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Grecia: multinazionali chiedono salari da 250 euro

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Ma alcune si spingono oltre: aboliamo gli stipendi minimi. Chiesta anche abolizione della liquidazione. Richiesta avanzata da undici aziende, tra cui la Barilla.

Sopra: ​La Barilla è una delle undici aziende che hanno avanzato le proposte shock al governo greco.

Stipendi mensili di 250-300 euro, solo per il lavoro part-time e modifiche nel diritto del lavoro per evitare di incorrere al pagamento degli indennizzi. Questa proposta è stata annunciata durante un incontro tra il ministro greco dello Sviluppo Economico Kostis Chatzidakis e i delegati di undici società multinazionali, tra cui Barilla, Bic Violex e Nestle.  Secondo l’edizione domenicale del “To Vima”, agli occhi dei dirigenti delle multinazionali, un’ulteriore riduzione degli stipendi sarebbe un prerequisito per l’incremento della competitività.

«Investiremmo molto di più, se la Grecia fosse più propensa agli investimenti», hanno dichiarato all’unisono gli undici dirigenti, chiedendo una limitazione delle pratiche burocratiche, una riduzione dei costi energetici e una semplificazione delle procedure per svolgere le attività produttive.

Tuttavia, i dirigenti hanno sorpreso il governo greco quando hanno sollevato la questione di un’ulteriore riduzione degli stipendi, in modo particolare per i giovani disoccupati.

«Non riusciamo a capire perché debba esistere un limite minimo di stipendio in un Paese in cui la disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli inverosimili. Dateci la possibilità di assumere giovani lavoratori a poco prezzo. Lavoreranno meno ore e meno giorni alla settimana», ha suggerito Giorgios Spilopoulos, amministratore delegato di Barilla Hellas.

«Non è in mio potere, passerò la richiesta a chi di dovere», ha risposto il ministro Chatzidakis, sottintendendo che inoltrerà la richiesta al ministro del Lavoro.

«Esattamente, che livello minimo di stipendio intende?», ha chiesto un funzionario del ministero.

«Potremmo dare 250-300 euro al mese per un lavoro part-time, tre o quattro giorni alla settimana», hanno proposto otto dirigenti su undici, durante il lungo dibattito tenuto dai manager di Barilla (che su questo punto si è dissociata), Bic Violex e Nestle.

Il delegato della Nestle, Raymond Franke, ha posto inoltre un’altra questione sul tavolo delle condizioni di lavoro: «Va ridotto anche il tempo per informare un dipendente del suo licenziamento», per poter evitare di incorrere al pagamento della liquidazione ai dipendenti licenziati.

«Il governo crede che gli stipendi minimi non possono essere ulteriormente ridotti», ha rammentato Chatzidakis ai dirigenti. Tuttavia, i delegati delle multinazionali si sono dimostrati determinati nel portare avanti le loro richieste.

Secondo gli ultimi dati, la disoccupazione in Grecia ha raggiunto il 27% nel novembre 2012, e i giovani disoccupati sarebbero il 60,1%.

Dopo un’interminabile pressione da parte della Troika, il minimo salariale era stato ridotto nel febbraio 2012 a 586 euro lordi al mese (510 euro mensili per i giovani sotto i 25 anni).

Pagare 250 euro i lavoratori part-time significa pagare 500 i lavoratori a tempo pieno. Ovviamente, i part-time hanno meno diritti, non hanno vacanze, bonus e un risarcimento molto più basso quando vengono licenziati.

Articolo di Franco Fracassi

Fonte: http://popoff.globalist.it

Nota di Nexus Edizioni: Nestlé Hellas comunica di non aver avanzato, durante l’incontro con il governo greco, nessuna delle richieste attribuitele dal periodico To Vima.

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