ad Israele un ruolo in prima linea nella guerra Americana
contro il terrorismo e, nello stesso tempo, ottenere il via libera ad
una politica mondiale di "vendetta senza confini". La domanda
è: "Gli Stati Uniti avranno la forza morale di investigare?".
La prova di queste azioni israeliane è giunta all’attenzione pubblica
il 6 Dicembre scorso, quando il Col. Rashid Abu Shbak, capo del
Palestinian Preventive Security Services nella striscia di Gaza, ha
tenuto una conferenza stampa rivelando i dettagli del supposto
complotto, di cui la sua agenzia aveva messo insieme i vari pezzi. Tali
rivelazioni minano la "grossa bugia" che Ariel Sharon ha usato
per giustificare i nuovi e brutali attacchi sui civili Palestinesi nella
striscia di Gaza e in altri territori occupati. Sharon aveva affermato
il 4 Dicembre che i Servizi Segreti Israeliani avevano "prove
solide" che al Qaeda svolgeva operazioni nella striscia di Gaza.
Ora, la leadership palestinese ha dimostrato agli USA e alle altre
nazioni come i Servizi Segreti Israeliani avevano creato quel link ad Al
Qaeda! Lyndon LaRouche, precandidato democratico alle presidenziali
americane del 2004, ha commentato che queste rivelazioni, se confermate,
potrebbero essere di una "importanza strategica" nel fermare i
falchi della guerra, americani, inglesi e israeliani, che spingono per
una guerra in Medio Oriente, incominciando con l’invasione dell’Iraq.
Una guerra giustificherebbe il piano del governo Sharon di annullare
l’idea di uno stato palestinese. LaRouche ha ammonito che se le
istituzioni presidenziali americani e la comunità internazionale
bloccheranno con successo la guerra preventiva contro l’Iraq, il più
grande pericolo diventerebbe che un attacco di "mega-terrore",
di cui avrebbero incolpato i Palestinesi, o una celleula di al-Qaeda
"legata all’Iraq", sarebbe stato organizzato da fanatici nel
governo di Israele del tipo Jabotinsky, per rimettere la guerra al primo
posto dell’agenda. Notizie del tentativo del Mossad di creare una
cellula di Al Qaeda si sono avute quando fonti ben informate
dell’intelligence, situate a Washington, avevano segnalato all’Executive
Intelligence Review (EIR) i dubbi intorno alla affrettata dichiarazione
del Mossad che "al Qaeda" era la responsabile dell’attacco del
28 novembre ad un hotel a Mombasa in Kenya, dove furono uccisi tre
israeliani, e del fallito attacco missilistico all’aereo israeliano
partito dall’aeroporto di Mombasa. Nei primi cinque giorni nessun
attentatore era ancora identificato – sottolineano le fonti – ma i
ministri del governo Sharon imbastirono una immediata propaganda tesa ad
una vendetta su scala internazionale. Le autorità del Kenia negarono
collegamenti tra l’accaduto e al Qaeda, ma l’utilità, per gli scopi
israeliani, di accusare al Qaeda, si rese palpabile quando il Ministro
degli Esteri Benjamin Netanyahu definì gli attacchi in Kenia "una
opportunità d’oro" per provare agli Stati Uniti che la guerra di
Bush al terrorismo e la guerra di Israele con i palestinesi erano la
stessa cosa. La fazione di Netanyahu ha violentemente respinto le
rivelazioni dell’Autorità Palestinese, e così la stampa europea e
americana hanno seguito la stessa linea, nonostante la gravità delle
accuse e i documenti che i Palestinesi avevano fornito alla stessa
stampa. Cronologia delle rivelazioni. Il 7 Dicembre, la Reuters, il
quotidiano israeliano Ha’aretz, e la TV Al-Jazeera, riportarono
contemporaneamente che l’Autorità Palestinese (AP) aveva accusato il
Mossad di creare una finta cellula di Al Qaeda nella striscia di Gaza.
