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Governo ombra e mass media corrotti: giornalisti in vendita

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La storia la scrivono i vincitori, quindi è sempre diversa dalla realtà? Ne parliamo con Teodoro Brescia Dottore di ricerca, docente e scrittore e autore del libro...

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In tema di giornalismo che fa la differenza, un approfondimento necessario di Sabina Marineo, autrice del recente saggio Globalizzazione. La Terza Guerra, in memoria dello scomparso Udo Ulfkotte.


Governo ombra e giornalisti corrotti. L’Europa è nelle mani di un'élite che si distanzia sempre più dalle popolazioni confinandole nell’indigenza o condannandole all’estinzione. Non sono i cittadini dell’UE a prendere le decisioni importanti, quelle che plasmano il futuro d’Europa. La democrazia, intesa come governo del popolo, non esiste più. Capitalismo, neoliberismo le hanno inferto il colpo di grazia. Oggi il potere decisionale lo hanno soltanto i giganti della finanza e delle multinazionali. E i mass media sono al loro servizio.

Udo Ulfkotte. “Giornalisti comprati”

Sono finiti i bei tempi in cui giornalisti noti e coraggiosi si esponevano in prima linea a grandi rischi allo scopo di pubblicare informazioni autentiche, scottanti, essenziali per conoscere la verità dietro le quinte. Quando i governi tentavano di nascondere delle realtà scomode, c’erano loro, i giornalisti, pronti a portarle alla luce. E questa dovrebbe essere la funzione di una testata seria: parlare di ciò che non deve essere detto, smascherare complotti, ingiustizie, soprusi. Purtroppo tale immagine si può relegare oggi nel mondo delle favole. Il giornalismo serio, quello alla Verbitsky, è vittima di una lenta agonia. Più sono famosi, più sono asserviti al potere. Dobbiamo forse cercare la verità soltanto presso qualche scribacchino squattrinato, qualche blogger sconosciuto? Pare proprio di sì.

Del resto viviamo nel mondo del consumo. Chi conosce ancora il significato più profondo delle parole “morale” e “libertà”? Molto più importante di una libera coscienza è il dio Denaro. Le banche sono i suoi templi, Wall Street è l’Olimpo in cui signori assoluti, alla stregua di divinità ormai irraggiungibili, giocano a fare i geni della finanza, i manager agguerriti e gli astri splendenti a capo delle multinazionali più prestigiose. Fra questi eletti e le popolazioni, ci sono i politici. Intermediari servili, pronti a eseguire i comandi ricevuti dall’alto. E poi ci sono i mass media, che si accodano completando l’opera. Divulgano, martellano con propagande ossessive. Creano l’anticristo e l’eroe.

Parliamo di giornalisti compiacenti che non intendono rischiare la carriera, la bella vita, il proprio futuro. Vogliono attingere al paradiso del consumo. Se possibile, in grande stile. A volte, però, alcuni di loro si ribellano. Improvvisamente nauseati da se stessi e dall’ambiente che li circonda, decidono di parlare sul serio, di scrivere sul serio. Il tedesco Udo Ulfkotte, di recente scomparso, era un giornalista ribelle, un ex vip della stampa. Perciò le informazioni da lui trasmesse si presentano particolarmente interessanti.

Nell’autunno 2014 è stato pubblicato in Germania un suo saggio che ha fatto grande scalpore e scatenato infinite discussioni, moti di indignazione, imbarazzanti smentite. Il titolo: “Gekaufte Journalisten”, giornalisti comprati. Sì, avete indovinato. Non è stato stampato da una delle maggiori case editrici, perché troppo scottante. L’editore alternativo Kopp, invece, ha preso la palla al balzo, facendosi portavoce delle denunce di Ulfkotte.

La grande risonanza di cui ha goduto il libro è dovuta soprattutto alla reputazione dell’autore stesso. Perché, come ho scritto più sopra, non si tratta di un giornalista sconosciuto, ma di un professionista quotato che ha lavorato 17 lunghi anni per una delle testate più autorevoli della Germania, il “Frankfurter Allgemeine”. Inoltre Ulfkotte era un esperto di cronaca di guerra, politica, servizi segreti, ed è stato buon amico del defunto pubblicista Peter Scholl-Latour, un mito del giornalismo tedesco, eccellente reporter di guerra in Asia e Medioriente scomparso nel 2014.

