Negli ultimi anni i difetti del sistema della revisione paritaria sono stati oggetto di numerosi editoriali e studi critici. La realtà è che gli scienziati sono inclini – come le persone normali – ad essere soggetti alla catessi delle loro teorie ed opinioni preferite, specialmente se come risultato sono stati visibilmente premiati, pubblicamente riconosciuti o finanziati con remunerazioni. Gli scienziati, come le persone comuni, hanno corpi emotivi suscettibili ed ego abbastanza pesanti – dovuti in parte alla loro “competenza” e ai titoli accademici, le qualifiche, le teorie, ecc. Una volta che questi forti ego – che appartengono a persone generalmente conosciute come “esperti” – raggiungono posizioni di potere e/o influenza, essi possono calcificare il flusso del progresso scientifico così come quello della comprensione di nuove scoperte o teorie – in modo particolare se finiscono ad agire come “revisori paritari” ad alti livelli di prestigiose pubblicazioni.
In questa posizione molti diventano semplici guardiani e cercano di non facilitare le innovazioni o nuove rivelazioni copernicane ma di mantenere lo status quo che li ha condotti lì. Gli studenti subiscono un magico processo alchemico mentre percorrono le istituzioni educative ed emergono trasformati dalla loro crisalide con i loro dottorati, specializzazioni, stetoscopi ed equazioni. Essi sono i Prescelti, i purificati, i santi, i redenti, i giusti. Essi non devono rispondere al basso popolino non-scientifico – figuriamoci agli eretici non-credenti. È chiaro, comunque, che l’opinione comune sulla revisione paritaria non è soltanto fuorviante, ma che molte prestigiose pubblicazioni sono tra i peggiori criminali. Importanti pubblicazioni scientifiche – ad esempio, il periodico Nature – hanno una storia ben documentata di pregiudizi contro scoperte o ipotesi che vanno contro il dogma scientifico stabilito.
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