L’ripropone la forte preoccupazione per i rovinosi interventi dell’uomo
sull’ambiente.
Come
si vede, ancora una volta i progressi (?) della ricerca farmaceutica
nel campo
dei prodotti di sintesi hanno dato i loro malefici frutti. La sostanza
base del
Prozac
(fluoxetina cloridrato) usata in grandi quantità dalle
popolazioni del
pianeta viene prescritta per la cura delle depressioni, di disturbi
ossessivo-compulsivi e bulimia nervosa con avvertenze molto precise
affinché
non venga associata ad altri particolari medicinali per cui potrebbero
verificarsi gravissimi problemi fino a determinare delirio, coma con
sintomi
simili alla Sindrome Maligna da Neurolettici (il che fa pensare che
anche i
neurolettici non scherzano!).
Il
problema non è limitato soltanto al Prozac. Esso si
estende ad un numero enorme
di sostanze nelle terapie correnti. L’organismo tende poi ad eliminarle
attraverso gli emuntori (pelle, polmoni, reni, apparato gastroenterico)
sotto
forma di sudore, muco bronchiale e nasale, urine, feci. Questi elementi
impregnano abiti intimi e biancherie varie sottoposti a lavaggio e
nell’acqua
vengono convogliati, anche se depurati (ma non del tutto) nelle
strutture
adeguate, se esistono, per poi finire nei corsi d’acqua, nelle falde
acquifere
ed, infine, nei laghi e nei mari.
Come
conseguenza queste sostanze di sintesi (ufficialmente degradabili) si
assommano
agli inquinanti già noti (mercurio, cromo, prodotti fosforati
per
l’agricoltura, diserbanti, ecc.) con combinazioni chimiche
imprevedibili, come
imprevedibili sono gli effetti sui viventi di ogni specie. Ma, per
limitare il
problema al solo Prozac,
si può ipotizzare che l’acqua di uso alimentare ne
contenga dosi infinitesimali che i flussi acquatici sottopongono a
dinamizzazione. L’assunzione continuativa dell’acqua può
instaurare una non
voluta sperimentazione simile a quella che viene attuata in soggetti
sani,
volontari, non prezzolati, non carcerati, non militari (nei quali dopo
un certo
tempo viene sospesa per accertare la risposta alla patogenesi
artificiale
indotta dalla sostanza diluita e dinamizzata alla 30^ Potenza*). La
reiterazione
dell’uso di tali acque potrebbe instaurare, nei soggetti sensibili, la
stessa
sindrome che viene curata con il Prozac.
La
vita moderna con le sue molteplici sollecitazioni (paure, dispiaceri,
intossicazioni banali o farmacologiche, inquinamenti, ecc.), induce
alterazioni
comportamentali che si possono qualificare con la generica parola di
nevrosi.
Le
Medicine Non Convenzionali hanno la possibilità, quando
esercitate con la
metodica corretta, di eliminare tali patologie senza che si verifichino
danni
ai viventi e all’ambiente.
Sarebbe
ora che lo scetticismo, il disprezzo o la ridicolizzazione delle
Medicine Non
Convenzionali (omeopatia, antroposofia, ayurvedica, medicina cinese e
altre)
fossero messi da parte prendendole seriamente in considerazione e
inserendole
in seri programmi universitari con l’intento di applicare il detto
ippocratico
del “Primum non nocère”!
Inoltre
l’utilizzazione di sostanze di origine minerale, vegetale ed animale,
opportunamente sottoposte a nuove verifiche e ricerche grazie alle
attuali
tecnologie, potrebbe benissimo prendere il posto di quelle di sintesi
per le
quali vale il principio di “rischio-beneficio” esistente nel settore
della
ricerca e dell’applicazione terapeutica.
E
non si venga a dire che se le M.N.C. funzionano ciò è
dovuto all’effetto
placebo, suggestione e via dicendo. Come spiegare, allora, che
funzionano
benissimo negli animali da reddito e da compagnia, come posso sostenere
io
assieme ad altri colleghi veterinari?
Gli
esponenti detrattori dell’omeopatia, in particolare, studino i testi
che
abbiamo utilizzato noi e smetteranno di parlare male di un argomento
che non
conoscono.
Commento
della
redazione
Sorge
spontaneo un dubbio: la ricerca in campo farmacologico è tale,
oggi, e capace
di ottenere dei finanziamenti, che risulta difficile pensare che la
medicina
allopatica e l’industria farmaceutica non conoscano i benefici
dell’omeopatia e
delle altre medicine cosiddette alternative. È, quindi,
più probabile che una
scelta di politica economica prevalga da molto tempo sul reale scopo
della
medicina stessa: la vera cura e la vera guarigione dei pazienti,
cioè noi
tutti.
Potenza si intende il grado di diluizione e di dinamizzazione di una
sostanza.
Quanto più è stata diluita e dinamizzata tanto maggiore
è l’effetto
terapeutico. Le diluizioni possono essere di ordine decimale (1/10), di
ordine
centesimale (1/100) e di ordine cinquantamillesimale (1/50.000). Per
fare un
esempio, una 5^ centesimale equivale al diecimiliardesimo di
diluizione. La
metodica di preparazione comporta liberazione di energia dalla materia.
Il
fondatore dell’omeopatia, agli inizi del 1800, espresse il concetto di
“espansione energetica della materia”, anticipando empiricamente il
pensiero di
Einstein
espresso nella formula E=MC2.