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Influenza suina e vaccino: quello che giornali e TG non dicono – del dr. Filippo Ongaro

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Questo messaggio non vuole turbare nessuno ma vuole essere d'aiuto a quanti stanno cercando di informarsi prima di vaccinarsi contro l'influenza A. Un aiuto che diventa necessario vista la tendenza dei media a dare un’informazione poco obiettiva e incompleta. Questo è un problema generale che riguarda tutti i vaccini ma che nel caso dell'influenza A diventa ancora più grave.
Da quando il virus influenzale ha fatto la sua comparsa in Messico ad Aprile, siamo stati bombardati da commenti e considerazioni allarmanti sulla pericolosità di questo virus che però si è dimostrato molto meno pericoloso della normale influenza stagionale. La preparazione del vaccino contro l'H1N1 ha seguito un iter accelerato del tutto anomalo dettato da una teorica “necessità di fronteggiare l’emergenza”.  Su questa base, negli USA è stata addirittura concessa ai produttori la totale immunità giuridica rispetto ai danni alla salute che il vaccino potrebbe creare.
I normali tempi di preparazione di un vaccino prevedono diversi anni di ricerca e sperimentazione: bisogna isolare il virus, studiarlo, riprodurlo in laboratorio, mutarlo per ottenere la versione depotenziata, produrre il prototipo di vaccino, testarlo sugli animali e infine sugli uomini. Nemmeno questi lunghi anni di sperimentazione sono in grado di annullare rischi ed effetti collaterali dei vaccini. I produttori del vaccino lo hanno prodotto in soli 4 mesi! E’ improbabile che abbiano avuto il tempo per testarlo adeguatamente ed è possibile invece che abbiano impiegato immuno-adiuvanti come l'alluminio e lo squalene che, rendendo il vaccino più potente, permettono di prepararne con meno costi quantità superiori. L'alluminio è tristemente noto a chi si occupa di danni da vaccini in quanto connesso con patologie quali l'autismo. Lo squalene fu ritenuto responsabile della cosidetta "Sindrome della guerra del golfo" in 180.000 soldati (il 25% dei soldati vaccinati contro l'antrace), e collegato a malattie devastanti e autoimmuni come artrite, irritazioni e lesioni cutanee croniche, fatica cronica e fibromialgia, emicranie croniche, perdita abnorme di peli, vertigini, debolezza, perdita di memoria, attacchi epilettici, problemi neuropsichiatrici, effetti antitiroidei, anemia, sclerosi multipla ecc.
Ci viene fatto notare che l'importanza di vaccinarsi sta nel cercare di diminuire le opportunità di ricombinazione del virus con altri sottotipi. Sul piano teorico però, proprio la vaccinazione di massa potrebbe indurre il virus a mutare in una forma più aggressiva. Inoltre l’influenza suina non è affatto nuova come ci stanno facendo credere. Nel 1976 il governo americano avviò una campagna di vaccinazione di massa contro l’influenza A sulla base di pochissimi casi accertati. Da allora oltre 4000 persone hanno fatto causa al governo per danni da vaccino. Anche in quel caso il vaccino era stato prodotto in fretta e furia.
Oggi l'Organizzazione Mondiale della Sanità e a seguire tutta una serie di istituzioni che sono di fatto totalmente succubi alle pressioni delle grandi industrie farmaceutiche, hanno scatenato una vera e propria isteria collettiva su quella che è a tutti gli effetti una influenza minore. Esattamente lo stesso fenomeno era accaduto con aviaria, SARS, meningite. Invece di tutelarci dalle malattie e dagli obiettivi commerciali delle industrie, questi enti ci terrorizzano e spingono a compiere scelte sulla base della paura. L’OMS ha attribuito sorprendentemente il valore più alto di pericolosità a questa "pandemia", chiedendo agli stati membri di dotarsi di strumenti normativi adeguati ad imporre (se necessario) vaccinazioni obbligatorie e ogni altra forma di limitazione della libertà personale al fine di affrontare l’infezione. Nel frattempo, in concomitanza con l'inizio del "piano mondiale" di vaccinazione, si cominciano a registrare i primi effetti negativi del vaccino. In Svezia ci sono già 5 casi di morte imputabili alla somministrazione del vaccino, e ben 350 casi di complicanze ed effetti indesiderati. Questo solo per parlare degli effetti "a breve scadenza". Quelli a lunga scadenza, come sempre con i vaccini, saranno di difficile identificazione. La strategia è chiara: lavorare sulla paura, sul terrore antico della pandemia, della malattia infettiva che devasta e distrugge e contro cui solo il vaccino può proteggerci. Questa paura si traduce in vendite.
Appare sempre più evidente che la cosa da cui occorre difendersi maggiormente è invece questa informazione parziale, pilotata e non scientifica. La nuova medicina che si vede all’orizzonte ma che ancora fatica ad emergere proprio per il profondo condizionamento mediatico in cui viviamo, offre nuove soluzione più avanzate e fisiologiche anche per proteggersi dalle infezioni e migliorare il funzionamento del sistema immunitario. Non esiste solo vaccino o morte. Non esiste solo farmaco o sofferenza. Oggi possiamo scegliere mezzi nuovi per curarci e per mantenerci in salute. Ma il primo passo è essere consapevoli che la salute, il bene più prezioso che abbiamo, non appartiene nè allo stato, nè all’OMS, nè all’ASL. Appartiene a ciascuno di noi ed è nostro diritto e dovere decidere autonomamente e serenamente a chi affidarla e acquisire le informazioni più obiettive possibili per scegliere come comportarci.
 
Dr. Filippo Ongaro
Direttore Sanitario
Ismerian
(Istituto di Medicina Rigenerativa e Anti-Aging)
http://www.ismerian.org/
 
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