Mentre nel mondo sembra avanzare la dittatura del transgenico, c'è anche chi si organizza in modo diverso. Un esempio è dato dall'agricoltura prescolare, un tema verso cui qualche scuola in Italia si sta orientando, allo scopo di aiutare sin da infanti i giovani abitanti del pianeta a coltivare da sé il proprio cibo e ad instaurare un rapporto armonico con la Terra. Un altro esempio che va nella direzione della sovranità alimentare e del ritorno alla Terra viene dalla Russia, dove il governo di Mosca oltre ad aver rifiutato gli OGM ha deciso di concedere a cittadini e famiglie russe la coltivazione di territori incolti, un ettaro a persona… un progetto che sembra ricalcare la proposta di Anastasia, la famosa eremita della taiga siberiana di cui ci occupammo qualche anno fa su Nexus New Times. Ecco a voi un post che ne parla: si tratta di un estratto dall'articolo La Russia mette al bando gli OGM, gli Stati Uniti no, l'Europa forse di J. Castellini pubblicato sull'ultimo numero di PuntoZero.
Insomma, dopo quanto detto ci aspetta un futuro geneticamente modificato?
Forse non è detto. Se da un lato la resistenza al mondo transgenico sembra andare di pari passo con l'astuzia di chi dirige la macchina legislativa ed economica, dall'altro un esempio diverso proviene dalla già citata Russia. Nella nazione eurasiatica, il cui territorio può vantare ricchezze di ogni tipo, dal gas al carbone, dall'oro al petrolio, passando per ogni tipo di minerale, anche l'agricoltura domestica negli ultimi anni è stata valorizzata, in ugual misura all'opposizione del governo russo agli OGM.
Non solo la Russia è uno dei paesi che hanno bandito il cibo e le colture transgeniche dal loro territorio, ma la stessa agricoltura in Russia sembra godere di una considerazione diversa rispetto a quanto avviene nel resto del mondo cosiddetto “sviluppato”.
“Grazie alle politiche del governo che nei fatti incoraggiano la creazione di fattorie autonome a carattere familiare, invece che sottostare alle esigenze delle aziende che utilizzano la chimica e la biotecnologia come si fa negli Stati Uniti, la vasta maggioranza dei russi sono in grado e hanno la volontà di coltivare il proprio cibo in piccoli pezzi di terra privati, che si chiamano dacia”,
scriveva Alex Grigoras su Natural News il 16 aprile.
Grigoras fa riferimento alla Legge sugli orti privati firmata da Vladimir Putin nel 2003, che concede ad ogni cittadino o gruppo famigliare russo un pezzo di terra, che può variare da 0.89 a 2.75 ettari, secondo il Moscow Times (Danielle Nierenberg, 26 febbraio 2014), e non è sottoposto a tassazione.
Una politica, questa, volta a far restare inalterata la realtà agricola russa, composta di piccole aziende a carattere familiare: come riporta Natural Society, è da queste piccole realtà che proviene il 91% delle patate, il 76% della verdura e il 79% della frutta presente nel mercato alimentare del Paese. Percentuali destinate ad aumentare in seguito alle sanzioni verso la Russia varate nel 2014 da UE e USA, che hanno comportato il blocco dell'import-export anche alimentare, spingendo Mosca a valorizzare ulteriormente la produzione agricola nazionale.
Ma il disegno di legge varato nel 2003 trova anche consensi forse inaspettati a chi non conosce le vicende di questa terra. Oltre ad essere ben vista dalla Chiesa Ortodossa Russa, la politica di sostegno alla micro-agricoltura sembra rispondere appieno alle esigenze di un vero e proprio “movimento spirituale” senza nome sorto in Russia intorno alla figura di Anastasia, nota come “l'eremita della taiga siberiana”. Di questa donna si conosce poco, se non quanto riportato dalle testimonianze di chi l'ha incontrata dal vivo, eppure i libri ispirati alle sue esperienze sono stati tradotti in molte lingue (compreso l'italiano). Della loro traduzione in inglese si è occupato Leonid Sharashkin, entusiasta della Legge sugli orti privati:
“Essenzialmente, ciò che i contadini russi fanno è dimostrare che i contadini possono nutrire il mondo, e non hai bisogno di nessun OGM, di agricoltura industriale o di altri stratagemmi tecnologici per assicurarti che ognuno abbia cibo sufficiente per sfamarsi.”