Ha’aretz riportava che "il capo della Sicurezza Palestinese"
nella striscia di Gaza, Col. Rashid Abu Shbak, ha affermato il 6
Dicembre che le sue forze "avevano identificato un numero di
collaboratori palestinesi a cui le agenzie di sicurezza israeliane
avevano ordinato di ‘lavorare nella striscia di Gaza sotto il nome di Al
Qaeda’. Egli aggiungeva che le investigazioni erano in corso e che
sarebbero state portate le prove ". La TV Al-Jazeera aggiungeva che
l’AP aveva arrestato un gruppo di palestinesi "collaboratori con le
forze di occupazione israeliane" in Gaza. Il giornalista della
Reuters, Diala Saadeh, sottotitolava "Palestinesi: Israele ha
simulato la presenza di Al Qaeda a Gaza" e riportava le
affermazioni di ufficiali dell’AP e dello stesso Arafat secondo cui le
affermazioni di Sharon dell’esistenza di operazioni di Al Qaeda nei
territori palestinesi "è una grossa, grossa, grossa bugia per
coprire gli attacchi [di Sharon] e i suoi crimini contro il nostro
popolo". Il Ministro dell’Informazione Palestinese, Yasser Abed
Rabbo, sottolineava: "Ci sono elementi che sono stati istruiti dal
Mossad a formare una cellula sotto il nome di Al Qaeda nella Striscia di
Gaza al fine di giustificare l’ assalto e le campagne militari
dell’esercito di occupazione israeliano contro Gaza". L’AP promise
di fornire dettagliate prove e l’8 Dicembre lo fece in una conferenza
stampa del Colonello Shbak, e del Ministro per la Cooperazione
internazionale, Nabil Shaath. Shbak affermò "Nei trascorsi nove
mesi, abbiamo investigato 8 casi nei quali i servizi segreti israeliani
avevano posto, come operativi di Al Qaeda, Palestinesi reclutati nella
striscia di Gaza." Il Colonnello Shbak aveva specificato che tre
uomini erano stati mantenuti sotto arresto e 11 rilasciati. Il
Colonnello spiegava che quelli rilasciati avevano fornito
volontariamente informazioni che risalivano al Maggio 2002, circa le
proposte ricevute di operare come un gruppo di "al Qaeda". Le
ricerche sui presunti reclutatori di Al qaeda portavano ai servizi
segreti israeliani. Il colonello Shbak portava le prove di chiamate
telefoniche e e-mail con le quali veniva chiesto ai palestinesi di
"entrare a far parte di al Qaeda". "Noi abbiamo
investigato l’origine delle chiamate (effettuate con roaming di
cellulari) e dei messaggi, e abbiamo trovato che tutte provenivano da
Israele", riportava la pubblicazione IslamOnline. Egli affermava
che ai potenziali "reclutati" venivano date armi e denaro,
sebbene la maggior parte delle armi "non era funzionante". Il
denaro offerto a questi Palestinesi "era trasferito da conti
bancari di Gerusalemme o Israele". Il Ministro Shaath annunciava
che l’Autorità Palestinese aveva "consegnato, agli ambasciatori e
consoli di paesi arabi e stranieri, documenti che rivelavano il
coinvolgimento dei servizi israeliani nel reclutare cittadini della
striscia di Gaza in una falsa organizzazione che portava il nome di al
Qaeda". Secondo il Ministro, il complotto aveva lo scopo di
"creare una nuova scusa per incrementare l’aggressione sulla
striscia di Gaza".
contro il terrorismo e, nello stesso tempo, ottenere il via libera ad
una politica mondiale di "vendetta senza confini". La domanda
è: "Gli Stati Uniti avranno la forza morale di investigare?".
La prova di queste azioni israeliane è giunta all’attenzione pubblica
il 6 Dicembre scorso, quando il Col. Rashid Abu Shbak, capo del
Palestinian Preventive Security Services nella striscia di Gaza, ha
tenuto una conferenza stampa rivelando i dettagli del supposto
complotto, di cui la sua agenzia aveva messo insieme i vari pezzi. Tali
rivelazioni minano la "grossa bugia" che Ariel Sharon ha usato
per giustificare i nuovi e brutali attacchi sui civili Palestinesi nella
striscia di Gaza e in altri territori occupati. Sharon aveva affermato
il 4 Dicembre che i Servizi Segreti Israeliani avevano "prove
solide" che al Qaeda svolgeva operazioni nella striscia di Gaza.
Ora, la leadership palestinese ha dimostrato agli USA e alle altre
nazioni come i Servizi Segreti Israeliani avevano creato quel link ad Al
Qaeda! Lyndon LaRouche, precandidato democratico alle presidenziali
americane del 2004, ha commentato che queste rivelazioni, se confermate,
potrebbero essere di una "importanza strategica" nel fermare i
falchi della guerra, americani, inglesi e israeliani, che spingono per
una guerra in Medio Oriente, incominciando con l’invasione dell’Iraq.
