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IL BOOMERANG RUSSO di Alessandro Lattanzio

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Mentre il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, parlando durante una riunione con gli esponenti della Majilis Shura, rivolto a giornalisti occidentali ha detto: "La vostra democrazia fa vomitare!" Il presidente Vladimir Putin mette i piedi sul piatto.
Esprimendo la posizione del governo russo, in relazione all'installazione del sistema Antimissile (ABM) della NATO/USA in Polonia e Cekia, il presidente Putin ha dato l'aut-aut: o si sospende tale programma, oppure la Federazione Russa abbandonerà sia il trattato LRINF, che eliminava la dislocazione in Europa dei Missili Balistici a Raggio Intermedio (IRBM) a testata nucleare, meglio noti come 'Euromissili', sia la sospensione del processo di riduzione dell'arsenale convenzionale delle forze armate russe; ovvero lo smantellamento di carri armati, elicotteri, aerei, navi, pezzi di artiglieria dell'Armata Rossa. Provvedimento richiesto nell'ambito OSCE all'indomani del crollo del Muro di Berlino. Ma nonostante i diktat imposti dalla NATO/OSCE e, per conto dell'URSS, accettati dal laido pizzaiolo Gorbaciov(1) e dal suo manutengolo Shevardnaze(2); e nonostante l'entusiastico sostegno dei Boris' Boys nel distruggere la Federazione Russa(3), a disposizione di Mosca rimane una notevole potenza di fuoco convenzionale.
Effettivamente nei depositi dell'esercito russo giacciono, tuttora, decine di migliaia di carri armati T-64, T-72, T-80; centinaia di migliaia di pezzi di artiglieria e di sistemi multipli di artiglieria a razzo (Grad, Smerch, Uragan); le aree di stoccaggio dell'industrie aeronautiche traboccano di velivoli mai acquisiti dalle aviazioni militari russe; per esempio la Mikojan ha parcheggiati, pronti all'uso, qualcosa come 500 (cinquecento) caccia MiG-29 'Fulcrum'. È un patrimonio che lo Stavka (Stato Maggiore Generale della Federazione Russa) ha preservato nell'ultimo quindicennio. I centri di ricerca nucleari esistono e funzionano tuttora, mentre i principali centri di progettazione delle industrie missilistiche, in precedenza dislocati in Ucraina, oggi sono stati trasferiti nei dintorni di Mosca. Inoltre la Russia progetta e realizza centrali nucleari galleggianti, con cui vuole rispondere alla sempre più crescente domanda mondiale di energia. Ha stipulato un contratto con la Repubblica Popolare della Cina, che prevede la costruzione di 27 centrali elettronucleari; mentre si è impegnata a costruirne altre 40 per paesi quali: Algeria, Egitto, Brasile, Cuba, ecc. ecc. Lampante dimostrazione dell'attuale enorme potenziale tecnico-scientifico-industriale della Federazione Russa.
Grazie a questa capacità, il presidente della Federazione Russa fa capire, all'Unione Europea e agli Stati Uniti d'America, che non indietreggerà più di un passo. L'assalto continuo operato dall'occidente contro Mosca, a partire dal 1991, e attuato tramite golpe telecomandati, ricette neoliberiste, terrorismi e guerriglie eterodirette, mafie, minacce militari, economiche e finanziarie, campagne di disinformazione a base di giornaliste prezzolate e di mafiosi kosovari, si è esaurito.
L'occidente, di fronte al risveglio russo, ha giocato e gioca tutte le carte a sua disposizione: da Gajdar a Litvinenko, dagli oligarchi mafiosi ai 'nazi-bolscevichi', da Kasparov ai separatisti ceceni. Tutto vano. Effettivamente ciò è dimostrato dalla miserevole entità delle recenti 'manifestazioni di piazza' attuate a Mosca e San Pietroburgo. Manifestazioni scattate, guarda caso, il giorno dopo l'incriminazione dell'oligarca mafioso Berezovskij da parte della magistratura di Mosca.
