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(I) SPARK IN THE DARK di Paolo C. Fienga & Lunar Explorer Italia

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La storia la scrivono i vincitori, quindi ĆØ sempre diversa dalla realtĆ ? Ne parliamo conĀ Teodoro BresciaĀ Dottore di ricerca, docente e scrittore e autore del libro...

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Capitolo I – “A Spark in the Dark”

APOLLO 11, frames AS 11-37-5455 e 5456

Pochi ricorderanno, probabilmente, di quando Armstrong avvisò Houston di aver avvistato, durante la passeggiata Lunare, una "…flare-like light, in or over a not too distant crater…".
Molti pensavano – inclusi alcuni Soci Lunar Explorer Italia – che questa storia rientrasse nel Mare Magnum delle “Leggende Lunari” e, credeteci sulla parola, di queste Leggende ce ne sono davvero tantissime: alcune carine e credibili, altre davvero insostanziabili e, probabilmente, frutto di sfrenate fantasie scientifiche, psicologiche e fanta-politiche.

Ma la Verità, come quasi tutti sanno bene, è davvero strana.
Più strana dell’immaginazione.

È stato grazie alla RAI – Divisione RAI Teche, che abbiamo ritrovato (è proprio il caso di dirlo…) il filmato originale della Moon-Walk di Armstrong ed Aldrin, commentato “in diretta dalla Luna” da alcuni grandissimi giornalisti Italiani, ormai entrati (a buon diritto) nella Storia: Tito Stagno e Ruggero Orlando.

Il filmato fornitoci dalla RAI ci accompagna durante la prima parte della passeggiata lunare dei due Astronauti Americani e, al minuto 42 della cassetta (che dura solo 44 minuti, mentre l’intera Attività Extra-Veicolare – o EVA – di Armstrong ed Aldrin sarebbe durata poco più di 2 ore e mezza…), dopo pochi istanti di silenzio che seguirono la comunicazione di Armstrong a Houston con cui l’Astronauta avvisava di aver finito di raccogliere campioni del suolo lunare, Tito Stagno, con voce evidentemente molto eccitata, prese a dire “…Armstrong ha appena avvisato Houston di aver visto un piccolo oggetto strano sulla superficie della Luna…Houston ne sta chiedendo le coordinate…”.

Sotto la voce di Tito Stagno, piuttosto chiara, la voce di Armstrong che diceva: “…Houston… (e Houston risponde) …I see something… (fruscii) …It’s like a flare… (voci incomprensibili e fruscii, accompagnati dallo storico “beep” che si ripeteva ciclicamente durante le trasmissioni Life from the Moon) …a light, in or over a crater… (Houston, a questo punto, NON sembra chiedere le coordinate del ‘piccolo oggetto strano’, ma pare essere molto interessata alla distanza dell’oggetto dal Lunar Module ed Armstrong, infatti, risponde) …About a kilometer…More or less one kilometer…”

La trasmissione, a questo punto – e ci viene voglia di dire “come ovvio”… – si interrompe e NON verrà ripresa.
Abbiamo cercato, ovunque (NASA inclusa), ma non abbiamo trovato altro materiale relativo a questa circostanza e la RAI stessa ci ha detto che non disponeva del prosieguo della trasmissione, ammesso che un prosieguo ci fosse stato.

Dunque era accaduto qualcosa: qualcosa di estremamente strano.

Purtroppo, sebbene abbiamo esaminato tutti i fotogrammi che formano la Apollo 11 Official Collection, non abbiamo trovato immagini che si riferivano direttamente a questa segnalazione di Armstrong però… Però, nel magazine 37, che contiene svariate immagini orbitali nonché le primissime fotografie scattate dopo l’allunaggio e che vanno dal frame AS 37-5449 al frame AS 37-5459, così formando un Panorama di Emergenza la cui natura e finalità ci viene spiegata dalla NASA stessa (…These 11 frames were taken on the lunar surface just after the landing, and form a “contingency panorama” in order to briefly document the site and its immediately interesting features, so that the crew wouldn't have been forced to leave with empty hands in case of a No Stay decision…) c’è qualcosa che, a nostro parere, potrebbe essere lo stesso “oggetto strano” – per dirla come Tito Stagno – o la medesima “flare-like light” – come disse Armstrong – che venne annunciata al Mondo “Live from the Moon” (nota: i dati di ascolto ufficiali parlano di circa due miliardi di spettatori collegati in tutto il Mondo) e quindi subito dimenticata.

Cancellata.

O forse “Rimossa”, come dicono alcuni psicologi interpellati sull’argomento.

