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I kaki nostri

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Domenica 24 Marzo si è svolto con successo a Milano il Convegno La Medicina che guarisce. Ringraziamo i relatori per gli straordinari interventi, la partecipazione calorosa del pubblico presente  e gli sponsor che hanno reso possibile la realizzazione dell’evento. A breve saranno disponibili gli atti del convegno con allegato il dvd. Nexus Eventi vi attente ai prossimi appuntamenti.

Lo staff di Nexus Edizioni

Non basta predicare bene, bisogna anche mettere in pratica i principi in cui si crede. Ed è stato così che, dopo 28 anni trascorsi a insegnare i principi della sicurezza alimentare e a mettere il naso nelle cucine degli altri io che sono agronoma ho fatto nascere il progetto “I kaki nostri”, in una piccola oasi biodinamica nel comune di Faenza (RA) ossia nel cuore della Romagna.

Il nome del progetto è dovuto al fatto che si tratta della varietà più tradizionale di kaki, quella che da secoli è coltivata in Italia, ecco il perché di quel “nostri”, e comunque prevedo di integrare questa specie con altre varietà di frutta antica, andando a riprendere solo varietà autoctone.

Il progetto è iniziato nel mese di febbraio 2011, in un frutteto esteso 14.000 m2, sul quale si trovano circa 1000 piante di 15 anni d’età. Sono state applicate solo le pratiche previste dall’Agricoltura Biodinamica, ossia un tipo di agricoltura che esclude l’impiego di qualsiasi sostanza velenosa, anche se naturale. Dall’altra parte della strada sono presenti piante appartenenti alla stessa specie e della stessa varietà, perfino della stessa età, che hanno continuato ad essere coltivate secondo i canoni dell’agricoltura convenzionale. 

Questo dettaglio, che a prima vista potrebbe sembrare un handicap, si è rivelato essere invece una interessante opportunità di confronto, che ha permesso di fare alcune considerazioni sull’effettiva validità del metodo biodinamico.

Sotto gli occhi un po’ divertiti e increduli, dei vicini, sono iniziate le operazioni di rivitalizzazione del terreno, molto carente di lombrichi e di microrganismi utili, e delle piante.

Per far rivivere la microflora del terreno, precedentemente diserbato (e reso quasi sterile) impiegando il più noto dei disseccanti, sono stati impiegati i microrganismi effettivi, ossia una opportuna miscela di lieviti, fermenti lattici e batteri fotosintetizzanti, messa a punto dal dott. Teruo Higa, nota per essere una vera panacea per i problemi di fertilità e di inquinamento del terreno.

A questa pratica è stato abbinato il sovescio (che consiste nell’incorporare nel terreno le erbe infestanti e i residui di coltivazione), necessario per la formazione dell’humus nel terreno.

La vita ha iniziato a riprendersi pian piano e confidiamo di vedere presto qualche grasso lombrico. Fin dall’inizio sono stati distribuiti i preparati biodinamici, previa dinamizzazione, effettuata rigorosamente a mano in un vaso di terracotta, capiente 80 litri, appositamente prodotto dalla fornace Curti di Milano e rivestito internamente da uno strato vetrificato “per alimenti”.

Le piante hanno iniziato ben presto a reagire ai trattamenti, crescendo sane, senza malattie e senza parassiti. Proprio la situazione insetti è stata tenuta sotto controllo mediante l’installazione di trappole a feromoni per monitorare la presenza del più temuto parassita, la mosca della frutta.

Le trappole a feromoni sono dispositivi impregnati dell’ormone femminile; svolgono un’azione attrattiva nei confronti dei maschi, li catturano e impediscono quindi la fecondazione delle femmine. Senza prole il parassita scompare. Non avendo rilevato nessuna cattura, non è stato necessario effettuare nessun trattamento contro la mosca, nemmeno quello previsto dalla biodinamica.

Di grande soddisfazione e sorpresa è stata l’esperienza con la grandine: i vicini hanno riferito che la grandine si è “fermata a pochi metri dal confine del campo biodinamico, ed è ripresa subito dopo”. Per quanto questo fatto possa sembrare difficile da credersi, questa esperienza è stata comune a tutti gli agricoltori biodinamici con cui sono in contatto.

Un evento di questo tipo non è una novità, dal nostro punto di vista, può essere considerato la conferma che il sistema biodinamico sta funzionando ed è applicato correttamente, in particolare abbiamo avuto conferme analoghe in poderi biodinamici situati Lombardia, Liguria, e Veneto.

Una grande soddisfazione comunque è sotto gli occhi di tutti: il frutteto biodinamico è più sano, e si è rivelato più carico di frutti rispetto alla controparte convenzionale, che come si è detto è situata appena dall’altra parte della strada.

Volendo spingerci ancora oltre, abbiamo deciso di applicare anche le ardite teorie del Dott. Masaru Emoto sulla memoria dell’acqua. Secondo questa teoria, l’acqua assorbe i pensieri, e le energie.

L’effetto visibile è il cambiamento radicale della struttura dei cristalli di ghiaccio dell’acqua che è stata preventivamene “informata”. Probabilmente anche per quanto riguarda l’omeopatia il principio di funzionamento è lo stesso.

E’stata allora realizzata una “informazione” dell’acqua, durante la fase di dinamizzazione di un preparato particolare, detto “il preparato dei tre re”, a base di oro, incenso e mirra (preventivamente allestito secondo la tecnica biodinamica). Nell’acqua destinata ad essere irrorata sulle piante, sono stati “inseriti” messaggi di amore, serenità e gratitudine. Quindi l’acqua è stata spruzzata sul fogliame e sul terreno. E’ stato interessante osservare le reazioni dei nostri amici e in generale delle persone che venivano a trovarci per vedere le piante, e che portavamo a passeggiare tra i filari. Tutti, a un certo punto, dicevano “Come si sta bene qui! Come è bello qui!”. Ma “qui” ci sono solo piante di kaki e niente altro…….

La sorpresa maggiore però sono stati i racconti di alcuni consumatori che avevano mangiato i nostri frutti; abbiamo registrato numerose testimonianze che ci hanno convinto a proseguire nella sperimentazione anche nell’anno a venire.

Non risulta che in Europa esistano altre coltivazioni di kaki biodinamici, né che altri abbiano in passato applicato l’agricoltura biodinamica a questa specie.

DALLA FRUTTA FRESCA ALLE CONFETTURE

Non poteva mancare la produzione di confetture, avvenuta presso lo stabilimento EMAR Romeo di Sesto Ulteriano (MI), un’azienda che dal 1935 produce artigianalmente confetture e canditi altissima qualità.

Per l’occasione sono state formulate 4 diverse ricette, tutte dolcificate con fruttosio e composte dall’80% di frutta, senza aggiunta di alcun additivo (neanche pectina).

Al momento vengono commercializzate:

– I KAKI NOSTRI Confettura extra di kaki al naturale;

– ZEN Confettura extra di kaki aromatizzata allo zenzero; particolarmente consigliata in abbinamento a formaggi stagionati

– CREOLA Confettura extra di kaki alla cannella;

– L’OGGETTO DEL DESIDERIO Confettura extra di kaki al cioccolato bianco.

Tra breve entrerà in commercio SOLEA Confettura extra di kaki alle scorze d’arancia candite.

Per ulteriori informazioni: [email protected]

Marina Mariani

Tel 347 2697314

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