Nel suo saggio rivelatore l’insider Ulfkotte smaschera la stampa corrotta, descrivendone le tipiche strategie di manipolazione, ammettendo la propria colpa per averne fatto parte in passato, e rivelando i nomi di chi, in seno all’alleanza anglo-americana, tira i fili nascondendosi dietro i quotidiani più importanti del mondo. Gli agganci con organizzazioni come la Trilaterale di Henry Kissinger e il famigerato Gruppo Bilderberg affiorano poco a poco dal suo scritto di denuncia e non sono che la punta di un gigantesco iceberg fatto di militarismo, colpi di Stato, rivoluzioni pilotate, corruzione e propaganda.

L’arte della manipolazione mediatica

Un attento esame illumina le connessioni di certi direttori (citati per nome) di importanti giornali europei che sono al contempo membri di think thanks made in USA, come per esempio l'Aspen Institute con sede a Washington D.C.; oppure l’Atlantik Brücke (Ponte Atlantico), una società tedesco-americana con sede a Berlino. Anche le connessioni tra stampa e servizi segreti non vengono taciute da Ulfkotte. Per esempio, i frequenti contatti con il servizio segreto tedesco BND (Bundesnachrichtendienst). Scrive Ulfkotte:

“(…) Quando, ad esempio, venivo rifornito di informazioni dal BND locale, durante i miei servizi giornalistici all’estero per poter scrivere le notizie sul Frankfurter Allgemeine, questa routine mi pareva del tutto ‘normale’. In realtà non avevo mai la possibilità di controllare l’autenticità delle informazioni ricevute. Eppure le pubblicavo, avevo le spalle coperte dai miei chef di allora. Le definizioni che dovevo usare egli articoli, mi venivano dettate per la maggior parte dai servizi segreti. Chi lavorava per il Frankfurter Allgemeine era orgoglioso di stare in buoni contatti con i circoli dei servizi segreti. Nonostante nessuno potesse controllare le informazioni che quelli passavano. Le stampavamo e basta.” (U. Ulfkotte “Gekaufte Journalisten”, pag. 48)

Davvero rassicurante. Dobbiamo tenere bene a mente queste parole e richiamarle alla memoria soprattutto mentre ascoltiamo (o leggiamo) le notizie della stampa ufficiale sulle guerre in giro per il mondo. È bene anche memorizzare un nome: “German Marshall Fund”, un’organizzazione di propaganda USA fondata in passato da Nahum Goldmann (1895 – 1982), l’allora presidente del Congresso Sionista. Il German Marshall Fund recluta in Germania dei lobbysti pro americani. Anche tra i giornalisti. Per assicurarsi una serrata propaganda in favore degli Stati Uniti.

La prassi è sempre la stessa. In caso di viaggio in compagnia di un politico, il giornalista vip riceve da questi una cartella di lavoro con le informazioni da pubblicare nel giornale in questione. Il segno del comando. Lo stesso fanno le potenti multinazionali, che addirittura finanziano lussuosi viaggi e soggiorni dei giornalisti delle testate più prestigiose in alberghi a cinque stelle situati nelle specifiche regioni del globo, affinché questi scrivano i loro articoli secondo le esigenze delle multinazionali stesse. Una tecnica tipica della Shell, signora del petrolio e dell’energia naturale a fianco di Exxon, BP e Total.

Ulfkotte rivela anche il segreto della villa “La Collina” situata a Cadenabbia, sulla riva del Lago di Como. Divenne nota perché inizialmente era la casa di vacanza del primo cancelliere tedesco Konrad Adenauer, che la frequentò dalla fine degli anni Cinquanta alla metà degli anni Sessanta del secolo scorso. L’elegante edificio appartiene ancora oggi alla “Fondazione Konrad Adenauer”. Attualmente riveste la funzione di luogo d’incontro per meeting e conferenze, a disposizione di attività politiche, economiche e culturali. Ma alla fin fine nelle sue camere si riuniscono soprattutto importanti politici del partito tedesco CDU (Unione Cristiano Democratica), quello della cancelliera Angela Merkel.

