In questo articolo prenderemo in considerazione l’importanza delle religioni misteriche nell’universo religioso dell’antica Grecia. In primo luogo dobbiamo mettere in evidenza che i caratteri e i contenuti delle religioni misteriche erano molto diversi da quelli della religione olimpica che rivestiva a sua volta grande importanza nel mondo greco. Nell’antica Grecia la religione era un fenomeno molto complesso e di non facile interpretazione, soprattutto a causa delle numerose stratificazioni storiche dovute ai processi di invasione e di colonizzazione che giocarono un ruolo importantissimo nella storia dell’antica Grecia. Proprio queste stratificazioni molteplici impedirono alla Grecia di raggiungere tra l’altro l’unità politica, e proprio tali processi di invasione e di colonizzazione determinarono una grande varietà delle dottrine religiose esistenti nel mondo greco. Di conseguenza una delle caratteristiche più importanti della religione greca era la grande varietà dei suoi contenuti dottrinali e delle sue forme di organizzazione pratico-rituale (possiamo dire che in Grecia non è mai esistita una dogmatica religiosa e un modello religioso unico e indiscutibile in grado di esercitare un controllo assoluto sulle credenze religiose e sui comportamenti degli antichi greci).
Volendo sintetizzare al massimo potremmo dire che nel panorama delle espressioni religiose fiorite in Grecia è possibile individuare due componenti fondamentali: la religione olimpica e le religioni misteriche.
Premesso ciò diremo che la caratteristica principale di tutte le religioni misteriche, sebbene non sia facile avere delle certezze in proposito per l’insicurezza e la scarsità delle fonti, era il carattere non pubblico di tali religioni misteriche in quanto solo coloro che venivano sottoposti ai rituali di iniziazione potevano conoscere i contenuti dottrinali e i riti di tali religioni. Di conseguenza gli iniziati a tali culti religiosi si differenziavano da tutti gli altri individui soprattutto per il fatto che avevano conoscenze, credenze ed un’organizzazione gerarchica molto diverse dai non iniziati. In questo articolo prenderemo in considerazione due religioni misteriche molto importanti nell’antica Grecia, ovvero i misteri eleusini e i misteri orfici.
Per quanto riguarda i misteri eleusini essi avevano come centro di irradiazione il santuario di Eleusi dedicato a Demetra e a Persefone sua figlia. I misteri eleusini erano basati su un racconto mitico che aveva come protagonisti Ade, re degli Inferi, Demetra e Persefone. Ade con il consenso di Zeus rapì Persefone alla madre Demetra per farla diventare sua moglie. Allora Demetra, dea della terra e del grano, in preda a un rabbioso e disperato dolore non consentì più al grano di crescere, cosicché Zeus dovette stabilire una soluzione di compromesso: Persefone avrebbe trascorso un terzo dell’anno negli Inferi con Ade e due terzi sulla terra con Demetra. Agli inizi lo scopo dei riti eleusini era quello di propiziare nella stagione della semina la fecondità dei campi. Ma con il passare del tempo l’accento di tale religione misterica si spostò su un elemento diverso, ovvero la vicenda di una dea che trascorreva una parte dell’anno nel mondo dei morti e che ritornava in vita sulla terra secondo un ciclo reversibile e continuo. Tale mito apriva alla mente dei fedeli la possibilità di interpretare il rapporto tra la vita e la morte in un modo nuovo e meno drammatico rispetto a come era descritto nella religione olimpica.
In sintesi la caratteristica principale dei misteri eleusini era il riferimento alla possibilità degli adepti di tale religione misterica di conquistarsi la rinascita oltre la morte e di conseguenza la salvezza (in ciò consisteva la dimensione soteriologica di tale religione). Nei misteri eleusini il mondo degli Inferi era rappresentato come una realtà dolorosa dove l’individuo doveva sopportare un tormentoso vagabondaggio, in attesa di rinascere e di ritornare sulla terra (la possibilità di ritornare sulla terra dopo la morte era riservata solo agli iniziati). Di conseguenza nei misteri eleusini esisteva un rapporto di complementarietà tra il mondo degli Inferi e la terra. Gli adepti di tale religione misterica dopo l’iniziazione venivano messi a conoscenza dei misteri e dei riti indispensabili per assicurarsi la rinascita dopo la morte. Dobbiamo mettere in evidenza che la conquista della salvezza dopo la morte si otteneva solamente attraverso conoscenze e attraverso la partecipazione a determinati riti e non con determinati comportamenti di tipo morale.
Abbiamo visto che il mito di Ade, Demetra e Persefone aveva una fondamentale importanza nei misteri eleusini. Riteniamo opportuno di conseguenza dire qualcosa intorno all’importanza e alle caratteristiche dei miti nell’antica Grecia.
Volendo sintetizzare al massimo esistono tre modi di definire il mito che sono molto diversi tra loro. Secondo una teoria sostenuta da molti studiosi il mito dovrebbe essere considerato una semplice invenzione priva di fondamento e priva di relazione con la ricerca della verità propriamente detta.