Noi crediamo che quella "fiammella/lucina" scintillante dentro o sopra un cratere distante circa un Chilometro dal Modulo Lunare fosse qualcosa del tutto simile al bagliore metallico che si può vedere con chiarezza nel frame AS 11-37-5455

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Individuata la possibile Anomalia, come la logica ed il buon senso richiedono, la prima cosa che decidemmo di fare per chiarire il presunto ‘mistero’, fu quella di chiedere lumi alla NASA e, dopo due lettere andate a vuoto, ci pervenne una cortesissima risposta da parte di un certo Sig. Mike Gentry, Funzionario del Public Affairs Office's Media Resource Center at the Johnson Space Center in Houston, Texas.

Ne riportiamo il testo:”… Thank you for your question about AS11-37-5455.
We showed this jpeg to a former (retired) photogrammetrist at the Manned Spacecraft Center. He went to a clean version of the 70mm master film and these are his comments upon looking at the film: ‘…(I saw) a small reflective highlight at the area in question, nothing more. It is nothing more than a down-sun reflective surface in the distance’ …”.

Null’altro, dunque, se non un corpo ad alta riflettenza, illuminato dai raggi del Sole radente del mattino lunare: nulla di più.
Un “sasso luminoso”, è quello che si capisce, secondo noi, dalla risposta NASA.

Ma a Voi sarebbe bastata una simile spiegazione? Probabilmente no, e dato che neppure noi abbiamo trovato soddisfazione in quanto riportato nel messaggio che abbiamo citato, ci siamo armati di pazienza certosina ed abbiamo contattato i Curatori dell’Apollo Moon Atlas ed abbiamo richiesto, come ci autorizza a fare il “Freedom of Information Act”, una copia del frame originale NON compresso del fotogramma AS 11-37-5455 e del successivo (poi Vi diremo il perché).

L’oggetto fotografato dall’interno del Lunar Module, come si vede piuttosto bene nel detail magnification che proponiamo,

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non ha proprio l’aria di essere un sasso particolarmente luminoso.

Lo si capisce da tanti piccoli dettagli, ma soprattutto da uno: lo “sbuffo” di luce color lilla/viola (o blu, nella ricostruzione che abbiamo fatto eliminando la patina di falso colore aggiunta dal tempo sulla pellicola originale) che sembra dipartirsi dal suo margine superiore.

Questo tipo di ‘effetto’, infatti, NON è per nulla tipico e caratteristico delle rocce ad albedo elevata od elevatissima le quali, in fotografia – e nel peggiore dei casi – possono diventare sovresposte e risolversi in una macchia bianca rotondeggiante.

Quello che vediamo del dettaglio ingrandito del (presunto) “flare-like object” è qualcosa di molto diverso.
È la roccia (anzi: il boulder) semi-interrato e di forma vagamente triangolare (un triangolo rettangolo con l’ipotenusa rivolta verso il suolo Lunare) che, probabilmente, potrebbe essere correttamente definito come un oggetto ad albedo elevata (o “…down-sun reflective surface in the distance’…”, come dice la missiva di Mr Gentry); certo non la fiammella che brilla alle sue spalle, apparentemente ancora più lontana rispetto all’Osservatore di qualche decina di metri o forse più.

Pensate che stiamo esagerando? Ma si, potreste dire: che cosa sarà mai quella lucetta che sembra essersi accesa sulla Luna?
Si tratta di fotografie, in fondo, per giunta realizzate più di trenta anni fa, quando eravamo ancora agli albori della tecnica fotografica!

Certo, molti – forse anche a buon diritto – penseranno questo. Ma la verità, come dicevamo all’inizio di questo racconto, è strana.
Più strana dell’immaginazione.
Vogliamo verificarlo?

Semplice: a distanza di qualche secondo, proseguendo nella ripresa del Panorama di Emergenza, viene scattata un’altra fotografia (AS 11-37-5456) che, nella sua globalità, ricomprende la medesima zona “intrigante” sulla quale stiamo speculando.

È cambiato qualcosa? Ma certo: come per magia – infatti – la lucetta color lilla è scomparsa.
Anzi: non è scomparsa affatto: in realtà la troviamo adesso che splende di luce bianca ed intensa nel cielo Lunare, ad una cospicua altezza rispetto alla superficie ed in compagnia di un altro oggetto puntiforme brillante (che non è una stella), leggermente spostata a Sx rispetto alla verticale del punto in cui si trovava nel frame AS 11-37-5455.