Ed ecco che non lontano dalla villa La Collina, nella località di Bellagio, è situata una sede della “Fondazione Rockefeller”, che porta il nome di uno dei “padroni del mondo”. Ulfkotte scrive:

“Quando le élite della politica si incontravano segretamente con quelle americane per discutere su decisioni politiche, arrivavano alla villa La Collina, poi si recavano con il traghetto a Bellagio, all’albergo Villa Serbelloni, e venivano accolti con discrezione da un autista della Fondazione Rockefeller.” (U. Ulfkotte, op. cit. pag. 89)

E la nave va. I giornalisti scrivono, riversano fiumi di parole inutili. Osannano chi devono osannare, maledicono gli indesiderati. Nei termini usati per definire i diversi personaggi politici del momento si cela una vera e propria tecnica di guerra psicologica. Intanto i “signori della stampa” ricevono bustarelle con ingenti somme di denaro per partecipare a una certa conferenza importante o per avere la possibilità di dipingere, su grandi testate, certi politici con i colori più sfolgoranti a scapito di altri dalle tinte fosche. Continua Ulfkotte:

“Nel passato le condanne a morte avvenivano sulla piazza del mercato, oggi invece le praticano i mass media, eseguendole su tutti coloro che vanno contro la ‘correttezza politica’ imposta dall’alto. Chi contesta l’opinione imperante, viene liquidato in due e due quattro.” (U. Ulfkotte, op. cit. pag. 233)

È bene quindi essere sempre coscienti che il governo ombra recluta, per mezzo di suoi organi come i servizi segreti, le conferenze Bilderberg, la Trilaterale e il CFR (Council on Foreign Relations), dei giornalisti pronti a impugnare le sue propagande. Ovviamene lo fa tra i giornalisti più in vista, quelli che appaiono di continuo nelle trasmissioni televisive e sulle riviste famose [In Italia ad esempio, volti noti del giornalismo televisivo come Lilli Gruber, vedi qui e qui, o Monica Maggioni, vedi qui, sono membri fissi di strutture quali rispettivamente il Club Bilderberg e la Commissione Trilaterale, Ndr NEXUS]. Questi, a loro volta, si premurano di divulgare definizioni stabilite dall’alto che, in seguito alla loro onnipresenza giornaliera in tutti i mass media, s’imprimono in modo indelebile nella mente delle masse: Jihad in Europa, lotta contro il terrorismo, primavera araba.

I giornalisti comprati seminano l’angoscia nel pubblico presentandogli di continuo scene cruente di islamisti armati e imbacuccati, lo distraggono con notizie meno importanti (a volte addirittura insignificanti) dagli avvenimenti di rilievo che invece non deve conoscere, lo allontanano dalla realtà per presentargli una verità virtuale fatta di idoli effimeri: USA, soldi, prodotti consumistici, falsa libertà, falsa democrazia, qualche star del momento.

Tutto ciò fa parte del programma portato avanti da tempo dal governo ombra e mirato a raggiungere, il più presto possibile e a qualunque prezzo, il controllo di tutte le risorse del pianeta. Per far ciò, si passa allegramente da una guerra all’altra, si destabilizzano le nazioni, si mettono in atto drastici programmi per ridurre la popolazione mondiale (come le vaccinazioni di massa effettuate nel Terzo Mondo e sponsorizzate da Gates e Rockefeller), si privatizza ogni cosa, ora anche foreste, corsi d’acqua, regioni, montagne. È inutile minimizzare a oltranza, tirando in ballo l’etichetta del “complottismo”. Negare questi fatti non è più soltanto ingenuità, ma ipocrisia. Ogni giorno abbiamo la cruda realtà davanti agli occhi, se solo siamo pronti a vederla. Non giriamo la testa dall’altra parte. Non c’è più tempo da perdere.


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SABINA MARINEO è autrice dei saggi: Prima di Cheope. Le origini e Globalizzazione. La Terza Guerra, pubblicati da Nexus Edizioni:

 


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