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HOLLANDE “ALLEATO” DI PUTIN? PER FAVORE, NON CASCATE NELLA MATRIX

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Un lettore commenta che ho sbagliato tutto a sospettare il mega attentato di Parigi di essere un false flag o auto-attentato del regime francese, perché:

“1) La Francia va a bombardare l’Isis direttamente a braccetto con la Russia di Putin 
2) Si è riformata l’alleanza Russia-Francia, come non si vedeva dalla I guerra mondiale. Se c’è qualcuno che ha guadagnato politicamente dall’attentato di Parigi, è proprio Putin, e non certo Obama, Merkel, Hollande, Cameron e soci. Al contrario di quanto previsto da Blondet.
3) la Francia chiude de facto le frontiere, sospende Schengen, comincia a parlare della possibilità di ritirare la cittadinanza a chi non se lo merita e a parlare di pena di morte per reati legati al terrorismo”.

Mi pare urgente sfatare questa idea che c’è ora una “alleanza Russia-Francia” per combattere l’ISIS, perché è uno degli effetti della Matrix, della rete emozionale creata attorno agli eventi- rete che è uno strumento di guerra in sé.
È proprio vero che ormai bisogna spiegare tutto, passo passo, altrimenti non ci si arriva con la propria testa.


Sopra: la Charles de Gaulle con la sua squadra

Hollande ha cominciato i bombardamenti su Rakka – dove l’ISIS è stato già sostanzialmente sloggiato dagli aerei russi – come supposta rappresaglia, colpendo la centrale elettrica che serve alla popolazione civile (quel che ne resta) e su indicazione Usa, non russa. Ha penetrato lo spazio aereo siriano senza chiedere l’autorizzazione al governo Assad, il solo che rimane legittimo, né coordinarsi coi russi. Ha sparato poche bombe, un quinto di quelle che la Russia lancia ogni giorno. Una vuota gesticolazione.
La portaerei atomica Charles De Gaulle non è stata mandata al largo dello coste siriane per combattere l’ISIS, ma porre ostacoli all’azione di Mosca. Altrimenti non si spiega come mai, subito dopo l’eccidio di Parigi, i russi abbiano intensificato i bombardamenti, persino con l’uso dei bombardieri strategici, per ottenere un rovesciamento della situazione sul campo, e battere il ferro finché è caldo – ossia per approfittare delle simpatie che in Europa ha riscosso l’azione di Mosca dopo il mega-attentato jihadista a Parigi – sapendo che questa simpatia ha poca durata, e prima che la Charles De Gaulle sia operativa nell’area.

Certo, Putin ha ordinato al suo Stato Maggiore di contattare il gruppo aeronavale francese per coordinare le loro azioni; non risulta che Hollande o i comandi francesi abbiano risposto sì a questa richiesta (o ingiunzione) di coordinamento. Anzi, non hanno nemmeno risposto. E Hollande e il suo ministro Fabius, continuano a ripetere che “Assad must go” ad ogni occasione pubblica in cui parlano del loro cosiddetto intervento militare contro ISIS; un rifiuto netto della posizione negoziale russa.
Di fatto, la squadra francese continua a coordinarsi con gli Usa. La decisione di muovere la Charles De Gaulle (costosissima per i bilanci francesi, quindi per loro lasciata a secco “per manutenzione”) era stata presa e annunciata mesi prima dell’attentato islamista a Parigi – era però diretta nel Golfo Persico, per assicurarvi la permanenza militare della coalizione occidentalista in attesa della portaerei americana USS Truman, il cui arrivo nel Golfo è previsto prima di Capodanno. Solo dopo la tragedia del 13 novembre Hollande ha ordinato che la portaerei si diriga nel Mediterraneo. Davanti a quelle coste dove i russi hanno già numerose navi, e su cui hanno intimato ampie no-fly zone. Ciascuno vede – o dovrebbe vedere – l’estrema pericolosità della situazione di sovraffollamento bellico, dove i due gruppi navali non si coordinino, anzi gli occidentali mantengano una posizione ostile. Certamente ciò è inteso ad ostacolare le ulteriori operazioni russe, per ragioni di prudenza.

Gli Stati Uniti hanno appena autorizzato la vendita all’Arabia Saudita di 19 mila bombe d’aereo o d’artiglieria, e non c’è dubbio che molte di queste armi finiranno ai guerriglieri che la monarchia sostiene. Il Katar ha comprato dal regime dell’Ucraina una partita di missili anti-aerei Pechora da consegnare ai jihadisti: missili che possono colpire aerei a oltre 20 chilometri. Il bello è che il Katar partecipa, con l’Arabia, alla “coalizione americana contro l’ISIS”.
L’ambiguità occidentalista – che finora ha sostenuto i terroristi jihadisti contro Assad – non è cambiata. Al punto che due deputati Usa, la democratica Tulsi Gabbard e il repubblicano Austin Scott, hanno presentato un disegno di legge bipartisan che ordinerebbe (se fosse votato) al governo americano di “interrompere la guerra illegale contro Assad”. Una misura che non avrà conseguenze, ma smaschera il perdurante doppio gioco. La Gabbard ha detto alla CNN: “La Cia arma quegli stessi terroristi che la Casa Bianca insiste a definire come nemici giurati”.