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E quanto tempo è passato fra lo scatto rubricato come AS 11-37-5455 ed il 5456? Attenzione: meno di venti (20!) secondi (dato NASA).

La spiegazione ufficiale fornita dalla NASA stessa per spiegare il fenomeno scoperto nel frame 5455, a questo punto, cade: nel frame 5456 il Sole è ancora, ovviamente, radente e la luminosità del boulder triangolare interrato è la stessa del frame 5455: verificatelo Voi stessi.

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Perché quindi la luce proveniente dal secondo boulder – quello che, a detta del Tecnico NASA pensionato dovrebbe avere l’albedo più alta – è sparita?

Forse perché è sparito anche il boulder.
Ed il boulder è sparito perché, forse, non era affatto un boulder.

***

Questi sono i dati in nostro possesso: che dite, sono pochi?
Sono tanti?
Sono, magari, sufficienti per imbastire qualche speculazione?

Qualunque sia la risposta che potrete dare, sarete comunque d’accordo con noi nel dire che la raccolta di dati ed informazioni, da sola, è insufficiente – o addirittura inutile – se questi dati ed informazioni non vengono, almeno in parte, divulgati e tentativamente interpretati.

Sulla divulgazione non dissentiamo: il fatto di non conoscere non costituisce una “protezione” contro le sgradevolezze dell’esistenza.
L’ignoranza, sia essa una scelta od una costrizione, NON è un supporto (a nostro parere, ovviamente).
Ne consegue che, tutto quanto riusciamo a trovare e scoprire, in un modo o nell’altro, cerchiamo di divulgarlo: qualcuno riderà, qualcun altro – probabilmente – se ne infischierà e qualche altro ancora proverà a continuare dal punto in cui noi ci siamo fermati.
E va bene così.

Ma per quanto attiene l’interpretazione, occorre essere cauti: Lunar Explorer Italia è un’Associazione di Ricerca Scientifica, certo, ma non ci sono Scienziati al suo interno e quindi le interpretazioni che potremmo dare sarebbero sempre e comunque deboli e di fonte poco autorevole.

Non c’è pretesa di Verità, come già si era detto all’inizio, in questo lavoro di analisi: la nostra sola ambizione è quella di ricostruire e di gettare un po’ di luce sull’Impresa più grande e più controversa mai compiuta dal Genere Umano, ma questa ambizione potrà diventare una realtà solo allorché un consistente gruppo di Ricercatori acquisirà la consapevolezza del fatto che “esiste un problema”.

Un problema fatto di dati difficilissimi da reperire e che non vengono mai o quasi mai commentati dalle Fonti realmente Autorevoli (gli Astronauti, quindi i Tecnici del Controllo Missione e poi, ultimi ma non meno importanti, i Curatori dei Siti NASA dedicati alla raccolta ed alla illustrazione al Pubblico delle informazioni e del materiale relativo al Programma Apollo).

La Verità, come sappiamo bene tutti quanti, è (probabilmente) davanti a noi, ma non è facile da riconoscere; è “out there”, come dicono gli amanti degli X-Files, ma non è facile da trovare.

La Verità è strana: più strana dell’immaginazione, come disse lo stesso Lord Byron.

Che cosa possiamo aggiungere noialtri, di veramente “esaustivo”, definitivo” ed “autorevole”?

Nulla.

Ed è questa consapevolezza a definire la nostra Missione ed il nostro compito, che è solo quello di proporre un problema, fornire alcuni elementi oggettivi di riflessione e di discussione e quindi mettere a disposizione di chi ha interesse tutte le prove documentali che siamo riusciti a reperire sull’argomento.
Il resto, come giusto e logico che sia, dovrete farlo Voi.

La Verità, infatti, per essere realmente afferrata ed aver valore, deve essere raggiunta, a nostro parere, con i propri sforzi e con il proprio sudore.
Non può essere “trovata per terra (o sulla Luna…se ci consentite la battuta)” e “per caso”: se così fosse, non avrebbe valore alcuno e dunque, a ben guardare, forse non sarebbe neppure la Verità né una sua parte, ma solo una circostanza od una interpretazione.
Una delle tante circostanze esistenti, forse una delle troppe interpretazioni che vengono diffuse.

Il che significa, in fondo, che essa equivarrebbe a niente.

Non illudiamoci quindi: c’è molto da lavorare e da cercare.
Occorrono tantissime torce e noi, se vorrete, proveremo a fornire qualche fiammifero ed un po’ di benzina, ma il Lato Oscuro della Luna, cari Amici, non verrà illuminato tanto facilmente…

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