Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
L’essermi ritirato dal mondo in un luogo recondito della Toscana, tra colline vestite di ulivi e cipressi, non mi vieta di conoscere quanto accade da voi che invece nel mondo vivete ancora. Non serve la televisione che ho rifiutato da anni, basta un po’ di radio e qualche notizia in internet per capire a che punto di degrado siamo arrivati.
L’evento storico di un papa che si dimette non accadeva da seicento anni. Mica roba da poco. Soprattutto se quel papa apparteneva al potentissimo, quanto anonimo, gruppo mondiale del cosiddetto Bilderberg. Come anche il suo camerlengo, Tarcisio Bertone. Bilderberg che cos’è?
Me ne occupavo una ventina di anni fa, quando ancora non se ne parlava quasi. Bilderberg comprende alcuni tra gli uomini più influenti del pianeta. Banchieri, economisti, industriali, capi di Stato, teste coronate… Papi. Il primo papa ufficialmente iscritto al gruppo. Non un papa qualunque, ma uno che era a capo della Santa Inquisizione, più dolcemente conosciuta come “Congregazione per la Dottrina della Fede”. Papa tedesco, attenzione, in ossequio alla creatura ideata da Bilderberg, ovvero l’Unione Europea che alcuni già chiamano “il Quarto Reich”, tanto è dominata dalla rinata Germania e, dietro le quinte, dalla sua alleata di sempre, la Gran Bretagna.
Bei tempi quando il vostro Andreotti diceva: “io contrario all’unificazione della Germania? Ma neanche per sogno. Io amo la Germania. A tal punto che ne vorrei due!”
Posso dirlo a ragione, avendo per metà sangue tedesco. Dunque storicamente Bilderberg (il nome è quello dell’albergo olandese dove si riunirono la prima volta agli inizi degli anni Cinquanta) fu fondato dal politico polacco Joseph Retinger, gesuita e massone di origini ebraiche; dal principe d’Olanda Bernard von Lippe, ex Waffen-SS, uscito di scena nel 1976 con lo scandalo Lockeed; e un certo David Rockefeller. Subito alla fine della guerra, Retinger aveva cominciato a mettere le basi per l’unificazione dell’Europa, perché il disegno di quei potenti era di annientare diverse Nazioni e fonderle tutte nel grande calderone europeo. Per quale motivo? Ma per dominare il mondo, no?
Al vertice troverete sempre l’Inghilterra. La regina e il principe di Edinburgo, la coppia che controlla la Terra. La massoneria mondiale, che riconosce nel Duca di Kent il suo capo assoluto. Le lobby sioniste che controllano la finanza mondiale. L’ordine dei gesuiti che governa le banche del Vaticano. I cavalieri di Malta che ne sono il braccio armato. A intrecciare e dominare il tutto ci sono i Rothschild, i Rockefeller, i Morgan, i Warburg, Loeb, Schiff, Lehman, Goldman-Sachs…
A proposito, agenti di Goldman-Sachs sono stati Prodi ma anche Monti. Monti? Uno dei vertici Bilderberg, ex presidente della Trilateral, membro del CFR, dell’Aspen, dei Trecento… Un Bilderberg al governo dell’Italia, governo illegittimo, non votato, imposto da un colpo di Stato orchestrato con il Vaticano e il cattocomunista Napolitano. Un Bilderberg al governo della Grecia, uno a capo del parlamento europeo, uno a capo della BCE e così via.
Da qualche anno coloro che vogliono imporre a noi tutti il cosiddetto ordine mondiale si sono inventate le crisi economiche, hanno seminato paura, terrore nella gente, tutto per distogliere l’opinione pubblica dalla grande porcheria che stanno ordendo. La dittatura di tutto il mondo. Mettere in ginocchio l’economia dei vari Paesi per poterne poi avere in cambio la sovranità. Ci siete cascati tutti o quasi nella trappola degli ideali di un’Europa unita. Ecco la verità: era solo il primo passo verso la dittatura mondiale. Quanti di voi lo sanno? Quanti di voi sono pronti a difendere la libertà? Quanti di voi sono disposti a morire affinché la sovranità italiana non sia ceduta agli squali? Si tratta di decidere se si vuole rimanere italiani oppure servi di poteri economici e politici privati, da far rimpiangere Hitler e i suoi deliri. A confronto, i forni crematori di allora sembrerebbero dei caminetti da salotto. Ma lo si deve fare ora, altrimenti sarà troppo tardi.
Che c’entra il papa, direte voi, con tutto questo. C’entra perché non se n’è andato per ispirazione divina, spinto da irresistibile sete di romitaggio. No. Gli hanno detto: o te ne vai o ti avveleniamo. L’abbiamo già fatto una volta e ci è venuto bene. Ma siccome sei dei nostri e, data la tua mollezza e vecchiezza, non stai accelerando il processo di globalizzazione ma lo stai rallentando, ti diamo la possibilità di un’uscita onorevole dalla scena. E lui saggiamente ha scelto di ritirarsi.
È da più di un anno che cogliamo l’eco dei grandi rivolgimenti vaticani, delle fazioni interne in lotta tra loro. Il siluramento improvviso di Gotti Tedeschi (altro Bilderberg) dal trono dello IOR, l’anno scorso, come lo scandalo montato del cameriere del papa. Il primo segno era stato quel riesumare la salma di un gangster della Magliana da una certa chiesa, il cui parroco verrà poi giudicato colpevole, riseppellita altrove. Roba di trent’anni prima. Che aveva a che fare con il rapimento della Orlandi. Quindi con l’attentato al papa polacco da parte dei servizi dell’Est. Un avvertimento, all’indomani dello scandalo P2. Quei soldi ambrosiani che Calvi faceva arrivare a Danzica per finanziare Solidarnosc e minare da dentro l’impero sovietico. Senza dimenticare il colonnello Estermann, comandante delle guardie svizzere del papa, colui che organizzava i trasferimenti di valuta in Polonia, doppiogiochista della Stasi, assassinato anni dopo simulando un’improbabile storia omosessuale.
Via un papa se ne fa un altro. Un nome già deciso, un altro Bilderberg. Più giovane però e più sanguigno dell’anemico B16. Uno che farà paura già nel nome. Da anni ripropongono un’improbabile profezia di Nostradamus riguardante il papa nero. Quando sarà eletto, la gente tremerà ancor di più forse che per i bond tedeschi. Il papa nero è già tra noi. È l’antico modo usato nella Chiesa per designare il generale dei gesuiti, in contraltare con il papa bianco di Roma. E date le matrici dell’ordine mondiale, stai a vedere che eleggeranno un gesuita? Magari il loro generale? Lo spagnolo Adolfo Nicolas. Detto “il papa nero”. Staremo a vedere. Non manca molto ormai. Due o tre fumate nere, poi subito la bianca. O sarà nera anche quella?
ELIA MANDEL, Toscana, febbraio 2013.