Alla squallida messinscena si sono prestati gruppetti di comunisti sinceri, ma sprovveduti, l'ambiguo movimento di Edvard Limonov(4), lo scacchista Garry Kasparov(5), il liberale ex-premier trombato Kasyanov, giovani con le notorie bandiere di Soros, animalisti, zoofili, bestialisti, gay, amici dell'arcobaleno, riformisti, riformati, giornalisti etero-pagati, liberali, ecc. Una enorme massa di individui, che nella manifestazione di Mosca ha raccolto un paio di centinaia di persone; Più imponente la massa a San Pietroburgo: un migliaio.
È chiaro che a questa manifestazione non hanno partecipato il Partito Comunista della Federazione Russa e il Partito Comunista Operaio/Partito dei Comunisti Russi che ha base proprio a San Pietroburgo. Non sono alleati di Putin ma, al contrario del ciarpame sionistra nostrano, sanno chi è il nemico.
Tra l'altro, a ulteriore dimostrazione degli intenti puramente strumentali, sia delle manifestazioni che, soprattutto, della loro pubblicità nei media occidentali, vi è l'esempio delle manifestazioni svoltesi il 26 aprile a Tallin. Il governo estone ha deciso l'abbattimento dei monumenti al soldato dell'Armata Rossa, e ieri mentre si procedeva allo smantellamento del principale monumento sovietico, una folla di manifestanti ha deciso di impedirlo. Di conseguenza la polizia estone, 'democratica ed europeista', ha fatto fuoco sui manifestanti uccidendone uno e ferendone decine. Nulla di paragonabile al 'feroce pestaggio' degli oppositori di Putin. Infatti è assai peggio. Ovviamente i media italiani e occidentali, 'democratici ed europeisti', hanno talmente silenziato il fatto. La 'democrazia', la 'libertà di parola' e il 'diritto di cronaca' sono sostanze stupefacenti da distribuire a pochi, intimi amici.
Comunque, Putin non a caso ha svolto la sua locuzione, sullo scudo ABM e il trattato sulla sicurezza europea, il giorno dopo i funerali di Boris Eltsin. La dipartita del vecchio ubriacone e arnese degli USA, e il conseguente ridimensionamento dei suoi famigli mafiosi, rappresenta il segno della fine della presa occidentale sull'arena politica russa. E Putin con il suo discorso di oggi, lo ha fatto capire una volta per tutte.(6)
E non si creda che, in Occidente, si sia al sicuro da tali operazioni. Francois Bayrou, il terzo uomo della tornata elettorale presidenziale in Francia, è l'agente, l'ometto prescelto quale referente locale della sinarchia atlantista. Ne fa fede il colore scelto per il suo nuovo 'Partito Democratico': l'arancione.
Ciò dimostra che certi ambienti non vogliono mollare la presa. Sarkozy era stato il candidato prescelto, all'inizio, dalle forze atlantiste che predicano lo 'scontro di civiltà'. Sarkozy ha cavalcato tale onda facendo leva sugli istinti più primordiali dell'elettorato francese. Il gran capitale francese è corso ai ripari comprandoselo. La Francia, potenza nucleare, militare e civile, con una sua base industriale aerospaziale ed elettronico-telematica, non può né vuole ridursi al livello del bordello dell'impero, come l'Italia.
L'oligarchia sinarchista ha risposto alla mossa comprandosi Bayrou e regalandogli un partito… arancione. Che in Francia accada tutto questo non è un caso. Non è un caso che l'ex(?) radicale Francesco Rutelli abbia sostenuto e salutato l'operato di Bayrou. E non è un caso che l'obbrobrioso 'Partito Democratico', abbia alla sua testa Francesco Rutelli.

(Tratto da http://www.aurora03.da.ru; http://sitoaurora.altervista.org/)

Note:
1) Oggi assiduo frequentatore dei salotti TV e della sinarchia neo-malthusiana.
2) Elevato, per nomina imperiale, a proconsole US della Georgia post-sovietica; è stato in seguito, e giustamente, preso a pedate dal padrone, una volta resosi inutile, per fare posto al mostriciattolo della Ivy League: Saakashvili.