Esiste poi un secondo modo di intendere il mito diametralmente opposto a quello che abbiamo ora esposto. Secondo questo altro punto di vista sul mito, esso non solo non racconterebbe cose false ma farebbe conoscere agli uomini delle antichissime nozioni appartenenti all’alba dell’umanità e pertanto dotate di una fondamentale funzione rivelativa sulla vera e profonda natura di tutto ciò che esiste nell’universo. Secondo questo altro modo di intendere il mito, esso è un racconto che fa conoscere agli uomini immediatamente delle verità che non possono essere colte dalle argomentazioni e dai discorsi razionali in quanto il mito sarebbe portatore unico di conoscenze e valori archetipici dell’umanità.
Esiste poi un terzo modo di definire il mito che secondo questo terzo punto di vista non verrebbe considerato né un racconto falso e privo di fondamento e né il portatore di conoscenze e valori archetipici dell’umanità non conoscibili attraverso il pensiero razionale, ma una forma di conoscenza vera che tuttavia deve essere considerata una conoscenza “sui generis” in quanto si tratterebbe di una forma di conoscenza molto diversa da quella razionale colta dal “logos” (si tratterebbe quindi non di una conoscenza inferiore o superiore a quella ottenibile con la razionalità ma solamente diversa da quella del “logos”). Secondo tale modo di intendere il pensiero mitico, le caratteristiche salienti dei miti sono tre: la conoscenza proposta dai miti si presenta in forma immediata e rivelativa; tale conoscenza non è arricchibile secondo le procedure del sapere filosofico-scientifico; la conoscenza presente nei miti non è aperta alla verifica e alla critica razionale. In sintesi si potrebbe dire che il mito deve essere considerato un accoglimento passivo ed acritico di determinate conoscenze ed affermazioni.
Per quanto riguarda i misteri orfici dobbiamo dire che in tale religione misterica gli adepti per raggiungere la salvezza intesa come possibilità di ritornare sulla terra dopo la morte non dovevano limitarsi ad acquisire determinate conoscenze ma dovevano anche adottare determinati comportamenti di tipo morale. I misteri orfici devono il loro nome al mitico cantore tracio Orfeo, protagonista del tentativo fallito di liberare la moglie Euridice dal mondo degli Inferi e poi ucciso da una schiera di baccanti in preda al furore orgiastico.
L’interpretazione globale dei misteri orfici non è certamente facile ma appare chiaro che gli orfici svilupparono una teoria del divino assai complessa ed articolata nel contesto della quale si apriva per gli uomini la possibilità di una rinascita dopo la morte. Poiché tale rinascita non poteva avvenire solamente con le conoscenze apprese dopo l’iniziazione con le pratiche rituali ma implicava l’osservanza di precise norme etiche, gli orfici erano soliti riunirsi in comunità impegnate nella realizzazione di un determinato stile di vita indispensabile per il conseguimento della salvezza dopo la morte. Fondamentali per comprendere la sostanza teorica dell’orfismo sono i seguenti principi. In primo luogo secondo gli orfici in ogni uomo abitava un demone decaduto nei corpi mortali dopo aver perso le sue caratteristiche originali. In pratica il demone si trovava imprigionato nel corpo umano, ragion per cui lo scopo della vita umana era liberare dal corpo questa componente divina, ovvero il demone.
In secondo luogo la liberazione del demone poteva avvenire solo se insieme ai riti e all’acquisizione di determinate conoscenze venivano rispettati determinati principi morali che consistevano soprattutto nel rinunciare completamente ai piaceri del mondo e al compimento di azioni malvagie. Tuttavia dato che era molto difficile rinunciare ai piaceri del mondo ed evitare di compiere azioni malvagie, il demone prigioniero nel corpo era costretto più volte a reincarnarsi in altri corpi dopo la morte del corpo che lo ospitava. Il demone poteva liberarsi dal ciclo continuo delle reincarnazioni solamente dopo aver compiuto tale difficilissima impresa che gli permetteva di ritornare per sempre nella sua patria celeste. Il demone, in questo ciclo di reincarnazioni, era costretto a volte a reincarnarsi in animali la cui indole ricordava il tipo di vita che aveva condotto nella precedente esistenza.
Gli orfici riuscirono a tenere in debita considerazione e a dare una risposta valida alle esigenze religiose e morali che si manifestarono nel mondo greco a partire da un certo periodo storico, proprio perché per la prima volta l’orfismo propose una nuova immagine dell’uomo fondata su un dualismo sostanzialmente estraneo alla tradizione arcaica greca. Tale dualismo orfico considerava la condizione terrestre come qualcosa di conflittuale e spesso anche di negativo. Nell’antropologia orfica di tipo dualistico possiamo già riconoscere, sia pure in forma embrionale, alcuni tipi di dualismo (anima-corpo, spirito-materia, ragione-istinto, etc.) che assumeranno un’importanza fondamentale nello sviluppo del pensiero occidentale. Possiamo dire che tutti i dualismi del pensiero occidentale che seguiranno il dualismo orfico sono stati almeno in parte condizionati dall’antropologia e dalla soteriologia orfica.