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    Georgia: censurato anche il Congresso Usa di Stefano Serafini

    Nuove mirabolanti conquiste della "democrazia" occidentale e dei suoi megafoni mediatici.
     
    La pericolosità monocratica del potere mediatico mondiale ha raggiunto il suo livello di guardia da molto tempo, ma oggi ha davvero rivelato uno dei suoi vertici, giungendo a censurare la conferma, da parte del Congresso USA, che non la Russia, ma la Georgia ha innescato il conflitto sudossetino.

    Il deputato della Camera del Congresso USA, Chairman presso la House Committee on International Relations, il repubblicano Dana Rohrbacher, ha oggi sostenuto durante l'audizione del Congresso, che "I russi hanno ragione, noi no. E' stata la Georgia ha dare inizio al conflitto, e i russi vi hanno posto fine". L'amministrazione di Washington si sarebbe dunque lasciata ingannare dalle menzogne del presidente georgiano Saakashvili? La cosa parrebbe alquanto strana, visto che /"tutte le fonti dei servizi con le quali ho conversato – e ho parlato con molti di loro durante le vacanze [parlamentari] – confermano che le recenti azioni militari in Georgia e nelle sue province separatiste sono state cominciate dalla Georgia/" (sai che scoperta! bastava ricordare quello che persino i nostri media avevano accennato l'8 agosto, salvo poi seppellirlo sotto una valanga di menzogne e di ricotta).

    A seguire, il presidente del Comitato Esteri della Camera dei rappresentanti del Congresso, Howard Berman, ha definito l'azione di Saakashvili "un errore orribile e grossolano" (e ciò è assai interessante, visto che Berman, il 22 agosto era volato a Tbilisi ad intimare alla Russia di ritirarsi, cfr. http://www.house.gov/apps/list/press/ca28_berman/HLB_to_georgia.shtml ).

    Il deputato Bred Sherman ha lamentato che gli USA non abbiano tenuto conto della volontà del popolo sudossetino, e anche la deputata Sheyla Jackson Lee, democratica del Texas, ha aggiunto le sue contumelie.

    Ma il massimo è stato raggiunto quando Daniel Fried, sottosegretario di Stato per gli Affari Politici – cioè il vice di Condoleezza Rice, cioè il numero tre nel Dipartimento di Stato degli USA – ha risposto, sotto il bombardamento dei deputati, che l'Amministrazione purtroppo non aveva
    informazioni obiettive sulla situazione, avendole ricevute soltanto dalla parte georgiana.

    In sostanza, il Dipartimento di Stato USA dichiara ufficialmente a un Congresso piuttosto arrabbiato, che si è sfiorata la terza guerra mondiale e si è creata una frattura politica tra Russia, UE ed USA, perché il governo USA (e appresso i suoi più scodinzolanti partner europei, e ancora appresso tutti i media) avrebbe ingenuamente creduto alle menzogne di un dittatorucolo, che orgogliosamente va in giro a dichiarare di ricevere il proprio stipendio da presidente di bananas da Washington.

    L'aspirante “ruler” del mondo, insomma, ha le sue agenzie di informazione che dichiaratamente sanno come sono andate davvero le cose, ma finge di aver creduto alla tv (e a quella georgiana in particolare).

    E' una notizia, no? Assurda, incresciosa, vergognosa, spaventosa, addirittura oscena, no?

    Non per i media. CNN, BBC, Riotta-ricotta, Il Corriere della Sera… A loro queste cose non interessano. Ora che le cose si sono messe di traverso, la censura sostituisce la propaganda per coprire la figura di fango. I padroni stanno facendo retromarcia. I cagnolini scodinzolanti (compresi quelli in buona fede), frastornati e impauriti, mettono la testa sotto la sabbia.

    Bella, la condizione del giornalismo occidentale e libero! Bella, la condizione della democrazia occidentale!

    Nel frattempo, la TV russa mostra alcune foto scattate dai soldati georgiani durante le loro allegre esercitazioni militari con addestratori NATO. In particolare una serie di click tutti sorrisi, immortalano un ufficiale biondino col nome McKeown ben in vista sulla giacca, e le sue lezioni di preparazione di esplosivi a tempo, e altre delizie che di solito (quando non è la NATO a realizzarle) si definiscono "terrorismo". Come le granate nelle cantine di Tzkhinvali.
    Come le cannonate contro i condomini. Come la pioggia di artiglieria Grad contro una città addormentata, poche ore dopo la dichiarazione tranquillizzante di un presidente-fantoccio, che subito dopo esaltava "il ripristino dell'ordine costituzionale" a colpi di mortaio sui civili.

    Secondo voi, i russi, cosa devono pensare di noialtri che gli sputiamo addosso con superiorità, diamo loro lezioni di "libertà e diritti umani", mentre gli mettiamo missili tutt'attorno, e alleniamo i loro nemici a preparare massacri e attentati?

    Da qualche giorno è passato il quarto anniversario della strage dei bambini osseti di Beslan. Avete già dimenticato? Anche allora i media sputavano contro Putin, per coprire i segnali delle implicazioni di servizi occidentali. I russi, cosa devono pensare di noi dalla testa piena di televisione?

    p.s.: Fonte (mi spiace… chissà perché è in Russo):
    http://www.24news.ru/news/902050354s.html

    tratto da ariannaeditrice
     
     
     
     


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