L’attuale regime dell’Egitto del generale Abdel Fattah Al-Sisi, emerso da un golpe laico-militare che dal 2013 ha rovesciato il governo dei Fratelli Musulmani sorto dall’ennesima rivoluzione colorata eterodiretta, ambisce a riposizionarsi come grande e importante potenza regionale, anche se con un profilo meno aggressivo di alcuni suoi competitor dell’area, come il neo-ottomano presidente turco Erdogan.
In questa prospettiva si potrebbe leggere la grande celebrazione collettiva che si è svolta nell’Aprile di quest’anno: l’evento di particolare impatto in Egitto chiamato Pharaohs' Golden Parade.
Malgrado le imposizioni quasi globalmente accettate contro i grandi eventi pubblici a causa della narrativa del Covid, il 3 Aprile 2021, per le strade del Cairo è andata in scena questa grandiosa parata notturna, militare e civile, il cui pretesto è stata la prevista traslazione delle mummie di ventidue re e regine d’Egitto dal Museo Egizio del Cairo, in Piazza Tahrir, alla nuova sede, il più moderno Museo Nazionale della Civiltà Egiziana, di Al Fustat. Ma questo evento, che la stampa internazionale ha riportato più come esotica curiosità, appartenente alla categoria dello “spettacolo”, come kermesse turistico-pubblicitaria, può avere avuto per l’Egitto “politico” una portata ben diversa e un significato più profondo.
L’evento, in sé abbastanza grandioso, dai toni anche epici ma chiaramente kitsch, è stato strutturato con modalità e tratti caratteristici che evidenziano due punti: 1) oltre al lato immaginifico e scenografico, la costruzione dell’evento è stata montata da una regìa che dimostra di avere una piena padronanza dei contenuti essenziali delle teologie egizie antiche; 2) la natura dinamica dell’evento stesso, la sua drammatizzazione in scena, può tecnicamente adombrare una sorta di rito e in particolare di rito di “magia cerimoniale”, nemmeno molto mascherato, nelle intenzioni di chi ha costruito la parata. Su quest’ultimo punto, chi nutre qualche scetticismo, potrebbe anche solo meditare sul fatto che la colonna sonora dell’evento, oltre alla parte orchestrale e di musica classica, ha previsto anche l’esecuzione di brani su testi tratti dal Libro dei Morti e dai Testi delle Piramidi, testi eminentemente rituali. Spiegazioni di questa scelta che siano di ordine estetico o anche solo “filologico” risulterebbero chiaramente piuttosto deboli. Già a suo tempo, nei giorni successivi a questa inusuale parata, ho avuto modo di delinearne un’interpretazione magico-cerimoniale nella trasmissione on-line L’Orizzonte degli Eventi, in una puntata che al momento non risulta più disponibile. Cercherò ora di sviluppare in modo più sistematico questa lettura e di inquadrarla in una possibile ottica storico-politica attuale.
Anatomia di un rito delle origini
La parata si apre con l’illuminazione di un obelisco nella piazza lungo il percorso della parata. Un fascio di luci colpisce la punta, che è anche un pyramidion e come tale rappresenta l’Axis mundi e nello specifico della tradizione egizia, la collina originaria Benben, la prima a sorgere dalle acque primordiali del Nun, secondo la teologia eliopolitana. È la prima manifestazione del Deus absconditus Atum, di cui i testi delle Piramidi dicono:
Tu che sorgi, come il Benben, nella Dimora del Bennu in Eliopoli
Nel Tempio di Eliopoli era fisicamente riprodotto un pyramidion evocante la collina primordiale Benben. Se dunque la parata si apre drammatizzando il mito originario, la natura tecnicamente rituale dell’evento è innegabile, perché questo elemento caratterizza in fondo ogni espressione rituale proprio, e questo avvalora la nostra tesi.
Verso questo obelisco corre una folla di bambini, che porta degli oggetti luminosi a forma di ciotola. Qualcuno vedendo le riprese avrà notato che in prima fila al centro avanti a tutti corre un bambino con i capelli biondi e la carnagione chiara, piuttosto occidentale e non certo etnicamente affine agli egiziani attuali. Si comprende un chiaro riferimento all’origine atlantidea-occidentale dell’Egitto predinastico, nozione condivisa dagli esoteristi e dagli occultisti, ritenuta poco fondata invece dagli storici accademici. Tant’è però che la regia sembra avere seguito questa tradizione culturale, che evidentemente accoglie.
Compare quindi una figura femminile vestita di blu (colore che dominerà questa fase della parata) che esce dal Museo Egizio illuminato da dentro, seguita da un corteo di figure femminili che recano delle luci come già abbiamo visto prima, a forma di vaso luminoso. Sono figure stellari che compongono il manto della dea Nuit che apre il corteo. Seguono poi delle figure maschili, senza luci, ognuna delle quali tiene disteso il mantello del figurante che lo precede. Queste figure maschili sono la figurazione di Geb, la terra complementare a Nut. I mantelli distesi e compatti in formazione potrebbero proprio volere evocare la “compattezza della terra”.
continua la lettura sul nr. 152 di Nexus New Times:
https://shop.nexusedizioni.it/collections/nexus-new-times/products/nexus-new-times-nr-152
1 Segnaliamo un video con alcune scene salienti e più suggestive della parata: https://www.youtube.com/watch?v=6kaf0LxcVV4
2 Al Fustat è stata la prima capitale dell’Egitto islamico, dal 648 al 1168. Avremo modo di tornare su questo punto nel corso dell’articolo.
3 All you need to know about "Pharaohs Golden Parade" breathtaking symphony (Video)". Sada El Balad. Retrieved 5 April 2021.
4 Il format L’Orizzonte degli Eventi tenuto da me, Tom Bosco e Nicola Bizzi, trasmesso prima sul canale YouTube di Border Nights, poi su Radio 11 11. A causa della politica di censure attuata da questo sociale media, con la chiusura del canale numerose puntate sono andate perdute.