Nel corso della vita si fanno incontri con persone speciali che lasciano il segno. Una di queste persone straordinarie è Mario Azzoni.
Chi è Mario Azzoni ? Un mago? Un veggente? Un guaritore? Un medium? Un Angelo? Sicuramente non è un ciarlatano, categoria che oggi più che mai imperversa ad ogni angolo di strada. Chiunque abbia avuto la fortuna di incontrare quest’uomo (ci vogliono alcuni anni di attesa per essere ricevuti nel suo studio di Via Montenero a Milano) resta a dir poco incredulo al primo incontro.
All’arrivo in studio compili una scheda con il tuo nome e indirizzo (al fine di ricevere la fattura per la prima consultazione). Mario ti accoglie poco dopo nel suo studio ampio e luminoso. Galante, gentile, discreto, vestito in modo impeccabile. Niente a che vedere con i guru o i santoni stile orientaleggiante un po’ dimessi che vantano di vedere la tua aura o di sentire la tua “energia”.
Con grande naturalezza Mario incomincia a parlarti di te, senza quasi guardarti, osservando la sagoma del corpo umano divisa in sezioni che si trova sulla scheda che hai poco prima compilato (con i soli dati anagrafici). Ti parla di te, partendo dalla psiche, evidenziando gli aspetti salienti del tuo carattere, poi via via orientandosi sempre con la figura tracciata, passa in rassegna il tuo corpo, raccontandoti i tuoi problemi di salute, anche quelli a cui andrai incontro, cose di cui nemmeno tu sei a conoscenza (per quelli che credono legga il pensiero). A me disse, fra le altre cose: “faccia attenzione al suo ginocchio destro perché non ha più cartilagine”. Sinceramente, non avevo mai avuto il benché minimo problema al ginocchio, quasi non ci feci caso. Dopo 6 mesi circa, alla vigilia di una trasferta di lavoro importante, mi trovai con un ginocchio gonfio da far paura.
Tornai da lui (per le terapie non serve un appuntamento e non c’è una tariffa da pagare, ma solo offerta libera) e rimasi sorpresa di come potesse ricordarsi di me con le diverse centinaia di persone che vede settimanalmente. Senza nemmeno avere il tempo di aprire bocca, mi disse: “Le avevo detto di fare attenzione al ginocchio destro. Ora stia a riposo. Può fare una risonanza, se vuole, ma non vedo altri problemi”. Naturalmente feci la risonanza che confermò la sua “diagnosi”. Andai da lui per i trattamenti 4 o 5 volte e non ebbi più problemi al ginocchio. Casi come il mio sono descritti nel libro di Giovanni Benincasa che suggerisco di leggere, anche per apprendere qualcosa della vita di quest’uomo incredibile.
Mario Azzoni solleva grandi interrogativi sulla natura umana o “sovraumana”, sulle facoltà che forse ognuno ha in latenza, ma che per motivi sconosciuti si palesano in alcuni (rari) individui e in molti altri no.
Le domande che ci poniamo nei casi come quelli di Mario Azzoni sono molte: ci sono esseri invisibili che lo assistono? Che gli suggeriscono cosa dire? Anche perché la sua “visione” non è sempre aperta. Talvolta capita di porre a Mario una domanda e lui ti risponde: “me lo ricordi la prossima volta che le faccio sapere”. Ti dice anche, con estremo garbo e delicatezza, se la persona che hai al tuo fianco (che lui nemmeno ha mai visto) ha sentimenti per te, oppure se è meglio lasciare perdere. Ancora più incredibile la capacità di percepire le stesse cose sia da una fotografia che da un indumento di un’altra persona che non ha mai incontrato.
Mi sono presentata un giorno con due sacchetti contenenti da una parte una maglietta di mia figlia che aveva problemi alimentari e dall’altra la maglietta di una cara amica malata di cancro. Senza che dicessi nulla, quando ha posato le mani sulla borsa contenente la maglietta della mia amica, mi ha detto: “qui sarà dura…” (la mia amica è mancata pochi mesi dopo) mentre nessun commento sulla maglia di mia figlia.
Come può la Fisica moderna spiegare questo fenomeno?
Lo chiedo a Paolo Renati (ingegnere e scienziato dei Materiali, Dottore di Ricerca in Fisica dei Sistemi Complessi), ricercatore indipendente dalla mente aperta che ha incontrato Mario Azzoni e altre persone con qualità simili.
In alcuni suoi scritti(1) il Dr. Renati tenta di gettare un ponte tra la fisica, la biologia, la medicina e ciò che da ormai troppi secoli pertiene alla “metafisica”.
P.R. “La ‘metafisica’ è pensata come un ‘regno altro’, come una ‘realtà’ da cui il mondo fisico sarebbe platonicamente emanato, sigillando un dualismo irriducibile tra essere e divenire… dualismo che proprio dalle manifestazioni del vivente (e in particolare dai fenomeni di ‘veggenza’ come quelli brevemente rassegnati qui) viene implacabilmente liquidato.
