Come avevo detto in precedenza, non avevo mai approfondito il caso Keshe – provavo una sensazione di fastidio nell’avvicinarmi ad un personaggio apparentemente ambiguo come lui – ma dopo l’ultima discussione in home ho sentito il bisogno di provarci.
Per prima cosa, ho guardato tutti i video dei malati che hanno fatto la terapia con il “reattore al plasma” di Keshe. Non sapevo che questi video esistessero, e devo dire che la loro visione ha immediatamente cambiato la mia percezione di questo personaggio.
Ho infatti troppa familiarità con questo tipo di interviste (ne ho fatte a dozzine, sia ai pazienti di Simoncini, sia per altri tipi di cure alternative) per non capire che siano tutte assolutamente genuine e reali. Non sto a spiegare perchè lo siano, anche perchè si tratta di mille piccole sfumature che richiederebbero troppo tempo per essere illustrate, ma la mia esperienza mi dice che sarebbe assolutamente impossibile realizzare quei video, nel modo in cui sono fatti, con attori che fingessero di essere guariti.
E le guarigioni/miglioramenti presentati nei video sono innegabili: quando uno dice “prima non potevo camminare, ora ci riesco”, oppure “prima non sentivo nessuna sensazione nei piedi, ora le sento”, per me è più che sufficiente per capire che qualcosa di sorprendente ed inaspettato è successo a queste persone.
Naturalmente – come nel caso di Simoncini – non è possibile confermare retroattivamemte la teoria che sta alle spalle del fenomeno verificato. In altre parole, non è detto che il cancro sia davvero causato dalla candida, solo perchè i malati guariscono con il bicarbonato. (Certo, sarebbe curioso che Simoncini avesse imbroccato la cura sbagliando nell’individuare la causa della malattia, ma tutto può essere).
La stessa cosa mi sento di affermare per Keshe: non sappiamo se queste guarigioni siano effettivamente dovute al suo “reattore al plasma”, e quindi alla teoria che starebbe alle sue spalle, ma è innegabile che questo signore abbia risolto dei problemi di tipo medico che la medicina ufficiale ritiene irrisolvibili.
E sarebbe a sua volta curioso che Keshe avesso costruito dei macchinari che funzionano sbagliando nel contempo la teoria su cui sono basati: qui non siamo di fronte a semplici raffreddori o mal di pancia, qui stiamo parlando di Parkinson, di ALS e di Sclerosi Multipla, tutte patologie che la medicina ufficiale giudica irreversibili, e che invece nei casi presentati sono chiaramente regredite.
Cosa ci sia dietro a quest’uomo, perchè segua la strategia che sta seguendo, e perchè dica le cose che va dicendo, non saprei spiegarlo. Ma è proprio con Simoncini che ho imparato a separare la pubblica immagine – inquinata purtroppo, nel suo caso, da mille elementi che sfuggono al suo controllo – dalla sostanza del suo lavoro. Suggerisco di fare la stessa cosa anche con Keshe, in attesa di ulteriori sviluppi.
Ho anche visionato la lunga intervista che Keshe ha rilasciato per spiegare i vari aspetti del suo lavoro, e credo di aver capito, almeno in parte, da dove derivi quella sensazione di fastidio di cui parlavo all’inizio: Keshe ci parla dal dopodomani, non da oggi, perchè lui è già nel dopodomani. Nel suo, ovviamente.
Mi spiego meglio: tutti i visionari (non uso la parola “genio” anche per non essere frainteso) hanno la capacità di vedere molto più lontano del punto in cui si trovano in un qualunque momento del loro percorso. In altre parole, quando Keshe dice “abbiamo la macchina volante”, è probabile che lui già preveda di arrivare con certezza a quel risultato, anche se magari oggi la macchina volante non ce l’ha ancora, e quindi non è in grado di mostrarla a nessuno.
Ma lui nel suo cervello “ce l’ha già”, esattamente come Nikola Tesla riusciva ad immaginare nel proprio cervello macchinari complicatissimi, vedendone ogni minima parte già in funzione, senza nemmeno aver disegnato uno schizzo di quel macchinario.
Purtroppo però, riuscire a “vedere” qualcosa che gli altri non vedono ancora può indurre nell’errore di dare per scontato che ciò che appare ovvio a noi lo sia anche per gli altri.
Nel mio piccolo, anch’io commettevo questo errore, all’inizio della mia avventura sull’11 settembre, quando parlavo ad altri dando per scontato ciò che io avevo già capito – e cioè che le Torri Gemelle fossero state demolite intenzionalmente. Purtroppo è un errore che si paga caro, perché si può venire rapidamente tacciati di arroganza, di presunzione, ed anche di vera e propria ciarlataneria.
Forse è questa l’origine della “sicumera”, decisamente fastidosa, che Keshe mette in mostra nel parlare del proprio lavoro: una semplice limitazione dell’essere umano, della quale probabilmente non si rende nemmeno conto.
Mi sembra però di aver capito che ci sia un filo conduttore molto forte fra tutte le affermazioni fatte da Keshe, ed è molto raro che una persona che spara baggianate a caso riesca poi a riportarle ad un discorso di fondo coerente e lineare come il suo.
In fondo, Keshe fa un’affermazione enorme, ma relativamente semplice: dice di aver capito come si possano “creare contemporaneamente un campo magnetico ed un campo gravitazionale”, ed in base a questa affermazione fa conseguire tutti gli utilizzi che potrebbe fare l’umanità grazie a questa scoperta. Questi utilizzi possono essere più o meno visionari – alcuni magari sono già realizzati, altri invece sono solo in fase di gestazione mentale – ma comunque condividono tutti questa logica di fondo.
Mentre un ciarlatano farebbe molta fatica a sparare cazzate dal mattino alla sera, per poi trovare un filo conduttore logico che le riunisse tutte, almeno dal punto di vista teorico.
In ogni caso, secondo me un primo passo per guadagnarsi una grossa credibilità l’ing. Keshe lo ha già fatto, con le interviste ai malati che sono guariti, o in via di guarigione.
Quel vecchietto che non camminava più da 15 anni ora cammina. E’ lì da vedere, e va pure in bicicletta. Andate a raccontarlo a lui che Keshe è soltanto un ciarlatano.
Articolo di Massimo Mazzucco
Fonte: http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=4144