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Grilletti facili, crolli difficili di Tom bosco

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presto ammantata di tragedia
per le misteriose circostanze in cui è morto un agente del SISMI,
Nicola Calipari,
crivellato dai colpi sparati da un posto di
blocco USA (“della coalizione”, viene specificato nei primi comunicati
del Pentagono…)
mentre proteggeva la stessa Sgrena col
suo corpo,
rimasta anch’ella ferita insieme ad altri due agenti dei servizi
segreti italiani.

Sono davvero curioso di conoscere la versione di
quanto è accaduto dalla stessa Sgrena, che
nelle sue prime
dichiarazioni ha affermato che la loro auto, un grosso fuoristrada
blindato dell’ambasciata, quindi con targa diplomatica suppongo,
procedeva a velocità normale verso l’aeroporto, dove era
già in attesa il loro aereo, quando è stata investita da
una gragnuola di colpi tale da rendere persino impossibile agli
occupanti di identificarsi come italiani. Ho sentito parlare di 400-500
colpi, qualcuno dei quali alla fine è riuscito a penetrare la
blindatura del mezzo, con le tragiche conseguenze che sappiamo. Secondo
me una chiave di lettura importante della questione è il video
diffuso in queste ore, in cui la si vede in ottima forma, davanti a un
enorme vassoio di frutta, mentre ringrazia i suoi rapitori.

È
sconcertante la differenza tra il video precedente e questo, ma tutta
la vicenda presenta un gran numero di punti oscuri che forse la sua
drammatica liberazione, adesso, aiuterà a chiarire. Una cosa
è sicura: prevedo sviluppi a dir poco esplosivi, perché
ora Giuliana
racconterà al mondo intero tante e tali cose da
cambiare radicalmente la percezione dell’opinione pubblica planetaria
di questa guerra. Proprio quello che gli americani non volevano che
accadesse… ora invece l’immaginario collettivo si nutrirà
emotivamente di una vicenda dai contorni eroici, una di quelle storie
che si racconteranno per molto tempo a venire: una vera bomba mediatica
che, ci scommetto, avrà conseguenze dirompenti per fautori e
sostenitori di questa sporca guerra.

Mi domando quali altre sorprese
sta per riservarci quella tormentata area del mondo. Secondo il
quotidiano israeliano Yediot Ahronot, l’amministrazione Bush avrebbe
dato il semaforo verde a Israele per attaccare la Siria in risposta al
recente attentato di Tel Aviv, costato la vita a cinque persone,
attentato che i servizi segreti israeliani hanno attribuito al
movimento di resistenza della Jihad islamica all’interno di Damasco.
Accidenti, ce l’hanno tutti con la Siria: un membro del Congresso degli
Stati Uniti, il texano e, ovviamente, repubblicano Sam Johnson,
convinto che in quel paese vi siano nascoste armi di distruzione di
massa, vorrebbe risolvere il problema con un bel funghetto nucleare.
Sembra che abbia espresso quest’idea il 19 febbraio, durante una
riunione in una chiesa. La cosa davvero inquietante è che gran
parte del pubblico presente è scrosciato in un applauso…

Notizia cui non mi risulta sia
stato dato alcun risalto è quella secondo la quale il
rappresentante del ministero della sanità iracheno, il Dr.
Khalid ash-Shaykhli, durante una conferenza stampa tenuta presso detto
ministero, a Baghdad, ha confermato che a Falluja le forze armate
statunitensi hanno ampiamente utilizzato armi chimiche
internazionalmente bandite, come gas nervino, iprite e altri componenti
chimici incendiari. Non esclude nemmeno l’utilizzo di qualche piccola
arma nucleare. Alla faccia: dico, ma il dibattito internazionale su
questo sporco conflitto come fa a lasciar passare sotto silenzio
notizie di questo tenore? Possibile che crimini di guerra come questo e
innumerevoli altri (come ad esempio gli 11.000 morti e i 325.000
invalidi permanenti a causa di avvelenamento da uranio impoverito, fra
i 580.400 militari USA che servirono durante la prima Guerra del Golfo)
non meritino a gran voce una condanna internazionale e l’istituzione di
un tribunale, una novella Norimberga dove mettere alla sbarra i vari Bush, Rumsfeld, Cheney, Rice, Powell e chi
più ne ha più
ne metta? Quanto sangue dovrà ancora scorrere, a quali livelli
di assuefazione alla morte dovremo arrivare, quante luride menzogne
dovremo ancora sorbirci?

E a proposito di menzogne: a
quanto pare, le due torri gemelle, crollate una dopo l’altra quel
tragico 11 settembre 2001, una dopo 47 minuti e l’altra dopo 105 minuti
dall’impatto degli aerei e il conseguente incendio, sono davvero un
caso unico nel loro genere nella storia degli incendi nei grattacieli.
Vi ricordate il Windsor di Madrid, quello che è bruciato fuori
controllo per due giorni interi?




Be’, dopo una devastazione del
genere è forse crollato? Certamente no!




Nemmeno questo grattacielo di
Caracas, che nell’ottobre 2004 è bruciato per più di 17
ore
è andato giù…




…e guardacaso nemmeno
quest’altro a Taiwan, nel febbraio di quest’anno!




Altri esempi sono il One
Meridian Plaza di Filadelfia, in Pennsylvania, che nel lontano 1991
andò avanti a bruciare per 18 ore, senza crollare…


…oppure l’Interstate Bank
di Los Angeles, nel 1988: stessa storia.


Insomma: di fronte a esempi di
questo genere l’idea che le torri gemelle del WTC siano crollate a
causa dell’impatto di due aerei e dei conseguenti incendi è
semplicemente ridicola (nel 1945 il mitico Empire
State Building
fu
colpito da un bombardiere B-25,
anch’esso ben carico di carburante che
avvolse di fiamme l’intero 79° piano, ma se non sbaglio si trova
ancora lì…) e sarebbe ora che i media cominciassero a mettere in
rilievo queste anomalie. Ma se lo facessero, io poi di cosa mi
occuperei?
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