Una guerra giustificherebbe il piano del governo Sharon di annullare
l’idea di uno stato palestinese. LaRouche ha ammonito che se le
istituzioni presidenziali americani e la comunità internazionale
bloccheranno con successo la guerra preventiva contro l’Iraq, il più
grande pericolo diventerebbe che un attacco di "mega-terrore",
di cui avrebbero incolpato i Palestinesi, o una celleula di al-Qaeda
"legata all’Iraq", sarebbe stato organizzato da fanatici nel
governo di Israele del tipo Jabotinsky, per rimettere la guerra al primo
posto dell’agenda. Notizie del tentativo del Mossad di creare una
cellula di Al Qaeda si sono avute quando fonti ben informate
dell’intelligence, situate a Washington, avevano segnalato all’Executive
Intelligence Review (EIR) i dubbi intorno alla affrettata dichiarazione
del Mossad che "al Qaeda" era la responsabile dell’attacco del
28 novembre ad un hotel a Mombasa in Kenya, dove furono uccisi tre
israeliani, e del fallito attacco missilistico all’aereo israeliano
partito dall’aeroporto di Mombasa. Nei primi cinque giorni nessun
attentatore era ancora identificato – sottolineano le fonti – ma i
ministri del governo Sharon imbastirono una immediata propaganda tesa ad
una vendetta su scala internazionale. Le autorità del Kenia negarono
collegamenti tra l’accaduto e al Qaeda, ma l’utilità, per gli scopi
israeliani, di accusare al Qaeda, si rese palpabile quando il Ministro
degli Esteri Benjamin Netanyahu definì gli attacchi in Kenia "una
opportunità d’oro" per provare agli Stati Uniti che la guerra di
Bush al terrorismo e la guerra di Israele con i palestinesi erano la
stessa cosa. La fazione di Netanyahu ha violentemente respinto le
rivelazioni dell’Autorità Palestinese, e così la stampa europea e
americana hanno seguito la stessa linea, nonostante la gravità delle
accuse e i documenti che i Palestinesi avevano fornito alla stessa
stampa. Cronologia delle rivelazioni. Il 7 Dicembre, la Reuters, il
quotidiano israeliano Ha’aretz, e la TV Al-Jazeera, riportarono
contemporaneamente che l’Autorità Palestinese (AP) aveva accusato il
Mossad di creare una finta cellula di Al Qaeda nella striscia di Gaza.
Ha’aretz riportava che "il capo della Sicurezza Palestinese"
nella striscia di Gaza, Col. Rashid Abu Shbak, ha affermato il 6
Dicembre che le sue forze "avevano identificato un numero di
collaboratori palestinesi a cui le agenzie di sicurezza israeliane
avevano ordinato di ‘lavorare nella striscia di Gaza sotto il nome di Al
Qaeda’. Egli aggiungeva che le investigazioni erano in corso e che
sarebbero state portate le prove ". La TV Al-Jazeera aggiungeva che
l’AP aveva arrestato un gruppo di palestinesi "collaboratori con le
forze di occupazione israeliane" in Gaza. Il giornalista della
Reuters, Diala Saadeh, sottotitolava "Palestinesi: Israele ha
simulato la presenza di Al Qaeda a Gaza" e riportava le
affermazioni di ufficiali dell’AP e dello stesso Arafat secondo cui le
affermazioni di Sharon dell’esistenza di operazioni di Al Qaeda nei
territori palestinesi "è una grossa, grossa, grossa bugia per
coprire gli attacchi [di Sharon] e i suoi crimini contro il nostro
popolo". Il Ministro dell’Informazione Palestinese, Yasser Abed
Rabbo, sottolineava: "Ci sono elementi che sono stati istruiti dal
Mossad a formare una cellula sotto il nome di Al Qaeda nella Striscia di
Gaza al fine di giustificare l’ assalto e le campagne militari
dell’esercito di occupazione israeliano contro Gaza". L’AP promise
di fornire dettagliate prove e l’8 Dicembre lo fece in una conferenza
stampa del Colonello Shbak, e del Ministro per la Cooperazione
internazionale, Nabil Shaath. Shbak affermò "Nei trascorsi nove
mesi, abbiamo investigato 8 casi nei quali i servizi segreti israeliani
avevano posto, come operativi di Al Qaeda, Palestinesi reclutati nella
striscia di Gaza." Il Colonnello Shbak aveva specificato che tre
uomini erano stati mantenuti sotto arresto e 11 rilasciati. Il
Colonnello spiegava che quelli rilasciati avevano fornito
volontariamente informazioni che risalivano al Maggio 2002, circa le
proposte ricevute di operare come un gruppo di "al Qaeda". Le
ricerche sui presunti reclutatori di Al qaeda portavano ai servizi
segreti israeliani. Il colonello Shbak portava le prove di chiamate
telefoniche e e-mail con le quali veniva chiesto ai palestinesi di
"entrare a far parte di al Qaeda". "Noi abbiamo
investigato l’origine delle chiamate (effettuate con roaming di
cellulari) e dei messaggi, e abbiamo trovato che tutte provenivano da
Israele", riportava la pubblicazione IslamOnline. Egli affermava
che ai potenziali "reclutati" venivano date armi e denaro,
sebbene la maggior parte delle armi "non era funzionante". Il
denaro offerto a questi Palestinesi "era trasferito da conti
bancari di Gerusalemme o Israele". Il Ministro Shaath annunciava
che l’Autorità Palestinese aveva "consegnato, agli ambasciatori e
consoli di paesi arabi e stranieri, documenti che rivelavano il
coinvolgimento dei servizi israeliani nel reclutare cittadini della
striscia di Gaza in una falsa organizzazione che portava il nome di al
Qaeda". Secondo il Ministro, il complotto aveva lo scopo di
"creare una nuova scusa per incrementare l’aggressione sulla
striscia di Gaza".