fbpx
venerdì - 26 Aprile, 2024

Dal 1995 l'Informazione libera ed indipendente

Elevate your accessory game with OpClock's premium selection of Rolex Replica and meticulously designed replica watches. Explore now and redefine luxury.

Il capo della Cia si dimette per lo scandalo rosa

Data di pubblicazione:

Ultimi articoli

Manipolazione della storia e delle menti

La storia la scrivono i vincitori, quindi è sempre diversa dalla realtà? Ne parliamo con Teodoro Brescia Dottore di ricerca, docente e scrittore e autore del libro...

Articoli più letti

Social Network

21,000FansMi piace
5,000FollowerSegui
10,600IscrittiIscriviti
spot_img
Condividi l'articolo:

Sentite che bella storiella: un giorno un agente del FBI stava indagando sulla sicurezza con cui vengono mantenute certe informazioni nei computer dei pezzi grossi della C.I.A. (Se già state ridendo non preoccupatevi, siete sulla strada giusta). Scava che ti scava, questo agente ad certo punto scopre dei curiosi scambi email fra il generale Petraeus – attuale direttore della CIA – e una certa Paula Broadwell, la sua “biografa” ufficiale.

L’agente dell’FBI, forse inopportunamente, si mette a leggere queste e-mail, e scopre che purtroppo il grande generale ha avuto – o sta tutt’ora avendo – una bollente storia d’amore con la sua biografa.

“Ohibò” – dice l’agente dell’FBI – “Queste cose non si fanno, Petraeus è un uomo sposato!” E così l’agente corre a spifferare tutto al suo capo. Avviene così che in poco tempo cominci a girare, negli alti circoli di Washington, la voce che Petreus abbia una storia d’amore con la sua affascinante biografa.

A questo punto il buon generale capisce di essere stato scoperto, e decide di dare le dimissioni da direttore della C.I.A., prima che lo scandalo esploda in modo fragoroso. La Patria prima di tutto.

Petraeus consegna quindi la sua lettera di dimissioni al presidente, il quale però rimane talmete colpito dal fatto che un uomo così integro abbia commesso un errore del genere, che ci mette 24 ore prima di accettarle. Alla fine il presidente capisce di non avere altra scelta, e il buon Petraeus si avvia con mestizia verso il suo viale del tramonto anticipato.

Questa è la versione ufficiale del motivo per cui il capo della C.I.A. ieri avrebbe dato le dimissioni.

Facciamo ora due ragionamenti da salumiere: prima di tutto, non esiste al mondo che l’FBI possa veramente permettersi di frugare nei computer della C.I.A. a loro insaputa.

Sarebbe come se da noi un qualunque poliziotto di provincia si mettesse a frugare nei computer dei nostri Servizi Segreti “per indagare sulla sicurezza delle informazioni contenute”. Se ci arrivi tu, caro poliziotto qualunque, a frugare in quelle informazioni, vuol dire che quelle informazioni non sono affatto sicure già in partenza, no?

In secondo luogo, non esiste al mondo che in un caso del genere i vertici dell’FBI e quelli della C.I.A., d’accordo ovviamente con la Casa Bianca, non decidano di sopprimere uno scandalo del genere, e debbano addirittura arrendersi anticipatamente allo scandalo “inevitabile” che sta per esplodere. (Se sono riusciti a fingere di non sapere niente dei 19 terroristi che per due anni gli hanno ballato sotto gli occhi, pieni di alcohol e di cocaina, prima dell’11 settembre, secondo voi l’FBI davvero non riesce a tenere nascosto uno scandaluccio del genere, del quale soltanto loro sono al corrente?)

Ma soprattutto, a nessuno viene in mente che proprio la prossima settimana Petraeus avrebbe dovuto testimoniare di fronte alla commissione senatoriale che sta indagando sul disastro di Bengasi (4 diplomatici assassinati, compreso il console). Com’è noto, i repubblicani hanno fatto di tutto per trasformare la strage di Bengasi in una specie di sconfitta politica del presidente, e ormai – anche se le elezioni sono passate – la macchina investigativa si è messa in moto, e nessuno è più in grado di fermarla.

Ma Petraeus è un uomo stoico e generoso, ed è soprattutto un uomo di squadra: Obama lo premiato lasciandolo al suo posto in Afghanistan, dopo aver vinto la presidenza nel 2008, e ora toccava a Petraeus di restituirgli il favore.

A causa delle sue dimissioni, infatti, Petreus non dovrà più comparire a testimoniare sui fatti di Bengasi, e c’è da scommettere che fosse proprio lui quello che aveva in mano tutte le informazioni importanti del caso. Mentre i suoi successori, nominati di fresco, ovviamente sapranno poco o nulla di quello che è successo in Libia un mese fa.

Anche questo si chiama insabbiare.

Articolo di Massimo Mazzucco

Fonte: http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=4120

Condividi l'articolo:

Potrebbe interessarti anche ...

Euro-federalisti finanziati da agenzie di spionaggio statunitensi

Alcuni documenti declassificati del governo degli Stati Uniti dimostrano che negli anni '50 e '60 la comunità dell'intelligence statunitense condusse una campagna per dare...

TAV reale e TAV virtuale – di Marco Cedolin

Nel microcosmo della Val Susa si ripropongono tutti i problemi dell’Italia – menzogne del governo, ruberie istituzionalizzate, devastazione del territorio, corruzione permanente, collusione dei...

L’abbraccio nucleare è un abbraccio di morte – di Marco Cedolin

In Giappone il violentissimo terremoto di ieri ha creato un inferno apocalittico degno dei peggiori film catastrofici. Un...

Abbonati a Nexus

Eventi Nexus

Nessun evento futuro al momento.

Eventi Segnalati

Iscriviti alla Newsletter

Rimani sempre aggiornato sul mondo Nexus.

Conferma la tua iscrizione tramite la mail che riceverai.

Sostieni Nexus Edizioni

spot_img

YouTube