi del capitalismo depurato da qualsiasi distorsione, e se ne dovessi dare un giudizio direi che è un sistema sbagliato, perché se in una prima fase, anche se in modo discutibile crea ricchezza, a lungo termine è un sistema autodistruttivo , perché non ha in se le basi per auto correggersi.
E come se, per far correre di più un treno lo si alleggerisse non installando i sistemi di controllo, di sicurezza ed i freni, sperando che non si abbia mai bisogno di frenare.
Vediamo come lo sviluppo del capitalismo si è attuato in Italia e come la situazione si potrebbe evolvere in base alla teoria sopra espressa ( sviluppo simile ad altri paesi occidentali):
Consideriamo la fine della 2° guerra mondiale come un punto di inizio della storia moderna del nostro paese.
(vedi anche grafici allegati)
1950: inizio sviluppo economico
1970: l'industrializzazione fa perdere lavori nella produzione
1970: Si spostano i lavoratori nella pubblica amministrazione ed in imprese ed enti statali
1973: Inizia l'inefficienza del sistema, ed inizia l'aumento del debito pubblico
1990: Inizia la globalizzazione
1997: Inizia il controllo della spesa pubblica (per poter entrare in Europa)
1998: inizia ad aumentare il debito privato
2000: Aumenta la globalizzazione
2001: Il debito pubblico è legato al PIL dai parametri Europei
2001: Cresce il debito privato
2002: Riduzione del potere di acquisto
2003: Inizia la bolla immobiliare
2007: Inizia la crisi della borsa
2008: Inizia la crisi economica, primi lavoratori in cassa integrazione o licenziati
2008: Aumenta il debito pubblico e privato
2008-2009: Calo della produzione industriale
2009: Aumentano i lavoratori in cassa integrazione o licenziati
2009: Aumento del debito pubblico e riduzione del PIL e delle entrate fiscali
2010: Probabile crollo economia USA o inizio guerre, falsi attentati, ecc.. per tentare di evitarlo
2010: Aumento della disoccupazione e scoppio della bolla immobiliare in Italia
2010: Continua l'aumento del debito pubblico e la riduzione del PIL e delle entrate fiscali
2011: Riduzione di stipendi e pensioni
2012: Disoccupazione diffusa, riduzione dello stato sociale
2013: Rivolte sociali diffuse, aumento immigrazione
2014: Povertà diffusa, immigrazione di massa dai paesi africani
2015: Ristrutturazione sociale
2016: Stabilizzazione sociale
2017: Lenta ripresa industriale
2018: Inizio ripresa economica
2019: Livellamento dell'economia mondiale
2020: Mondo altamente competitivo governato da una oligarchia finanziaria
2021-2030: Distribuzione della ricchezza iniqua con pochi ricchi e molti poveri
Questo dovrebbe essere il trend, l'unica cosa che può cambiare è che le politiche monetarie, possono anticipare o posticipare gli eventi.
Si potrebbe anche evitare questo declino, se il capitalismo fosse contestato dai popoli mondiali e coloro che hanno accumulato enormi ricchezze, fossero costretti a ridistribuirle.
Ma quest'ultima cosa i governi e le oligarchie la faranno solo se costretti da popoli coesi ed uniti, cosa a mio avviso difficilmente realizzabile.
Dobbiamo stare anche attenti, perché ultimamente vengono fatte sempre più leggi che limitano la libertà individuale; non è da escludere che in caso di gravissima crisi economica, chi gestisce il potere possa operare scelte o agire con operazioni illegali in difesa dei propri interessi.
Si potranno avere guerre, falsi attentati terroristici, eliminazioni fisiche di massa utilizzando pandemie, ecc… qualcuno potrebbe già sapere che il Titanic (economia) affonda e senza dire nulla è già pronto sulle scialuppe (che non bastano per tutti).
Per chi gestisce il potere è più facile mantenerlo, se si agisce in uno stato di emergenza ( terroristica o sanitaria ecc..) che permetterebbe loro di agire attraverso leggi speciali in deroga alle leggi ordinarie.
Vedi: Rapporto NATO operazioni urbane anno 2020
Alcune azioni che a mio avviso, dovrebbero essere intraprese nei paesi sviluppati:
1) Limitare l'importazione di merci (max 20%) dai paesi a basso costo di mano d'opera, per rallentare il deflusso della ricchezza e rilanciare la produzione interna.
2) Non licenziare i lavoratori produttivi, ma quelli improduttivi (statali e parastatali in esubero), in modo di abbassare le tasse alle imprese ed ai lavoratori.
3) Informare i cittadini di quello che sta succedendo ed invitarli a contrastare la crisi.
4) Abolire la parte di debito pubblico derivante dall'interesse sull'emissione del denaro.
5) Smettere di disinformare ed inebetire le persone (abbiamo bisogno di persone capaci di produrre e consumare beni con intelligenza).
6) Ridistribuire la ricchezza.
7) Ridurre gli sprechi ed investire nelle tecnologie ecologiche.
8) Evitare opere faraoniche che non servono a niente (ponte di Messina e centrali nucleari).
9) Emettere una moneta non gravata da interesse.
10) Avviare la costruzioni di villaggi, comuni e piccole città autosufficienti.
In poche parole EFFICIENZA al massimo.
Visto che non possiamo impedire che le ricchezze a nostra disposizione si riducano, possiamo pero utilizzarle per costruire sistemi efficienti che ci costino meno e compensino la riduzione della nostra capacità di acquisto.
Non vi voglio deprimere e vi lascio con un progetto-sogno.
Siamo una nazione senza fonti energetiche fossili, uranio e senza materie prime e questo ci rende poco competitivi per la produttività di molti prodotti a livello globale; ma abbiamo il sole, un clima stupendo, il mare, la campagna fertile, l'acqua e la storia.
Noi siamo un paese da sogno, che può vincere facilmente la sfida dell'autosufficienza, ora che le attività produttive (inquinanti) si sposteranno in altri paesi, non dobbiamo aver paura, ma sfruttare questa occasione per fare in modo che Italia possa diventare un enorme museo della storia ed una grande fiera della scienza ecologica.
Dobbiamo specializzarci, in quelle attività del quale abbiamo le materie prime e scambiare i nostri prodotti e servizi, con i paesi che hanno prodotti di altre materie prime (un modo di vivere più efficiente, sano ed ecologico).
Consiglio anche questa lettura: Costruiamo insieme una alternativa al capitalismo malato
Saluti
Roberto Franzè