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Halloween. Le origini dionisiache dei Celti

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“E gli uomini vollero
piuttosto le tenebre
che la luce”
(Gv.: III, 19)

 

        Nell'antica tradizione celtica ricorrente in Irlanda si festeggia Beltane e Samhain, due importanti feste che segnano il passaggio delle stagioni da quella solare a quella oscura. Beltane ricorre il primo Maggio e indica l'arrivo dell'estate e del caldo mentre la festa di Samhain arriva con il primo di Novembre, dove si inaugura il capodanno celtico con  l'implacabile arrivo del freddo inverno in cui cessano i raccolti agricoli e il bestiame viene riportato nelle stalle. I celti credevano che nel periodo  intermedio tra la fine della stagione estiva e l'inizio di  quella invernale vi fosse una fase  di passaggio in cui vengono distrutte le barriere con il regno delle tenebre: una dimensione dell'oltretomba divenuta capace, in questo rapido  momento, di far interferire gli spiriti dei morti con il mondo dei vivi, tanto da rendere possibile la visione spettrale dei defunti. La notte di Samhain, nella conoscenza ciclica del tempo delle popolazioni celtiche, viene vissuta come una sorta di porta magica fuori tempo tra l'universo materiale e quello spirituale, difatti l'idea  classica del tempo svanisce per lasciare posto a una dimensione atemporale e dionisiaca, adatta a cedere libero sfogo all'inconscio che compenetra  la realtà con l'oltretomba, con l'inevitabile conseguenza  di avere una percezione interiore dell'aldilà

«che ci spinge a cercare la verità attraverso l’ombra, scendendo nelle tenebre, e scandagliando l’io profondo.»

(Giuseppe R. Festa) 

    Un'antica leggenda narra che in quel singolare intervallo  le anime dei defunti vanno in cerca dei corpi da possedere per l'anno nascente. Per spaventare gli indesiderati e invadenti spiriti malvagi s'indossano, secondo un macabro rituale, maschere grottesche ricavate dalle pelli degli animali. Questo intervallo arriva proprio la notte del 31 di Ottobre con l'avvicinarsi di Samhain. Tale nome può significare “conclusione dell'estate” poiché sam vuol dire estate e fuin tramonto oppure trae origine dal nome Samonios che indica il mese relativo a un intermezzo tra Ottobre e Novembre. Il dionisismo prende piede  durante quella notte e difatti si festeggia con canti e danza dedicati agli dei i quali  hanno il compito di tutelare la vita degli abitanti durante il gelido inverno. I giovani, in Scozia, girano tra le frontiere delle fattorie  con una torcia in mano per scongiurare l'influsso negativo della malvagie forze ultraterrene e per allontanare le Fate. Un rituale importante dei Druidi consiste nello spegnere il Fuoco Sacro per poi riaccendere il Fuoco del Nuovo Anno, come fonte di un nuovo ciclo stagionale, all'alba con la legna più pregiata, secondo la cultura celtica. Tramite delle torce fatte ardere proprio dal nuovo fuoco, le famiglie ridanno vita ai loro focolari domestici.

     Con l'avvento della cristianità queste feste pagane di stampo dionisiaco, in quanto legate a danze notturne, focolari, maschere e rituali di fertilità, vengono, inevitabilmente, malviste e seriamente ostacolate anche, molto probabilmente, per via della figura del dio sciamano Cernunnos che, per le sue corna e per la sua presenza mistica e sessuale nella mitologia celtica, richiama in mente l'aspetto del Demonio. (Come, del resto, è avvenuto in modo simile anche al greco dio Pan.)

Di conseguenza, Papa Gregorio III  sposta  la festa di tutti i santi dal 13 Maggio al 1° Novembre. Ma dato che l'iniziativa non ha avuto molto successo nello sradicamento della paganità  si provvede a istituire il 2 di Novembre il Giorno dei Morti, una ricorrenza dedicata alla memoria e alle preghiere ai defunti in modo da mettere in comunicazione i vivi con i morti  in maniera simile da come avviene durante le feste pagane. Il cattolicesimo non elimina Samhain ma lo ripropone  all'interno dell'universo cattolico. Come scrivono Paolo  Gulisano e Brid O'neil ne “La notte delle zucche” le

«candele accese sulle tombe di amici e parenti illuminano i cimiteri. Le lanterne appese alle finestre delle case le ravvivano e i fuochi riscaldano le ossa fredde.»

