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In fuga dai profughi: perché gli europei occidentali migrano verso est

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Foto: © AP Photo/ Marko Drobnjakovic


Cosa succede se l'afflusso di migranti cambia troppo drasticamente l'ordine delle cose? Lo scorso febbraio il primo ministro ungherese Victor Orban ha invitato gli europei a riversarsi nel Paese magiaro.

"I veri rifugiati sono i tedeschi, i francesi, gli olandesi, gli italiani e tutti coloro che sono pronti a trovare la patria in Ungheria dopo che l'hanno persa in casa."

Un'inchiesta di Le Monde ha confermato che non si tratta di parole vuote. Dal 2014 molti cittadini scontenti dai cambiamenti demografici nei propri Paesi d'appartenenza in Europa occidentale si trasferiscono ad Est. I Paesi destinatari della contro-migrazione sono in particolare Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria.

"Migranti in virtù d'identità"

"Ho viaggiato molto ed ho concluso che non mi garba un Paese multiculturale. Penso che sia importante quando la gente attorno ti assomigli. Proprio qui in Polonia ho trovato questo",

ha raccontato a Le Monde il 31enne francese Gregoire Le Roy.

Nei piani del "contro-migrante" c'è la creazione di una comunità franco-polacca e persino la costruzione di alcuni quartieri alla periferia di Varsavia per i connazionali che decideranno di trasferirsi.
Secondo Le Roy, la capitale polacca è inferiore per bellezza a Parigi, ma offre un senso di sicurezza che gli manca quando ritorna in patria.

Un altro migrante francese in Ungheria, Romain, ritiene che questo sia il mondo dell'est europeo corrisponda esattamente a "quello perso in Francia":

"Qui mi sento come se fossi finito in un Paese come mi raccontavano i miei nonni. Non c'è molto individualismo e le campagne non muoiono."

Secondo Romain, un paese senza migranti come l'Ungheria può diventare un isola di felicità.

"La grande sostituzione della popolazione"

Pochi anni prima della grande ondata migratoria del 2015-2016, lo scrittore francese Renaud Camus aveva formulato il concetto di "grande sostituzione", in base al quale le autorità europee starebbero rimpiazzando una vasta parte della popolazione autoctona con gli immigrati del mondo islamico. L'espressione "grande sostituzione" è una parafrasi di quanto scritto da Bertolt Brecht:

"Se le persone non possono cambiare il loro governo, il governo può cambiare il proprio popolo".

Camus teme che le minoranze etniche possano fagocitare la maggior parte della popolazione europea nel giro di alcune generazioni.

"La "grande sostituzione" è forse uno dei fenomeni più significativi della storia francese,"

cerca di profetizzare Camus. Secondo lui, la sostituzione degli europei con i non europei è preceduta dallo "sradicamento degli insegnamenti" e dalla "deculturizzazione".

Trasferirsi nei punti caldi dell'Europa orientale

È interessante confrontare la contro-migrazione in Europa orientale con la comparsa di volontari francesi, italiani e tedeschi nelle Repubbliche non riconosciute del Donbass al confine tra Russia e Ucraina.

Uno dei "miliziani europei" Guillaume Norman aveva concesso un'intervista nel 2015 con Gazeta.Ru:

"Sono sicuro che prima o poi inizierà una guerra civile in Europa molto più grave rispetto al Donbass. Più di 1.400 islamisti francesi hanno combattuto in Siria".

L'idea di una guerra civile è condivisa implicitamente da Renaud Camus.


Tratto da Sputnik News, 16 Marzo 2017


NDR NEXUS: le parole di Guillaume Norman trovano una sponda nelle ultime dichiarazioni in merito di Bashar Al-Assad, circa l'appartenenza al wahhabismo di molti leaders europei dei gruppi terroristici che hanno operato in siria: https://www.nexusedizioni.it/it/CT/loccidente-fara-tesoro-della-lezione-siriana-5462


 

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