Molti videogiochi oggi simulano uccisioni plurime che vengono presentate come qualcosa di divertente e attrattivo per le masse.
È “normale” che sia così, dato che, a tutti i livelli, viviamo nell’epoca dell’esaltazione della violenza.
Oggi – se ci pensate bene – abbiamo telegiornali violenti, film violenti, perfino cartoni animati violenti: in fondo la cosa ci piace, dato che siamo ancora su una certa lunghezza d’onda.
Con i videogiochi per esempio – e questo è un fatto – riceviamo stimoli freddi, spietati, privi di emozioni, dunque sarebbe opportuno, piano piano, allontanare chi ci gioca da certe vibrazioni, al fine di dirigerli verso orizzonti – perché no – più elevati e di spessore.
Chiariamo subito una cosa, però, per non spaventare chi ci legge: tutto questo in genere accade spontaneamente, nel senso che sono pochissimi i ragazzi che guardano un certo tipo di film, giocano con determinati videogiochi e alla fine impazziscono, cominciando a confondere la realtà con la finzione; in futuro, però, con la commistione sempre maggiore tra reale e virtuale e con tutti questi “bombardamenti”, questa percentuale di follia e confusione potrebbe sul serio aumentare.
Già oggi un adulto, se sopraffatto da anni di videogiochi e film violenti e magari abbindolato pure dalla pornografia on line, finisce – con tutta probabilità – col mettere in soffitta qualunque tipo di emozione positiva, se non quelle predatorie tipiche della quotidianità che – in qualche modo – questo sistema ci costringe a vivere.
I giochi, in effetti, influiscono sulla percezione della realtà: nel 2012, durante un sondaggio elettorale americano, il 72% dei proprietari della consolle di gioco Xbox si è dichiarato favorevole all’incremento di attacchi con droni su – pensate! – “sospetti” terroristi, senza fare alcuna differenza tra uomini, donne e finanche bambini. Mi chiedo come mai!
È in atto – in effetti – una desensibilizzazione nei confronti della guerra e dei suoi orrori: ecco cosa sta accadendo, lo si capisce non appena si iniziano a mettere insieme i tasselli sopracitati.
Oggi, nel mondo militare per esempio, assistiamo già a dei killer con il joystick: soldati americani sul territorio statunitense, infatti, prendono di mira i cosiddetti terroristi (in realtà civili, dato che i terroristi servono a invadere, eliminare il capo di turno e mantenere lo status quo di guerra, che fa guadagnare banche e multinazionali!) e lo fanno in molte zone del mondo, come Afghanistan, Pakistan, Yemen, Somalia, per giunta tra un caffè e un altro, magari accompagnati pure da un dolcetto, e dopo aver preso il permesso per accompagnare i figli a scuola.
Ogni giorno questi uomini e queste donne ricevono liste avallate da alti funzionari militari – se non addirittura dal Presidente stesso in alcun casi, il quale, schizofrenicamente, condanna la violenza a casa sua ma all’estero non guarda in faccia a nessuno! – e cominciano così la loro consueta e tranquilla carneficina.
Naturalmente, questi militari sono convinti di essere nel giusto, ma in realtà sono vittime quanto noi di un sistema ormai completamente impazzito.
Tornando ai videogiochi, non escluderei affatto che il soldato del futuro possa essere semplicemente un adolescente: è immaturo quanto basta, e la sua mente può essere facilmente programmata a compartimenti stagni (in realtà anche gli adulti di oggi sono sempre più immaturi, tant’è vero che i sociologi parlano di adultescenza).
Nel febbraio del 2013, il Dipartimento di Giustizia degli USA ha pubblicato un rapporto di 16 pagine per cercare di giustificare migliaia di uccisioni per mezzo dei droni: in questi documenti si parla di terrorismo, della imprevedibilità dello stesso, ma anche di “forza associata” (in pratica i civili che muoiono nei bombardamenti).
I documenti – ovviamente – giustificano tout court questi droni, anche quando i servizi segreti non ricevono alcuna indicazione fattiva che possa esserci un pericolo per il paese a stelle e strisce.
L’addetto stampa della Casa Bianca, Jay Carney, ha dichiarato, a tal proposito, che si tratta di “attacchi legali, etici, e perfino saggi”.
A questo punto, visti questi armamenti, ci si chiede sul serio come sia possibile che esistano ancora guerriglie sparse per il Pianeta.
Per l’ISIS in aggiunta, c’è perfino una coalizione di ben 40 nazioni che lo sta avversando, e di queste ben dieci… sono coinvolte direttamente nei bombardamenti!
Insomma non è possibile che l’ISIS oggi esista, a meno che il “sistema” capitanato dai banchieri-massoni USA non desideri la sua stessa sopravvivenza.
Il giornalista investigativo Jeremy Schalill, autore del libro Guerre sporche: il mondo è un campo di battaglia, in una sua conferenza una volta ha dichiarato: “uno dei lasciti più duraturi dell’amministrazione Obama sarà la normalizzazione delle uccisioni come una componente centrale della politica per la sicurezza nazionale”.
È importante riflettere su un fatto, a questo punto: c’è un uomo oggi alla Casa Bianca che non conta davvero nulla – dato che è uno strumento dei poteri finanziari che lo sovrastano – e che ha potere di vita e di morte su chiunque; quest’uomo, con tutta probabilità, firma fogli che qualcuno gli sottopone senza battere ciglio, e può perfino imprigionare qualunque cittadino grazie a delle scuse create ad arte.
Non so a voi, ma a me i droni fanno perfino meno paura.
Fonti per l'articolo: David Icke, L’imbroglio della realtà.
Fonte: gabrielesannino.com