Difatti  durante la notte di Ognissanti i

«cimiteri irlandesi sono un mare di lumini, quasi a continuare la tradizione celtica di Samhain, quando i morti si mescolavano ai vivi.»

Solo  più che “continuare” la festa si tratta più esattamente di adeguare la ricorrenza alle usanze cattoliche.

«Non potendo tuttavia estirpare la festa, qualunque essa sia, il cristianesimo in generale si è sforzato di incanalarla e dotarla di una finalità in sintonia con i suoi dogmi fondamentali.»

(Jean Markale, Halloween. Storie e tradizioni)

Non bisogna dimenticare che in questo processo di repressivo assorbimento cattolico si sono perse o meglio sono state abolite le tendenze pagane dirette a trovare il proprio equilibrio con la natura e  il rapporto con il divino.

«Possiamo dunque  affermare che i festini di Samain, che terminano con un'ubriacatura generale, sono innanzitutto orge nel vero senso della parole, cioè “esaltazioni collettive dell'energia”, un'energia che risiede potenzialmente in ogni individuo e che talora necessita di essere espressa ricorrendo a rituali più o meno magici.[…] Poiché l'orgia è un rito sacro del quale malauguratamente abbiamo dimenticato la finalità: superare la condizione umana risvegliando tutte le risorse dell'essere per giungere al sovrannaturale, per non dire al divino.»

(Jean Markale, op. cit.)

     Una testimonianza diretta del condizionamento cattolico proviene proprio dallo sviluppo  originato dal nome della festa. Come, appunto, è avvenuto all'antico termine "All Hallow's Eve" da cui si ricava il termine santo o sacro dall'inglese Hallow e dove Eve indica proprio la vigilia di tutti i santi  che cade esattamente il 31 di Ottobre.
      In seguito a una dura carestia, dopo la metà dell'Ottocento, gli irlandesi emigrano negli Stati Uniti d'America e di conseguenza esportano la tradizione di Halloween ma questa volta, in ricordo di Jack o'Lantern, vengono utilizzate le le note zucche arancioni, dato che le rape risultano essere rare e piccole nella nuova terra. La zucca, svuotata e  intagliata in un modo tale da rappresentare un volto mefistofelico e illuminata dall'interno con una candela, diviene il simbolo per antonomasia della festa o della notte delle streghe. La leggenda di Jack o'Lantern narra  di un avaro  e ubriacone fabbro di cattiva fama che riesce a raggirare il diavolo ma a proprie spese. Probabilmente o durante la notte di Halloween, Jack, ubriaco fradicio, incontra il diavolo in un Pub. Il fabbro, prima di donare la sua anima al maligno, chiede di poter ricevere, come ultimo desiderio, un'altra e definitiva bevuta. Il demonio accetta e si trasforma in una moneta per poter pagare la bevanda ma l'astuto fabbro infila il denaro nel proprio borsellino dove una croce d'argento paralizza il diavolo  trasformato in un soldo. A questo punto, Jack prova a liberarsi  del maligno con un ricatto in cui  il Principe delle Tenebre viene liberato se lascia in pace il fabbro per almeno 10 anni. Il diavolo acconsente. Trascorso tale periodo, Satana torna per reclamare l'anima  ma Jack con un nuovo trabocchetto  riesce  a intrappolare, servendosi sempre del sacro simbolo della croce, il diavolo che questa volta acconsente di lasciare in pace per sempre il fabbro. Quando Jack termina la sua vita  viene respinto sia dal Paradiso per la sua cattiva condotta e sia dall'inferno perché Satana riesce a vendicarsi dei tranelli subiti facendo valere la promessa di non perseguitarlo più. Il fabbro finisce così per trovarsi  solo e all'oscuro ma per fortuna gli viene incontro il diavolo che, per toglierselo dai piedi, gli getta un tizzone ardente per illuminare la strada. Jack infila il carbone all'interno di una rapa in modo da formare una lanterna e prosegue il suo lugubre cammino, come un'anima dannata  per l'eternità, fino al Giorno del Giudizio. La zucca di Halloween, di conseguenza, richiama in mente  la presenza occulta di Jack o'Lantern  che vaga nella notte del 31 di Ottobre come uno spirito immondo nel gelido  buio degli inferi.
      

