Mica facile la guerra al Male, eh no. Mettiamoci qualche volta anche noi nei panni dei poveri generali Usa, che devono inventarsene ogni giorno una di nuova. Che so?, un'arma più geniale, bio-chimica, esotica, qualcosa a cui il nemico sia assolutamente impreparato. Un "afrodisiaco gay", per esempio.
Qualcosa che renda i soldati nemici "sessualmente irresistibili l'un l'altro". Che provochi "diffusi comportamenti omosessuali fra le truppe nemiche, innescando tra di esse tensioni e gelosie e riducendone di molto l'efficienza bellica". E se le frasi fra virgolette vi sembrano una via di mezzo fra battute da caserma e un copione di John Belushi, eccovi qui da dove le abbiamo prese: dall'ultimo numero del New Scientist. Proprio lui, il serissimo e accreditato periodico scientifico britannico in lingua inglese.
Che difatti la notizia dell'"arma dell'amore gay" non se l'è inventata, ma l'ha tratta da documenti secretati e resi accessibili al pubblico: il Pentagono ideò davvero il bizzarro progetto negli anni Novanta, insieme a numerosi altri tra cui – rivela sempre il New Scientist – uno che avrebbe generato nel nemico "forme gravi e persistenti di alito cattivo", per identificare eventuali infiltrati. Ma vennero poi entrambi abbandonati.
Una disdetta. Sul primo progetto, quella della bomba a effetto omosessualizzante, sembra infatti che i generali Usa avessero già individuato il bombardiere più adatto a sganciarla. L'Enola Gay.