Per rispondere alla domanda posta sopra, occorre rispondere ad altre, altrettanto cruciali, questioni… come ad esempio: cos’è un essere vivente? Come emerge la fase vivente della materia? Tali domande trovano risposte che cominciano ad essere soddisfacenti solo in una visione “di campo” della materia condensata e, in ultimo, della realtà tutta, in approcci descrittivi come, ad esempio quello offertoci dalla Teoria Quantistica dei Campi (e NON dalla Meccanica Quantistica, di fatto un’approssimazione semi-classica e convenzionalistica, oltre che teoria non completa) permettendo l’affacciarsi di una risposta degnamente “scientifica” a tali questioni (seppur si tratta di una visione ancora estranea ai più degli addetti ai lavori). La fase vivente della materia è una condizione dinamica di ordine nello spazio e nel tempo di “sistemi” (gli organismi) che di fatto non sono pensabili come “oggetti fisici”, come “corpi” (in senso materico, statico) studiabili in sé… ma solo come processi, come flussi di relazione (percettiva, in primis), come nodi di una rete e come manifestazioni macroscopiche (e quindi anche soggette a leggi classiche) di una sottostante dinamica quantistica consistente di rotture della simmetria, condensazione di quanti di correlazione così come di ordinamenti coerenti multi-scalati(2).
Questa visione per relazioni, anziché per “enti”, è possibile solo trascendendo un’ostinata visione cartesiana, scolastica, ma anche platonica (i.e.: dualistica) della realtà tutta. E quindi ci sono questioni fondamentali che ancora prima dobbiamo porci. Per citarne una: dove finisce un oggetto e ne incomincia un altro?
La realtà che vediamo costituita da oggetti isolabili ed esistenti in sé stessi, ad uno sguardo profondo, non è affatto plausibile. Pertanto, è necessario ragionare per pattern e intendere le apparenti “cose”, e i viventi che si danno (che si manifestano eideticamente) sul nostro livello fenomenologico come risultanti, come configurazioni di un campo che non-localmente pervade, e persino produce, spazio, tempo (due osservabili del tutto contesto-dipendenti) e le varie grandezze fisiche (approssimativamente ancora pensate come indipendenti).
Le visioni di Mario Azzoni come di altri soggetti “specialmente dotati”, possono essere inquadrate sotto quell’insieme di fenomeni che pertengono alla risonanza, alla partecipazione a correlazioni di fase tra sistemi. Ci spieghiamo meglio.
In una visione di campo della fisica gli oggetti materiali sono sostanzialmente considerabili come increspature di un mare di oscillazioni, come condensazioni di quanti di oscillazione, come emersioni risultanti da pattern di interferenza di eccitazioni ondulatorie che pervadono il vuoto (pieno, in vero) e che, di fatto, lo costituiscono.
In tal modo ogni arbitrariamente confinato “oggetto”, di fatto, non è ultimativamente denso o fatto di qualcosa che di per sé è una porzione di materia definita in se stessa. Al contrario, dovremmo più concepirlo come un’increspatura nel mare, della quale possiamo, sì, approssimativamente comprendere i confini, ma che al contempo non esistono e implicando impossibile l’isolamento di questa increspatura, di questa “ondina”, rispetto alle altre e rispetto al mare tutto.
A livello fondamentale, per ribadirlo, dovremmo pensare anche gli apparenti sistemi macroscopici (viventi compresi, ma non solo) come nodi in una rete irriducibile (nello “spazio” delle relazioni): il nodo non esiste se non come configurazione e (nel caso della rete vera e propria) come contorsione della rete, come sua arricciatura… e la rete, a propria volta, non può essere pensata se non come insieme di questi nodi, con quelle relazioni spaziali e quelle tipicità. Quindi siamo di fronte ad una causalità circolare in cui come nel fiume eracliteo – ove non si potevano separare l’acqua dal flusso, in quanto il fiume è solo e soltanto “acqua flussante e flusso di quell’acqua (sempre diversa)” e non è surrogabile in goffe rappresentazioni in cui si pensa l’acqua senza movimento, presumendo di poter osservare qualcosa che corrisponda a realtà – anche la rete, anche il campo fondamentale è, di fatto, la risultante di tutto questo interplay. La realtà come rete dinamica autopoietica ed in auto-causazione… in quanto tutto è “la realtà” e non può esserci nulla “fuori”… se c’è qualcosa allora anche quello incluso nella “realtà”.