Anche la tradizione pagana legata al termine Trick or Teat ha trovato con il tempo un risvolto cattolico. Durante la ricorrenza di Samhain, dato che gli spiriti possono tornare  nelle loro abitazioni, si lascia la porta socchiusa per non impedire l'entrata e si usa gratificare le anime dei defunti preparando  del cibo e riscaldando l'ambiente con il fuoco. Così facendo viene dato il benvenuto ai morti e si evita qualche spiacevole sorpresa  da parte di spiriti che possono ricambiare l'offesa per il torto subito. Nell'era  cattolica le cose vanno in modo simile e difatti intorno al medioevo, durante il Giorno dei Morti, i cristiani caduti nella miseria si recano presso le abitazioni e chiedono un dolce in cambio di  preghiere per i  defunti che dal Purgatorio devono salire in Paradiso. Un dolcetto che nel mondo britannico ha preso il nome di "soul cake" che nella traduzione italiana di "torta dell'anima" potrebbe intendere, secondo una mia personale interpretazione, qualcosa di simile a un "dolcificante per  l'anima" ottenuto,appunto, tramite la preghiera. L'usanza di preparare un dolcetto onde evitare d'infastidire gli spiriti che possono anche vendicarsi è stata,molto probabilmente, in qualche modo riesumata dai bambini nell'attuale festa di Halloween con l'intento di compiere degli scherzetti a chi si rifiuta di donare qualche dolcetto. Se in passato si è rischiato di essere vittima degli spettri adesso sono i bambini mascherati a recarsi  di casa in casa per recitare la nota richiesta: "dolcetto o scherzetto?"  che proviene, appunto, dall'inglese Trick or Teat.    

Col tempo, anche a cause della secolarizzazione e del consumismo, l'intreccio tra paganesimo celtico e cattolicesimo viene distorto dalla scristianizzazione di un nuovo paganesimo orrorifico dai risvolti gotici e demoniaci che viene stimolato proprio dalla rievocazione dei morti per celebrare le tenebre. Senza volerlo, la cristianità cattolica ha creato un fertile sincretismo tutto a favore di un rinnovato paganesimo, che è risorto, attraverso la combinazione di nuovi simboli, sotto forma di Halloween in una sintesi originale e innovativa di elementi pagani e cristiani, dove i diavoli e le streghe hanno preso il posto degli spiriti maligni e delle fate, all'interno di una scherzosa e vandalica festività dai tratti lugubri e funebri. In un certo senso, più si è tentato di inibire cristianamente la tradizione celtica e più Halloween ha ceduto il passo al primordiale impulso dionisiaco legato all'ebrezza, alla danza, alla maschera  e all'oscurità.

«Dioniso e Ade sono lo stesso»

(Eraclito)

Samhain, pertanto, ha recuperato un po' di terreno perduto all'origine ma  ha comunque perso la propria naturale e genuina identità celtica, priva di un contenuto diabolico. Halloween, invece, si è trasformato e si è arricchito di un folclore carnevalesco dove  la festa neopagana ha assorbito i nefasti miti gotici  della civiltà cristiana attraverso i castelli, le chiese abbandonate, gli spiriti dei morti   tornati in vita con gli abiti d'epoca o con i  gatti posseduti, i vampiri, i cimiteri, le antiche abitazioni, i monasteri, i lupi mannari, le catacombe, i demoni dell'inferno e le fulve streghe vaganti con la scopa nella tenebrosa notte di Halloween, tradizionalmente illuminata dalla luna piena.


Bibliografia di riferimento

Paolo  Gulisano – Brid O'neil, La notte delle zucche. La festa di Halloween, Ancora, 2006
Jean Markale, Halloween. Storie e tradizioni, L'Età dell'Acquario, 2005
Mario Manzana – Elena Radovix, La vera storia di Halloween, Trentini, 2002
La Gazzetta dei Maghi e delle Streghe, Speciale Halloween, 4 ever, 2004


 

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