3) Nei primi anni '90, 92-93 circa, l'oligarchia sinarchista anglostatunitense tentò l'affondo che doveva portare alla dissoluzione della Russia in quanto potenza industriale. Era il periodo dell'arraffa arraffa, della demolizione e della svendita del patrimonio industriale, tecnico-scientifico dell'URSS. Resisteva solo una organizzazione, l'associazione dei manager industriali diretta da Arkadij Volskij. Tale organizzazione mantenne in salde mani russe il nucleo dell'industria pesante sovietico-russa. Consci del ruolo strategico giocato dall'organismo di Volskij, l'oligarchia atlantista rodhesiano-rockefelleriana tentò di spezzarla inserendone un cuneo. Venne arruolato un kollabo, con tanto di laurea 'Made in USA' e titoli bostoniani, e fu nominato manager di una industria per la lavorazione dei metalli. Sotto tale copertura, il nostro doveva
iniziare a formare una fronda nel raggruppamento di Volskij e, quindi, procedere alla creazione di una vera e propria opposizione interna. Alla fine si sarebbe ottenuto l'obiettivo di distruggere l'associazione dei manager di stato russa; e la via all'annessione dell'industria strategica russa sarebbe stata spianata ai capitali finanziari occidentali. I manager russi non stettero con le mani in mano, e opposero un fiero 'mobbing' contro il fresco galletto harwardiano. Alla fine cedette, e come le armate naziste, che una volta giunte a vedere le guglie del Kremlino, furono sonoramente battute e respinte; così le armate atlantiste videro per un momento la luce della vittoria, per venire, subito dopo, rigettate nel buio dei 'vecchi e sporchi trucchi' sotterranei.
4) Edvard Limonov, pseudonimo originato da 'Limonka', un tipo di bomba a mano, è uno scrittore di cittadinanza statunitense come, non a caso, lo era anche la 'giornalista' Anna Politkovskaja. Dallo pseudonimo abbiamo l'idea del personaggio, dalla bandiera del movimento abbiamo idea delle sue idee. Ma da quello che fa sul terreno capiamo per conto di chi agisce. Appare lampante il dato che egli sia una pedina, assieme all'altra pedina Kasparov e alla fu pedina Litvinenko, manovrata da forze 'oscure', ma non poi tanto,
nello scacchiere geopolitico russo-eurasiatico. Fatto sta che tanto nostrano ciarpame sinistroide, di varia origine: benedetti pseudo-comunisti, giovani e ciechi 'nazi-trotskisti', stalinisti e maoisti in disarmo, narco-enveristi, vecchie 'pan-bolsceviche', adoratori di mummie e quant'altro, spacci e faccia spacciare per 'comunista' un arnese nazistoide che opera su mandato atlantista e sionista-mafioso. Chiaramente dobbiamo dubitare della maggior parte degli 'analisti', che presentandosi quali critici della 'nomenklatura', attaccano
l'unica amministrazione che fino a ora ha operato, più o meno efficacemente, a favore degli interessi della Russia e dei suoi popoli.
5) Kasparov è fin dai tempi dell'Unione Sovietica che opera per conto di determinati ambienti. Lo scacchista è da sempre vessillo delle fazioni filo-occidentali russe. Negli anni '80 è stato il bigliettino da visita di Gorbaciov e del suo processo di smantellamento dell'Unione Sovietica. Dagli anni '80 è stato poco più di una
scimmietta che danzava al suono dell'organettista Eltsin. Oggi gli organettisti, a loro volta prezzolati, si chiamano Berezovskij, Gusinskij, Gajdar, Javlinskij, ecc.
6) Consiglio, per una maggiore comprensione delle mene sinarchiste e delle operazioni occulte che si svolgono nel retroscena politico russo, la lettura del sito Compromat.ru e degli articoli di Peter
Dale Scott (http://socrates.berkeley.edu/~pdscott/q.html) (che compaiono sovente sulla rivista Nexus (http://www.nexusitalia.com)).

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