http://www.zerohedge.com/news/2015-11-21/us-congresswoman-introduces-bill-stop-illegal-war-assad-says-cia-ops-must-stop

Può completare il quadro il fatto che nella presunta “alleanza contro l’ISIS”, così rumorosa, si nota la silenziosa diserzione di un attore chiamato Israele.
L’11 novembre, un (presunto) kamikaze ISIS s’è fatto saltare a Beirut nel quartiere sciita, Hezbollah, sterminando 40 persone in strada; Hezbollah è la sola forza araba che combatte i terroristi jihadisti; l’attentato ha suscitato inni di gioia sui media israeliani. Nei giorni scorsi la celebre giornalista australiana Shari Markson, di News Corp, ha visitato lo Ziv Medical Centre,a Zefat (Nord Israele) scoprendo che 500 giovani lì ricoverati per traumi da guerra sono guerriglieri di Al Qaeda, curati per poi (gliel’hanno detto loro) essere rimandati a combattere Assad.

http://www.voltairenet.org/article189367.html

Gli europei hanno sospeso Schengen….
Mai sciupare un bell’attentato: le eurocrazie ne hanno approfittato per sospendere lo spazio Schengen, ristabilire i controlli alle frontiere: non sapevano più come fare a frenare l’afflusso dei profughi veri e falsi e come salvare la pelle politica ad Angela Merkel senza costringerla a rimangiarsi tutto. Adesso, ecco fatto. Hanno potuto evitare di riconoscere che aveva ragione Victor Orban; il che, nella piccineria di questi individui, non è cosa da poco.

Quanto alla Merkel – lo rivela la Frankfurter Allgemeine Zeitung – al G-20 di Antalya s’è accordata a quattr’occhi con Obama e con altri paesi per continuare, anzi estendere, le sanzioni alla Russi con la scusa della pretesa annessione della Crimea. Ciò, contro il suo stesso ministero degli Esteri, F W Steinmeyer, che ha fatto palesi sforzi di porre fine all’isolamento diplomatico della Russia, riconoscendo un ruolo costruttivo di Mosca nella questione ucraina; persino Juncker non trova molto intelligente continuare le sanzioni, dato il danno economico che infliggono all’economia europea. Che dico? Financo la Mogherini dice che la crisi della Siria non si può risolvere senza la Russia – perfino Ban Ki Moon lo ripete. È evidente che ormai la Cancelliera, in uscita, lega il suo destino alla Superpotenza (forse aspira al posto di Segretario generale Onu).

Quanto ad Hollande, sì, ha decretato lo stato d’eccezione, ossia la riduzione delle libertà civili e politiche e il controllo della popolazione, fra cui specialmente la censura su Internet (questo gli premeva). Ciò non serve ad arrestare terroristi, ma – per adesso – a silenziare la campagna elettorale regionale, che deve aver luogo fra due settimane. Queste elezioni, democratiche perché con il sistema proporzionale e dunque passibili di fornire risultati reali sullo stato d’animo dei francesi, sono di fatto censurate. Più precisamente: i media si autocensurano, non parlano dei candidati, le tv non fanno dibattiti, niente sondaggi; ad essere onnipresenti sui teleschermi sono gli uomini del governo e del PS, che giganteggiano con la loro “caccia ai terroristi”, state tranquilli che vegliamo noi su di voi… Il tutto condito da notizie allarmistico-demenziali: “Rubate 10 tute anti-Ebola dall’ospedale Necker”; paura di attacchi chimici? Batteriologici? Ma Valls veglia su di voi, parigini.

http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2015/11/21/parigi-rubate-10-tute-anti-ebola-in-ospedale_51ef474a-ab96-4c71-be7e-234a8cb467d8.html


Sopra: “Boots on the ground”. A Bruxelles.

Bruxelles, che come sempre è una caricatura di Parigi, ha espanso la strategia della tensione ad eccessi tragicomici: metropolitane chiuse, stadi vietati, scuole serrate, piazze vietate per la caccia a dieci terroristi, dieci, e per giorni e giorni. “Massimo allarme terrore”: nella “loro” capitale, sono gli eurocrati e i loro complici e parassiti che mettono in scena la propria auto-protezione, il sollevamento dei ponti levatoi della loro propria fortezza, la prova generale del loro arroccamento per “sicurezza” contro i popoli, in vista della nuova fase di integrazione sovranazionale. Occorre più Europa! ci ripetono i politici. Matrix funziona a tutto spiano.

Almeno non raccontiamoci che Parigi si è alleata con Mosca.

* * *

Articolo tratto dal sito Blondet & Friends

 

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