Ora, al livello fondamentale non è possibile ragionare classicamente, cioè “localmente” proprio perché ogni rappresentabile e distinguibile (temporanea) “parte” è in vero solo una osservabile porzione di quell’unico connettoma, di quello stesso “lenzuolo increspato” (del quale, se tiriamo un lembo, lo muoviamo tutto immediatamente). Quindi siamo immersi nello, e fatti dello, stesso campo e per questo esiste la possibilità di instaurare relazioni antecedenti al livello classico spazio-temporale implicante trasporto di energia e vincolato ai limiti relativistici (diacronico e locale). Si tratta non di segnali che “viaggiano, ma di correlazioni (non locali) tra sistemi coerenti (come essere viventi in una qualunque posizione dello spazio-tempo) in cui sia possibile “Mettere in fase” determinate oscillazioni, tale per cui, su certi gradi di libertà, lo stato di alcuni sistemi è immanentemente, immediatamente, condiviso (“esperito”, “conosciuto”) anche da altri, in remoto. In termini molto semplificanti possiamo chiamare questo anche come entanglement. Questo tipo di correlazioni tra le oscillazioni costituenti i vari sistemi, non dipendono da spazio e da tempo e pertengono al fatto che un sistema è in grado di partecipare delle oscillazioni di un altro, fatto che si traduce nell’accedere allo stato di quest’ultimo (e quindi di conoscerlo) da parte del primo. Tale risonanza si traduce in colui che “vede” (come Mario Azzoni) nella “percezione”, nel “sentimento” (nel senso letterale, “che sente”) dello Stato oscillatorio di un altro sistema (che può essere molto lontano e che non è mai stato conosciuto, o addirittura esistente in un altro tempo storico dal nostro) con cui può sintonizzarsi, risuonare… con la semplicità con cui, in un paesaggio pieno di dettagli, il nostro sguardo si posa e mette a fuoco su qualcosa che selezioniamo scientemente.
Coloro che hanno la facoltà di mettere in fase le proprie oscillazioni e di entrare in risonanza con altri sistemi a propria discrezione sono ovviamente dotati di un’abilità che gli permette questa “visione” che in realtà è qualcosa di più profondo: è una sens-azione, è un “entrare in risonanza con …” così da percepirne lo status, la condizione, la configurazione e poi, attraverso il sistema cognitivo, riferirne verbalmente all’esterno. Tutto ciò sarebbe impossibile senza una straordinaria configurazione dinamica che chiamiamo “corpo”, ma che in realtà è psiche flussante che si svolge secondo ordine perfetto, secondo relazioni, come materia ed energia… e significati.”
Quella che ci offre Paolo Renati è una spiegazione scientifica molto raffinata. Forse non è di facile comprensione per i non addetti ai lavori, ma la questione non può nemmeno essere liquidata in modo banale secondo una visione dualistica ormai superata. Se vogliamo parlare di Unità è necessario approcciarsi al Nuovo Paradigma di cui Paolo Renati è un più che degno rappresentante.
Detto ciò, sono molto felice di aver incontrato Mario Azzoni a cui va tutta la mia gratitudine per le infinite volte che ho ricevuto il suo prezioso aiuto sia per me che per le persone a me care.
Note:
1 Primi Elementi per la Fondazione di un Nuovo Paradigma in Fisica) First Elements for the Foundation of a New Paradigm in Physics, World Futures – The Journal of New Paradigm Research, Volume 72, 2016 – Issue 1-2: Symposium on the New Science Paradigm Taylor & Francis Group – Routledge (on line in August 2015) http://dx.doi.org/10.1080/02604027.2015.1018054; Fondamenti fisici analogici della realtà cosciente, in Analogical Con-Science Series • 1, ÌNIN Editions, Lugano, Ottobre 2016. ISBN 978-88-98497-08-9.
Electrodynamic Coherence as a bio-chemical and physical basis for emergence of perception, semantics and adaptation in living systems, Journal of Genetic, Molecular and Cellular Biology, 24 December 2020, Enliven Archive, ISSN: 2379-5700, http://www.enlivenarchive.org/articles/electrodynamic-coherence-as-a-biochemical-and-physical-basis-for-emergence-of-perception-semantics-and-adaptation-in-living-system.pdf (preprint version doi: 10.20944/preprints202011.0686.v1);
QED coherence in condensed and living matter – Theoretical frameworks, experimental results and epistemological implications, Doctoral Thesis, dissertation discussed in February 2021, Department of Physics and Astronomy, University of Catania (IT);
Relationships and Causation in Living Matter: Reframing some Methods in Life Sciences?, Physical Science & Biophysics Journal, September 28, 2022, Volume 6 Issue 2, ISSN: 2641-9165, Medwin Publishers, DOI: 10.23880/psbj-16000217.
2 Renati P., QED coherence in condensed and living matter – Theoretical frameworks, experimental results and epistemological implications, Doctoral Thesis, dissertation discussed in February 2021, Department of Physics and Astronomy, University of Catania (IT);