Ma non si tratta solo di nutrimento fisico. La legge sulla dacia avrebbe anche dei risvolti di diversa natura, tanto da farla sembrare l'attuazione di quanto proposto proprio da Anastasia:
“Anastasia è convinta che ogni famiglia dovrebbe disporre di un proprio appezzamento, con un'area non inferiore a un ettaro. Tale appezzamento, che l'eremita della taiga definisce un 'possedimento di famiglia', dovrebbe essere trasformato a opera della famiglia stessa in una splendida oasi vivente che soddisfi le necessità di un individuo”,
spiega Vladimir Megré, autore dei libri su Anastasia, intervistato da Regina Jensen su Nexus New Times n. 79 (aprile-maggio 2009). Secondo l'eremita, prendersi cura di un appezzamento di terra non significa solo evitare di morire di fame, ma anche prendersi cura di sé stessi, manifestando nella materia la propria creazione, e contribuire alla salvaguardia del Pianeta stesso. Secondo Megrè, Anastasia ritiene che
“se tutti, o una larga maggioranza, inizieranno consapevolmente a creare i propri possedimenti di famiglia, trasformandoli in splendide oasi, allora il mondo intero verrà trasformato. Sulla Terra non si avranno più guerre né cataclismi naturali”.
Utopia?
“Quando il mondo spirituale interiore di un individuo cambia, per costui si inaugurano nuove conoscenze e capacità; un individuo è in grado di creare su altri pianeti mondi meravigliosi, simili a quello terrestre.”
Per il momento, ripristinare l'armonia su questo pianeta e tra i suoi abitanti, umani e non, potrebbe essere già un traguardo più che notevole. A cominciare dalla vita di tutti i giorni. Megré racconta infatti come ogni ambiente, ad esempio, sia irradiato dall'energia (che egli definisce aura) di chi ci vive, così come ogni oggetto ed ogni cibo: per questo motivo, l'amore nel preparare il cibo non può essere sostituito da nessuna conoscenza acquisita e poi sterilmente applicata. Ciò vale quindi non solo per i cibi OGM, frutto di una manipolazione dell'originaria struttura genetica prevista dalla natura, ma per il cibo di ogni giorno, compreso quello non strettamente materiale. A noi, a te, a me, la scelta di cosa cibarci e di cosa nutrire.
Oggi, sincronicità vuole che quanto visto da Anastasia possa trovare attuazione proprio nella sua terra, la Russia. Oltre un secolo fa, anche un altro saggio russo, il più noto Lev Tolstoj, auspicava una simile rivoluzione per il futuro della sua terra e dell'umanità. Ritiratosi quasi a vita privata dopo l'esperienza di scrittore che lo rese famoso nel mondo, Tolstoj mutò improvvisamente vita votandosi all'animalismo (era stato cacciatore), alla non violenza e alla difesa della Natura dai primi sintomi dell'imbarbarimento tecnologico. Nei primi decenni nel Novecento, prima che la Rivoluzione bolscevica portasse alla strage dei Romanov e alla creazione dell'Unione Sovietica, Tolstoj predicò la necessità di una rivoluzione agricola per dividere le terre tra tutti i cittadini, realizzando un'autarchia economica, politica ed economica che ponesse le basi di una società di uomini liberi. Questa era l'unica rivoluzione possibile materialmente, secondo lui, lontano sia dall'adesione alla monarchia sia dallo spirito delle rivoluzioni “liberali” che avevano caratterizzato l'Europa nei decenni precedenti (Tolstoj morì nel 1910, prima della rivoluzione bolscevica).
Oltre un secolo dopo, le sue proposte, come quelle di Anastasia, sembrano trovare attuazione nelle politiche della Russia di oggi, dove continua la distribuzione delle terre non coltivate. Come riporta Anna Dolgov sul Moscow Times del 4 settembre, il governo della regione dell'Estremo Oriente russo (la regione più a est della Siberia, fino allo stretto di Bering, confinante con la Cina) ha promosso insieme a Mosca una campagna di popolamento del proprio territorio, ed affiderà ai cittadini che vorranno utilizzarla per la coltivazione o anche per l'edificazione, nel rispetto dell'ambiente circostante, un ettaro di terra a persona fino ad un massimo di 12 ettari per le famiglie molto numerose. L'unico obbligo per i nuovi abitanti sarà quello di trasferirsi nella terra affidata e utilizzarla fattivamente, in cambio dell'esonero fiscale per i primi cinque anni.
Chissà se la terra russa che ispirava Tolstoj e poi Anastasia non ispiri i governanti russi di oggi. Chissà se non sarà una rivoluzione della coscienza a mutare, al di là delle sue espressioni materiali, la Vita su questo pianeta. Per il momento, ognuno può forse iniziare da ciò che ha di più caro: se stesso.
Buona rivoluzione a tutti.
Estratto dall'articolo La Russia mette al bando gli OGM, gli Stati Uniti no, l'Europa forse pubblicato sull'ultimo numero di PuntoZero.
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