Danny Hilman, geologo senior del Centro Indonesiano per la Ricerca geotecnica e titolare di un dottorato di ricerca presso l’Istituto di Tecnologia della California, è sull’orlo di quella che potrebbe essere una scoperta sconvolgente sulla storia dell’umanità: la scoperta della più antica piramide del pianeta.
Il team guidato da Hilman sta lavorando sul sito di Ganung Padang, una collina nascosta tra i vulcani indonesiani, a circa 120 chilometri a sud di Giacarta, piena di pietre giganti che ne fanno il più grande sito megalitico dell’Asia Sudoccidentale.
Il sito di Ganung Padang, scoperto nel 1914 da due coloni olandesi, si estende sulla collina con una serie di terrazze realizzate con enormi rocce rettangolari di origine vulcanica. Ma, secondo Hilman, i megaliti di superficie sono solo la punta di un iceberg molto grande. Il ricercatore, infatti, ritiene che le pietre visibili sulla collina siano, in realtà, la cima di una piramide, una realizzazione molto più complessa di semplici terrazzamenti.
Hilman è convinto che l’antica struttura potrebbe precedere l’inizio ufficiale della storia di una decina di millenni o più, il che suggerisce che a Java potrebbe essere esistita una civiltà antica molto avanzata. “È più antica di 9 mila anni e potrebbe risalire fino a 20 mila anni fa”, dice Hilman. “È pazzesco, ma sono i dati”. Se l’ipotesi del ricercatore è corretta, siamo sull’orlo di una scoperta che potrebbe riscrivere la storia dell’umanità“.
Hilman ha trovato prove che confermerebbero che la maggior parte della collina di 100 metri è in realtà di origine artificiale, costruita nel corso di migliaia di anni da tre culture diverse. Grazie ad una serie di indagini eseguite con i radar di terra, carotaggi e analisi delle murature, i ricercatori hanno trovato dei modelli nella disposizione delle rocce che attesterebbero l’origine non naturale.
Alcuni blocchi sono tenuti insieme da una sorta di malta e sotto i mucchi di pietre gli strumenti avrebbero rilevato l’esistenza di camere sotterranee, scale interne e terrazze, tutte prove di una massiccia costruzione, frutto di progettazione e pianificazione.
La scoperta più entusiasmante è stata offerta dalla datazione al radiocarbonio dei campioni trovati all’interno del sito, indicando che potrebbe trattarsi di una struttura realizzata più di 9 mila anni fa.
“La struttura dell’edificio è molto buona”, spiega Hilman. “Concludiamo che la disposizione dei giunti colonnari limita l’intero perimetro della collina. Crediamo che non ci sia un solo strato di costruzione, ma più livelli”.
Come riportato dal Sydney Morning Herald, Hilman sospetta che la piramide è stata realizzata in tre fasi nel corso dei millenni da tre diverse culture. “È davvero enorme”, esclama Hilman. “Le persone credono che l’età della pietra era primitiva, ma questo monumento dimostra che si tratta di un’opinione errata”.
La ricerca ha così impressionato il presidente dell’Indonesia, Sasulo Bambang Yudhoyono, da aver nominato una task force a sostegno delle indagini, mettendo a disposizione un intero contingente militare di terra a difesa del sito. Il presidente Yudhoyono ha esortato il team a compiere rapidamente le indagini, descrivendo il lavoro dei ricercatori come un “compito di portata storica, di grande valore per l’umanità”.
Ma come ogni scoperta che entra in conflitto con le credenze tradizionali sulla storia dell’umanità, il lavoro di Hilman ha suscitato una serie di polemiche paragonabile alla controversia nata attorno alle Piramidi bosniache di Visoko.
Nonostante l’interessamento del presidente, vi è una forte resistenza alla teoria da parte di 34 archeologi e geologi indonesiani, i quali hanno presentato una petizione al presidente nel quale si accusa Hilman di gente comune come volontari e di svolgere i lavori senza tenere conto di norme scientifiche e di conservazione a tutela del sito.
I firmatari della petizione ritengono che sia necessario coinvolgere nelle indagini archeologi e vulcanologi. Alcuni di questi geologi, inoltre, ritengono che sulla collina di Gunug Padang non ci siano le vestigia di un’antica piramide, ma i resti di un vulcano.
Come suggerisce Ancient Origins, non è chiaro se le rimostranze siano dovute a gelosie professionali, al tentativo di boicottare risultati che potrebbero mettere in crisi la visione tradizionale della storia, oppure ad un autentico desiderio di sostenere il progetto.
Il dubbio viene ascoltando uno degli argomenti proposti al Sydney Morning Herald da un archeologo indonesiano che non ha voluto essere nominato:
“Se 7 mila anni fa la nostra tecnologia era in grado di produrre solo strumenti in osso, come può la gente di 20 mila anni fa avere la tecnologia per costruire una piramide?”.
In altre parole, dal momento che non siamo in grado di capire, non può essere vero. Si tratta di un approccio non proprio scientifico, dato che pone una pre-comprensione che ostacola la scoperta di nuove prove in proposito.
Tutti questi attacchi fanno rendere conto a Hilman di quanto sia difficile il suo compito: “E’ una caso forte, ma non un caso facile. Stiamo andando contro le convinzioni del mondo”, confessa il ricercatore. Ma né lui, né il presidente, sono disposti a fare marcia indietro.